giovedì 13 settembre 2018

ANTIFONE E PROPRIO DELLA FESTA DELLA SANTA CROCE

UNIVERSALE ESALTAZIONE DELLA CROCE PREZIOSA E VIVIFICANTE


PRIMA ANTIFONA

O Theòs, o Theòs mu, pròsches mi: ìna ti enkatelipès me. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs. 

Dio, Dio mio, guarda a me: perché mi hai abbandonato? Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci. 

SECONDA ANTIFONA

Ìna ti, o Theòs, apòso is tèlos, orghìsthi o thimòs su epì pròvata nomì su.  Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psallondàs si: Allilùia. 

Perché, o Dio, ci hai rigettato per sempre? Perché divampa il tuo furore contro le pecorelle del tuo gregge? Salva, o Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, noi che a te cantiamo: Alliluia.


TERZA ANTIFONA

O Kyrios evasìlevsen orghizèsthosan laì, o kathìmenos epì ton Cheruvìm, salevthìto i ghi.

Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Il Signore regna, tremino i popoli! Siede sui Cherubini, si scuota la terra!

Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.

ISODIKON

Ipsùte Kyrion ton Theòn imòn, ke proskinìte to ipopodhìo ton podhòn aftù, òti àghios estì. Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psallondàs si: Allilùia.

Esaltate il Signore nostro Dio e prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, perché egli è santo.  Salva, o Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, noi che a te cantiamo: alliluia. 

TROPARI

Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.


Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.

O ipsothìs en do Stavrò ekusìos, ti eponìmo su kenì politìa, tus iktirmùs su dhòrise, Christè o Theòs, èffranon en ti dhinàmi su tus pistùs evsevìs imòn, nìkas chorigòn aftìs katà ton polemìon. Tin simmachìan èchien tin sin, òplon irìnis aìttiton tròpeon. 

 Tu che volontariamente sei stato innalzato sulla croce, dona, o Cristo Dio, la tua compassione, al popolo nuovo che porta il tuo nome: rallegra con la tua potenza i tuoi pii fedeli, concedendo loro vittoria contro il maligno. Possano avere la tua alleanza, arma di pace, invitto trofeo. 

TRISAGHION

Ton Stavròn su proskinùmen, 
Dhèspota, ke tin 
aghìan Ìpsosin dhoxàzomen.

 Adoriamo la tua Croce, o 
Sovrano, e glorifichiamo la 
santa Esaltazione.


EPISTOLA

Esaltate il Signore nostro Dio. 
Il Signore regna, tremino i popoli; siede sui cherubini si scuota la terra. 

Lettura della prima lettera di Paolo ai Corinzi (1, 18 - 24) 

Fratelli, la parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 

Ricordati del tuo popolo, che ti sei acquistato nei tempi antichi; hai riscattato lo scettro della tua eredità. 

Eppure Dio che è nostro re prima dei secoli ha operato la salvezza nella nostra terra.

VANGELO

Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni (19, 6 - 11. 13-20. 25 - 28a. 30 – 35) 

In quel tempo, i sommi sacerdoti e gli Anziani tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. E lo condussero da Pilato dicendo: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 

MEGALINARION

Mistikòs i, Theotòke, Paràdhisos, agheorghìtos vlastìsasa Christòn, if’ù to tu Stavrù zoifòron en ghi pefitùrghite dhèndhron; dhi’ù nin ipsumènu proskinùndes aftòn, se megalìnomen. 

Sei mistico paradiso che, senza coltivazione, o Madre di Dio, ha prodotto il Cristo, dal quale è stato piantato sulla terra l’albero vivificante della croce: adorando lui, per essa che ora viene esaltata, noi magnifichiamo te 

KINONIKON 

Esimiòthi ef’imàs to fos tu prosòpu su, Kyrie. Allilùia. 

Risplenda su di noi, o Signore, la luce del tuo volto. Allìluia.

PREGHIERA OPISTAMVONOS

Signore, tu che sei più sublime di ogni altezza, hai sopportato volontariamente l’innalzamento del corpo sulla Croce, affinché distendendo le tue mani pure attirassi tutti a te. Compiuto il tuo innalzamento di umiliazione, hai rialzato la nostra natura precipitata fino all’Ade a causa della falsa esaltazione e della vuota presunzione. Sulla terra le genti ti celebrano con teologici inni come sublime potenza dell’altissimo Padre e sei glorificato con sacrificio di lode. Tu, con l’esaltazione della tua preziosa Croce, scolpisci su una colonna la rovina della superbia dei demoni, che hai in essa operato. Tu ottieni il trionfo con la vittoria sulla morte. Tu annunzi davanti a tutti che hai rialzato la nostra stirpe dall’antica caduta. Non disprezzare ora le nostre suppliche, con cui abbiamo invocato e invochiamo la tua compassione, ma come misericordioso abbi pietà di noi, che celebriamo l’esaltazione del tuo trofeo e la sua divina adorazione. Donaci un potente aiuto contro ogni velenosa astuzia dei serpenti spirituali; agisci con noi come anticamente con gli Israeliti morsi dai serpenti, ai quali concedesti la guarigione quando alzavano lo sguardo verso il serpente di bronzo innalzato da Mosè. Abbatti il peccato che si è innalzato contro di noi, e - per mezzo delle virtù a esso contrarie - rialza noi che siamo caduti sotto il suo potere. A vantaggio dei regnanti che hanno per vanto la Croce, sottometti ogni ribellione dei barbari; spezza ogni forza dei nemici; distruggi ogni tracotanza dei tiranni. Come un tempo hai volto in fuga Amalek, quando Mosè sul colle alzò le mani in forma di croce, così atterra ogni potenza che si leva contro la tua Chiesa. Annienta ogni altezza che si solleva contro la tua conoscenza; chiudi ogni bocca che si apre per lanciare bestemmie contro di te; illumina ogni cuore ottenebrato dall’ignoranza; allontana la nostra mente da ogni pensiero che la spinge lontano da te. Affinché anche noi innalzati dalla contemplazione di cose celesti e beate, possiamo pervenire alla perpetua, eterna e vera esaltazione che si addice a coloro che senza limiti sono guidati da te e amano il tuo regno. Tu sei infatti colui che esalta e che umilia, e noi rendiamo gloria a te, e al Padre e al Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.



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