sabato 30 novembre 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 01 Dicembre 2019 - Domenica XIV di San Luca

1 DICEMBRE 2019
Domenica XXV 
(XIV di San Luca).

San Naum profeta 



Tono pl. IV; Eothinòn III

1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.


3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Ex ìpsus katìlthes, o èfsplachnos, tafìn katedhèxo triìmeron, ìna imàs eleftheròsis ton pathòn. I Zoì ke i anàstasis imòn, Kìrie dhòxa si.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Sei disceso dall’alto, o pietoso, hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, gloria a te.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Ex ìpsus katìlthes, o èfsplachnos, tafìn katedhèxo triìmeron, ìna imàs eleftheròsis ton pathòn. I Zoì ke i anàstasis imòn, Kìrie dhòxa si

Sei disceso dall’alto, o pietoso, hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, gloria a te.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

I Parthènos sìmeron ton proeònion Lògon en spilèo èrchete apotekìn aporrìtos. Chòreve, i ikumèni akutisthìsa; dhòxason metà anghèlon ke ton pimènon vulithènda epofthìne pedhìon nèon, ton pro eònon Theòn.

Oggi la Vergine si dirige alla grotta per dare ineffabilmente alla luce il Verbo eterno. Esulta, o universo, nell’udire ciò; glorifica con gli angeli e i pastori l’eterno Dio, che ha voluto apparire tenero bambino.

APOSTOLOS (Ef. 4, 1-7)

- Fate voti e rendeteli al Signore nostro Dio; tutti quelli intorno a lui, portino doni.  (Sal 75, 12)

- Dio è conosciuto in Giudea, in Israele è grande il suo nome. (Sal 75, 2)

Dalla lettera di San Paolo agli Efesini.

    Fratelli, vi esorto io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è sempre in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazie secondo la misura del dono di Cristo.

Alliluia (3 volte).

- Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. (Sal. 94, 1).   

Alliluia (3 volte).

- Presentiamoci al suo cospetto con canti di lode, inneggiamo con canti di lode. (Sal. 94, 2).

Alliluia (3 volte).


VANGELO (Luca. 18, 35-43)

    Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». 
   Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conduces-sero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

MEGALINARION 

Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke endoxotèran ton àno stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon: uranòn to spìleon, thrònon cheruvikòn tin parthènon, tin fàtnin chorìon en ò aneklìthi o achòritos Christòs o Theòs; on animnùndes megalìnomen.

Esalta, o anima mia, Colei che è più onorabile e più gloriosa delle schiere celesti. Contemplo un mistero meraviglioso ed incredibile: cielo è la spelonca, trono cherubico la Vergine, la mangiatoia culla in cui è adagiato Dio infinito, che inneggiando magnifichiamo.


KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’alto. Alliluia.




INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Christòs ghennate doxasate, Christòs es uranòn apantisate, Christòs epì ghis ipsotite. Asate to Kirìo pasa i ghi ke en evfrosini anìmnisate lai, oti dedoxaste

Cristo nasce, glorificatelo, Cristo discende dal cielo andategli incontro. Cristo è sulla terra, siatene fieri. Canta al signore terra tutta, e voi popoli nella gioia celebratelo con inni, perché si è coperto di gloria.


Giovedì 6: Festività del nostro Patrono 
San Nicola,
  vescovo di Mira di Licia, il Taumaturgo

mercoledì 27 novembre 2019

Nuova immagine di San Nicola - Commento -




Nella sensibilità dei cristiani, che già osservano i dettami presenti nel Decalogo e nel Nuovo Testamento, giocano un ruolo non indifferente, quali esempi per la conduzione della propria esistenza terrena, i modelli di vita eroicamente virtuosa dei santi. Molti, oltre a cercare di seguirne l’esempio, li onorano e li invocano per ottenerne l’intercessione verso l’Altissimo, unico elargitore di grazie. È per questo che, concordemente con quanto permesso dalla Chiesa, diversi individui, facendo memoria delle gesta di un santo o facendo leva sulla tradizione, lo invocano come patrono di una categoria di persone o di altri esseri viventi, o di una comunità. 
Tra i santi più amati e conosciuti nel mondo vi è San Nicola di Mira, la sua venerazione è, infatti, diffusa in tutte le confessioni cristiane che accettano il culto dei santi. La sua fama trascende persino l’ambito spirituale poiché i bambini, anche non cristiani, attendono con trepidazione i doni del loro sorridente amico Santa Claus. 
A Mezzojuso, come in ogni altra comunità cristiana, non mancano manifestazioni di devozione a santi o di culto al Signore, espletati sia in forme organizzate e collettive che informali e individuali. La devozione dei mezzojusari a San Nicola è certamente testimoniata dalla dedicazione della chiesa parrocchiale nel 1516.  Da diversi secoli San Nicola è il santo Patrono del nostro Comune, proclamato ufficialmente il 23 aprile 1643. Un tempo si tributavano festeggiamenti ufficiali di un certo fasto con la partecipazione della Corte Giuratoria, la solenne offerta al santo di quattro onze d’oro per la solennizzazione della festa, l’esposizione dei ritratti dei Sovrani, la distribuzione dei kolivi e dei panuzza.
  Quest’anno, un gruppo di fedeli, ha deciso di fissare indelebilmente la preghiera di affidamento che i mezzojusari, invocano al loro santo patrono quale intercessore privilegiato verso Cristo Dio, raffigurando, San Nicola benedicente che sostiene sulle sue gambe il nostro paese, lo custodisce e veglia su di esso intercedendo verso l’Altissimo per i mezzojusari. Nella realizzazione di tale volontà si è operato in computer grafica e sono state utilizzate immagini di opere antiche fortemente legate alla storia di Mezzojuso, preferendo, dunque, l’immagine dell’icona padronale seicentesca, dipinta a Mezzojuso nel contesto della scuola di Ioannikios, e inserendo una immagine scaricata da internet del dipinto raffigurante la “Terra di Mezzojuso” nella seconda metà del XVII secolo. Durante la fase di lavorazione, si è dovuto operare su ambedue le immagini, soprattutto su quella ritraente Mezzojuso, per adattarla e renderla il più possibile accettabile e idonea allo scopo prefissato,  inserendo elementi inesistenti nell’opera originale per far “aggiornare” l’immagine del paese a qualcosa di immediatamente riconoscibile per i cittadini di oggi, e rendendo con efficacia e immediatezza la rappresentazione di tutta la comunità tramite quei simboli con cui ognuno di noi si identifica, ossia i due campanili sotto la Brinja. Inoltre è stato possibile anche scoprire ed evidenziare alcuni dettagli difficilmente leggibili ad occhio nudo, come la supplica “Sancte Nicolae ora pronobis”(sic), e ricostruire alcune parti mancanti.
Nella raffigurazione san Nicola accoglie Mezzojuso (rappresentato immancabilmente con quei simboli cui ognuno di noi identifica il paese, ossia i due campanili sotto la Brinja, per sottolineare l’unità di tutto il popolo nell’invocarlo) con le sue campagne immediatamente limitrofe sulle sue gambe, adagiato e circondato, a mo’ di protezione dal felònion (manto simboleggiante la carità che copre il tutto) polistàvrion (molte croci, per simboleggiare la gloria della croce in tutto l’universo, formate da quattro  tese a rappresentare Cristo pietra angolare). Cingono la “Terra di Mezzojuso” anche l’epigonation e il Vangelo che sono “appoggiati” sulla terra anzidetta. In termini simbolici non c’è nulla di meglio: l’epigonation, ossia la borsa romboidale, simboleggia la spada della predicazione evangelica, mentre il Vangelo è aperto su Giovanni 10:9, ossia il vangelo del mattutino della festa di San Nicola, nonché magnifico desiderio per i cristiani perché recita: “Disse il Signore: io sono la porta; se uno entra sarà salvo ed entrerà ed uscirà e troverà pascolo”.
L’immagine di San Nicola con Mezzojuso è stata realizzata dallo scrivente in questo mese di novembre 2019, ma è doveroso ringraziare papàs Giorgio Caruso per aver accolto entusiasticamente il progetto, e Gianluca Perniciaro per aver fornito la foto originale dell’icona. L’immagine della tela raffigurante la “Terra di Mezzojuso” è stata scaricata dall’indirizzo: http://web.tiscali.it/shiny/mezzojuso/images/immagine.jpg
                                               Antonio La Gattuta

Bibliografia
AA.VV. (1997). Mezzojuso- territorio, storia, arte, tradizioni. Mezzojuso: Comune di Mezzojuso.
Bonanni, F. (1720). La gerarchia ecclesiastica considerata considerata nelle vesti sagre, e civili usate da quelli, li quali la compongono, espresse, e spiegate con le imagini di ciascun grado della medesima; offerta alla maestà di Giovanni Quinto re di Portogallo e dell'Alg (Vol. 1). Roma: nella stamperia di Giorgio Placho, intagliatore e gettatore di caratteri, presso S. Marco.
Gattuso, I. (1977). Un mazzolino di giorni. Agrigento - Palermo: Edizioni Centro Culturale "L. Pirandello".
Magri, D. (1669). Notizia de' vocaboli ecclesiastici, con la dichiaratione delle cerimonie, & origine delli riti sacri, voci barbare, e frasi vsate da' santi padri, concilij, e scrittori ecclesiastici. Roma: a spese di Giovanni Casoni.
Schirò, M. (1991). Mezzojuso - momenti d'indagine e riflessione. Castellana Sicula: Società grafica madonita.

venerdì 22 novembre 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 24 Novembre 2019 - XIII di San Luca

24 NOVEMBRE 2019
XXIV (XIII di Luca).
Metheortia dell’ingresso di Maria SS. nel Tempio. 

San Clemente di Roma. San Pietro di Alessandria.




1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Sìmeron tis evdhokìas Theù to proìmion ke tis ton anthròpon sotirìas i prokìrixis; en naò tu Theù tranòs i Parthènos dhìknite ke ton Christòn tis pàsi prokatanghèlete. Aftì ke imìs megalofònos voìsomen: chère tis ikonomìas tu Ktìstu i ekplìrosis. 


Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Oggi è il preludio della divina benevolenza, e l’annunzio della salvezza degli uomini, nel tempio di Dio la Vergine si mostra apertamente e a tutti preannunzia Cristo. Gridiamole anche noi ad alta voce: Salve, o adempimento della economia del Creatore.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.


APOLITIKIA
    
Katèlisas to Stavrò su ton thànaton, inèoxas to listì ton Paràdhison, ton Mirofòron ton thrìnon metèvales, ke tis sis Apostòlis kirìttin epètaxas òti anèstis, Christè o Theòs, parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Con la tua croce hai distrutto la morte, hai aperto al ladrone il Paradiso, hai mutato in gioia il lamento delle Miròfore, e ai suoi apostoli ha ordinato di annunciare che sei risorto, o Cristo Dio, per elargire al mondo la grande misericordia.

Sìmeron tis evdhokìas Theù to proìmion ke tis ton anthròpon sotirìas i prokìrixis; en naò tu Theù tranòs i Parthènos dhìknite ke ton Christòn tis pàsi prokatanghèlete. Aftì ke imìs megalofònos voìsomen: chère tis ikonomìas tu Ktìstu i ekplìrosis.


Oggi è il preludio della divina benevolenza, e l’annunzio della salvezza degli uomini, nel tempio di Dio la Vergine si mostra apertamente e a tutti preannunzia Cristo. Gridiamole anche noi ad alta voce: Salve, o adempimento della economia del Creatore.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION


O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora.

APOSTOLOS (Ef 2, 14-22) 

- Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace. (Sal 28,11)

- Portate al Signore figli di Dio; portate al Signore dei figli di arieti. (Sal 28,1)

Dalla lettera di Paolo agli Efesini

    Fratelli, Cristo è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

Alliluia. (3 volte).

- Buona cosa è lodare il Signore e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. (Sal  91,2)                               


 Alliluia, (3 volte).
- Annunziare al mattino la tua misericordia, la tua verità nella notte. (Sal 91,3)             

Alliluia (3 volte).

VANGELO (Luca. 18, 18-27)

    Un giorno un notabile interrogò Gesù: “Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?”. Gesù gli rispose: “Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”. Costui disse: “Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovinezza”. Udito ciò, Gesù gli disse: “Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi”. Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco. Quando Gesù lo vide, disse: “Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!”. Quelli che ascoltavano dissero: “Allora chi potrà essere salvato?”. Rispose: “Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”.

MEGALINARION 

Àngheli tin ìsodhon tis panàghnu, oròndes exeplìttondo, pos i Parthènos isìlthen is ta àghia ton aghìon. Os empsìcho naò Theù kivotò psavèto midhamòs chìr amiìton; Chìli dhe pistòn ti Theotòko asighìtos, fonìn tu anghèlu anamèlponda, en agalliàsi voàto: Ondos anotèra pàndon ipàrchis, Parthène agnì.

Gli Angeli, contemplando l’ingresso della Vergine, si stupirono, come la Vergine fosse entrata nel Santo dei Santi? Come tempio vivente, arca di Dio, mai accada che mano di profani la tocchi: ma le labbra dei fedeli, incessantemente cantando alla Madre di Dio le parole dell’angelo, acclami-no esultanti: O Vergine pura, veramente tu sei elevata al di sopra di ogni creatura.


KINONIKON

Potìrion sotirìu lìpsome, ke to ònoma Kirìu epikalèsome. Alliluia.

Prenderò il calice della salvezza, ed invocherò il nome del Signore. Alliluia.


DA GIORNO 27 INIZIA LA NOVENA IN ONORE DEL NOSTRO PATRONO 
SAN NICOLA, VESCOVO DI MIRA DI LICIA, IL TAUMATURGO 

mercoledì 20 novembre 2019

Sinassario della Festa dell'Entrata della Madre di Dio al Tempio

IL 21 DI QUESTO MESE, MEMORIA DELL’INGRESSO AL TEMPIO DELLA NOSTRA SOVRANA LA MADRE
DI DIO E SEMPRE VERGINE MARIA.




    Quando la santa e purissima bambina concessa da Dio al genere umano, reso sterile a causa del peccato, delle passioni e della morte, ebbe raggiunto l’età di due anni, il padre Gioacchino disse alla sua sposa: Portiamola al tempio del Signore, per compiere la promessa che abbiamo fatta di consacrarla all’Onnipotente fin dalla sua più giovane età. Ma Anna rispose: Aspettiamo fino al terzo anno, perché può darsi che lei invocherà suo padre e sua madre e non resterà nel tempio del Signore.

    Quando arrivò il terzo anno, i due sposi decisero di realizzare il loro voto e di offrire la loro bambina al tempio. Allora Gioacchino fece convocare delle fanciulle di Ebrei di razza pura, per scortarla con delle fiaccole e di precederla alla volta del tempio in modo che, attratta dalla luce, la bambina non fosse tentata di tornare indietro verso i genitori. Ma la santa Vergine, creata tutta pura ed innalzata da Dio fin dalla nascita ad un grado di virtù e d’amore verso le cose celesti superiore a quello di ogni altra creatura, si slanciò correndo verso il tempio. Superò le vergini della sua scorta e, senza uno sguardo per il mondo, si gettò tra le braccia del gran sacerdote Zaccaria che l’aspettava sulla sagrato in compagnia degli anziani. Zaccaria la benedisse dicendo: Il Signore ha glorificato il tuo nome in tutte le generazioni. È a te che negli ultimi giorni Egli rivelerà la redenzione che ha preparato per il suo popolo. E, cosa inaudita per gli uomini della vecchia alleanza, fece entrare la bambina nel Santo dei Santi, dove solo il gran sacerdote poteva entrare e solamente una volta l’anno, nel giorno della festa dell’Espiazione. La fece sedere sul terzo gradino dell’altare, ed il Signore fece allora discendere su di lei la sua grazia. Lei si alzò e si mise a danzare per esprimere la sua gioia. Tutti quelli che erano presenti furono affascinati, contemplando quello spettacolo annunciatore delle grandi meraviglie che Dio avrebbe tosto compiuto in lei.

    Avendo così lasciato il mondo, i suoi genitori ed ogni legame con le cose sensibili, la Santa Vergine restò nel tempio fino all’età di dodici anni.  In effetti, divenuta allora nubile, i sacerdoti e gli anziani temettero che lei insudiciasse il santuario, e la affidarono al casto Giuseppe, perché fosse il custode della sua verginità, fingendo di essere il suo fidanzato.  Durante questi nove anni, la Tutta Santa fu nutrita di un cibo spirituale portato da un angelo del Signore. Conduceva lì una vita celeste, superiore a quella dei primi genitori nel paradiso. Senza cure e senza passioni, superati i bisogni della natura e la tirannia dei piaceri dei sensi, ella viveva solo per Dio, con l’intelligenza fissa ad ogni momento nella contemplazione della Sua bellezza. Con la preghiera continua e la vigilanza su sé stessa, durante il soggiorno nel tempio, la santa fanciulla finì di purificare il suo cuore, che divenne un puro specchio dove si riflette la gloria di Dio. Si rivestì dello splendido ornamento delle virtù per prepararsi, come una fidanzata, alla venuta in lei del suo divino sposo, Cristo. Raggiunse una perfezione tale che riassunse in sé stessa tutta la santità del mondo e, divenuta simile a Dio per la virtù, attirò Dio a rendersi simile agli uomini con la Sua Incarnazione.

    Introdotta nel santuario in età in cui le altre bambine cominciano ad imparare, la Tutta Santa, dal fondo inaccessibile del Santuario, ascoltava ogni sabato le letture della Legge e dei Profeti fatta al popolo nella parte pubblica del tempio. Con l’intelligenza affinata dalla solitudine e dalla preghiera, Ella pervenne così alla conoscenza del senso più profondo dei misteri della Scrittura. Vivendo tra le cose sante e contemplando la propria purezza, comprese quale era stato il disegno di Dio lungo tutta la storia del suo popolo eletto. Comprese che tutto quel tempo era stato necessario perché Dio si preparasse una madre in mezzo a questa umanità ribelle, e che, pura bambina scelta da Dio, Lei doveva divenire il vero tempio vivente della divinità. Collocata nel sacro luogo ove erano deposti i simboli della promessa di Dio, la Vergine rivelava che è nella sua persona che si dovevano avverarsi le figure. È Lei il santuario, il tabernacolo del Verbo di Dio, l’arca della nuova alleanza, il vaso contenente la manna celeste, la verga germogliante di Aronne, la tavola della legge della grazia. È in Lei che le oscure profezie si svelano: Lei è la scala che unisce la terra ed il cielo scorta in sogno dal patriarca Giacobbe, la colonna di nubi che rivela la gloria di Dio, la nube lieve del profeta Isaia, la montagna non intagliata di Daniele, la porta chiusa attraverso la quale Dio è venuto a visitare gli uomini di Ezechiele, la fonte viva e sigillata che fece scaturire sopra di noi le acque della vita eterna. Contemplando spiritualmente queste meraviglie che dovevano aver luogo in Lei, senza comprendere ancora chiaramente come si sarebbero compiute, la Tutta Santa diresse la sua preghiera e la sua intercessione verso Dio ancora con più intensità, affinché il Signore si affretti a realizzare le sue promesse e salvi il genere umano dalla morte, venendo ad abitare tra gli uomini.

 Quando la Madre di Dio entrò nel Santo dei Santi, il tempo di preparazione e di prova dell’antica alleanza ebbe termine, e si celebra oggi il fidanzamento di Dio col genere umano. Ecco perché la Chiesa si rallegra ed esorta tutti coloro che amano Dio a ritirarsi essi stessi nel tempio del loro cuore per prepararvi la venuta del Signore, col silenzio e la preghiera, allontanandosi dai piaceri e dalle cure del mondo.



Le Synaxaire – Vies des Saints de l’Eglise Orthodoxe – Éditions «To Perivoli tis Panaghias»  - Thessalonique 1996
Traduzione del Dott. Antonino Perniciaro. 

21 Novembre - Solennità dell'Ingresso della Tuttasanta Madre di Dio al Tempio - Foglio Liturgico

21 NOVEMBRE
INGRESSO DELLA TUTTASANTA
MADRE DI DIO NEL TEMPIO.


1^ ANTIFONA

Mègas Kìrios ke enetòs sfòdhra, en pòli tu Theù imòn, en òri aghìo aftù. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Grande è il Signore e altamente da lodare nella città del nostro Dio, sul monte santo di lui. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Ighìase to skìnoma aftù o Ipsistos. Sòson imàs. Iiè Theù, o en aghìis tnavmastòs, psàllondàs si alliluia 

L’Altissimo ha santificato il suo tabernacolo. O Figlio di Dio, ammirabile nei santi, salva noi che a te cantiamo: Alliluia

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to To pròsopòn su litanèvsusin i plùsii tu laù.

Sìmeron tis evdhokìas Theù to proìmion ke tis ton anthròpon sotirìas i prokìrixis; en naò tu Theù tranòs i Parthènos dhìknite ke ton Christòn tis pàsi prokatanghèlete. Aftì ke imìs megalofònos voìsomen: chère tis ikonomìas tu Ktìstu i ekplìrosis.


Tutti i ricchi del popolo imploreranno con doni il favore del Tuo volto.

Oggi è il preludio della divina benevolenza, e l’annunzio della salvezza degli uomini, nel tempio di Dio la Vergine si mostra apertamente e a tutti preannunzia Cristo. Gridiamole anche noi ad alta voce: Salve, o adempimento della economia del Creatore.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs. Iiè Theù, o en aghìis tnavmastòs, psàllondàs si alliluia

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, ammirabile nei santi, salva noi che a te cantiamo: Alliluia. 

APOLITIKION

Sìmeron tis evdhokìas Theù to proìmion ke tis ton anthrò-pon sotirìas i prokìrixis; en naò tu Theù tranòs i Parthènos dhìknite ke ton Christòn tis pàsi prokatanghèlete. Aftì ke imìs megalofònos voìsomen: chère tis ikonomìas tu Ktìstu i ekplìrosis.

Oggi è il preludio della divina benevolenza, e l’annunzio della salvezza degli uomini, nel tempio di Dio la Vergine si mostra apertamente e a tutti preannunzia Cristo. Gridiamole anche noi ad alta voce: Salve, o adempimento della economia del Creatore.

KONDAKION

O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora.

APOSTOLOS (Ebr 9, 1-7)
 
- L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore.  (Lc 1,46).

- Perché ha guardato l’umiltà della sua serva; d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. (Lc. 1,48).

Dalla lettera agli Ebrei.
 
    Fratelli, la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario terreno. Fu costruita infatti una tenda: la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell'offerta: essa veniva chiamata il Santo. Dietro il secondo velo poi c’era una Tenda, detta Santo dei Santi, con l'altare d'oro per i profumi e l'arca dell'alleanza tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovavano un’urna d'oro contenente la manna, la verga di Aronne che aveva fiorito e le tavole dell'alleanza. E sopra l'arca stavano i cherubini della gloria, che facevano ombra al luogo dell'espiazione. Di tutte queste cose non è necessario ora parlare nei particolari. Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrarvi il culto; nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all'anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo.

Alliluia (3 volte).

- Ascolta, figlia, e guarda e porgi il tuo orecchio, e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. (Sal 44,11).

Alliluia (3 volte).

- I più ricchi del popolo cercano il tuo volto. (Sal 44,13b). 

Alliluia (3 volte).

VANGELO (Luca 10, 38-42 e 11, 27-28)

    In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”.  Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: “Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!”.  Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”. 

MEGALINARION 

Àngheli tin ìsodhon tis panàghnu, oròndes exeplìttondo, pos i Parthènos isìlthen is ta àghia ton aghìon. Os empsìcho naò Theù kivotò psavèto midhamòs chìr amiìton; Chìli dhe pistòn ti Theotòko asighìtos, fonìn tu anghèlu anamèlponda, en agalliàsi voàto: Ondos anotèra pàndon ipàrchis, Parthène agnì.

Gli Angeli, contemplando l’ingresso della Vergine, si stupirono, come la Vergine fosse entrata nel Santo dei Santi? Come tempio vivente, arca di Dio, mai accada che mano di profani la tocchi: ma le labbra dei fedeli, incessantemente cantando alla Madre di Dio le parole dell’angelo, acclamino esultanti: O Vergine pura, veramente tu sei eleva-ta al di sopra di ogni creatura.


KINONIKON
 
Potìrion sotirìu lìpsome, ke to ònoma Kirìu epikalèsome. Alliluia.

Prenderò il calice della salvezza, ed invocherò il nome del Signore. Alliluia. 

Preghiera dell'Ambone

 Chi parlerà delle tue imprese potenti, Signore, chi farà ascoltare tutte le lodi della tua bontà verso noi, poiché volendo manifestare il mistero nascosto nei secoli per la salvezza del genere degli uomini, dell'incarnazione del monogenito tuo figlio, e nel proposito di condurre al termine la tua promessa al profeta David, ti scegliesti la pura Madre sua per dimora della tua epifania nella carne, e da lei procedendo, salvasti il simile con il simile, e mediante l'assunzione da lei tu operasti la riplasmazione dell'intero genere umano. Di lei ancora adesso festeggiando il giorno augusto dell'entrata al Tempio, noi rendiamo grazie a te, il donatore dei beni e chiediamo a te che mediante lei manifesti il volto tuo su noi e ci faccia conoscere la via, sulla quale procedendo noi siamo graditi alla tua bontà, scampandoci dalle insidie del diavolo, e ci guidi alla salvezza mediante la conversione, e nella lietezza dell'anima festeggiamo questa santa festa. Tu infatti sei il Dio della misericordia e della consolazione, e noi innalziamo la gloria a te, Padre e Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e per i secoli dei secoli.

martedì 19 novembre 2019

Spiegazione dell'Icona della Festa dell'Entrata della Madre di Dio al tempio ( 21 Novembre)




Il 21 novembre, nella tradizione bizantina, si celebra una delle “Dodici grandi feste”, cioè quella dell'Ingresso della Madre di Dio nel tempio. Di origine gerosolimitana, è legata alla dedicazione di una basilica in onore di Santa Maria, costruita dall'imperatore Giustiniano (527-565) accanto all'area che fu del tempio di Gerusalemme, nel luogo in cui la Vergine avrebbe trascorso la propria infanzia consacrata al servizio divino. Tale Chiesa, detta Nuova (in relazione a quella più antica, dedicata alla natività di Maria) fu dedicata il 21 novembre del 543. Molti aspetti della festa, presenti nei testi liturgici, vengono dal Protovangelo di Giacomo (risalente al III secolo), un apocrifo che ha avuto un notevole influsso in Oriente e Occidente. La memoria liturgica della Presentazione di Maria al Tempio trova la sua radice e il suo fondamento nella tradizione ebraica e nel fatto che, come tutti gli Ebrei osservanti, anche Gioachino e Anna, genitori della Vergine, hanno portato al Tempio Maria bambina, per offrirla al Signore, facendo dono di due tortore o di due colombi.

     Ispiratore dell'icona della Festa è sempre il Protovangelo di Giacomo. La scena è il Tempio di Gerusalemme diviso in tre parti. I genitori presentano al sommo sacerdote, identificato dalla tradizione con quello stesso Zaccaria, che sarà destinato ad accogliere nel medesimo luogo il Salvatore, la bambina rappresentata come una persona adulta, solo di dimensioni ridotte, coperta dal maforion, il mantello di colore rosso scuro che ritroviamo su tutte le icone della Madre di Dio. 

     L'icona raffigura, infatti, Gioacchino e Anna, all'interno del cortile del tempio, seguiti da un corteo di sette vergini con le candele accese (questo particolare probabilmente è una reminiscenza degli antichi riti nuziali), che presentano la piccola Maria al sommo sacerdote perché l'accolga nel tempio. Il cortile rappresenta il primo grado della vita spirituale, la vita attiva dell'uomo che deve liberarsi dalle sue passioni: Gioacchino e Anna entrano con Maria in questo cortile per consegnare la loro bambina nelle mani del sacerdote e nei loro gesti s'indovina la determinazione di offrire la figlia al servizio del Signore.

     Davanti all'ingresso della seconda parte del tempio Zaccaria, padre di Giovanni Battista, vestito con gli abiti sacerdotali, attende il corteo: sta in piedi sul primo gradino di una scala che porta verso il Santo dei Santi. Maria si avvicina a Zaccaria senza timore né esitazione, alza le sue mani verso di lui in segno di offerta di sé, chiedendo di essere condotta all'interno del tempio. 

     Dal recinto dell'altare si stacca una scala che giunge ad un trono posto sotto un baldacchino. Su di esso è seduta la Vergine nutrita con il pane del cielo, prefigurazione dell'eucaristia, portato a lei dall'arcangelo Gabriele, crescerà per questo compito.
     Al centro vi è un recinto entro cui si colloca il ciborio che sovrasta l'altare. La tenda che di norma lo nasconde è tirata da parte.
     Con l'ingresso nel Sancta Sanctorum Ella è già consacrata a colui di cui sarà madre. La Vergine e il tempio s'identificano: Maria vive al suo interno come Gesù vivrà all'interno del suo corpo; la divinità di Cristo si nasconde interamente nell'umanità, secondo la logica dell'incarnazione.
     Il 21 novembre si celebra anche la Giornata delle claustrali come invito alla gratitudine per quelle sorelle che vivono la loro consacrazione di vita nella preghiera, nella meditazione e nel nascondimento.

domenica 17 novembre 2019

Catechesi sulla Festa dell'Entrata della Madre di Dio al tempio di Mons. Manuel NIN

Ingresso della Madre di Dio nel Tempio.



La bimba dove abita Dio 

Catechesi di Mons. Manuel NIN, Esarca Apostolico in Atene, già Rettore del Pontificio Collegio Greco di Roma


Il 21 del mese di novembre, nella tradizione bizantina, si celebra una delle Dodici Grandi feste, cioè quella dell’Ingresso della Madre di Dio nel tempio. È una festa di origine gerosolimitana, legata alla dedicazione di una chiesa nella Città Santa di Gerusalemme. Molti degli aspetti della festa, presenti nei testi liturgici, vengono dal Protovangelo di Giacomo, un apocrifo che ha un influsso notevole su diverse feste liturgiche in Oriente ed in Occidente; e nella festa odierna troviamo questi elementi: il corteo delle dieci fanciulle che accompagnano Maria, con un chiaro riferimento anche a Mt 25: “vergini recanti lampade, facendo lietamente strada alla sempre Vergine…”; ancora Zaccaria che introduce Maria nel tempio e nel Santo dei Santi: “Oggi è condotto al tempio del Signore il tempio che accoglie Dio, la Madre di Dio, e Zaccaria la riceve…”; infine il cibo con cui Maria è alimentata dall’arcangelo Gabriele, prefigurazione del cibo che è la Parola di Dio e i Santi Doni che si ricevono nel tempio, cioè nella Chiesa: “Nutrita fedelmente con pane celeste, o Vergine, nel tempio del Signore, tu hai generato al mondo il Verbo, pane di vita…”. 
La celebrazione del 21 novembre ha un giorno di pre festa, con il canto dei testi liturgici che annunciano ciò che sarà uno dei punti costanti nella celebrazione: la gioia del cielo, della creazione tutta, degli angeli e degli uomini per il mistero che Dio adopera nella Madre di Dio e per suo tramite. La festa quindi si prolunga fino al giorno 25.
La liturgia del 21 novembre, usando delle immagini bibliche molto forti e spesso ricorrendo al contrasto, ci mostra Maria, accolta nel tempio, che diventa essa stessa tempio, colei che accoglie: essa è tabernacolo santificato, bimba che è anche abitazione di Dio, arca, tempio spirituale, trono, palazzo, letto nuziale, tutti titoli che la tradizione cristiana le ha applicato nel mistero della sua divina maternità: “…veneriamo la sua dimora santificata, l’arca vivente, che ha accolto il Verbo che nulla può contenere…”; “…da un angelo viene nutrita lei che realmente è tempio santissimo del Santo Dio nostro…”. Lo stesso arcangelo Gabriele, che sarà mandato da Dio a Nazaret per portare a Maria il lieto annuncio della nascita del Verbo di Dio nella carne, è mandato anche adesso a Maria nel suo soggiorno nel tempio: “…tu sei giunta nel tempio del Signore per essere allevata nel santo dei santi, quale creatura santificata. Allora a te, l’immacolata, fu inviato anche Gabriele, per portarti cibo…”; “…ascolta, Vergine giovinetta pura: dica Gabriele il disegno antico e veritiero dell’Altissimo. Apprèstati ad accogliere Dio, perché grazie a te l’immenso abiterà con i mortali.”
Uno dei tropari del vespro riassume in una bellezza quasi unica tutto il mistero della festa: la gioia della creazione, il mistero di Maria diventata figlia e Madre di Dio, la sua verginità e la sua maternità, l’angelo annunciatore della buona novella: “Oggi noi, moltitudini di fedeli qui convenuti, celebriamo spiritualmente una festa solenne, e piamente accla¬miamo la Vergine, figlia di Dio e Madre di Dio, che viene condotta al tempio del Signore: lei che è stata prescelta da tutte le generazioni, per essere tabernacolo del Cristo, Sovrano universale e Dio di tutte le cose. O vergini, fate stra¬da recando lampade, per onorare l’augusto incedere della sem¬pre Vergine. O madri, deposta ogni tristezza, seguitela piene di gaudio, per celebrare colei che è divenuta Madre di Dio, causa della gioia del mondo. Tutti dunque, insieme con l’angelo, con gioia gridiamo: Gioisci! alla piena di gra¬zia, a colei che sempre intercede per le anime nostre”. Il tropario della festa, inoltre, presenta questo giorno come il preludio della benevolenza e della salvezza di Dio, cioè l’Incarnazione del Verbo di Dio: “Oggi è il preludio del beneplacito del Signore, e il primo annuncio della salvezza degli uomini…”. Infatti a partire dal giorno 16 novembre la tradizione bizantina inizia la “Quaresima di Natale”, il periodo in cui, soprattutto da un punto di vista ascetico, la Chiesa si prepara alla celebrazione del Natale di nostro Signore Gesù Cristo.
L’ufficiatura del vespro prevede tre letture dell’Antico Testamento: Es 40, 1ss: la consacrazione della tenda della testimonianza e la presenza gloriosa della nube per indicare la gloria del Signore che la riempie; 3Re 8, 1ss: Introduzione dell’arca dell’alleanza del Signore nel tempio di Salomone; Ez 43,27-44,4: La gloria del Signore che riempie il tempio, e la porta chiusa, aperta soltanto dal Signore. Per quanto riguarda le letture del vangelo, quello del mattutino è la pericope di Lc 1, 39-49. 56 (la Visitazione), mentre nella Divina Liturgia troviamo Lc 10, 38-42; 11, 27-28 (la pericope di Marta e Maria e l’acclamazione “beati coloro che ascoltano la Parola di Dio”). 
Nell’ufficiatura del mattutino, il cànone, attribuito a Giorgio di Nicomedia (+860), collega ognuna delle odi cantate con la Madre di Dio: “Aprirò la mia bocca, si colmerà di Spirito, e proferirò un discorso per la Madre e regina…”; “Quale sorgente viva e copiosa, o Madre di Dio, rafforza i tuoi cantori…”; “Contemplando l’imperscrutabile consiglio divino della tua incarnazione dalla Vergine, o Al¬tissimo, il profeta Abacuc esclamava: Gloria alla tua potenza, Signore”. Inoltre l’ultimo dei tropari di ognuna delle odi ci danno la chiave cristologica di lettura ad ognuna di esse: “Cristo nasce, rendete gloria; Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi. Can¬tate al Signore da tutta la terra, e con letizia celebratelo, o popoli, perché si è glorificato”; “Al Figlio che prima dei secoli immutabilmente dal Padre è stato generato, e negli ultimi tempi dalla Vergine, senza seme, si è incarnato, al Cristo Dio acclamiamo: Tu che hai innalzato la nostra fronte, santo tu sei, Signore”; “Il mostro marino, dalle sue viscere, ha espulso come embrione Giona, quale lo aveva ricevuto; il Verbo, dopo aver dimorato nella Vergine e avere assunto la carne, da lei è uscito, custodendola incorrotta: poiché egli ha pre¬ser¬vato la madre indenne dalla cor¬ruzione cui non era sottostata”. 
L’icona della festa ci mostra la Madre di Dio accolta dal gran sacerdote nel tempio, presentata da Gioacchino ed Anna. Maria è una fanciulla adulta, che entra nel tempio della terra per prepararsi a diventare tempio dell’Altissimo. In un angolo dell’icona vediamo il corteo delle vergini che hanno accompagnato Maria, e a destra l’angelo Gabriele che porta il nutrimento a Maria.
La Madre di Dio, il 21 novembre, è presentata soprattutto come colei che diventa tempio, abitacolo di Cristo, e quindi tipo, immagine di quello che ogni cristiano diventa per mezzo del battesimo. Il suo ingresso, la sua vita nel tempio, sono anche il nostro ingresso, la nostra vita nel tempio cioè in Cristo, secondo il suo vangelo. Questa è, allora, la benevolenza di Dio, la salvezza degli uomini, cioè farli diventare il tabernacolo, il tempio, il trono, il palazzo, l=abitazione di Cristo, Dio tra gli uomini, come canta il tropario proprio della festa: “Oggi è il preludio del beneplacito del Signore, e il primo annuncio della salvezza degli uomini. Agli oc¬chi di tutti la Vergine si mostra nel tempio di Dio, e a tutti prean¬nuncia il Cristo. Anche noi a gran voce a lei acclamia¬mo: Gioisci, compimento dell’economia del Creatore”.