sabato 29 settembre 2018

L'icona della Madonna della Consolazione (Paramithia) Mese di Ottobre 2018



L’icona della ΠΑΝΑΓΙΑ ΠΑΡΑΜΥΘΙΑ (Panaghia Paramythia), è una miracolosa immagine della Madre di Dio dell’VIII sec., venerata presso il Monastero di Vatopedi del Monte Athos, in Grecia. Si tratta di un affresco. È conosciuta come Paramythia, cioè della Consolazione o del Sollievo. All’origine del nome “Vatopedi” ( il cespuglio del bambino) vi è un evento miracoloso. Arcadio, figlio dell’Imperatore Teodosio il Grande, era caduto in mare da una nave, e per l’ intercessione miracolosa della Madre di Dio, fu ritrovato a dormire su un cespuglio, non lontano dal monastero.
Ma avvenne un secondo evento miracoloso che mutò l’espressione originale dei volti e la posizione dei corpi di Cristo e della Vergine il 21 gennaio dell’807.
Un gruppo di pirati era segretamente sbarcato sulla riva del monastero e si erano appostati per assalirlo all’alba, ma terminato il Mattutino l’igumeno, che era rimasto in preghiera , udì queste parole pronunciate dall’icona della Beata Vergine:
“Non aprire le porte del Monastero oggi, ma sali sulle mura e scaccia i pirati”.
Voltatosi a guardare, vide la Madre di Dio rivolta verso la spalla destra che lo stava fissando, mentre il Santo Bambino stava stendendo la mano per coprire la bocca di sua madre dicendo:
“No, mamma, non guardare a questo gregge peccatore, lascia che cadano sotto la spada dei pirati e siano puniti come meritano”.
Ma la Beata Vergine, prendendo la mano di suo Figlio nella sua e girando un po’ la testa per liberare la bocca, ripeté le stesse parole. L’igumeno  adottò  subito misure a tutela del monastero, i monaci si salvarono dai pirati e dopo aver reso grazie alla Theotokos chiamarono l’icona “Paramythia”, che significa “che calma l’afflizione” (in quanto consola Gesù) o “che trattiene” (perché trattiene la giusta ira dell’Agnello), parole che trasmettono allo stesso modo il contenuto del miracolo.
Questa disposizione delle figure è rimasta  sull’icona che ha, quindi, guadagnato il raro titolo di “Acheropita”(non dipinta da mano d’uomo).
Quando il gregge era circondato dai nemici e i lupi ululavano alla tua pecora, hai parlato al tuo servo, o Pura Signora, come in un sogno ad occhi aperti Tu gli hai parlato. Per questo i cori dei monaci gridano a Te, o Madre di Dio: Gloria al Tuo soccorso, onorata Signora! gloria alla Tua protezione! gloria a Te, o Signora della consolazione, che sei da tutti lodata! (Tropario, tono 1)

La richiesta di preghiere di papa Francesco per il prossimo mese di Ottobre

Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, 29.09.2018


Il Santo Padre ha deciso di invitare tutti i fedeli, di tutto il mondo, a pregare il Santo Rosario ogni giorno, durante l’intero mese mariano di ottobre; e a unirsi così in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi.

Nei giorni scorsi, prima della sua partenza per i Paesi Baltici, il Santo Padre ha incontrato padre Fréderic Fornos S.I., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera per il Papa; e gli ha chiesto di diffondere in tutto il mondo questo suo appello a tutti i fedeli, invitandoli a concludere la recita del Rosario con l’antica invocazione “Sub Tuum Praesidium”, e con la preghiera a San Michele Arcangelo che ci protegge e aiuta nella lotta contro il male (cfr. Apocalisse12, 7-12).

La preghiera – ha affermato il Pontefice pochi giorni fa, l’11 settembre, in un’omelia a Santa Marta, citando il primo libro di Giobbe - è l’arma contro il Grande accusatore che “gira per il mondo cercando come accusare”. Solo la preghiera lo può sconfiggere. I mistici russi e i grandi santi di tutte le tradizioni consigliavano, nei momenti di turbolenza spirituale, di proteggersi sotto il manto della Santa Madre di Dio pronunciando l’invocazione “Sub Tuum Praesidium”.

L’invocazione "Sub Tuum Praesidium" recita così:
“Sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo Gloriosa et Benedicta”.

[Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Gloriosa e Benedetta].

Con questa richiesta di intercessione il Santo Padre chiede ai fedeli di tutto il mondo di pregare perché la Santa Madre di Dio, ponga la Chiesa sotto il suo manto protettivo: per preservarla dagli attacchi del maligno, il grande accusatore, e renderla allo stesso tempo sempre più consapevole delle colpe, degli errori, degli abusi commessi nel presente e nel passato e impegnata a combattere senza nessuna esitazione perché il male non prevalga.

Il Santo Padre ha chiesto anche che la recita del Santo Rosario durante il mese di ottobre si concluda con la preghiera scritta da Leone XIII:

“Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen”.

[San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen].

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Cerchiamo di conoscere meglio l'antichissima Preghiera alla Madre di Dio: 

Sub Tuum praesidium (in italianosotto la Tua protezione) è il più antico tropàrion devozionale cristiano a Maria, Madre di Gesù, risalente al III secolo e ancora oggi usato in tutti i principali riti liturgici cristiani. È un'invocazione collettiva che lascia intravedere la consuetudine, da parte della comunità cristiana, di rivolgersi direttamente alla Madonna, che fin dalla remota antichità è chiamata Θεοτόκos, Dei Genetrix, Madre di Dio, invocando il suo aiuto nelle ore difficili. Il testo del Sub Tuum Praesidium esprime con efficacia la fiducia nell'intercessione della Vergine.

Ὑπὸ τὴν σὴν εὐσπλαγχνίαν
καταφεύγομεν, Θεοτόκε.
Τὰς ἡμῶν ἱκεσίας
μὴ παρίδῃς ἐν περιστάσει,
ἀλλ᾽ ἐκ κινδύνων λύτρωσαι ἡμᾶς,
μόνη Ἁγνή, μόνη εὐλογημένη
Ipò tìn sìn evsplanchnían
katafeúgomen, Theotóke.
Tàs imôn hikesías
mì parídis en peristási,
all'ek kindýnon lýtrose imâs,
móni agnì, móni eulogiméni
Sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo Gloriosa et Benedicta”.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Gloriosa e Benedetta.





Foglio della Liturgia Domenicale - Domenica 30 Settembre 2018

Domenica 30 Settembre 2018
II di San Luca - San Gregorio di Armenia





1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.
Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore.

Ote katìlthes pros ton thànaton, i Zoì i athànatos,  tòte ton Àdhin enèkrosasas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneotas ek ton katachthonìon anèstisas,  pàse é Dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.

Quando Tu, vita. immortale, discendesti incontro alla morte, allora annientasti l'Inferno col fulgore della divinità; ma allorché risuscitasti i morti dai luoghi sotterranei, tutte le potenze sovracelesti esclamarono: Cristo, Dio nostro, datore di vita, gloria a Te.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Ote katìlthes pros ton thànaton, i Zoì i athànatos,  tòte ton Àdhin enèkrosasas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòús ek ton katachthonìon anèstisas,  pàse é Dhinàrnis ton epuranìon ekràvgazon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.

Quando Tu, vita. immortale, discendesti incontro alla morte, allora annientasti l'Inferno col fulgore della divinità; ma allorché risuscitasti i morti dai luoghi sotterranei, tutte le potenze sovracelesti esclamarono: Cristo, Dio nostro, datore di vita, gloria a Te.

Ke tropon metochos ke thrònos, diàdochos ton apostòlon ghenùmenos tin praxin evris theopneste, is theorìan epìvasin dià tuto ton logon tis alithìas orthotomén ke ti pistì ekìthisvo mechis ématos ieromàrtis Grigorie. Presveve Christò to theò sothìne tas psichàs imon.

Divenuto partecipe dei costumi degli apostoli e successore sul loro trono, hai usato la pratica, o uomo ispirato da Dio, per ascendere alla contemplazione: perciò dispensando rettamente la parola della verità, hai anche lottato per la fede sino al sangue ieromartire Gregorio. Intercedi presso il Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre.

Kanona pìsteos ke ikona praòtitos, enkratìas dhidhàskalon anèdhixè se ti pimni su i ton pragmaton alìthia; dhià tuto ektiso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia, pater ierarcha Nikòlae: prèsveve Christò to Theò, sothine tas psichàs imòn.

Regola di fede e immagine di mitezza, maestro di continenza: così ti mostrò al tuo gregge la verità dei fatti; per questo con l’umiltà hai acquisito ciò che è elevato, con la povertà, la ricchezza, o padre e  vescovo Nicola: prega Cristo Dio, perché salvi le anime nostre. 


KONDAKION

O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora.


APOSTOLOS (2 Cor 11, 31-33; 12, 1-9)

- Mia forza e mio vanto è il Signore egli è divenuto la mia salvezza. (Sal 117, 14)
- Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. (Sal 117, 18)

Dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinti.

Fratelli, Dio e Padre del signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato per il muro in una cesta e così fuggii dalle sue mani.
Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del signore. Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori dal corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me.
Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un messo di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
Alliluia (3 volte).

- Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. (Sal 19, 2)
Alliluia (3 volte).
- O Signore, salva il tuo re, ed ascoltaci nel giorno che t’invocheremo. (Sal 19, 10)
Alliluia (3 volte).


VANGELO (Luca. 6, 31-36)

Disse Gesù alla folla: Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se prestate a coloro da cui sperate di ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro.

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia.
Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’alto. Alliluia.




lunedì 24 settembre 2018

Sinassario della Settimana - 24-30 Settembre 2018

Settimana 24-30 Settembre 2018

12* Indizione - Tono I - Ciclo del Vangelo di Luca




24 Settembre: Santa Tecla Megalomartire ed Isapostola












25 Settembre: Sant'Eufrosina












26 Settembre: San Giovanni Apostolo ed Evangelista; 











San Nilo di Rossano













27 Settembre: Santi Callisto e Compagni Martiri












28 Settembre: San Caritone, confessore











29 Settembre: San Ciriaco, anacoreta













30 Settembre: San Gregorio l'Armeno, ieromartire

domenica 23 settembre 2018

Foglio della Liturgia Domenicale - Domenica 23 Settembre 2018

Domenica 23 Settembre 2018

I Domenica di San Luca - Concepimento di San Giovanni Battista




1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto.
O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore.

Tu lìthu sfraghisthèndos ipòton Iudhèon, ke stratiotòn filassòn- donto àchrandòn su sòma,anèstis triìmeros, Sotìr, dhorù- menos to kòsmo tin zoìn. Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn evòon si, Zoodhòta: Dhòxa ti anastàsi su, Christè, dhòxa ti vasilìa su, dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.

Sigillata la pietra dai giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Tu lìthu sfraghisthèndos ipòton Iudhèon, ke stratiotòn filassòndonto àchrandòn su sòma, anèstis triìmeros, Sotìr, dhorùmenos to kòsmo tin zoìn. Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn evòon si, Zoodhòta: Dhòxa ti anastàsi su, Christè, dhòxa ti vasilìa su, dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.

Sigillata la pietra dai  giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini.

I proin u tìktusa, stìra, effrànthiti; idhù gar sìnèlaves Ilìu lìchnon safòs, fotìzin ton méllonda pàsan tin ikumènin avlepsìa nosùsan; chòreve, Zacharìa, ekvoòn parrisìa; Profìtis tu Ipsìstu estìn, o mèllon tìktesthe.

Si rallegri Colei che fu sterile fino a ieri ed ora non più: ecco infatti ha concepito la lucerna splendente che illuminerà tutto l’uni verso immerso nelle tenebre. Tripudia, Zaccaria, e grida pure: È profeta dell'Altissimo Colui che
dovrà nascere.

Kanona pìsteos ke ikona praòtitos, enkratìas dhidhàskalon anèdhixè se ti pimni su i ton pragmaton alìthia; dhià tuto ektiso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia, pater ierarcha Nikòlae: prèsveve Christò to Theò, sothine tas psichàs imòn.

Regola di fede e immagine di mitezza, maestro di continenza: così ti mostrò al tuo gregge la verità dei fatti; per questo con l’umiltà hai acquisito ciò che è elevato, con la povertà, la ricchezza, o padre e  vescovo Nicola: prega Cristo Dio, perché salvi le anime nostre. 


KONDAKION

O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora.

APOSTOLOS (Gal 4, 22-27)

- Il giusto gioirà nel Signore, e riporrà il lui la sua speranza. (Sal 63,11)
- Ascolta, o Dio, la mia voce, ora che ti prego. (Sal 63,2)

Dalla lettera di San Paolo ai Galati

Fratelli, Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma quello dalla schiava è nato secondo la carne; quello dalla donna libera, in virtù della promessa. Ora, tali cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due Alleanze; una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, rappresentata da Agar - il Sinai é un monte dell'Arabia -; essa corrisponde alla Gerusalemme attuale, che di fatto è schiava insieme ai suoi figli. Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre. Sta scritto infatti: Rallegrati, sterile, che non partorisci, grida nell'allegria tu che non conosci i dolori del parto, perché molti sono i figli dell'abbandonata, più di quelli della donna che ha marito.

Alliluia (3 volte).

- Il giusto fiorirà come palma, e crescerà come cedro del Libano. (Sal 91,13). Alliluia (3 volte).

- Piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio.(Sal 91,14). Alliluia (3 volte).

VANGELO (Luca. 5, 1-11 )

In quel tempo, mentre Gesù stava presso il lago di Genèsaret, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia.
Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’alto. Alliluia.




domenica 16 settembre 2018

Sinassario della Settimana: 17-23 Settembre 2018

Settimana 17-23 Settembre 2018

Metheortia della Santa Croce

12*Indizione - Tono VIII (plagale IV) - Ciclo del Vangelo di Luca 






17 Settembre: Metheortia della Santa Croce;  Santa Sofia e le tre figlie: Fede, Speranza e Carità. 












18 Settembre: Metheortia della Santa Croce; Sant'Eumenio, vescovo di Gortina, il taumaturgo











19 Settembre: Metheortia della Santa Croce; Santi Trofimo, Sabatio e Dorimedonte, martiri  











20 Settembre: Metheortia della Santa Croce; Sant'Eustazio megalomartire e Teopista sua moglie e i loro due figli Agapio e Teopisto  











21 Settembre: Apodosi della Santa Croce; San Codrato, apostolo 











22 Settembre: San Foca ieromartire 












23 Settembre: Concepimento del venerando, glorioso, profeta, precursore e battista Giovanni  

sabato 15 settembre 2018

Foglio della Liturgia Domenicale - Domenica 16 Settembre 2018

DOMENICA 16 SETTEMBRE 2018
DOMENICA DOPO L'ESALTAZIONE DELLA CROCE
SANT'EUFEMIA MEGALOMARTIRE



1^ ANTIFONA

O Theòs, o Theòs mu, pròsches mi: ìna ti engatèlipès me? 
Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Dio, Dio mio, guarda me: perché mi hai abbandonato? Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Ina tì, o Theòs, apòso is tèlos, orghìsthi o thimòs su epì pròvata nomìs su? 
Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psàllondàs si: Alliluia

Perché, o Dio, ci hai rigettato per sempre? Perché divampa il tuo furore contro le pecorelle del tuo pascolo?
O Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefsen orghizèsthosan laì, o kathìmenos epì ton Cheruvìm, salefthìto i ghì.

Sòson, Kìrie, ton làon su, ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis Ecclisìas katà varvàron dhorùmenos, ke to sòn filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Il Signore regna; tremino i popoli; siede sui Cherubini, si scuota la terra.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi alla tua Chiesa vittoria sui nemici
e custodisci per mezzo della tua Croce il tuo popolo.


ISODIKÒN

Ipsute Kirìon ton Theòn imòn, ke proskinìte to ipopodhìo ton podhòn aftù, òti àghios estì.
Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàssi: Alliluia..

Esaltate il Signore Dio nostro e prostratevi dinanzi allo sgabello dei suoi piedi, perché è Santo.
O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.


APOLITIKIA

Ex ìpsus katìlthes, o èfsplachnos, tafìn katedhèxo triìmeron, ìna imàs eleftheròsis ton pathòn. I Zoì ke i anàstasis imòn, Kìrie dhòxa si.

Sei disceso dall'alto, o pietoso, hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, Gloria a te.

Sòson, Kìrie, ton làon su, ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis Ecclisìas katà varvàron dhorùmenos, ke to sòn filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi alla tua Chiesa vittoria sui nemici e custodisci per mezzo della tua Croce il tuo popolo.

I amnàs su, Iisù, kràzi megàli ti fonì. Se, ninfìe mu, pothò, ke se zitùsa athlò, ke sistavrùme ke sinthàptome to vaptismò su; ke pàscho dhià se, os vasilèvso sin si, ke thnìsko ipèr su, ina ke zìso en si;  all'òs thisìan àmomon prosdèchu tin metà pòthu tithìsàn si. Aftìs presvìes, os eleìmon, sòson tas psichàs imòn.

La tua sposa, o Gesù, a Te grida a gran voce: Te, mio Sposo, io desidero; Te vado cercando con fatica; e con lo stesso tuo battesimo con te mi crocifiggo e mi seppellisco. Soffro anche per Te, perché possa con Te regnare; per Te muoio perché possa vivere con Te. Orbene accetta, quale ostia pura, colei che per Te si sacrifica. Per la sua intercessione, o misericordioso, salva le anime nostre.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

KONDAKION

O ipsothìs en do Stavrò ekusìos, ti eponìmo su kenì politìa tus iktirmùs su dhòrise, Christè o Theòs, èvfranon en di dhinàmi su tus pistùs vasilìs imòn, nìkas chorigòn aftìs katà ton polemìon. Tin simmachìan èchien tin sin, òpion irìnis, aìttiton tròpeon.

O tu che volontariamente sei stato innalzato sulla Croce, per il glorioso e nuovo ordine di cose che hai istituito, donaci le tue misericordie, Cristo Dio; allieta nella tua potenza i nostri fedeli governanti, dando loro vittorie contro i nemici. Deh, abbiano la tua alleanza, Scudo di pace e trofeo invincibile.

TRISAGHION

Ton Stavròn su proskinùmen, Dhéspota, ke tin aghìan su Ìpsosisn dhoxàzomen.

Adoriamo la tua Croce, o Signore e magnifichiamo la tua santa Esaltazione.


APOSTOLOS (Gal 2, 16-20)

- Quanto sono grandiose le tue opere, Signore! Tutto hai fatto con saggezza. (Sal 103, 24)
- Benedici, anima mia, il Signore! Signore mio Dio, quanto sei grande! (Sal 103, 1)

Dalla lettera di San Paolo ai Galati.

Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giusti- ficato nessuno. Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore. In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo e nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.

Alliluia (3 volte).

- Avanza con successo e regna per la verità, la clemenza e la giustizia, e la tua destra ti guidi a cose mirabili. (Sal 44, 5)
Alliluia (3 volte).
 
- Ami la giustizia e detesti l’empietà perciò ti unse il Signore, tuo Dio, con olio di letizia a preferenza dei tuoi uguali. (Sal 44, 8)
Alliluia (3 volte).


VANGELO (Marco 8, 34-38; 9, 1)

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. E diceva loro: “In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza”.

MEGALINARION

Mistikòs i, Theotòke, paràdhisos, agheorghìtos vlastìsasa Christòn, if’ù to tu Stavrù zoìfòron en ghi pefitùrghite dhèndron; dhi’ù nin ipsumènu proskinùndes aftòn, se megalinomen.

Tu sei, o Madre di dio, il mistico paradiso, che senza fatica ha fatto germogliare Cristo, sotto del quale è piantato in terra il vivificante legno della Croce; con la sua esaltazione adoriamo Lui (Cristo) e magnifichiamo Te.

KINONIKON

Esimiòthi ef’imàs to fos tu prosòpu su, Kìrie. Alliluia

Si è manifestata su di noi la luce del tuo volto, o Signore. Alliluia

DOPO “SOSON, O THEOS”

Sòson, Kìrie, ton làon su, Salva, o Signore, il tuo popolo, …

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Sòson, Kìrie, ton làon su, Salva, o Signore, il tuo popolo





giovedì 13 settembre 2018

ANTIFONE E PROPRIO DELLA FESTA DELLA SANTA CROCE

UNIVERSALE ESALTAZIONE DELLA CROCE PREZIOSA E VIVIFICANTE


PRIMA ANTIFONA

O Theòs, o Theòs mu, pròsches mi: ìna ti enkatelipès me. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs. 

Dio, Dio mio, guarda a me: perché mi hai abbandonato? Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci. 

SECONDA ANTIFONA

Ìna ti, o Theòs, apòso is tèlos, orghìsthi o thimòs su epì pròvata nomì su.  Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psallondàs si: Allilùia. 

Perché, o Dio, ci hai rigettato per sempre? Perché divampa il tuo furore contro le pecorelle del tuo gregge? Salva, o Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, noi che a te cantiamo: Alliluia.


TERZA ANTIFONA

O Kyrios evasìlevsen orghizèsthosan laì, o kathìmenos epì ton Cheruvìm, salevthìto i ghi.

Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Il Signore regna, tremino i popoli! Siede sui Cherubini, si scuota la terra!

Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.

ISODIKON

Ipsùte Kyrion ton Theòn imòn, ke proskinìte to ipopodhìo ton podhòn aftù, òti àghios estì. Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psallondàs si: Allilùia.

Esaltate il Signore nostro Dio e prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, perché egli è santo.  Salva, o Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, noi che a te cantiamo: alliluia. 

TROPARI

Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.


Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.

O ipsothìs en do Stavrò ekusìos, ti eponìmo su kenì politìa, tus iktirmùs su dhòrise, Christè o Theòs, èffranon en ti dhinàmi su tus pistùs evsevìs imòn, nìkas chorigòn aftìs katà ton polemìon. Tin simmachìan èchien tin sin, òplon irìnis aìttiton tròpeon. 

 Tu che volontariamente sei stato innalzato sulla croce, dona, o Cristo Dio, la tua compassione, al popolo nuovo che porta il tuo nome: rallegra con la tua potenza i tuoi pii fedeli, concedendo loro vittoria contro il maligno. Possano avere la tua alleanza, arma di pace, invitto trofeo. 

TRISAGHION

Ton Stavròn su proskinùmen, 
Dhèspota, ke tin 
aghìan Ìpsosin dhoxàzomen.

 Adoriamo la tua Croce, o 
Sovrano, e glorifichiamo la 
santa Esaltazione.


EPISTOLA

Esaltate il Signore nostro Dio. 
Il Signore regna, tremino i popoli; siede sui cherubini si scuota la terra. 

Lettura della prima lettera di Paolo ai Corinzi (1, 18 - 24) 

Fratelli, la parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 

Ricordati del tuo popolo, che ti sei acquistato nei tempi antichi; hai riscattato lo scettro della tua eredità. 

Eppure Dio che è nostro re prima dei secoli ha operato la salvezza nella nostra terra.

VANGELO

Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni (19, 6 - 11. 13-20. 25 - 28a. 30 – 35) 

In quel tempo, i sommi sacerdoti e gli Anziani tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. E lo condussero da Pilato dicendo: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 

MEGALINARION

Mistikòs i, Theotòke, Paràdhisos, agheorghìtos vlastìsasa Christòn, if’ù to tu Stavrù zoifòron en ghi pefitùrghite dhèndhron; dhi’ù nin ipsumènu proskinùndes aftòn, se megalìnomen. 

Sei mistico paradiso che, senza coltivazione, o Madre di Dio, ha prodotto il Cristo, dal quale è stato piantato sulla terra l’albero vivificante della croce: adorando lui, per essa che ora viene esaltata, noi magnifichiamo te 

KINONIKON 

Esimiòthi ef’imàs to fos tu prosòpu su, Kyrie. Allilùia. 

Risplenda su di noi, o Signore, la luce del tuo volto. Allìluia.

PREGHIERA OPISTAMVONOS

Signore, tu che sei più sublime di ogni altezza, hai sopportato volontariamente l’innalzamento del corpo sulla Croce, affinché distendendo le tue mani pure attirassi tutti a te. Compiuto il tuo innalzamento di umiliazione, hai rialzato la nostra natura precipitata fino all’Ade a causa della falsa esaltazione e della vuota presunzione. Sulla terra le genti ti celebrano con teologici inni come sublime potenza dell’altissimo Padre e sei glorificato con sacrificio di lode. Tu, con l’esaltazione della tua preziosa Croce, scolpisci su una colonna la rovina della superbia dei demoni, che hai in essa operato. Tu ottieni il trionfo con la vittoria sulla morte. Tu annunzi davanti a tutti che hai rialzato la nostra stirpe dall’antica caduta. Non disprezzare ora le nostre suppliche, con cui abbiamo invocato e invochiamo la tua compassione, ma come misericordioso abbi pietà di noi, che celebriamo l’esaltazione del tuo trofeo e la sua divina adorazione. Donaci un potente aiuto contro ogni velenosa astuzia dei serpenti spirituali; agisci con noi come anticamente con gli Israeliti morsi dai serpenti, ai quali concedesti la guarigione quando alzavano lo sguardo verso il serpente di bronzo innalzato da Mosè. Abbatti il peccato che si è innalzato contro di noi, e - per mezzo delle virtù a esso contrarie - rialza noi che siamo caduti sotto il suo potere. A vantaggio dei regnanti che hanno per vanto la Croce, sottometti ogni ribellione dei barbari; spezza ogni forza dei nemici; distruggi ogni tracotanza dei tiranni. Come un tempo hai volto in fuga Amalek, quando Mosè sul colle alzò le mani in forma di croce, così atterra ogni potenza che si leva contro la tua Chiesa. Annienta ogni altezza che si solleva contro la tua conoscenza; chiudi ogni bocca che si apre per lanciare bestemmie contro di te; illumina ogni cuore ottenebrato dall’ignoranza; allontana la nostra mente da ogni pensiero che la spinge lontano da te. Affinché anche noi innalzati dalla contemplazione di cose celesti e beate, possiamo pervenire alla perpetua, eterna e vera esaltazione che si addice a coloro che senza limiti sono guidati da te e amano il tuo regno. Tu sei infatti colui che esalta e che umilia, e noi rendiamo gloria a te, e al Padre e al Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.