UNIVERSALE ESALTAZIONE
DELLA CROCE PREZIOSA E VIVIFICANTE
PRIMA ANTIFONA
O Theòs, o Theòs mu,
pròsches mi: ìna ti
enkatelipès me. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.
Dio, Dio mio, guarda a
me: perché mi hai abbandonato? Per l’intercessione della
Madre di Dio, o Salvatore,
salvaci.
SECONDA ANTIFONA
Ìna ti, o Theòs, apòso is
tèlos, orghìsthi o thimòs su
epì pròvata nomì su. Sòson imàs, Iiè Theù, o
sarkì stavrothìs, psallondàs
si: Allilùia.
Perché, o Dio, ci hai rigettato per sempre? Perché divampa il tuo furore contro le pecorelle del tuo gregge? Salva, o Figlio di Dio, che
sei stato crocifisso nella
carne, noi che a te
cantiamo: Alliluia.
TERZA ANTIFONA
O Kyrios evasìlevsen orghizèsthosan laì, o kathìmenos epì ton Cheruvìm, salevthìto i ghi.
Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.
Il Signore regna, tremino i popoli! Siede sui Cherubini, si scuota la terra!
Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.
ISODIKON
Ipsùte Kyrion ton Theòn
imòn, ke proskinìte to
ipopodhìo ton podhòn aftù,
òti àghios estì. Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psallondàs si: Allilùia.
Esaltate il Signore nostro
Dio e prostratevi allo
sgabello dei suoi piedi,
perché egli è santo. Salva, o Figlio di Dio, che
sei stato crocifisso nella
carne, noi che a te
cantiamo: alliluia.
TROPARI
Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.
Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.
O ipsothìs en do Stavrò
ekusìos, ti eponìmo su kenì
politìa, tus iktirmùs su
dhòrise, Christè o Theòs,
èffranon en ti dhinàmi su
tus pistùs evsevìs imòn,
nìkas chorigòn aftìs katà ton
polemìon. Tin simmachìan
èchien tin sin, òplon irìnis
aìttiton tròpeon.
Tu che volontariamente
sei stato innalzato sulla
croce, dona, o Cristo Dio, la
tua compassione, al popolo
nuovo che porta il tuo
nome: rallegra con la tua
potenza i tuoi pii fedeli,
concedendo loro vittoria
contro il maligno. Possano
avere la tua alleanza, arma
di pace, invitto trofeo.
TRISAGHION
Ton Stavròn su proskinùmen,
Dhèspota, ke tin
aghìan Ìpsosin dhoxàzomen.
Adoriamo la tua Croce, o
Sovrano, e glorifichiamo la
santa Esaltazione.
EPISTOLA
Esaltate il Signore nostro Dio.
Il Signore regna, tremino i popoli; siede sui cherubini si scuota la
terra.
Lettura della prima lettera di Paolo ai Corinzi (1, 18 - 24)
Fratelli, la parola della croce infatti è stoltezza per quelli
che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è
potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza
dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti.
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore
di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la
sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di
Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto
Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della
predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci
cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso:
scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro
che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di
Dio e sapienza di Dio.
Ricordati del tuo popolo, che ti sei acquistato nei tempi antichi;
hai riscattato lo scettro della tua eredità.
Eppure Dio che è nostro re prima dei secoli ha operato la
salvezza nella nostra terra.
VANGELO
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni (19, 6 -
11. 13-20. 25 - 28a. 30 – 35)
In quel tempo, i sommi sacerdoti e gli Anziani tennero
consiglio contro Gesù per farlo morire. E lo condussero da
Pilato dicendo: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro
Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo
colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e
secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di
Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura.
Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei
tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato:
«Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà
e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non
avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato
dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato
più grande». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori
Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litostroto,
in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso
mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro
Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei
sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo
consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed
egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del
Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui
altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in
mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre
sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei
Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il
luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta
in ebraico, in latino e in greco. Stavano presso la croce di
Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di
Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre
e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre:
«Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua
madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo
questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto,
chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della
Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla
croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel
sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le
gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e
spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati
crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che
era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei
soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì
sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua
testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche
voi crediate.
MEGALINARION
Mistikòs i, Theotòke, Paràdhisos,
agheorghìtos vlastìsasa
Christòn, if’ù to tu
Stavrù zoifòron en ghi
pefitùrghite dhèndhron;
dhi’ù nin ipsumènu proskinùndes
aftòn, se megalìnomen.
Sei mistico paradiso che,
senza coltivazione, o Madre di Dio,
ha prodotto il Cristo,
dal quale è stato piantato
sulla terra l’albero vivificante
della croce: adorando lui,
per essa che ora viene
esaltata, noi magnifichiamo
te
KINONIKON
Esimiòthi ef’imàs to fos tu
prosòpu su, Kyrie. Allilùia.
Risplenda su di noi, o
Signore, la luce del tuo
volto. Allìluia.
PREGHIERA OPISTAMVONOS
Signore, tu che sei più sublime di ogni altezza, hai
sopportato volontariamente l’innalzamento del corpo sulla Croce, affinché
distendendo le tue mani pure attirassi tutti a te. Compiuto il tuo innalzamento
di umiliazione, hai rialzato la nostra natura precipitata fino all’Ade a causa
della falsa esaltazione e della vuota presunzione. Sulla terra le genti ti
celebrano con teologici inni come sublime potenza dell’altissimo Padre e sei
glorificato con sacrificio di lode. Tu, con l’esaltazione della tua preziosa
Croce, scolpisci su una colonna la rovina della superbia dei demoni, che hai in
essa operato. Tu ottieni il trionfo con la vittoria sulla morte. Tu annunzi
davanti a tutti che hai rialzato la nostra stirpe dall’antica caduta. Non
disprezzare ora le nostre suppliche, con cui abbiamo invocato e invochiamo la
tua compassione, ma come misericordioso abbi pietà di noi, che celebriamo
l’esaltazione del tuo trofeo e la sua divina adorazione. Donaci un potente
aiuto contro ogni velenosa astuzia dei serpenti spirituali; agisci con noi come
anticamente con gli Israeliti morsi dai serpenti, ai quali concedesti la
guarigione quando alzavano lo sguardo verso il serpente di bronzo innalzato da
Mosè. Abbatti il peccato che si è innalzato contro di noi, e - per mezzo delle
virtù a esso contrarie - rialza noi che siamo caduti sotto il suo potere. A
vantaggio dei regnanti che hanno per vanto la Croce, sottometti ogni ribellione
dei barbari; spezza ogni forza dei nemici; distruggi ogni tracotanza dei
tiranni. Come un tempo hai volto in fuga Amalek, quando Mosè sul colle alzò le
mani in forma di croce, così atterra ogni potenza che si leva contro la tua
Chiesa. Annienta ogni altezza che si solleva contro la tua conoscenza; chiudi
ogni bocca che si apre per lanciare bestemmie contro di te; illumina ogni cuore
ottenebrato dall’ignoranza; allontana la nostra mente da ogni pensiero che la
spinge lontano da te. Affinché anche noi innalzati dalla contemplazione di cose
celesti e beate, possiamo pervenire alla perpetua, eterna e vera esaltazione
che si addice a coloro che senza limiti sono guidati da te e amano il tuo regno.
Tu sei infatti colui che esalta e che umilia, e noi rendiamo gloria a te, e al
Padre e al Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.