sabato 31 agosto 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 1 Settembre 2019

1 SETTEMBRE
DOMENICA XII DI MATTEO
Inizio dell’Indizione e memoria del nostro santo padre Simeone stilita; celebrazione della Santissima Madre di Dio del monastero dei Miaseni, del santo martire Aeitala, delle sante 40 donne e di Ammone diacono; memoria dei santi martiri Callista, Evodio e Ermogene, fratelli; memoria di San Giosuè di Navì e commemorazione del grande incendio (461). 
Tono III; Eothinòn IV


1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprè-pian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Effrenèstho ta urània, agaliàstho ta epighia, òte epiìse kràtos en vrachioni aftù o Kìrios; epàtise to thanàto ton thànaton, protòkos ton nekròn eghèneto; ek kilias Adhu errìsato imàs ke parèsche to kòsmo to mèga èleos.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dei morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Effrenèstho ta urània, agaliàstho ta epighia, òte epiìse kràtos en vrachioni aftù o Kìrios; epàtise to thanàto ton thànaton, protòkos ton nekròn eghèneto; ek kilias Adhu errìsato imàs ke parèsche to kòsmo to mèga èleos.

Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dei morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.


O pàsis Dhímiurgòs tis ktìseos, o kerùs ke chrònus en ti idhìa exusìa thèmenos, evlòghison ton stèfanon tu eniaftù tis christòtitòs su, Kìrie, filàtton en irìni tus vasilìs ke tas pòlis su, presvìes tis Theotòku ke sòson imàs.

Artefice di tutto il creato, che hai posto in tuo potere tempi e momenti, benedici la corona del-l’anno della tua benignità, Signo-re, custodendo nella pace i tuoi re e la tua città, per intercessione della Madre di Dio: e salvaci.  

Chère kecharitomèni Theotòke Parthène, limìn ke prostasìa tu ghènus ton anthròpon; ek su gar esarkòthi o Litrotìs tu kòsmu; mòni gar ipàrchis Mìtir ke Parthènos, aì evloghimèni ke dhedhoxasmèni. Prèsveve Chri-stò to Theò, irìnin dhorìsasthe pàsi ti ikumèni.

Gioisci, piena di grazia, Vergine Madre di Dio, porto e protezione del genere umano: da te infatti si è incarnato il Redentore del mondo, e tu sola sei madre e vergine, sempre bene-detta e glorificata: intercedi presso il Cristo Dio perché doni pace a tutta la terra.

Ipomonìs stì1os ghègonas, zilòsas tus propàtoras, òsie, ton Iòv en tis pàthesi, ton Iosìf en tis pirasmìs, ke tin ton asomàton politìan, ipàrchon en sòmati. Simeòn patìr imòn òsie, prèsveve Christò to Theò sothìne tas psichàs imòn.


Sei divenuto colonna di pazienza, emulando i progenitori, o santo: Giobbe nei patimenti, Giuseppe nelle tentazioni, e il modo di vita degli incorporei, pur essendo in un corpo. Simeone, santo padre nostro, intercedi presso il Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

O ton eònon piitìs ke Despòtis, Theè ton òlon iperùsie òndos tin eniàfsion evlòghison perìodhon sòzon to elèi su to apìro, Iktìrmon, pàndas tus latrèvondas si to mòno Dhespòti, ke ekvoòndas fòvo, Litrotà. Èfforon pàsi to ètos chorìghison.

O Sovrano Creatore dei secoli, Dio sovrasostanziale di tutte le cose, benedici il ciclo dell’anno salvando, con la tua infinita misericordia, o Compassionevole, tutti coloro che adorano Te, come solo Signore, ed esclamano con timore; o Redentore, fa che l’anno sia abbondante per tutti.

APOSTOLOS (1 Tim. 2, 1-7)

- Grande è il Signore nostro e grande è la sua potenza e la sua sapienza non ha confini (Sal 146,5)

- Lodate il Signore perché il Signore è buono; cantate il suo nome perché è buono (Sal 146, 1)


Dalla prima lettera di San Paolo a Timoteo.

    Figlio Timoteo, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo -dico la verità, non mentisco-, maestro dei pagani nella fede e nella verità.

Alliluia (3 volte).

- A Te spetta la lode, o Dio, in Sion e a Te si rivolge la preghiera a Gerusalemme. (Sal 64,2)      Alliluia (3 volte).

- Ci sazieremo dei beni della tua casa. (Sal 64, 5) 
Alliluia (3 volte).

VANGELO (Luca 4, 16-22)

    Gesù, si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo, trovò il passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”.  Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi». Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?».

KINONIKON

Evlòghison ton stèfanon tu eniaftù tis christòtitòs su, Kìrie. Allilùia

Benedici il ciclo dell’anno con la tua bontà, Signore. Allilùia. 




martedì 13 agosto 2019

Sinassario della Dormizione della Madre di Dio

Sinassario della Dormizione della Madre di Dio


15 AGOSTO
MEMORIA DELLA DORMIZIONE O DEL PASSAGGIO AL
CIELO DELLA GLORIOSISSIMA REGINA LA MADRE DI DIO
E SEMPRE VERGINE MARIA.

Allorché parve opportuno a Cristo nostro Dio di richiamare a sé sua Madre, mandò un angelo, tre giorni prima, per annunziarle questo messaggio. Avvicinandosi, l’angelo dice alla piena di Grazia: «Ecco, ciò che dice tuo figlio: È giunto il tempo di richiamare presso di Me mia Madre. Non ti turbare per quest’annunzio, ma gioisci piuttosto perché tu partirai verso la vita eterna». Accogliendo questo messaggio con grande gioia, la Madre di Dio, piena del desiderio ardente di innalzarsi verso suo Figlio, si recò al Monte degli Ulivi per pregarvi nella quiete, come faceva spesso. Accadde allora un miracolo straordinario: nel momento in cui la Tutta Santa raggiunse la sommità della collina, gli alberi che vi si trovavano piantati inchinarono i loro rami, prosternandosi e rendendo gloria alla Regina del mondo, come dei servitori dotati di ragione.

Dopo aver pregato, la Tutta Santa ritornò a casa sua sul monte Sion. Appena entrò nella sua casa, tutto si mise subito a tremare. Ringraziando Dio, fece illuminare la casa e chiamò i suoi parenti e i
suoi vicini. Lei stessa mise tutto in ordine, dispose il suo letto funebre e ordinò di preparare ciò che era necessario per i suoi funerali. Alle donne che erano venute al suo richiamo, rivelò la notizia del suo passaggio in cielo, e come prova consegnò loro un ramo di palma simbolo di vittoria e d’incorruttibilità che l’angelo le aveva dato.

Ancora legati dai lacci di questo mondo, le sue compagne ricevettero questa notizia con grandi lacrime e lamenti, supplicando la Madre di Dio di non lasciarle orfane. Lei le rassicurò: certamente Ella sarebbe partita per il cielo, ma avrebbe non dimeno continuato a proteggere, loro e il mondo intero con la sua preghiera. A queste parole le donne cessarono i loro pianti e si affrettarono a fare i preparativi. La Tutta Santa ordinò inoltre di dare le due sue sole vesti che possedeva a due povere vedove che erano sue compagne abituali e sue amiche.
Aveva appena pronunciato queste parole che la casa fu nuovamente scossa da un rumore come quello di un tuono e si trovò piena di nuvole che portavano gli Apostoli radunati da tutte le estremità della terra. Era dunque tutta la Chiesa che, nelle loro persone, era misticamente presente
per celebrare i funerali della sua Regina. Al coro degli Apostoli si era unito quello dei santi gerarchi, come San Ieroteo, San Dionigi l’areopagita e San Timoteo. Con gli occhi pieni di lacrime dissero alla Madre di Dio: «Se tu rimanessi nel mondo e vivessi tra noi, ne avremmo
certamente una grande consolazione, o Regina: sarebbe come se noi vedessimo tuo Figlio e il nostro Maestro. Ma poiché adesso è secondo la Sua volontà che tu stai per essere trasportata in Cielo, ci lamentiamo e piangiamo, come tu vedi, ma ci rallegriamo tuttavia di tutto ciò che è stato disposto per te». Rispose loro: «O discepoli e amici di mio Figlio e del mio Dio, non trasformate la mia gioia in tristezza, ma seppellite il mio corpo e conservatelo nella posizione che prenderò sul mio letto di morte».

A queste parole, arrivò a sua volta sul posto il Vaso di Elezione, San Paolo. Egli si gettò ai piedi della Tutta Santa per venerarla e le indirizzò questo elogio: «Rallegrati, Madre della Vita e oggetto della mia predicazione. Perché, benché io non abbia visto affatto il Cristo corporalmente, nel vederti è Lui stesso che credo di contemplare». Dopo aver salutato tutti gli astanti, la Tutta Immacolata si distese sul suo letto di morte, disponendo il suo corpo come lo voleva e offrì fervorose preghiere al suo Figlio per la conservazione e la pace del mondo intero. Poi avendo dato la sua benedizione agli Apostoli e ai
gerarchi, sorridendo consegnò tranquillamente la sua anima, pura e più risplendente di ogni luce, tra le mani di suo Figlio e suo Dio, che era apparso in compagnia dell’Arcangelo Michele e di una schiera angelica. La sua morte avvenne, infatti, senza sofferenza né angoscia, come il suo parto aveva avuto luogo senza dolore.

Pietro, il Corifeo degli Apostoli, intonò allora l’inno funebre e i suoi compagni sollevarono la lettiga, preceduti da altri assistenti che portavano fiaccole e accompagnavano il corteo con i loro canti, con in testa San Giovanni il Teologo che teneva in mano la palma della vittoria, e seguiti in silenzio dalla folla dei discepoli. Si potevano anche sentire gli Angeli, che univano la loro voce a quella degli uomini, di modo che il cielo e la terra erano pieni da questi canti in onore della Regina del mondo. L’aria venne purificata dall’ascensione del suo corpo, la terra venne Santificata dalla deposizione del suo corpo, e molti malati ricevettero allora la salute. Non potendo sopportare questo spettacolo i capi dei Giudei incitarono la gente del popolo e la inviarono a capovolgere la lettiga dove riposava il corpo vivificante. Ma la giustizia divina superò il loro fosco disegno ed essi furono colpiti da cecità. Uno di loro, il sacerdote Gefonia, il più audace, che era giunto ad afferrare il santo giaciglio, ebbe le mani tagliate all’altezza del gomito dalla spada della collera divina, e le sue braccia mutilate rimasero attaccate alla lettiga, offrendo uno spettacolo pietoso. Portato al pentimento da questa punizione, Gefonia aderì con tutto il cuore alla fede; e dalla parola di Pietro, si trovò guarito e divenne per i suoi compagni uno strumento di salvezza e di guarigione. Infatti, siccome gli era stato dato un ramo della palma della Madre di Dio, egli lo pose sugli occhi dei suoi compagni e li guarì a sua volta tutti dalla cecità corporale e dalla loro cecità spirituale.

Giunti al giardino di Getsémani, gli apostoli seppellirono il corpo santissimo della Madre di Dio e rimasero lì tre giorni e le loro preghiere erano senza sosta accompagnate da inni angelici.
Conformemente a una divina disposizione della Provvidenza, uno degli Apostoli (Tommaso secondo alcuni) non si trovava ai funerali.

Arrivò al Getsémani al terzo giorno e si rammaricava di non aver potuto contemplare per l’ultima volta il corpo deificato della Tutta Santa. Così, di comune accordo, gli altri apostoli decisero di aprire la tomba, affinché egli potesse venerare il santo corpo. Una volta che tolsero la pietra che ne chiudeva l’entrata, rimasero tutti presi da stupore costatando che il corpo era scomparso e che solo il sudario che l’avvolgeva rimaneva là vuoto, ma conservando la forma del corpo.
Era una prova inconfutabile dell’ascensione al Cielo della Madre di Dio, cioè della sua resurrezione e dell’ascensione del suo corpo, di nuovo riunito alla sua anima, al di là del cielo, nell’intimità di Suo Figlio, per essere nostra rappresentante e nostra avvocata presso Dio. Maria, figlia di Adamo, ma divenuta effettivamente Madre di Dio e Madre della Vita partorendo colui che è la Vita, è dunque passata dalla morte. Ma la sua morte non è per niente disonorante perché, vinta dal Cristo che vi si è sottomesso volontariamente per la nostra Salvezza, la condanna di Adamo è divenuta morte vivificante e principio di una nuova esistenza. E la tomba del Getsémani, come il Santo Sepolcro, è apparsa come una camera nuziale, dove si sono compiute le nozze dell’incorruttibilità.
Era opportuno, infatti, che, conforme in tutto al Cristo Salvatore, la Santissima Vergine passasse per tutte le vie che il Cristo ha percorso per effondere la Santificazione della nostra natura. Dopo averlo seguito nella sua passione e vendo visto la sua Resurrezione, ha fatto l’esperienza della morte. Allorché si separò dal suo corpo, la sua anima purissima si trovò unita alla Luce divina, e il suo corpo, dopo essere rimasto un pò di tempo in terra, risuscitò ben presto per la grazia di Cristo risuscitato. Questo corpo spirituale fu ricevuto nel cielo come il tabernacolo del Dio-Uomo, come trono di Dio. Esso è la parte più eminente del Corpo di Cristo, e spesso è stato paragonato dai Santi Padri alla Chiesa stessa, la dimora di Dio fra gli uomini, primizia del nostro stato futuro e fonte della nostra divinizzazione. 

Dalle viscere castissime di Maria, Madre di Dio, il Regno dei Cieli è stato aperto a noi, questo perché la sua assunzione al Cielo è causa di gioia per tutti i credenti che hanno così acquistato la garanzia, che nella sua persona è tutta la natura umana, divenuta portatrice di Cristo, che è chiamata ad abitare in Dio.

Le Synaxaire – Vies des Saints de l’Eglise Orthodoxe – Éditions «To Perivoli tis Panaghias»
Thessalonique 1996

domenica 11 agosto 2019

15 Agosto- Solennità della Dormizione (Kimisis) della Madre di Dio - Foglietto Liturgico

15 AGOSTO

Dormizione della Ss.ma Signora nostra, 
Madre di Dio e sempre Vergine Maria.



1^ ANTIFONA

Alalàxate to Kirìo pàsa i ghì, psàlate dhì to onòmati aftù, dhòte dhòxan enèsi aftù. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Applaudite a Dio, o abitanti della terra tutta; inneggiate al suo nome, date gloria alla sua lode. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Agapà Kìrios tas pìlas Siòn, ipèr pànda ta skinòmata Iakòv. Sòson imàs, Iiè Theù, o en aghìis thavmastòs, psàllondàs si: Alliluia.

Ama il Signore le porte di Sion sopra tutte le dimore di Giacobbe. O Figlio di Dio, ammirabile nei Santi, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Etìmi i kardhìa mu, o Theòs, etìmi i kardhìa mu; àsome ke psalò en ti dhòxi mu.

Pronto è il mio cuore, o Dio, pronto è il mio cuore, canterò ed inneggerò nella mia gloria.

En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti Kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìter ipàrchusa tis zoìs, ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Nel parto hai conservato la verginità e nella dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; tu passasti alla vita, essendo Madre della vita, e per le tue preghiere liberasti le anime nostre dalla morte.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o en aghìis thavmastòs, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, ammirabile nei Santi, salva noi che a te cantiamo: Alleluia.

APOLITIKION

En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti Kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìter ipàrchusa tis zoìs, ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Nel parto hai conservato la verginità e nella dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; tu passasti alla vita, essendo Madre della vita, e per le tue preghiere liberasti le anime nostre dalla morte.

KONDAKION

Tin en presvìes akìmiton Theotòkon ke prostasìes ametàtheton elpìdha, tàfos ke nèkrosis uk ekràtisen; os gar zoìs Mitèra pros tin zoìn metèstisen o mìtran ikìsas aipàrthenon.

La tomba e la morte non prevalsero sulla Madre di Dio che intercede incessantemente per noi pregando e rimane immutabile speranza nelle nostre necessità. Infatti colui che abitò un seno sempre vergine ha assunto alla vita colei che è Madre della vita.

APOSTOLOS (Filip 2, 5-11)

- L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore. (Lc 1,46-47).
- Perché ha guardato l’umiltà della sua serva; d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. (Lc. 1,48).

Dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi.

Fratelli, abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, no  considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; m  spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni
ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

Alliluia (3 volte).

- Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l’arca della tua santità. (Sal 131,8).

Alliluia (3 volte).

- Il Signore ha giurato a Davide la verità e non la ritratterà: “Il frutto del tuo seno io porrò sul tuo trono”. (Sal 131,11).

Alliluia (3 volte).

VANGELO (LUCA 10, 38-42 e 11, 27-28)

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”. Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: “Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”.

MEGALINARION

E gheneè pàse makarizomèn se tin mònin Theotòkon. Nenìkinde tis fìseos i òri en si, nParthène àchrande: parthenèvi gar tòkos ke zoìn promnistèvete thànatos. I metà tòkon Parthènos ke metà thànaton zòsa, sòzis aì, Theotòke, tin klironomìan su.

Tutte le generazioni ti proclamano beata e unica Madre di Dio. In Te, Vergine immacolata, son vinte le leggi della natura! Verginale infatti è stato il tuo parto e la tua morte ha annunziato la vita. Tu, o Madre di Dio, rimasta vergine dopo il parto e vivente dopo la morte, salva sempre la tua eredità.

KINONIKON

Potìrion sotirìu lìpsome, ke to ònoma Kirìu epikalèsome. Allilùia

Prenderò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Allilùia.

Preghiera dell'Ambone

Cristo Dio nostro, che in forza della morte trasponesti l'incorrotta tua Madre dalla vita alla vita pura, e sepolta lei nella tomba della corruzione la rendesti indicibilmente più alta, e dopo la cura funebre di lei radunasti da ogni dove i tuoi Apostoli, tu, per le intercessioni di lei, lava da ogni pensiero e opera di morte tutti noi che festeggiamo il suo trapasso, e libera da ogni corruzione spirituale, e salva dalla disperazione della morte, e custodisci dalla tomba dell'incredulità e dell'eresia, e per i fedeli governanti seppellisci ogni insidia e tirannia, e rendi morta ogni audacia dei barbari, e umilia l'arroganza di tutti quelli che si levano contro la tua predicazione, e rendi tutti degni della vita eterna, poiché tu vuoi che tutti gli uomini siano salvati, e conviene la gloria a te, insieme con tuo Padre che non ha principio e con il tuttosanto e buono e vivificante Spirito, ora e sempre e per i secoli dei secoli.

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Apòstoli ek peràton sinathristhèndes enthàde, Ghetsimanì to chorìo kidhefsatè mu to sòma; ke si, Iiè kè Theè mu, paralavè mu to pnèvma.

O Apostoli, accorsi da lontano qui, nella località del Getsemani, seppellite il mio corpo; e tu, o mio Figlio e Dio, prendi il mio spirito.





sabato 10 agosto 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 11 Agosto 2019

11 AGOSTO 2019
DOMENICA IX DI MATTEO
Metheortia della Trasfigurazione.
Sant’Euplio martire da Catania.




1^ ANTIFONA

Mègas Kìrios ke enetòs sfòdhra en pòli tu Theù imòn, en òri aghìo aftù. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Grande è il Signore e altamente da lodare nella città del nostro Dio, sul suo santo monte. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

I themèlii aftù en tis òresi tis aghìis. Sòson imàs, Iiè Theù, o en to òri to Thavòr metamorfothìs, psallondàs si: Allilùia.

Le sue fondamenta sui monti santi. O Figlio di Dio, che ti sei trasfigurato sul monte Tabor, salva noi che a te cantiamo: Allilùia.

3^ ANTIFONA

Ta elèi su, Kìrie, is ton eòna àsome.

Metemorfòthis en to òri, Christè o Theòs, dhìxas tis Mathitès su tin dhòxan su, kathòs idhìnando. Làmpson ke imìn tis amartolìs to fos su to aìdhion, presvìes tis Theotòku; Fotodhòta, dhòxa si.

Le tue misericordie, Signore, in eterno io voglio cantare.

Ti sei trasfigurato sul monte, o Cristo Dio, mostrando ai tuoi discepoli la tua gloria, come era possibile. Fai risplendere anche su di noi la tua luce, per le preghiere della Madre di Dio; o Datore di luce, gloria a te.

ISODIKÒN

Thavòr ke Ermòn en to onomatì su agalliàsonde. Sòson imàs, Iiè Theù, o en to òri to Thavòr metamorfothìs, psallondàs si: Allilùia.

Tabor e l’Ermon esulteranno nel tuo nome. O Figlio di Dio, che ti sei trasfigurato sul monte Tabor, salva noi che a te cantiamo: Allilùia.

APOLITIKIA

Ex ìpsus katìlthes, o èfsplachnos, tafìn katedhèxo triìmeron, ìna imàs eleftheròsis ton pathòn. I Zoì ke i anàstasis imòn, Kìrie dhòxa si.

Sei disceso dall’alto, o pietoso, hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, Gloria a te.

Metemorfòthis en to òri, Christè o Theòs, dhìxas tis Mathitès su tin dhòxan su, kathòs idhìnando. Làmpson ke imìn tis amartolìs to fos su to aìdhion, presvìes tis Theotòku; Fotodhòta, dhòxa si.


Ti sei trasfigurato sul monte, o Cristo Dio, mostrando ai tuoi discepoli la tua gloria, come era possibile. Fai risplendere anche su di noi la tua luce, per le preghiere della Madre di Dio; o Datore di luce, gloria a te.

KONDAKION

Epì tu òrus metemorfòthis ke os echòrun i mathitè su tin dhòxan su, Christè o Theòs, etheàsando, ìna òtan se ìdhosi stavrùmenon, to men pàthos noìsosin ekùsion, to dhe kòsmo kirìxosin, òti si ipàrchis alithòs tu Patròs to apàvgasma.

Ti sei trasfigurato sul monte e i tuoi discepoli contemplarono come poterono la tua gloria, o Cristo Dio, affinché quando ti vedessero croci-fisso potessero credere alla tua passione volontaria e poi predicare al mondo che tu sei veramente lo splendore del Padre.

APOSTOLOS (1 Cor 3, 9-17)

- Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli, quanti lo circondano gli portino doni. (Sal. 75,12).
- Dio è conosciuto in Giudea, in Israele è grande il suo nome. (Sal. 75,2).

Dalla lettera di San Paolo ai Corinti.

Fratelli, siamo collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

Alliluia (3 volte).

-Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. (Sal 94,1).

Alliluia (3 volte).

- Presentiamoci al suo cospetto con canti di lode, inneggiamo con canti di lode. ( Sal 94,2).

Alliluia (3 volte).

VANGELO (Matteo 14, 22-34)

In quel tempo, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda, mentre egli avrebbe conge-dato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare.
Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: “E’ un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret.

MEGALINARION 

Nin ta anìkusta ikùsthi: O apàtor gar Iiòs o tis Parthènu ti patròa fonì endhòxos martirìte, ìa Theòs ke ànthropos o aftòs is tus eònas.

Ora si ascoltano cose mai sentite: colui che è Figlio della Vergine senza opera di padre, con grande gloria, la voce paterna proclama Dio e Uomo, il medesimo nei secoli.

KINONIKON

En to fotì tis dhòxis tu prosòpu su, Kìrie, porefsòmetha is ton eòna. Allilùia. (3 volte)     

Nella luce della gloria del tuo volto, o Signore, cammineremo in eterno. Allilùia.. (3 volte)

DOPO “SOSON, O THEOS”: 

 Metemorfòthis en to òri, Christè o Theòs, dhìxas tis Mathitès su tin dhòxan su, kathòs idhìnando. Làmpson ke imìn tis amartolìs to fos su to aìdhion, presvìes tis Theotòku; Fotodhòta, dhòxa si.

Ti sei trasfigurato sul monte, o Cristo Dio, mostrando ai tuoi discepoli la tua gloria, come era possibile. Fai risplendere anche su di noi la tua luce, per le preghiere della Madre di Dio; o Datore di luce, gloria a te.

Spiegazione dell'Icona della Dormizione (KOIMISIS)

DESCRIZIONE DELL’ICONA


La prima cosa da sottolineare è che il centro dell’icona non è la Madre di Dio ma il Cristo. La composizione ha due tempi con due movimenti contrapposti: dall’alto verso il basso in una convergenza centripeta. 

Gli apostoli sulle varie nuvolette convergono verso Cristo, al centro della composizione. L’altro movimento è verticale dal basso verso l’alto. Dal corpo disteso della Vergine parte un moto ascendente che passando attraverso il Cristo culmina nel clipeo che contiene la Madonna portata dagli angeli nell’alto dei cieli.

I due personaggi principali, Cristo e Maria, sviluppano, pertanto, due linee opposte: una verticale ed una orizzontale. La verticale segna il centro esatto dell’icona. È la linea che indica la benevolenza e l’amicizia del Signore per gli uomini. Questa linea, infatti, vuole incontrare l’altra, quella orizzontale. La direttrice orizzontale non a caso è posta nella seconda metà inferiore dell’icona. Essa ha come soggetto il corpo della Vergine, l’umanità, la terra fertile pronta a ricevere il seme. L’incontro delle due linee è vita, è redenzione di tutta la creazione e di tutto ciò che
è sulla terra, visibile e invisibile. L’icona è segno dell’impotenza umana, la morte, e della necessità di incontrare Dio, la vita; di divenire un tutto in Dio. 

Nell'icona dell’Assunzione della Madre di Dio, la Vergine, che si è addormentata, si trova attorniata dagli apostoli addolorati. Oltre gli apostoli ci sono anche i santi vescovi. Alle finestre vediamo le donne che piangono. Il manto sul quale si trova la Vergine è luminoso e questo ci comunica che lei accetta con serenità e gioia la sua morte. Alla base della composizione c'è il triangolo. I personaggi principali sono la Madre di Dio, il cui corpo è disteso su un catafalco e Gesù Cristo, che si erge sopra di essa, tenendo tra le mani un fanciullo fasciato di vesti splendenti di colore bianco come la neve.

Questo fanciullo personifica l'anima immacolata della Vergine Maria. La figura di Cristo Salvatore è molto verticale. Con questo si afferma la contrapposizione e la superiorità della vita immortale nel regno dei cieli, con la morte e la limitatezza della vita sulla terra. Colpisce il dolore degli apostoli: loro non capiscono ancora la grandiosità di quello che sta succedendo, del trionfo dell'immortalità sulla finitezza della vita terrena della Madre di Dio. Nella chiesa ortodossa si era soliti portare l'icona della Dormitio nella casa dei moribondi. Quest'immagine consolava e dava pace: nell'icona si afferma l'immortalità dell'anima e la vita eterna. La rappresentazione nella stessa icona di più avvenimenti contemporaneamente, era una pratica normale e non portava nessuna difficoltà nella venerazione dell'immagine. Tale tradizione esisteva anche nell'arte europea, però si è spenta verso la fine del XV secolo.

La Dormitio della Madre di Dio è avvenuta nella casa di Giovanni Evangelista, dove è vissuta dopo la crocifissione di Cristo. Come di solito, secondo la tradizione e i canoni del linguaggio simbolico dell'iconografia, è raffigurata non la parte interna della casa, bensì le colonnine che marcano l'edificio in cui sta accadendo il fatto. Nell'icona della Dormitio sono rappresentati due spazi distinti. Uno è reale: ad esso appartengono il letto della Vergine, gli apostoli, i santi e lo sfondo architettonico; l'altro è mistico, è quello di Cristo. Questi due spazi sono legati all'azione mistica, l'assunzione dell'anima di Maria: lo spazio mistico rimane invisibile a coloro che stanno attorno al letto di Maria. Il Figlio di Dio, nato dalla Vergine, ha preso sembianza corporale e umana, è venuto in terra ed è vissuto nel normale spazio terrestre. Dopo la crocifissione e la morte sulla croce, è risorto ed è entrato in un altro spazio, "non di questo mondo", indicato sulle icone con la mandorla, l'aureola, riempita di forze celesti, gli angeli "invisibili". Molte immagini, dedicate alla "Dormitio" della Vergine Maria, sono state fatte in Europa. Lì però, quest'avvenimento viene mostrato in un modo totalmente differente. Gli Apostoli Nella parte superiore dell’icona si vedono tante nuvolette sorrette rispettivamente da un angelo: in esse, come in una conchiglia, compaiono i dodici apostoli, convenuti da ogni parte della terra nel luogo del Getsemani.

La maggior parte degli angeli indica col movimento o col gesto il centro dell’icona: Cristo. Si narra negli Apocrifi che quando nostro Signore Gesù Cristo decise di avere per sempre accanto a sé sua Madre, inviò l’arcangelo Grabriele perché le manifestasse questo desiderio, rivelandole il giorno del trapasso. Le disse: “Questo dice tuo Figlio: è ora che mia madre sia sempre con me, non ti sconvolgere per tutto ciò perché passi alla vita eterna”. La Madre santa esultò, tuttavia espresse il desiderio di rivedere gli apostoli.

Il messaggero di Dio gli rispose: “Verranno a te, canteranno degli inni al tuo cospetto e faranno i tuoi funerali”. Ella, allora, salì sul monte degli Ulivi, là dove era sua consuetudine raccogliersi in preghiera e, mentre saliva, gli alberi abbassavano miracolosamente le loro cime, come se fossero vivi e umani ed intendessero venerare in tal modo la Signora del mondo. Compiuta la sua preghiera dinanzi a Dio, la Vergine ridiscese a casa, si apprestò a preparare il suo letto funebre, ed attese. Intanto, nel cielo apparvero delle nubi, che avevano rapito dai confini della terra tutti gli Apostoli, e li posarono davanti alla sua casa. A capo del letto vediamo Pietro, mentre ai piedi vi è Paolo, il vaso d’elezione, in atteggiamento di venerazione: “Salve, Madre della vita”, egli dice, “anche se non ho conosciuto tuo Figlio corporalmente sulla terra, guardando te è come se vedessi Lui stesso”. I due principi degli apostoli sono messi in rilievo quasi a costituire la prua e la poppa della nave celeste, costituita dal corpo della
Vergine, il cui albero è Cristo. La nave celeste, la Chiesa, che ci conduce nel porto della salvezza, nel porto della nostra santificazione. 

Sion e il Getsemani
I due edifici ai lati della rappresentazione indicano la città. Siamo nella città di Davide Gerusalemme, in Sion gloriosa ed illustre, dove fu adempiuta la legge della lettera e fu annunziata la legge dello spirito. Questo è  il luogo di convegno degli apostoli. Questa è la madre di tutte le Chiese sparse su tutta la terra e qui convennero coloro che si erano dispersi in ogni luogo della terra per portare gli uomini alla mensa spirituale delle nozze dello sposo celeste che il Padre celebra con magnificenza tutta regale per il Figlio. Il racconto degli Apocrifi parla del Getsemani come
punto di convergenza degli apostoli. Qui vi era la casa della Vergine.

Il Cristo
Al centro dell’icona, in una mandorla celeste che indica la gloria, abbiamo Cristo che tiene tra le braccia, come una neonata in fasce, l’anima della Vergine. L’anima della Madre di Dio è rappresentata come una bambina avvolta in lini bianchi. Se ne vuole così indicare lo splendore, come dell’anima pura illuminata mediante il battesimo. Il Signore disse all’arcangelo Michele di portare l’anima di Maria in paradiso, poi dispose di portarvi anche il corpo e di deporlo sotto l’albero della vita e là l’anima sarebbe stata ricongiunta al corpo glorioso. Tutto intorno al Signore vi sono degli angeli e nella parte alta due serafini. Nella metà superiore della rappresentazione vediamo un clipeo sorretto appunto dai due Arcangeli che portano in cielo il corpo della Vergine. Dalla Gerusalemme terrestre, alla città di Dio, Ella, la Madre dei viventi, è trasferita alla Gerusalemme di lassù.