sabato 30 marzo 2019

La Domenica Bizantina - 31 Marzo 2019 - San Giovanni Climaco

31 MARZO 2019
DOMENICA IV DI QUARESIMA.
SAN GIOVANNI CLIMACO.




(Divina Liturgia di San Basilio)

1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs. 

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

To fedhròn tis anastaseos kìrighma ek tu anghèlu mathùse e tu Kirìu mathìtrie, ke tin progonokìn apòfasin aporrìpsase tis Apostolis kafchòmene èlegon: Eskìlefte o thànatos, ighèrthi Christòs o Theòs, dhorùmenos to kòsmo to mèga èleos.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Appreso dall'angelo il radioso annuncio della risurrezione, e libere dalla sentenza data ai progenitori, le discepole del Signore dicevano fiere agli apostoli: È stata spogliata la morte, è risorto il Cristo Dio, per donare al mondo la grande misericordia.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

To fedhròn tis anastaseos kìrighma ek tu anghèlu mathùse e tu Kirìu mathìtrie, ke tin progonokìn apòfasin aporrìpsase tis Apostolis kafchòmene èlegon: Eskìlefte o thànatos, ighèrthi Christòs o Theòs, dhorùmenos to kòsmo to mèga èleos.

Appreso dall'angelo il radioso annuncio della risurrezione, e libere dalla sentenza data ai progenitori, le discepole del Signore dicevano fiere agli apostoli: È stata spogliata la morte, è risorto il Cristo Dio, per donare al mondo la grande misericordia.

Tes ton dhakrìon su roès tis erìmu to àgonon egheòrghisas, ke tis ek vàthus stenagmìs is ekatòn tus pònus ekarpofòrisas, ke ghègonas fostìr, ti ikumèni làmbon tis thàvmasin, Ioànni Patìr imòn òsie. Prèsveve Christò to Theò sothìne tas psichàs imòn.

Coi torrenti delle tue lacrime rendesti fecondo lo sterile deserto, e coi profondi sospiri facesti rendere al cento per cento le tue fati che, e divenisti un luminare, splendente al mondo in prodigi, Giovanni padre santo nostro. Intercedi presso Cristo Dio perché siano salvate le anime nostre.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, os litrothìsa ton dhinòn efcharistìria anagràfo sì i pòlis su, Theotòke.  All’os èchusa to kràtos aprosmàchiton, ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfefte.

 A te che, qual condottiera, per me combattesti, innalzo l’inno della vittoria; a te porgo i dovuti ringraziamenti io che sono la tua città, o Madre di Dio. Tu, per l’invincibile tua potenza, liberami da ogni sorta di pericoli, affinché possa a te gridare: salve, o sposa sempre vergine.

APOSTOLOS (Ebrei 6, 13-20)

- Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace.  (Sal 28,11).
- Portate al Signore, figli di Dio, portate al Signore dei figli di arieti. (Sal 28,1).

Dalla lettera agli Ebrei.

   Fratelli, quando Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso, dicendo: Ti benedirò e ti moltiplicherò molto. Così, avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia. Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l’irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell’afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti. In essa infatti noi abbiamo come un’àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell’interno del velo del santuario, dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek.

Alliluia (3 volte).

- Buona cosa è lodare il Signore, e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. (Sal 91,2).

Alliluia (3 volte).

- Annunziare al mattino la tua misericordia, la tua verità nella notte. (Sal 91,3).

Alliluia (3 volte).


VANGELO (Marco 9, 17-31)

    In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: “Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. Egli allora in risposta, disse loro: “O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me”. E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade questo?”. Ed egli rispose: “Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”.
    Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: “Credo, aiutami nella mia incredulità”. Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: “Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e non vi rientrare più”. E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: “È morto”. Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: “Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?”. Ed egli disse loro: “Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera e con il digiuno”.
    Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”.

MEGALINARION

Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, parthenikòn kàfchima, ex ìs Theòs esarkòthi, ke pedhìon ghègonen o pro eònon ipàrchon Theòs imòn. Tin gàr sìn mìtran thrònon epìise, ke tin sìn gastèra platitèran uranòn apirgàsato. Epì sì chèri, Kechari-tomèni, pàsa i ktìsis, dhòxa si.

In te si rallegra, o piena di grazia, tutto il creato: e gli angelici cori e l’umana progenie, o tempio santo e razionale paradiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed è divenuto bambino colui che fin dall’eternità è il Dio nostro. Del tuo seno infatti egli fece il suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. In te, o piena di grazia, si rallegra tutto il creato. Gloria a te.

AI DITTICI

Ton uranofàndora tu Christù, mìstin tu despòtu, ton fostìra ton fainòn, ton ek Kesarìas ke Kappadhòkon chòras, Vasìlion ton mègan pàndes timìsomen.

Orsù! Onoriamo tutti il celeste rappresentante di Cristo, l’iniziato ai misteri del Signore, l’astro sple-dente da Cesarea e dalla regione di Cappadocia, il Grande Basilio!

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia.
   
Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’allto. Alliluia.

DOPO “SOSON, O THEOS”

Ìdhomen to fos ....... Abbiamo visto la vera luce, 


Preghiera dell’Ambone 

 Sei tu, o Cristo Dio nostro, che sostieni ì caduti e sollevi i depressi, tu che senza distaccarti dal seno paterno hai preso carne dalla Santa Vergine Maria, sei venuto in questo mondo per rialzare la nostra natura che cacciata dal Paradiso cadde nelle mani degli uccisori delle anime, e spogliata della sua incorruttibilità venne da essi mortalmente ferita.
    Tu ne hai preso cura, o Signore, e l'hai riportata alla sua patria antica: ebbene guarisci ora le nostre invisibili ferite e raffrena le basse nostre passioni con il Sangue tuo prezioso sparso per noi e col Santo Crisma su di noi versato; ma ci libera anche dagli assalti che continuamente ci vengono dagli invisibili nemici maligni che si studiano di scuotere la fede e la speranza che noi abbiamo in te, e che sopratutto vogliono spogliarci della tua grazia.
   Non ci privare del tuo misericordioso e salutare rifugio, affinché noi in esso guariti e purificati da qualsiasi macchia possiamo meritare di far parte dei primogeniti iscritti alla Chiesa del cielo poiché sei tu, o Signore, il medico delle malattie visibili e invisibili. 
   Or tu stesso combatti col piissimo Sovrano poiché sei Dio e Salvatore nostro e noi a te diamo gloria col Padre e con lo Spirito Santo ora e nei secoli. 





giovedì 28 marzo 2019

Proprio della Projasmena del 29 Marzo 2019 - Venerdì della IV Settimana

Projasmena del 29 Marzo 2019
IV Venerdì di Marzo




* Dal profondo a Te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.

Poiché ho asservito alle passioni la dignità della mia anima, sono divenuto come un giumento, e non posso volgere lo sguardo a te, Altissimo,  ma, col capo chino a terra come il pubblicano, o Cristo, a te gridando io prego: O Dio, siimi propizio e salvami.

* Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.

È grande o Cristo la potenza dei tuoi martiri, giacciono nel sepolcro, eppure scacciano gli spiriti malvagi, e hanno annientato il potere del nemico, lottando per la pietà, grazie alla fede nella Trinità.

* Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.

Profeti, apostoli di Cristo e martiri ci hanno insegnato a celebrare la Trinità consustanziale, hanno illuminato le genti che erravano smarrite e hanno reso i figli degli uomini consorti degli angeli.

* Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola.

I tuoi martiri, Signore, sostenuti dalla fede, corroborati dalla speranza, uniti con tutta l’anima dall'amore per la tua croce, hanno annientato la tirannide del nemico. Ottenute cosí le corone, intercedono con gli incorporei per le anime nostre.

* L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora. Israele attenda il Signore perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione.

Grande è la potenza  della tua croce, Signore:  piantata in un unico luogo, agisce nel mondo; da pescatori ha tratto apostoli, e da pagani, martiri, affinché intercedano per le anime nostre.

* Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Santo padre Giovanni, davvero tu avevi sempre in  bocca le esaltazioni di Dio, meditando le parole ispirate di Dio soprattutto in vista della pratica delle virtú, o sapientissimo, e ti sei arricchito della grazia che ne scaturisce, divenendo beato, abbattendo i consigli di tutti gli empi.

* Lodate il Signore, popoli tutti, voi tutte, nazioni, dategli gloria.

O glorioso padre Giovanni, purificando l’anima alle fonti delle lacrime, e rendendoti propizio Dio con veglie di intere notti in piedi, ti sei levato in volo, o beato, verso il suo amore e la sua bellezza, di cui ora giustamente godi senza fine, nel gaudio, insieme ai tuoi compagni di lotta, o santo sapiente in Dio.

* Perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura in eterno.

Santo padre Giovanni, poiché avevi levato in volo l’intelletto verso Dio, tramite la fede, hai detestato l’inquieta confusione mondana, e, presa la tua croce, hai seguito colui che tutto vede, assoggettando alla ragione, per la forza del divino Spirito, il corpo riluttante alle regole dell’ascesi.

Gloria. 

Vanità, tutte le cose umane, quanto dopo la morte piú non sussiste; non resta la ricchezza, non ci accompagna la gloria: la morte sopraggiunge e tutto ciò svanisce. Gridiamo dunque a Cristo, Re immortale: a quanti ci hanno lasciati, dona il riposo là dove in te dimorano tutti coloro che sono nella gioia.

E ora e sempre…

Vedendoti inchiodato alla croce, Gesú, mentre volontariamente accettavi la passione, o Sovrano, la Vergine e Madre tua gridava: Figlio, Figlio dolcissimo, come dunque tu, il medico, sopporti ingiustamente le ferite? Tu che sani l’infermità dei mortali e strappi tutti alla corruzione, nella tua amorosa compassione!

Letture

Prokimeno (Sal. 79, 1) 

Tu, Pastore d’Israele, ascolta: tu che guidi Giuseppe come un gregge. 

Assiso sui cherubini rifulgi. 

Lettura dal libro della Genesi (Cap 12, 1-7)

Il Signore disse ad Abramo “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”. Allora Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abramo aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abramo dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan e Abramo attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la quercia di More. Nel paese si trovavano allora i cananei. Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: “Alla tua discendenza darò questo paese”. Allora Abramo costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. 

Prokimeno (Sal. 80, 2;3) 

Esultate in Dio, nostra forza, acclamate al Dio di Giacobbe. 
Intonate il canto e suonate il timpano. 

Lettura dal libro dei Proverbi (Cap. 14, 15-26)


L’ingenuo crede quanto gli dici, l’accorto controlla i propri passi. Il saggio teme e sta lontano dal male, lo stolto è insolente e presuntuoso. L’iracondo commette sciocchezze, il riflessivo sopporta. Gli inesperti erediteranno da stoltezza, i prudenti si coroneranno di scienza. I malvagi si inchinano davanti ai buoni, gli empi davanti alle porte del giusto. Il povero è odioso anche al suo amico, numerosi sono gli amici del ricco. Chi disprezza il prossimo pecca, beato chi ha pietà degli umili. Non errano forse quelli che compiono il male? Benevolenza e favori per quanti compiono il bene. In ogni fatica c’è un vantaggio, ma la loquacità produce solo miseria. Corona dei saggi è la loro accortezza, corona degli stolti la loro stoltezza. Salvatore di vite è un testimone vero; chi spaccia menzogne è un impostore. Nel timore del Signore è la fiducia del forte; per i suoi figli egli sarà un rifugio.




mercoledì 27 marzo 2019

Proprio della Projasmena di Mercoledì 27 Marzo 2019

MERCOLEDÍ DELLA QUARTA SETTIMANA DEI DIGIUNI



Stichirà

Stichirón idiómelon. Tono 4.

1) Il digiuno apportatore di beni * è giunto ora alla metà: * è stato gradito nei giorni precedenti * e ci offre profitto per quelli che seguiranno: * poiché il protrarsi di ciò che è buono * rende maggiore il beneficio. * Per piacere dunque a Cristo, * datore di tutti i beni, * gridiamo: * O tu che per noi hai digiunato * e ti sei sottoposto alla croce, * concedici di partecipare liberi da condanna * anche alla tua divina pasqua, * vivendo nella pace * e glorificando degnamente te, * insieme al Padre e allo Spirito.

Tono pl. 1.
2) Quanti esercitano in segreto le virtú, * attendendosi ricompense spirituali, * non lo fanno portandole in trionfo in mezzo alle piazze, * ma piuttosto portandosele in cuore; * e colui che vede ciò che ciascuno fa’ nel segreto, * ci dona la ricompensa della continenza. * Facciamo digiuno senza volti cupi, * ma, pregando nella stanza della nostra anima, * gridiamo senza posa: * Padre nostro che sei nei cieli, * non farci entrare in tentazione, * te ne preghiamo, * ma strappaci al maligno.

Martyrikón. Stesso tono.
3) Con un’intima disposizione mai smentita, * voi, martiri santi, * lungi dal rinnegare Cristo, * sopportando gli orrendi e svariati tormenti, * avete abbattuto l’arroganza dei tiranni * e custodendo stabile e immutabile la fede, * siete passati ai cieli: * poiché dunque avete ottenuto confidenza col Signore, * chiedete che sia donata pace al mondo, * e alle anime nostre la grande misericordia.

Stichirá prosómia della croce. Di Giuseppe. Tono 1. 

4) Laviamo tutti le nostre anime * nell’acqua del digiuno, * e accostiamoci per venerare con fede * la preziosa e augustissima croce del Signore: * ne attingeremo la divina illuminazione * e ne raccoglieremo il frutto della divina salvezza, * la pace e la grande misericordia.

5) Vanto degli apostoli, * o croce che i principati, le potenze e gli arcangeli * circondano di onori, * salva da ogni male quanti ti venerano, * e concedici di ben superare la divina gara della continenza, * per giungere al giorno della risurrezione, * nel quale troviamo salvezza.

Stichirón prosómion. Dello Studita. Tono grave. 

6) Venerando oggi la croce del Signore, * gridiamo: * Gioisci, albero di vita, * uccisore della morte; * gioisci, gioia del mondo, * distruttrice della corruzione; * gioisci, tu che con la tua potenza disperdi i demoni; * vanto dei fedeli, arma indistruttibile, * custodisci, santifica, te ne preghiamo, * quanti ti rendono omaggio.


Gloria… ora e sempre… Idiómelon. Tono pl. 4.
Oggi colui che per essenza è inaccessibile, * diventa per me accessibile, * e soffre la passione * per liberare me dalle passioni; * colui che dà la luce ai ciechi, * riceve sputi da labbra inique * e, per i prigionieri, offre le spalle ai flagelli. * Vedendolo sulla croce, la pura Vergine e Madre * dolorosamente diceva: * Ahimè, Figlio mio, * perché hai fatto questo? * Tu, splendido di bellezza * più di tutti i mortali, * appari senza respiro, sfigurato, * senza più forma né bellezza! * Ahimè, mia luce! * Non posso vederti addormentato, * sono ferite le mie viscere * e una dura spada mi trapassa il cuore. * Io celebro i tuoi patimenti, * adoro la tua amorosa compassione: * o longanime Signore, gloria a te.


Letture

Prokimeno (Sal. 71, 18;1) 

Benedetto il Signore, Dio d’Israele, egli solo compie prodigi. 
Dio, dà al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia. 

Lettura dal libro della Genesi (Capp.: 9, 18-29; 10,1)

I figli di Noè che uscirono dall’arca furono: Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. Questi tre sono i figli di Noé e da questi fu popolata tutta la terra. Ora Noé, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all’interno della sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet, presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro non videro il padre scoperto. Quando Noè si fu risvegliato dall’ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; allora disse: “Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!” Disse poi: “Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet e questi dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!” Noé visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. L’intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì. Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio. 

Prokimeno (Sal.72;1;28) 

Il mio bene è stare vicino a Dio: nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le sue opere presso le porte della città di Sion. 
Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro. Comanda Signore!

Lettura dal libro dei Proverbi (Cap. 12, 23-28; 13,1-10)

L’uomo accorto cela il sapere, il cuore degli stolti proclama la stoltezza. La mano operosa ottiene il comando, quella pigra sarà per il lavoro forzato. L’affanno deprime il cuore dell’uomo, una parola buona lo allieta. Il giusto è guida per il suo prossimo, ma la via degli empi fa smarrire. Il pigro non troverà selvaggina; la diligenza è per l’uomo un bene prezioso. Nella strada della giustizia è la vita, il sentiero dei perversi conduce alla morte. Il figlio saggio ama la disciplina, lo spavaldo non ascolta il genitore. Del frutto della sua bocca l’uomo mangia ciò che è buono; l’appetito dei perfidi si soddisfa con i soprusi. Chi sorveglia la sua bocca conserva la vita, chi apre troppo le labbra incontra la rovina. Il pigro brama, ma non c’è nulla per il suo appetito; l’appetito dei diligenti sarà soddisfatto. Il giusto odia la parola falsa, l’empio calunnia e disonora. La giustizia custodisce chi ha la condotta integra, il peccato manda in rovina l’empio. C’è chi fa il ricco e non ha nulla; c’è chi fa il povero e ha molti beni. Riscatto della vita di un uomo è la sua ricchezza, ma il povero non si accorge della minaccia. La luce dei giusti allieta, la lucerna degli empi si spegne. L’insolenza provoca soltanto contese, la sapienza si trova presso coloro che prendono consiglio. 

martedì 26 marzo 2019

Inno Akathistos alla Santa Croce

Inno Akathistos alla Santa Croce



Sacerdote: Benedetto il Dio nostro in ogni tempo, ora e sempre nei secoli dei secoli.

Coro: Amìn.

Sacerdote: Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

Re celeste, Paraclito, Spirito della verità, tu che ovunque sei e tutto riempi, tesoro dei beni ed elargitore di vita, vieni e poni in noi la tua dimora, purificaci da ogni macchia e salva, o buono, le anime nostre.

Lettore: Santo Dio, santo forte, santo immortale, abbi pietà di noi. (3 volte.)
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn.

Santissima Trinità, abbi pietà di noi; Signore, placati di fronte ai nostri peccati; Sovrano, perdonaci le nostre iniquità; o santo, visitaci nelle nostre infermità e guariscici per il tuo nome.

Signore, pietà; Signore, pietà; Signore, pietà.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Sacerdote: Poiché tuoi sono il regno, la potenza, la gloria: del Padre, del Figlio e del santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Coro: Amìn.

Lettore: Signore pietà (12 volte)

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn.

Venite, adoriamo e prostriamoci al Re, nostro Dio.
Venite, adoriamo e prostriamoci al Cristo Re, nostro Dio.
Venite, adoriamo e prostriamoci a lui, il Cristo Re e Dio nostro.

Salmo 142
Signore, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alla mia supplica nella tua verità; esaudiscimi nella tua giustizia.
E non entrare in giudizio con il tuo servo, perché non sarà giustificato davanti a te alcun vivente.
Sì, il nemico ha perseguitato l’anima mia, ha umiliato fino a terra la mia vita, mi ha fatto sedere in luoghi tenebrosi, come i morti dai tempi antichi.
Si è abbattuto in me il mio spirito, in me si è turbato il mio cuore.
Mi sono ricordato dei giorni antichi e ho meditato su tutte le tue opere: sulle azioni delle tue mani meditavo.
Ho teso a te le mie mani; la mia anima, davanti a te, come terra senz’acqua.
Presto esaudiscimi, Signore, è venuto meno il mio spirito; non distogliere da me il tuo volto, perché sarei simile a quelli che scendono nella fossa.
Fammi sentire al mattino la tua misericordia, perché in te ho sperato; fammi conoscere, Signore, la via su cui camminare, perché a te ho levato l’anima mia.
Strappami ai miei nemici, Signore, perché in te mi sono rifugiato.
Insegnami a fare la tua volontà, perché tu sei il mio Dio; il tuo spirito buono mi guiderà nella via retta.
Per amore del tuo nome, Signore, mi farai vivere; nella tua giustizia trarrai dalla tribolazione l’anima mia.
Nella tua misericordia sterminerai i miei nemici e farai perire tutti quelli che opprimono l’anima mia, perché io sono tuo servo.

Salmo 50

Pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia, e secondo la moltitudine delle tue compassioni, cancella il mio delitto.
Lavami del tutto dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato.
Poiché la mia iniquità io conosco, e il mio peccato è dinanzi a me in ogni tempo.
Contro te solo ho peccato, e il male davanti a te ho fatto: così che tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole, e vinca quando sei giudicato.
Ecco che nelle iniquità sono stato concepito, e nei peccati, mi ha concepito mia madre.
Ecco, la verità hai amato: le cose occulte e i segreti della tua sapienza mi hai manifestato.
Mi aspergerai con issopo e sarò purificato; mi laverai, e sarò fatto più bianco della neve.
Mi farai udire esultanza e gioia, esulteranno le ossa umiliate.
Distogli il tuo volto dai miei peccati, e cancella tutte le mie iniquità.
Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non togliere da me.
Rendimi l’esultanza della tua salvezza, e confermami con lo spirito che guida.
Insegnerò agli iniqui le tue vie, e gli empi a te ritorneranno.
Liberami dal sangue, o Dio, Dio della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con esultanza la tua giustizia.
Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode.
Certo, se tu avessi voluto un sacrificio, lo avrei dato: di olocausti non ti compiacerai.
Sacrificio a Dio è uno spirito contrito: un cuore contrito e umiliato Dio non lo disprezzerà.
Benefica, Signore, nel tuo compiacimento, Sion, e siano edificate le mura di Gerusalemme.
Allora ti compiacerai del sacrificio di giustizia, dell’oblazione e di olocausti; allora offriranno vitelli sul tuo altare.

Piccola Dossologia

Gloria a Dio nel più alto dei cieli, pace sulla terra, e per gli uomini benevolenza.
Noi ti celebriamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua grande gloria.
Signore, Re del cielo, Dio Padre onnipotente; Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, e santo Spirito.
Signore Dio, agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli il peccato del mondo abbi pietà di noi: tu che togli i peccati del mondo.
Accogli la nostra supplica, tu che siedi alla destra del Padre, e abbi pietà di noi.
Perché tu solo sei santo, tu solo Signore, Gesù Cristo, a gloria di Dio Padre. Amin.
Ogni giorno ti benedirò, e loderò il tuo nome in eterno e nei secoli dei secoli.
Signore, ti sei fatto nostro rifugio di generazione in generazione. Io ho detto: Signore, abbi pietà di me, sana l’anima mia perché ho peccato contro di te.
Signore, in te mi sono rifugiato: insegnami a fare la tua volontà, perché tu sei il mio Dio.
Poiché presso di te è la sorgente della vita, nella tua luce vedremo la luce.
Dispiega la tua misericordia per quelli che ti conoscono.
Concedici, Signore, in questa notte, di essere custoditi senza peccato.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e glorificato è il tuo nome nei secoli. Amin.
Sia la tua misericordia, Signore, su di noi, come in te abbiamo sperato.
Benedetto sei tu, Signore: insegnami i tuoi decreti.
Benedetto sei tu, Sovrano, dammi l’intelligenza dei tuoi decreti.
Benedetto sei tu, Santo, illuminami con i tuoi decreti.
Signore, la tua misericordia è in eterno, le opere delle tue mani non trascurare.
A te si addice la lode, a te si addice l’inno, a te si addice la gloria: al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.

Simbolo niceno-costantinopolitano

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli; Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu pure crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, e patì e fu sepolto e il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture. È salito al cielo e siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi ed i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amìn.

Sòson, Kìrie, ton laòn su, * ke evlòghison tin klironomìan su, * nìkas tis vasilèvsi * katà varvàron dhorùmenos, * ke to sòn filàtton * dhià tu stavrù su polìtevma.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi ai regnanti vittoria sui barbari e custodisci con la tua Croce il tuo regno.

L’Inno Akatistos

Tre volte benedetta e tutta venerabile Croce di Cristo, ti veneriamo noi fedeli e magnifichiamo te come nostra degnissima esaltazione divina. Ma dal momento che tu sei il trofeo e arma invitta, con la tua grazia proteggici, coprici, e ripara coloro che gridano a te: Rallegrati, o legno beatissimo. 


Prima Stanza

Angeli dal Cielo invisibilmente ti circondano intimoriti, o Croce, e vedendo ora che porti brillando ai fedeli la Salvezza infondendo la Vita, stupiti si levano in piedi e gridano a te parole come queste: 

Rallegrati, o Croce, custode del mondo; 
Rallegrati, gloria della Chiesa; 
Rallegrati, tu che generosamente guarisci gli infermi;
Rallegrati, tu che illumini i confini della terra;
Rallegrati, legno profumato di vita, e tesoro di meraviglie;
Rallegrati, tu che sei stata unita al Creatore, tre volte benedetta, e dispensatrice di grazie;
Rallegrati, perché tu sei ilo sgabello divino;
Rallegrati, per te è stato ordinato il culto di tutti; 
Rallegrati, ciotola di nettare, pieno fino all'orlo;
Rallegrati, fiaccola della luce divina;
Rallegrati, tu per la quale la creazione è benedetta;
Rallegrati, tu per  la quale è adorato il Creatore;
Rallegrati, o legno beatissimo. 

Percepito il desiderio di Costantino, la regina Elena parlò all'imperatore coraggiosamente: Il grande desiderio della tua anima corrisponde al mio zelo, quindi, ricerca l’eccellente trofeo, il Santissimo Crocifisso, e io griderò: Alliluia!

Con intuizione spirituale, la regina Elena gridò ai suoi assistenti: "Dalle profondità della terra, rapidamente scovate la Croce, e portatela a me" i quali, quando la videro, hanno urlato di paura gridando: 

Rallegrati, segno della gioia;
Rallegrati, redenzione dall’antica maledizione;
Rallegrati, tesoro nascosto dall’invidia del mondo;
Rallegrati, tu che sei apparsa fra le stelle come un segno;
Rallegrati, tu che sei apparsa nei cieli;
Rallegrati, scala verso gli Eccelsi, predetta dai vegliardi;
Rallegrati, meraviglia degli Angeli;
Rallegrati, ferita dei demoni; 
Rallegrati, amata reliquia del Verbo; 
Rallegrati, distruttrice del fuoco ingannatore;
Rallegrati, o Croce, protettrice degli indifesi;
Rallegrati, primo allenatore dei vincitori;
Rallegrati, o legno beatissimo. 

La forza del Legno è stata poi mostrata al mondo come una reale potenza, quando la Croce resuscitò la donna che era senza voce e stava tra i morti - uno spettacolo impressionante per coloro che mieteranno salvezza cantando: Alliluia!

Vedendo la Croce, l'arma invincibile, la regina Elena corse da suo figlio, e lui gioendo quando ha guardato la Santa Croce, gridò felice parole come queste: 

Rallegrati, o Croce, figura della luce;
 Rallegrati, o Croce, tesoro di vita; 
Rallegrati, dispensatrice dei doni dello Spirito;
Rallegrati, porto franco contro le tempeste del mare;
Rallegrati, altare che contiene Cristo come sacrificio;
Rallegrati, vitigno che porta la vite mistica;
Rallegrati, protezione degli scettri dei prìncipi;
Rallegrati, tu che schiacci le teste dei demoni;
Rallegrati, marchio illustre della fede;
Rallegrati, conservazione di tutto il mondo;
Rallegrati, benedizione di Dio sulla mortali;
Rallegrati, nostra mediazione con Dio;
Rallegrati, o legno beatissimo.

Ricevuto lo zelo divino nel profondo di sé, la regina Elena diligentemente cercò e trovò la Croce nascosta nelle viscere della terra e vide tutto il popolo gridare con fede: Alliluia!

Seconda Stanza

Come il Sole, la Croce è apparsa nel mondo, e tutti gli uomini sono stati riempiti con la sua luce, e correvano come verso una stella, essi difatti la videro come la causa del bene sollevata da mani divine, e inneggiando hanno detto:

Rallegrati, aurora del Sole spirituale;
Rallegrati, immancabile fonte di mirra; 
Rallegrati, richiamo di Adamo ed Eva; 
Rallegrati, colpo mortale ai prìncipi dell’inferno;
Rallegrati, tu che sei esaltata da noi che da te siamo esaltati;
Rallegrati, tu che sei venerata santamente dagli uomini di retta fede;
Rallegrati, segno proclamato degli Apostoli;
Rallegrati, abbondante forza dei campioni;
Rallegrati, o Croce, obbrobrio degli ebrei;
Rallegrati, lode agli uomini di fede;
Rallegrati, attraverso di te l’Ade fu precipitato;
Rallegrati, attraverso di te la grazia si sollevò;
Rallegrati, o legno beatissimo.

Dopo aver contemplato il legno incoronato da Dio, cerchiamo la sua protezione, e prendendolo come arma, con esso abbiamo messo i nostri nemici in fuga, e toccando l'intoccabile con le labbra gridiamo ad esso: Alliluia!

Il Grande Costantino vide una luce nel cielo, la quale gli mostrò la Croce, dandogli modo di sconfiggere molti nemici, e illuminato da questo divino segno, si affrettò a rivelare il Legno nel mondo e a piangere per esso parole come queste:

Rallegrati, compimento del consiglio ineffabile;
Rallegrati, trofeo delle persone devote;
Rallegrati, tu che fai fuggire i ranghi dei nostri nemici;
Rallegrati, fiamma che brucia i demoni;
Rallegrati, scettro celeste dei Re credenti; 
Rallegrati, trofeo invincibile degli eserciti amanti di Cristo;
Rallegrati, tu che rendi umile l'arroganza dei barbari;
Rallegrati, tu che curi teneramente le anime degli uomini; 
Rallegrati, difesa contro molti mali;
Rallegrati, foriera di tante cose buone;
Rallegrati, con gioia ricordi il Cristo che ti portò;
Rallegrati, tu sulla cui esistenza gli ebrei lamentano;
Rallegrati, o legno beatissimo.

La Croce del Signore è diventata una scala alta fino cielo, che porta tutto dalla terra così da poter dimorare insieme con i cori degli Angeli, abbandonando le cose presenti come se non fossero mai esistite, e cantando: Allluia!

Splendente come una luce su tutti nell'Ade, o Salvatore hai illuminato coloro che erano nelle tenebre, e i guardiani dell'Ade, non sopportando la tua venuta, caddero come morti, ma coloro che sono stati consegnati oggi vedono la Croce e dicono: 

Rallegrati, risurrezione dei morti;
Rallegrati, consolazione di quelli che piangono;
Rallegrati, tu che hai spogliato l’Ade da ogni tesoro;
Rallegrati, godimento del paradiso di delizie;
Rallegrati, asta che annegò l'esercito egiziano;
Rallegrati, tu che hai condotto il popolo d'Israele;
Rallegrati, Legno Vivente, salvezza del ladro;
Rallegrati, rosa profumata, dolce profumo del Divino;
Rallegrati, cibo degli affamati in spirito; 
Rallegrati, sigillo di Dio che gli uomini hanno ricevuto;
Rallegrati, o Croce, cancello per i misteri divini;
Rallegrati, da te i flussi divini vengono avanti;
Rallegrati, o legno beatissimo.

Quando Mosè stava per abbandonare la via tanto turbato dagli Egiziani te, o Croce, sei stata data a lui come una verga, ma sei stata resa nota a lui anche come un simbolo di Dio perché, stupito dalla tua potenza sovrana, o Croce , gridò: Alliluia!

Terza Stanza

Colui che era sul Sinai diede la legge a Mosè, Cristo nostro Dio, per sua stessa volontà si è inchiodato alla Croce, senza legge per gli uomini senza legge, e ha sciolto l'antica maledizione della legge in modo che vedendo la potenza della Croce, possiamo tutti cantare:

Rallegrati, risollevamento dei caduti;
Rallegrati, caduta degli adoratori del mondo;
Rallegrati, preludio della Risurrezione di Cristo;
Rallegrati, divino gioia dei monaci;
Rallegrati, albero ombroso sotto il quale i credenti trovano riparo;
Rallegrati, Legno profetico piantato in terra;
Rallegrati, alleanza del regno contro il nemico;
Rallegrati, potente protezione dello stato;
Rallegrati, manifestazione del giusto Giudice;
Rallegrati, condanna delle offese dei mortali;
Rallegrati, o Croce, aiuto agli orfani; 
Rallegrati, o Croce, arricchimento dei poveri;
Rallegrati, o legno beatissimo.

Vedendo l’inconsueta meraviglia, dobbiamo vivere la nostra vita come stranieri, sollevando le nostre menti al cielo, e per questo motivo è stato Cristo inchiodato alla Croce, e ha sofferto nella carne: ha voluto disegnare nelle altezze quel grido che tutti esclamano: Alliluia! 

Completamente Dio, Cristo è venuto giù dall'Alto, mantenendo la sua divinità, Unico Verbo prima dei secoli, e nato da una madre vergine, apparve al mondo nella carne e ha voluto mandare questo grido fin negli Eccelsi:

Rallegrati, o Croce, arma di pace;
Rallegrati, punto di partenza e mèta dei pellegrini;
Rallegrati, saggezza e fermo sostegno dei salvati;
Rallegrati, follia e distruzione dei dannati;
Rallegrati, fecondo, immortale, e vivificante impianto;
Rallegrati, fiore che è sbocciato per la nostra salvezza;
Rallegrati, tu unisci insieme le cose sulla Terra con le cose del Cielo;
Rallegrati, tu che illumini i cuori di tutti coloro che vivono nel mondo; 
Rallegrati, attraverso di te la corruzione è bandita;
Rallegrati, tu per mezzo della quale il dolore è scomparso;
Rallegrati, ricchezza di beni;
Rallegrati, vanto di credenti; 
Rallegrati, o legno beatissimo.

Gli eserciti dei demoni sono caduti e la casta degli ebrei ha vergogna, visto che la Croce è adorata da tutti con nostalgia e come fonte illibata sgorga continuamente la guarigione per mezzo di Essa a coloro che gridano: Alliluia!

Quando, o Cristo, sei stato appeso al legno, i flutti perversi delle false credenze sono stati frenati poiché sono confusi sul perché la tua Croce mai è marcita, ma noi, glorificando La tua risurrezione, gridiamo:

Rallegrati, altezza della Sapienza di Dio;
Rallegrati, profondità della sua Provvidenza;
Rallegrati, ignoranza del saggio;
Rallegrati, sfortuna degli ignoranti;
Rallegrati, tu che hai manifestato la risurrezione di Cristo;
Rallegrati, tu che ci fai vivere la sua Passione;
Rallegrati, disfacitrice della trasgressione del primo creato;
Rallegrati, tu che apri l'ingresso al Paradiso;
Rallegrati, o santa Croce, riverita da tutti;
Rallegrati, avversario delle nazioni infedeli;
Rallegrati, o Croce, guaritrice degli ammalati; 
Rallegrati, aiuto costante di coloro che gridano;
Rallegrati, o legno beatissimo.

Con lo scopo di salvare il mondo, il Signore e Verbo ineffabilmente è sceso nella carne e si è sottoposto alla Croce, e nel suo essere Dio ha accettato per noi tutta la natura umana, per cui anche noi redenti, tutti cantiamo: Alliluia!

Quarta Stanza

La Croce è la protezione di tutto il mondo, per il Creatore del cielo e della terra che hai avuto su di te, noi tutti cantiamo:

Rallegrati, fondamento della pietà;
Rallegrati, conquista della terra promessa;
Rallegrati, tu che metti l’Amalek spirituale in volo;
Rallegrati, tu che fosti prefigurata dalle mani di Giacobbe;
Rallegrati, con te le antiche ombre sono state annientate;
Rallegrati, con te le profezie si sono fatte verità;
Rallegrati tu che hai portato il Salvatore di tutti;
Rallegrati, tu che hai distrutto il corruttore di anime;
Rallegrati, per mezzo tuo noi siamo uniti con Angeli;
Rallegrati, per mezzo tuo siamo illuminati dalla luce;
Rallegrati, perché con onore ti adoriamo;
Rallegrati, perché a te ci rivolgiamo nel pianto;
Rallegrati, o legno beatissimo.

Ogni inno è indegno per comprendere la moltitudine delle tue tante meraviglie, perché anche se dobbiamo offrire una moltitudine di lodi, O preziosa Croce, non possiamo fare nulla di degno per quello che ci hai concesso, ma dobbiamo ancora piangere: Alliluia! 

La Croce vivificante, conferendo la radiosità che ha dato luce a coloro che erano nelle tenebre, ci ha mostrato la luce immateriale, e ha mostrato a tutti la conoscenza divina, e ora innalza la nostra mente così che potremmo cantare degnamente:

Rallegrati, luce che brilla su quelli nelle tenebre;
Rallegrati, stella che albeggia sul mondo;
Rallegrati, fulmine che acceca gli uccisori di Cristo;
Rallegrati, tuono che terrorizza l’infedele;
Rallegrati, legno benedetto raggiante i cori degli ortodossi;
Rallegrati, fuoco che ha bruciato gli altari di idoli;
Rallegrati, tu la cui forma è apparsa in cielo;
Rallegrati, tu la cui grazia allontana il male;
Rallegrati, tu che significhi la mortificazione della carne;
Rallegrati, tu che uccidi l'insurrezione delle passioni;
Rallegratevi, tu su cui Cristo fu crocifisso;
Rallegrati, tu attraverso cui è stato salvato tutto il mondo;
Rallegrati, o legno beatissimo.

Avendo voluto concedere la grazia agli uomini, Cristo ha allungato le mani sul legno, e invita tutte le nazioni e ha concesso il Regno dei Cieli a tutti coloro che degnamente cantano l'inno e fedelmente gridano: Alliluia!

Cantando questo inno per amore di te, ti lodiamo come il legno vivo del Signore, perché la sua carne fu inchiodata su di te, la carne di colui che governa i poteri alti ha santificato, glorificato, e ci ha insegnato a cantare queste parole:

Rallegrati, o Cristo, spada spirituale;
Rallegrati, santo sguardo dei Santi;
Rallegrati, previsione dei profeti e giusti;
Rallegrati, brillante stratagemma di Cristo;
Rallegrati, bellezza e corona di re divini;
Rallegrati, forza e roccaforte dei sacerdoti devoti;
Rallegrati, nobilissimo gioiello di verità;
Rallegrati, bellissima oasi di salvezza;
Rallegrati, gioioso splendore di tutti;
Rallegrati, esilio dei figli di Hagar;
Rallegrati, lampada di luce purissima;
Rallegrati, gioia della mia anima;
Rallegrati, o legno beatissimo.

O legno lodevolissimo che hai tenuto il Verbo, il Santissimo fra tutti gli esseri santi, dopo aver ricevuto le nostre suppliche da ogni calamità riscattaci e dal tormento eterno salva tutti coloro che gridano a te: Alliluia!Alliluia! Alliluia! 

TROPARIO

Sòson, Kìrie, ton laòn su, * ke evlòghison tin klironomìan su, * nìkas tis vasilèvsi * katà varvàron dhorùmenos, * ke to sòn filàtton * dhià tu stavrù su polìtevma.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi ai regnanti vittoria sui barbari e custodisci con la tua Croce il tuo regno.

Ton Stavròn su*, proskinùmen Dhèspota*, kiè tin aghìan su Anàstasin *dhoxàzomen.

Adoriamo la Tua Croce o Signore, e la Tua Santa Resurrezione glorifichiamo.