sabato 28 marzo 2020

Pensieri sulla Quinta Domenica di Quaresima

TRIODION – GRANDE QUARESIMA

QUINTA DOMENICA DEI DIGIUNI




Domenica di santa Maria Egiziana

            Quanto del cammino fin qui percorso abbiamo fatto nostro? Quanta strada abbiamo fatto sulla via della conversione? Tutto ciò che ci riguarda infatti sta per giungere alla fine. D’ora in poi noi seguiamo i discepoli: 

 “Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro... (e disse loro:) ‘Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’Uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà’” (Marco 10, 32-45).

         È l’evangelo della quinta domenica. Abbiamo visto come già dalla terza domenica il tono delle liturgie quaresimali sia cambiato. Se durante la prima parte della Quaresima lo sforzo aveva di mira la nostra personale purificazione, ci è dato di capire ora che questa purificazione non è fine a sé stessa, ma ci deve portare alla contemplazione, alla comprensione e all’appropriazione del mistero della croce e della risurrezione. Il significato del nostro sforzo ci è ora rivelato: si tratta di partecipare a quel mistero a cui ci eravamo così assuefatti da darlo per scontato, al punto da dimenticarlo. E mentre siamo alla sequela di Gesù che sale a Gerusalemme insieme con i suoi discepoli, siamo “stupiti e pieni di timore”.


da A. Schmemann, Great Lent, St. Vladimir’s Seminary Press 1974


 
ALLA LITURGIA

Ebrei 9, 11-14; Marco 10, 32-45.

Tropario

In te, o Madre, si è esattamente conservata l’immagine divina.
Prendendo la Croce, hai seguito Cristo,
con l’esempio hai insegnato a disprezzare la carne, poiché effimera,
e ad aver cura dell’anima, opera immortale.
Perciò, o Maria, il tuo spirito esulta con gli Angeli.

_______

Domenica 5a DEI DIGIUNI DELLA SANTA MADRE NOSTRA MARIA EGIZIACA

"Sui figli di Zebedeo"

    Si avvicina la fine del periodo quaresimale. Anche l’intensità dei temi spirituali riceve come un’accelerazione. Durante la settimana, al giovedì, si celebra il "Grande Canone della penitenza", estesa composizione che comprende 320 Tropari (per ciascuno dei quali si fanno 3 metánoiai o prostrazioni), opera squisita di S. Andrea di Creta (verso il 720), e specchio della spiritualità bizantina. Sopra si é accennato che, diviso in 4 sezioni, il "Grande Canone" si canta anche nei giorni dal lunedì al giovedì della settimana la di Quaresima.
    Il sabato di questa settimana e dedicato all’"Inno Akáthistos" in onore della Madre di Dio.
    Questa Domenica si usa commemorare la figura bellissima della "nostra santa Madre, Maria l’Egiziaca", esempio perfette di peccatrice convertita al Signore, e per Lui amorosamente penitente lungo tutta l’esistenza. I fedeli sono richiamati alla sua imitazione.

T. Federici: “Resuscitò Cristo” Commento alle letture della Divina Liturgia Bizantina
Eparchia di Piana degli Albanesi - Palermo 1996


La Domenica Bizantina - Domenica 29 Marzo 2020 - V di Quaresima: di santa Maria Egiziaca

29 MARZO 2020
DOMENICA V DI QUARESIMA.
SANTA MARIA EGIZIACA.



Tono I; Eothinòn VIII

Divina Liturgia di san Basilio

1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Tu lìthu sfraghisthèndos ipò ton Iudhèon ke stratiotòn filassòndon to achrandòn su Sòma, anèstis triìmeros, Sòtir, dhorùmenos to kòsmo tin zoìn. Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn evòon si, Zoodhòta; Dhòxa ti Anastàsi su, Christè; dhòxa ti vasilìas su, dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Sigillata la pietra dai giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, Datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Tu lìthu sfraghisthèndos ipò ton Iudhèon ke stratiotòn filassòndon to achrandòn su Sòma, anèstis triìmeros, Sòtir, dhorùmenos to kòsmo tin zoìn. Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn evòon si, Zoodhòta; Dhòxa ti Anastàsi su, Christè; dhòxa ti vasilìas su, dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.

Sigillata la pietra dai giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, Datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini.

En sì, Mìter, akrivòs dhiesòthi to kat’ikòna; lavùsa gar ton stavròn, ikolùthisas to Christò, ke pràttusa edhìdhaskes iperoràn iperoràn men sarkòs, parèrchete gar; epimelìsthe dhe psichìs, pràgmatos athanàtu; dhiò ke metà anghèlon sinagàllete, osìa Maria, to pnèvma su.    

In te, o Madre, hai avuto cura di conservare intatta l’immagine divina, poiché hai abbracciata la croce per seguire Gesù, insegnando con l’esempio a disprezzare la carne corruttibile, e ad apprezzare invece l’anima, opera immortale. Giustamente ora il tuo spirito, o Madre Maria, esulta in mezzo agli angeli. 

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

Prostasìa ton Christianòn akatèschinde, mesitìa pros ton Piitìn ametàthete, mi parìdhis amartolòn dheìseon fonàs, allà pròfthason, os agathì, is tin voìthian imòn ton pistòs kravgazòndon si: Tàchinon is presvìan  ke spèfson is ikesìan, i prostatèvusa aì, Theotòke, ton timòndon Se.

O invincibile Protettrice dei Cristiani, inconcussa mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le voci di supplica di noi peccatori, ma affrettati, pietosa, a venire in aiuto di noi che con fede a Te gridiamo: o Madre di Dio, non tardare ad intercedere per noi; orsù, muoviti a pregare per noi, Tu che ognora proteggi quanti ti venerano.

APOSTOLOS (Ebrei 9, 11-14)

- Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli. (Sal.75,12).

- Dio è conosciuto in Giudea, in Israele è grande il suo nome. (Sal.75,2).

Dalla lettera agli Ebrei.

   Fratelli, Cristo, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna.
   Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente? 

Alliluia (3 volte).

- Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. (Sal.94,1).

Alliluia (3 volte).

- Presentiamoci al suo cospetto con canti di lode, inneggiamo con canti di lode. (Sal.94,2).

Alliluia (3 volte).


VANGELO (Marco 10, 32-45)

In quel tempo Gesù, prendendo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto. “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegne-ranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà”. E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Cosa volete che io faccia per voi?” Gli risposero: “Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Gesù disse loro: “Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo e ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?” Gli risposero: “Lo possiamo”.  E Gesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.  Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

MEGALINARIO

Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, parthenikòn kàfchima, ex ìs Theòs esarkòthi, ke pedhìon ghègonen o pro eònon ipàrchon Theòs imòn. Tin gàr sìn mìtran thrònon epìise, ke tin sìn gastèra platitèran uranòn apirgàsato. Epì sì chèri, Kechari-tomèni, pàsa i ktìsis, dhòxa si.

In te si rallegra, o piena di grazia, tutto il creato: e gli angelici cori e l’umana progenie, o tempio santo e razionale paradiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed è divenuto bambino colui che fin dall’eternità è il Dio nostro. Del tuo seno infatti egli fece il suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. In te, o piena di grazia, si rallegra tutto il creato. Gloria a te.

AI DITTICI

Ton uranofàndora tu Christù, mìstin tu despòtu, ton fostìra ton fainòn, ton ek Kesarìas ke Kappadhòkon chòras, Vasìlion ton mègan pàndes timìsomen.

Orsù! Onoriamo tutti il celeste rappresentante di Cristo, l’inizia-to ai misteri del Signore, l’astro splendente da Cesarea e dalla regione di Cappadocia, il Grande Basilio!

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia.

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’allto. Alliluia.


Preghiera dell’ambone

O Cristo Dio nostro, sei tu che con sapienza e potenza distribuisci le ricchezze e le togli, Tu che per noi ti sei fatto povero affin di arricchir noi di tua povertà. Sii tu pure, o Signore, a versare i tesori delle tue misericordie su noi peccatori che privi dei tuoi beni abbiamo bisogno della tua clemenza, poiché ricchi solo di peccati devi tu liberarci da ogni malvagità, per rivestirci di ogni virtù, avendo noi bisogno di fare opere buone. Signore, liberaci dalla terribile condanna inflitta al ricco che non ebbe compassione (per Lazzaro), e facci partecipi dell'eterno riposo del povero Lazzaro con Abramo; né ci sia di condanna la porpora spirituale di cui ci rivestisti e da noi deturpata, quella porpora, che è la santificazione del tuo Sangue e il mistico bisso che è lo splendore da te donatoci col Battesimo; che anzi rendici degni di risplendere col dominio delle passioni e con la purezza della vita quasi indumenti sacri e regali onde meritare il regno eterno. Signore, tu sei misericordioso e glorioso col Padre e con lo Spirito Santo ora e nei secoli. 

VENERDÌ PROSSIMO: CANTO DI LAZZARO;
DOMENICA PROSSIMA: PROCESSIONE DELLE PALME

venerdì 27 marzo 2020

Icona dei Santi Medici ed Infermieri del XX secolo

ICONA DEI SANTI MEDICI ED INFERMIERI DEL XX SECOLO



Pubblichiamo oggi una icona unica nel suo genere, che raffigura santi medici ed infermieri (tra loro anche martiri) del 20 ° secolo , di cui fanno memoria - separatamente - le diverse tradizioni del cristianesimo. 

L’icona- la potremmo definire Deisis-preghiera – è stata scritta dall’artista Nikos Kosmidis che ci offre queste informazioni:

"Durante il Medioevo, con l'avvento della" Morte Nera "e di altre epidemie, i cristiani chiamavano in aiuto i quattordici santi (Santi ausiliari). Ho pensato di raffigurare uomini e donne del secolo scorso che offrivano i loro servizi medici ai pazienti in tempo di pace e in tempo di guerra, come durante le due guerre mondiali e la guerra civile spagnola. Il racconto dell’immagine è una preghiera per coloro che soffrono di coronavirus, medici, infermieri e le loro famiglie, ma anche una preghiera universale ".

Si tratta quindi, di una icona “ecumenica” e come tale ha un valore particolare.

La pandemia di coronavirus sta colpendo oggi tutti i cristiani e tutti gli uomini, quindi tutti ricordiamo il detto paolino " siamo popolo di Dio". In occasione della lunga guerra in Siria si parlava di "ecumenismo del martirio", poiché i cristiani di tutte le confessioni erano indiscriminatamente vittime dell'orrore della guerra. 

Al tempo del coronavirus, potremmo parlare di "ecumenismo della pandemia", dal momento che tutti sono chiamati ad affrontare la guerra pandemica, con le armi spirituali conosciute da tutti: responsabilità, preghiera, pazienza e sacrificio, come quello offerto con la propria vita dal sacerdote don Giuseppe Berardelli, che diede il suo respiratore al paziente giovane accanto e morì. Perché l'altro viva!

Questa era la logica dei santi medici e infermieri del 20 ° secolo, che Nikos Kosmidis ha scritto: Perché il mondo viva!


Eccovi in breve le biografie dei santi raffigurati.

Beato Pere Tarres i Claret (30/05/1905 – 31/08/1950) Sacerdote cattolico spagnolo di Barcellona, che prestò servizio come medico nell'esercito democratico durante la guerra civile spagnola. Offrì i suoi servizi ai poveri, e specialmente a quelli che soffrivano di tubercolosi, e istituì una clinica per pazienti bisognosi, che dedicò alla Vergine Maria. Chiamava la sua macchina uno "strumento di lavoro" e la usava come mezzo di evangelizzazione. 

San Riccardo Pampuri (2 agosto 1897-1 maggio 1930). Medico cattolico italiano e veterano della prima guerra mondiale, membro dell'Ordine dei Fatebenefratelli. Durante la Grande Guerra offrì i suoi servizi medici sul campo di battaglia. Alla fine della guerra, ha completato i suoi studi medici e la sua formazione pratica senza far pagare i suoi pazienti. È diventato membro del Terzo Ordine di San Francesco d'Assisi e ha istituito un ministero per la cura dei poveri. Le difficoltà della guerra avevano influenzato il deterioramento della sua salute. Era affetto da malattia broncopolmonare, che in combinazione con la tubercolosi lo ha portato ad una morte precoce.

San Giuseppe Moscati (25 luglio 1880 - 12 aprile 1927) Medico e professore universitario italiano, cattolico romano, con pionieristiche ricerche accademiche nel campo della biochimica. Offrì i suoi servizi nell'area campana durante l'eruzione del vulcano Vesuvio (1906), così come durante lo scoppio del colera nella città di Napoli nel 1911, a seguito della pandemia del Sesto colera mondiale. Durante la Grande Guerra non gli fu permesso di essere chiamato alle armi perché fu considerato più importante che offrisse i suoi servizi nell’arte medica. Fu responsabile dell'Istituto di Anatomia. Nella stanza del Dipartimento di Anatomia aveva collocato il Crocifisso con la scritta "o morte, io sarò la tua morte" (Ero mors tua, o mors), tratta dal libro del profeta Osea. Si addormentò pacificamente, dopo aver completato un altro giorno di ministero in ospedale.

Santa Gianna Beretta Molla (4 ottobre 1922-28 aprile 1962) Una pediatra cattolica italiana che ha basato il suo lavoro medico sulla sua forte fede. Ha sviluppato la carità tra gli anziani e ha assistito attraverso il movimento di San Vincenzo de Paoli i bisognosi. I medici trovarono un tumore nel suo grembo materno durante la sua quarta gravidanza. Nonostante le raccomandazioni di abortire e di praticare l’isterectomia, ha rifiutato l’aborto preferendo salvare la vita del suo bambino. Ha dato alla luce un bambino con taglio cesareo sette giorni prima di perdere essa stessa la vita. La figlia di Gianna, Emanuela, è medico geriatra.


- Patologo Alexander Schmorell di Monaco (16 settembre 1917 - 13 luglio 1943)
Il neo-martire ortodosso tedesco Alexander, fu uno studente di medicina all'Università di Monaco, aiutò a fondare il gruppo antinazista White Rhodes. Durante la seconda guerra mondiale, fu inviato con i suoi compagni di classe sul fronte orientale. Lì offrirono i loro servizi ai soldati tedeschi feriti e segretamente ai cittadini russi. Vedendo l'orrore della guerra e rendendosi conto del male che la Germania nazista aveva inflitto, lui e Hans Scholl costituirono il gruppo di White Rhodes. Presto, altri membri della comunità accademica si aggiunsero al gruppo. I loro proclami di resistenza, in cui denunciarono il nazismo attraverso le loro credenze cristiane e umanitarie, si diffusero in tutta la Germania. A seguito della loro azione furono arrestati e giustiziati diversi membri, tra cui Alessandro.

San Lucas Arcivescovo di Crimea, Medico (14 aprile 1877-11 giugno 1961) L'arcivescovo ortodosso Loukas visse la sua fede come padre e marito amorevole , medico filantropo, illustre uomo di scienza, buon vescovo e confessore durante l'Unione Sovietica. Ha sviluppato un eccellente lavoro scientifico, combinando una profonda fede alla ricerca pionieristica, ad esempio nel campo dei trapianti, nello specifico del trapianto da animale a uomo. Nonostante l'intensa persecuzione e l'esilio dal regime sovietico, si offrì volontario per fornire le sue conoscenze mediche durante il periodo dell'invasione nazista della Russia. Gli fu assegnato il ruolo di comandante in capo dei medici dell'esercito sovietico. Nel 1946 gli fu assegnato il "Premio Stalin" per i suoi servizi riconosciuti durante la guerra patriottica e le sue pubblicazioni scientifiche. Ha donato la maggior parte del suo denaro ai bambini che hanno sofferto gli effetti della guerra. Non distingueva le persone dalla loro fede o dalle loro convinzioni politico-ideologiche e offriva, come nuovo Anargiro, servizi medici gratuiti a chiunque fosse nel bisogno. Prima di eseguire i suoi interventi chirurgici, faceva il segno della Croce con lo iodio sulla parte del paziente che doveva essere operata.

- Martire Edith Cavell (4 dicembre 1865 - 12 ottobre 1915).
La pia infermiera anglicana Edith Cavell del villaggio di Swardeston vicino alla storica Norwich era la figlia di Frederick Cavell, un prete inglese. La sua carriera professionale come governante e il suo amore per la cura degli altri l'hanno portata a studiare come infermiera. A causa delle sue capacità, le fu chiesto di aprire la prima scuola per infermieri in Belgio. Durante la prima guerra mondiale, curò i feriti su entrambi i fronti indiscriminatamente. Durante la resistenza, aiutò 200 prigionieri di guerra alleati a fuggire. Per le sue azioni, fu condannata a morte da un tribunale militare tedesco, nonostante le richieste internazionali per la sua salvezza. Prima di morire, chiese e ricevette la Comunione dal sacerdote anglicano Ed. Stirling Gahan, cui confessò: “Il patriottismo non basta. Non dovrei avere odio o amarezza per nessuno ".

(Fonte: www.fanarion.blogspot.com)

martedì 24 marzo 2020

Proprio del Vespro dell'Annunciazione

Parti proprie del Vespro dell'Annunciazione della Madre di Dio



Dopo il Canto del Kirie Ekèkraksa, cantiamo i seguenti inni.

Perché presso il Signore è la misericordia, e grande è presso di lui la redenzione, ed egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità.

Per rivelarti l’eterno consiglio, si presentò Gabriele, o Vergine, salutandoti e così parlando: Gioisci, terra non seminata; gioisci, roveto incombusto; gioisci, abisso imperscrutabile; gioisci, ponte che fa passare ai cieli e scala elevata contemplata da Giacobbe; gioisci, divina urna della manna; gioisci, liberazione dalla maledizione; gioisci, ritorno di Adamo dall’esilio: il Signore è con te. 

Lodate il Signore, genti tutte dategli lode, popoli tutti.

Mi appari come uomo, disse la Vergine incorrotta al principe dell’esercito celeste: come dunque pronunci parole che oltrepassano l’uomo? Mi hai detto infatti che Dio sarà con me e prenderà dimora nel mio grembo: ma, dimmi, come potrò divenire ampio spazio e luogo di santità per colui che cavalca i cherubini? Non trarmi in inganno: non ho conosciuto piacere, sono estranea a nozze, come dunque partorirò un figlio? 

Perché più forte si è fatta per noi la sua misericordia, e la verità del Signore rimane in eterno.

Quando Dio vuole, l’ordine della natura è superato, rispose l’incorporeo, e si opera ciò che oltrepassa l’uomo. Credi alle mie veraci parole, o santissima più che immacolata. Ed essa esclamò: Mi avvenga dunque, secondo la tua parola, e io partorirò colui che non ha carne, che da me prenderà la carne per ricondurre l’uomo, grazie a questa unione, alla dignità antica: egli è il solo potente. 

Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo. E ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin

Fu mandato dal cielo l’arcangelo Gabriele ad annunciare alla Vergine il concepimento. Giunto a Nazaret, rifletteva in se stesso sul prodigio e ne era sbigottito: Dunque l’inafferrabile che è nel più alto dei cieli nasce da una vergine! Colui che ha il cielo per trono e la terra come sgabello si rinchiude nel grembo di una donna! Colui che i serafini dalle sei ali e i cherubini dai molti occhi non possono fissare, si compiace di incarnarsi da lei in virtù della sola parola. Colui che qui è presente è il Verbo di Dio. Che attendo dunque, perché non parlo alla fanciulla? Gioisci, piena di grazia, il Signore è con te; gioisci, Vergine pura; gioisci sposa senza nozze; gioisci, Madre della vita. Benedetto il frutto del tuo seno.

INGRESSO

Fos ilaròn aghìas dhòksis athanàtu Patròs, uranìu, aghìu, màkaros, Iisù Christè, elthòndes epì tin ilìu dhìsin, idhòndes fòs esperinòn, imnùmen Patèra Iiòn, kiè àghion Pnèvma Theòn. Axiòn se en pàsi kierìs imnìsthe fonès esìes, Iiè Theù, zoìn o dhidhùs, dhiò o kòsmos se dhoxàzi. 

Luce gioiosa della santa gloria del Padre immortale, celeste, santo, beato, o Cristo Gesú! Giunti al tramonto del sole, e vista la luce vespertina, cantiamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, Dio. È cosa degna cantarti in ogni tempo con voci armoniose, o Figlio di Dio, tu che dai la vita: perciò a te dà gloria il mondo.

Prokimeno della sera

La tua misericordia mi inseguirà tutti i giorni della mia vita. (2v.)

 Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla.


Lettura del libro della Genesi (28,10-17).

Giacobbe partì dal pozzo del giuramento e si diresse verso Carran; si imbattè in un luogo e là si mise a dormire perché era tramontato il sole. Prese una delle pietre che erano lì, se le pose sotto il capo, si addormentò in quel luogo e sognò: ed ecco, una scala appoggiava sulla terra e la sua cima raggiungeva il cielo, e gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa, mentre il Signore vi si appoggiava, e gli disse: Io sono il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco, non temere: la terra su cui giaci, la darò a te e alla tua discendenza. E la tua discendenza sarà come la sabbia della terra, e si estenderà verso il mare, verso mezzogiorno, verso settentrione e verso oriente, e saranno benedette in te e nella tua discendenza tutte le tribù della terra. Ed ecco, io sono con te per custodirti in tutto il cammino che farai; e ti farò tornare in questa terra, perché non ti abbandonerò sinché io non abbia fatto tutto quello di cui ti ho parlato. E Giacobbe si destò dal suo sonno e disse: Il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo! Ebbe timore e disse: Quanto è tremendo questo luogo! Altro non è che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo.

Lettura della profezia di Ezechiele (43,27-44,4).

A partire dal giorno ottavo, i sacerdoti offriranno sull’altare i vostri olocausti e i vostri sacrifici pacifici, e voi mi sarete accetti, dice il Signore. E mi fece volgere per la via della porta esterna del santuario che guarda ad oriente, ed essa era chiusa. E il Signore mi disse: Questa porta resterà chiusa, non verrà aperta e nessuno passerà per essa, perché per essa entrerà il Signore Dio d’Israele, e rimarrà chiusa. Poiché il principe, lui siede in essa per prender cibo. Entrerà per la via del portico della porta e per la sua via uscirà. E mi introdusse per la via della porta che guarda a settentrione, di fronte al tempio: e vidi, ed ecco, era piena di gloria la casa del Signore.

Lettura del libro dei Proverbi (9,1-11).

La sapienza si è costruita una casa e ha eretto a sostegno sette colonne. Ha sgozzato i suoi animali, ha versato nel calice il suo vino e ha preparato la sua mensa. Ha mandato i suoi servi a invitare al banchetto con alto proclama, dicendo: Chi è stolto si rivolga a me. E a quelli che mancano di senno dice: Venite, mangiate il mio pane e bevete il vino che ho mesciuto per voi. Abbandonate la stoltezza e vivrete, cercate la prudenza per poter aver vita e dirigere l’intelligenza con la conoscenza. Chi rimprovera dei malvagi ne ricaverà per sé disonore e chi correggerà l’empio ne avrà biasimo, perché i rimproveri fatti all’empio sono per lui lividure. Non rimproverare dei malvagi perché non ti prendano in odio: rimprovera il saggio e ti amerà. Da’ un’opportunità al saggio e diventerà più saggio, istruisci un giusto e continuerà ad accogliere istruzione. Principio della sapienza è il timore del Signore, e il consiglio dei santi è intelligenza. Conoscere poi la legge è cosa di una buona mente. In questo modo, infatti, vivrai a lungo e ti verranno aggiunti anni di vita.

Stichirà idiomela

Il sesto mese fu inviato l’arcangelo a una vergine pura; ed egli rivolgendole il saluto: Gioisci, le annunciò che da lei sarebbe venuto il Redentore. Accolto dunque con fede il saluto, essa concepì te, che sei Dio dall’eternità, e che ineffabilmente ti sei compiaciuto di farti uomo per la salvezza delle anime nostre.

 Date di giorno in giorno il buon annuncio della sua salvezza.

Una lingua sconosciuta udì la Madre di Dio: le parlava l’arcangelo, con le parole della buona novella; ed essa, accolto con fede il saluto, concepì te, Dio che sei prima dei secoli. Perciò noi, esultanti, a te acclamiamo: O Dio che da lei ti sei immutabilmente incarnato, dona al mondo la pace, e alle anime nostre la grande misericordia.

 Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra.

Ecco, si manifesta ora per noi la nostra riconcilia-zione: oltre ogni comprensione Dio si unisce agli uomini. Alla voce di un arcangelo, è dissipato l’inganno, perché la Vergine accoglie la gioia: tutto ciò che è terrestre diviene cielo, il mondo è sciolto dalla maledizione antica. Esulti il creato e faccia udire voci inneggianti: O Creatore e Redentore nostro, Signore, gloria a te.

Gloria. Ora e sempre. Tono 4. Di Andrea di Gerusalemme.

Oggi, annunci di gioia, festa della Vergine! Le realtà della terra si congiungono a quelle del cielo; Adamo è rinnovato; Eva è liberata dalla tristezza di prima: e la dimora della nostra stessa sostanza, deificata da ciò che ha concepito, è divenuta tempio di Dio. O mistero! Ignoto il modo del divino annientamento, ineffabile il modo del concepimento. Un angelo è ministro del prodigio; un grembo verginale accoglie il Figlio; lo Spirito santo viene inviato; il Padre dall’alto esprime il suo beneplacito, e si opera questo incontro per il loro comune volere. In esso e per esso salvàti, ad una sola voce con Gabriele, acclamiamo alla Vergine: Gioisci, o piena di grazia dalla quale ci viene la salvezza, Cristo Dio nostro che, assunta la nostra natura, a sé l’ha innalzata. Supplicalo per la salvezza delle anime nostre.

Tropari

Sìmeron tis sotirìas imòn to kefàleon * ke tu ap’eònos Mistirìu i fanèrosis: * o Iiòs tu Theù, * Iiòs tis Parthènu ghìnete, * ke Gavriìl tin chàrin evanghelìzete. * Dhiò sin aftò ti Theotòko voìsomen: * Chère, Kecharitomèni, * o  Kìrios metà su.

Oggi inizia la nostra salvezza e la manifestazione dell’eterno mistero: il Figlio di Dio diviene figlio della Vergine e Gabriele annunzia la grazia. Con lui gridiamo alla Madre di Dio: Salve, o piena di grazia, il Signore è con te.

25 Marzo - Annunciazione della Madre di Dio - Foglietto della Divina Liturgia

25 MARZO 

Annunciazione della Santissima Madre di Dio
 e sempre Vergine Maria



1^ ANTIFONA

O Theòs to krìma su to vasilì dhòs ke tin dhikeosìnin to iiò tu vasilèos. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

O Dio, il tuo giudizio concedi al re e la tua giustizia al figlio del re. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Katavìsete os ietòs epì pòkon ke osì stagòn i stàzusa epì tin ghìn. Sòson imàs, Iiè Theù, o dhi’imàs sarkothìs, psàllondàs si: Alliluia.

Scenderà come pioggia sulla messe e come acqua irrorante la terra. Salva, o Figlio di Dio, che per noi ti sei incarnato dalla Vergine, noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Èste to ònoma aftù evloghimènon is tus eònas, pro tu ilìu dhiamèni to ònoma aftù.

Sìmeron tis sotirìas imòn to kefàleon, ke tu ap’eònos Mistirìu i fanèrosis; o Iiòs tu Theù Iiòs tis Parthènu ghìnete, ke Ghavriìl tin chàrin evanghelìzete. Dhiò sin aftò ti Theotòko voìsomen: Chère, kecharitomèni, o Kìrios metà su.

Il suo nome sarà benedetto per sempre; il suo nome rimarrà davanti al sole.

Oggi inizia la nostra salvezza e la manifestazione dell’eterno mistero: il Figlio di Dio diviene Figlio della Vergine e Gabriele annunzia la grazia. Con lui gridiamo alla Madre di Dio: Salve, o piena di grazia, il Signore è con te.

ISODIKÒN

Evanghelìzesthe imèran ex imèras to sotìrion tu Theù imòn. Sòson imàs, Iiè Theù, o dhi’imàs sarkothìs, psàllondàs si: Alliluia.


Annunziate di giorno in giorno la salvezza del nostro Dio. Salva, o Figlio di Dio, che per noi ti sei incarnato dalla Vergine, noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Sìmeron tis sotirìas imòn to kefàleon ke tu ap’eònos misti-rìu i fanèrosis: o Iiòs tu Theù Iiòs tis Parthènu ghìnete, ke Gavriìl tin chàrin evanghelìzete. Dhiò ke imìs sin aftò ti Theotòko voìsomen: Chère, kecharitomèni, o Kìrios metà sù.

Oggi inizia la nostra salvezza e la manifestazione dell’eterno mistero: il Figlio di Dio diviene Figlio della Vergine e Gabriele annunzia la grazia. Con lui gridiamo alla Madre di Dio: Salve, o piena di grazia, il Signore è con te.

KONDAKION

Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, os litrothìsa ton dhinòn efcharistìria anagràfo sì i pòlis su, Theotòke.  All’os èchusa to kràtos aprosmàchiton, ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfefte.

A te che, qual condottiera, per me combattesti, innalzo l’inno della vittoria; a te porgo i dovuti ringrazia-menti io che sono la tua città, o Madre di Dio. Tu, per l’invincibile tua potenza, liberami da ogni sorta di pericoli, affinché possa a te gridare: salve, o sposa sempre vergine.

APOSTOLOS (Ebrei 2, 11 - 18)

- L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.  (Lc.1,46- 47).

- Perché ha guardato l’umiltà della sua serva; ecco d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. (Lc.1,48).

Dalla lettera agli Ebrei.

Fratelli, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi; e ancora: Io metterò la mia fiducia in lui; e inoltre: Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Alliluia (3 volte).

- Discenderà come pioggia sull’erba, e come acqua che stilla sulla terra. (Sal 71, 6).

Alliluia (3 volte).

- Sia benedetto il suo nome nei secoli, innanzi al sole durerà il suono nome. (Sal 71,17).

Alliluia (3 volte).

VANGELO (Luca 1, 24-38)

 Dopo quei giorni Elisabetta concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini”. Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
    La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
   Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.

MEGALINARION

Evanghelìzu, ghi, charàn megàlin, enìte, uranì, Theù tin dhòxan. Os empsìcho Theù kivotò psavèto midhamòs chìr amiìton; Chìli dhe pistòn ti Theotòko asighìtos fonìn tu Anghèlu anamèlponda, en agalliàsi voàto: Chère, Kecharitomèni, o Kìrios metà su.

Annunzia, o terra, una grande gioia; lodate, o cieli, la gloria di Dio. Qual spirituale arca di Dio, nessuna mano profana la tocchi! Le labbra dei fedeli, con gran voce, cantando l’inno angelico, esultino ed esclamino alla Deìpara: Salve, o piena di grazia, il Signore è con te.

KINONIKON

Exelèxato Kìrios tin Siòn, iretìsato aftìn is katikìan eaftò. Alliluia.

Il Signore ha scelto Sion; se l’è scelta per sua dimora. Alliluia.


Preghiera dell’ambone

Signore Dio l’onnireggente, che ti compiacesti che il monogenito Figlio tuo si incarnasse dalla donna senza nozze, e si facesse uomo per la nostra salvezza, tu inviasti il tuo arcangelo Gabriele per evangelizzare alla santa Vergine Maria la sua concezione senza uomo, che, avendola predisposta da prima dei secoli, diventasse operazione di questo tremendo Mistero, preconosciuto da te e dallo stesso coeterno tuo Verbo, tu, per le intercessioni di lei e di tutti i tuoi Santi, evangelizza anche alle anime nostre con la tua grazia la remissione dei peccati e la gioia inalienabile.  Parla di pace sul tuo popolo. Facci conoscere la via, procedendo sulla quale noi siamo graditi al tuo regno sovraceleste, per le tenerezze del Cristo tuo, con il quale tu sei benedetto insieme con il tuttosanto e buono e vivificante Spirito, ora e sempre e per i secoli dei secoli.

lunedì 23 marzo 2020

La Festa dell'Annunciazione: Tommaso Federici

25 MARZO


L'EUAGGELISMÓS DELLA SOPRASANTA MADRE DI DIO E SEMPREVERGINE MARIA

    Le date del 25 Dicembre per la Nascita del Signore, del 25 Marzo per l'Euaggelismós, l'Annuncio alla Madre sua, ed in corrispon-denza, del 23 Settembre per l'annuncio a Zaccaria e del 24 Giugno per la nascita di Giovanni, sono storiche, come fu spiegato per il 25 Dicembre, ed in parte per il 23 Settembre. Non sono date folcloriche, o ricorrenze immaginarie e messe in bella simmetria per amore di un certo ordine. La loro memoria fu conservata gelosamente dalla Tradizione, anche se non fissata in note storiche. Delle prime due, la fissazione propriamente liturgica, di calendario, a quanto si sa, fu operata prima della metà del sec. 4°.
    Le Chiese considerano questa grande Festa di oggi come "tó Kephálaion della nostra salvezza", ossia come il "capitolo" nel senso etimologico di "testa (kephalê) di serie", ricapitolazione iniziale, come suona nell'Apolytíkion di oggi. Tale infatti è il senso della Festa, che con i charás Euaggélia, gli Evangeli della Gioia, anticipa già la Potenza della Resurrezione. E questo in due modi singolari: anzitutto sulla Vergine di Nazaret, che riceve "la Parola" dell'Angelo del Signore, alla quale si rimette totalmente; e sulla Chiesa che oggi, come invariabilmente, celebra il suo Signore Risorto contemplandone un episodio del Mistero, l'Euaggelismós, che segna anche il primo istante dell'Incarnazione indicibile.
   Questo Kephálaion salvifico è considerato così decisivo dalla fede contemplante della Chiesa, che è vita vissuta, che, per la sua connessione inscindibile con la Nascita, nella concorrenza liturgica perfino della Settimana santa e grande, escluso il suo Venerdì, prevale su qualunque altra celebrazione, e se cade nel giorno "mobile" della Resurrezione, offre alla Liturgia della Vigilia grande la metà del Canone mattutino.
    Il termine euaggelismós, "annuncio dell'Euaggélion" anzitutto alla Vergine santa, fu felicemente scelto dalla Tradizione, perfettamente in consonanza con i contenuti dell'Evento. Si deve assumere qui come origine necessaria il testo di Is 52,7, tante volte richiamato nelle nostre considerazioni. Esso parla dei "bei passi dell'Evangelizzatore", che qui è l'Angelo Gabriele; dei contenuti intorno al “fatto", che è: "Regna il Signore tuo!", e dunque regnando arreca la Pace, il Bene e la Salvezza finalmente sperimentabili. Maria è chiamata così a contemplare quei "passi belli", ed il regnare in Lei del Signore, con tutte le immani conseguenze.
    Già dalla Proeórtia del 24 Marzo (con preparazione però precedente) comincia il flusso enorme delle lodi di Marìa", chiamata Panagía, Panamômêtos, Hyperámômos. E così solo per cogliere alcune gemme, anche Regina, Reggia di luce, Nube spirituale del Sole divino, Roveto che senza consumarsi riceve il Fuoco della Divinità nel seno, Vaso divino irraggiante, che porta la Manna, Roccia spirituale dalla quale è ritagliato solo il Figlio (allusione a Is 51,1 2, dove questa cava da cui si traggono i figli che ripopolano la Sion devastata sono Abramo e Sara), Eva nuova, Distruzione della maledizione antica, Rialzamento dei caduti.
     La Vergine è divenuta Tenda e Santuario di Colui che cavalca i Cherubini (cf Ez 1), fattasi Trono regale verginale, che finalmente permette al Re che sovrasta i cieli di regnare anche sulla terra degli uomini.
    Al Grande Vespro le visuali teologiche, rese spesso con titoli funzionali, diventano folla. Il Consiglio preeterno è adesso rivelato per la prima volta a Maria, che è la Terra vergine (cf Gen 2,7) non seminata, l'Abisso di santità inesplorato, il Ponte per il cielo, la Scala di Giacobbe finalmente innalzata fino al cielo, il divino Vaso per la Manna, la Riconvocazione di Adamo.
    Nella Vergine di Nazaret è vinto 1`ordine della natura" creata.

    Le Letture (vedi l'8 Settembre) sono Gen 29,10 17, sulla visione della Scala di Giacobbe; Ez 43,27   4,4, sull'Altare nuovo sacrificale, sulla Porta del santuario inviolata "poiché vi passò solo il Signore Dio d'Israele", ed è destinata ad essere la Dimora del Principe del popolo; Prov 9,1 11, sul Convito della Sapienza ormai inaugurato. Esse si ritrovano in diverse ricorrenze mariane, a cominciare dell'8 Settembre.

    Vengono qui altri temi teologici della Vergine visitata dalla Grazia. Ella è la Città spirituale, Sion (vedi poi l'Evangelo di oggi), la Porta spirituale che fa accedere al Figlio, la Reggia della divina Gloria, la Dimora indicibile, il Trono fiammeggiante, il Trono regale celeste, il Monte non tagliato se non per il Figlio (ancora Is 51,1 2), il tuttoprezioso Ricettacolo della Divinità. Per l'Eudokía del Padre e per la Synérgeia dello Spirito Santo, in Lei inabita corporalmente il Plêrôma della Divinità (cf. Col 1, 19; 2,9; e Apóstolos del I° Gennaio).
    Al Mattutino il Canone fino all'Ode 8a fa dialogare nei Tropari la Theotókos con l'Angelo, in un certo senso prolungando ed esplicitando il Saluto di Lc 1,28; gli effetti sono suggestivi. L'Evangelo eotino è quello della Visita e Saluto ad Elisabetta (Lc 1,39 49.56).
    Poiché la Liturgia delle sante Ore circonda la celebrazione della Divina Liturgia come di un tessuto connettivo che è la necessaria ed illustrativa esplicitazione di temi e contenuti   in specie in funzione dell'Evangelo del giorno  , e così contribuiscono al senso profondo della Festa.

T. Federici: “Resuscitò Cristo” Commento alle letture della Divina Liturgia Bizantina, Eparchia di Piana degli Albanesi - Palermo 1996

Paraklisis contro le Epidemie

Ufficiatura del Canone Paracletico (di supplica) contro le Epidemie



Canone alla Santa, consustanziale vivificante ed indivisibile Trinità e a tutti i Santi, nel pericolo di epidemie


Sac: Benedetto il nostro Dio in ogni tempo, ora e sempre nei secoli dei secoli. 
Tutti: Amìn.

Gloria a te Dio nostro, gloria a te!

Re celeste, Consolatore, Spirito della verità, che sei ovunque presente e tutto ricolmi, scrigno dei beni e dispensatore di vita, vieni, e dimora in noi, e purificaci da ogni macchia, e salva, o Buono, le nostre anime.

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi. (tre volte)

Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn.

Santissima Trinità, abbi misericordia di noi; Signore, purifica i nostri peccati; Sovrano, perdona le nostre iniquità; Santo, visita e guarisci le nostre infermità, a causa del tuo nome.

Kyrie eleison. (tre volte).

Padre Nostro, che sei nei Cieli, sia santificato il tuo Nome; venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra; dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti così come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Sac: Poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria, Padre, Figlio, e Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli.Amen.

Kyrie eleison. (12 volte)

Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

Venite, adoriamo e prostriamoci a Dio, nostro Re.

Venite, adoriamo e prostriamoci a Cristo Dio, nostro Re.

Venite adoriamo e prostriamoci allo stesso Cristo Re, e Dio nostro.

(Salmo 87). 

Signore, Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte. Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l'orecchio al mio lamento. Io sono colmo di sventure, la mia vita è vicina alla tomba. Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, sono come un morto ormai privo di forza. È tra i morti il mio giaciglio, sono come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali tu non conservi il ricordo e che la tua mano ha abbandonato. Mi hai gettato nella fossa profonda, nelle tenebre e nell'ombra di morte. Pesa su di me il tuo sdegno e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.
Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore. Sono prigioniero senza scampo; Si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani. Compi forse prodigi per i morti? O sorgono le ombre a darti lode? Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà negli inferi? Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, la tua giustizia nel paese dell'oblio? Ma io a te, Signore, grido aiuto, e al mattino giunge a te la mia preghiera. Perché, Signore, mi respingi, perché mi nascondi il tuo volto? Sono infelice e morente dall'infanzia, sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori. Sopra di me è passata la tua ira, i tuoi spaventi mi hanno annientato, mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono. Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi sono compagne solo le tenebre.

Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn.  

Alleluia, Alleluia, Alleluia, gloria a Te o Dio.( 3 volte)

Tropari

Il Lettore: Signore, non castigarci, nel tuo sdegno non accusarci.

Spinti dalla impotenza e vedendo la tua maestà su tutte le cose, o Santissima Trinità, siamo preda della malattia e della infermità, e per questo ti gridiamo: salvaci, e abbi pietà di noi.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Hai consegnato i tuoi servi alle braccia mortifere della malattia, o Signore uno e glorificato in Tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Abbi misericordia di noi, Signore, perché tua è la misericordia e la benevolenza.

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Voi tutti santi Angeli, Celesti Potenze e Potestà, Cherubini e Serafini, Troni e Dominazioni, pregate il Signore Dio nostro che fermi la sua mano onnipotente contro di noi e ci riservi misericordia.

Profeti, patriarchi, metropoliti, confessori, martiri e santi tutti, pregate il Signore Dio nostro che fermi la sua mano onnipotente contro di noi, e ci riservi misericordia.

Voi tutti monaci e monache amanti di Cristo, pregate il Signore Dio nostro che fermi la sua mano onnipotente contro di noi, e ci riservi misericordia.

Fonte speciale di guarigione ti ha reso il Signore Gesù Cristo nascendo da te, o Madre sempre venerata: pertanto salva i tuoi servi che navigano nella tempesta.

Canone

Ode I

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Signore Dio, glorificato dalle creature terrestri e celesti, Unico nelle Tre Ipostasi e seduto sul trono di Gloria, Padre, Figlio e Spirito Santo, abbi pietà del tuo popolo e scaccia da noi questa epidemia, affinché possiamo glorificarti con bocche piene di letizia.

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Il dolore delle infermità e gli acciacchi della malattia hanno invaso tutti noi, o Signore: Trinità indivisibile e perenne, abbi pietà di noi servitori tuoi, perché abbiamo molto peccato.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Dona salute e salvezza a questa generazione, Signore Dio, Trinità sempre lodata, perché i dolori della morte ci hanno accerchiato. Abbiamo molto peccato ma tu abbi pietà di noi tutti.

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amìn.

O Purissima, Tu che hai portato in grembo il Salvatore e il Creatore di tutto, pregaLo tu per noi che abbia misericordia di noi, popolo peccatore.

Ode III

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Voi tutti Angeli, Arcangeli, Potenze, Serafini, Cherubini e Incorporei tutti, intercedete per noi presso il Trono Celeste affinché il Redentore abbia misericordia dei suoi servi e annienti questo grave malanno che si è diffuso presso di noi.

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Affinché sia reso manifesto il tuo amore per il genere umano, o Dio beatissimo, allontana questa epidemia dai tuoi servi, e annienta ogni dolore, Tu che sei buono e Filantropo.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Voi Potenze Angeliche, Arcangeli, Troni, Dominazioni e Angeli tutti, pregate per noi Iddio nostro che abbia pietà del suo popolo e distolga da noi il suo giusto giudizio e questo malanno portatore di morte.

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amìn.

Fonte di guarigione e avvocata dei cristiani, Vergine Madre, abbi compassione del tuo popolo sofferente e mostraci la tua benevolenza, pregando il Figlio tuo e Dio nostro che siamo salvati da questo giusto e tremendo castigo.



Tu che non vuoi la morte del peccatore ma che si converta e viva, o Signore, di noi che meritiamo la morte fa secondo la tua benevolenza. Tu difatti possiedi ogni potere sui vivi e sui morti, e meritiamo il castigo e la condanna del tuo giusto tribunale. Ma poiché invero sei il Filantropo e il Misericordioso, concedici il pentimento e la salvezza, affinché possiamo lodarti, o Dio nostro molto compassionevole.

Ode IV

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Le porte dell'Ade si sono avvicinate e l'ombra della morte ha rivestito le nostre regioni, ma tu, o Salvatore, abbi pietà di noi, e redimi coloro che con fede cantano: gloria a Te, Signore nostro, gloria a Te.

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

O voi apostoli, martiri, episcopi e santi asceti, voi che siete dottori dell'anima e avete vinto la buona battaglia, pregate che il Signore Dio abbia pietà di noi.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

L'impotenza ci ha vinti, i peccati ci hanno sommersi, ma voi, Apostoli del Signore, pregate per noi affinché il dolore della malattia si allontani da noi.

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amìn.

Colpiti da ogni dove e accasciati per il dolore, o Vergine, ci inginocchiamo dinnanzi a te, chiedendoti di rivestirci del manto tuo protettivo, o Purissima, salvandoci così dalla morte e da ogni impotenza sanaci, o Madre di Dio.

Ode V

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

O beatissimi Profeti, voi che con le vostre preghiere avete influenzato gli eventi nei tempi antichi e avete labbra sagge e un parlare dolce come il miele, addolcite voi il nostro dolore con la vostra intercessione.

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Le frecce della malattia ci hanno colpiti, o Signore, e la tua mano pesa su di noi. Abbi pietà di noi, o Misericordioso, e muta il dolore in ravvedimento.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Tu che hai fatto risorgere il figlio della vedova con la tua parola, o Verbo Divino, salvaci da questo morbo: risplenda il tuo Nome fra le genti e si sappia che ci hai guariti da questa epidemia, o Sovrano molto misericordioso.

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amìn.

Nella notte della vita ci riveste la malattia e ogni genere di disgrazia si è posato su di noi, ma noi riponiamo in te ogni speranza, o Madre del Dio Filantropo: prega per noi che siamo salvati da questo tormento.

Ode VI

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

I flutti della malattia e il vento della putrefazione ci hanno circondati, rendendoci inermi e deboli, sconvolti da questa epidemia mortifera. Ma tu, Signore Filantropo, stendi la tua mano onnipotente su di noi non a giudizio e condanna, ma per la nostra salvezza.

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

L'antico Nemico col tuo permesso ci muove guerra e sparge su di noi i suoi veleni; ma tu rialzaci dal letto della sofferenza e salvaci, o Misericordioso.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

O voi profeti tutti, voi concilio degli Apostoli ed esercito di martiri, intercedete per noi presso il Trono del Signore, affinché abbia misericordia di noi.

Ora e sempre nei secoli dei secoli.

Maria, Purissima fra tutte le donne, purificaci dalla malattia e dalle disgrazie, soccorri in questa prova tutti noi che abbiamo riposto in te la nostra speranza.

Prochimeno:

 O Verbo Divino, abbi pietà di noi e rendici vasi purificati nella tua grazia. (2 volte)

Verso di te sono i nostri occhi, Signore, misericordia ti domandiamo, o Buono.

O Verbo Divino, abbi pietà di noi e rendici vasi purificati nella tua grazia.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Padre, Verbo e Santo Spirito, abbi pietà di noi, Trinità gloriosa e invita.

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Per le preghiere della Santissima Vergine Maria e di tutti i santi, abbi pietà di noi, o Dio.

Abbi pietà di noi, o Dio, secondo la grande tua misericordia, nella moltitudine delle tue indulgenze cancella il mio delitto.

Tu che non vuoi la morte del peccatore ma che si converta e viva, o Signore, di noi che meritiamo la morte fa secondo la tua benevolenza. Tu difatti possiedi ogni potere sui vivi e sui morti, e meritiamo il castigo e la condanna del tuo giusto tribunale. Ma poiché invero sei il Filantropo e il Misericordioso, concedici il pentimento e la salvezza, affinché possiamo lodarti, o Dio nostro molto compassionevole.

Ode VII

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Brucia il fuoco della malattia e come in una fornace arde il nostro corpo e il nostro spirito, Signore, ma tu salva coloro che ti cantano con fede: Benedetto sei tu, Dio dei padri nostri.

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Divini maestri, martiri, profeti e apostoli tutti, con le vostre preghiere addolcite la sofferenza dei malati e concedete la salute a quanti cantano: Benedetto Iddio dei nostri padri.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Con una sola parola hai fatto risorgere Lazzaro: o Verbo Divino, salva dal letto di morte coloro che ti cantano; Benedetto sei Tu, Dio dei nostri padri.

Ora e sempre nei secoli dei secoli.Amin

Madre del Dio Misericordioso, sii tu misericordiosa coi tuoi servi, il popolo che venera il tuo nome, o Vergine, e che canta al Figlio tuo: Benedetto sei Tu, Dio dei nostri padri.

Ode VIII

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Distesi su un letto di dolori e gementi nelle nostre afflizioni a causa di questo morbo gridiamo a te, o Salvatore: redimici da questo malanno e sanaci, affinché possano i preti tornare a lodarti, i popoli ad adorarti, e i giovani a cantarti nei secoli.

 Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Tu che ti sei rivestito della nostra povertà nascendo da una donna, Signore Dio, e che conosci le impotenze del genere umano, per le preghiere di tutti i tuoi santi rialzaci dal giaciglio dell'inettitudine affinché possiamo tutti lodarti nei secoli.

Gloria al Padre, al Figlio allo Spirito Santo.

Creatore nostro, Medico delle anime e dei corpi, Tu che sei compassionevole e longanime, salva il tuo popolo da questa epidemia mortifera affinché possano preti tornare a lodarti, i popoli ad adorarti, e i giovani a cantarti nei secoli.

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amin

Unica Avvocata e fervente soccorritrice dei cristiani, o Madre di Dio, vieni in aiuto ai sofferenti che chiamano il tuo nome, con le tue preghiere allontana da noi questo malanno e rinfranca i sofferenti, o sola benedetta.

Ode IX

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

O Immortale, Tu hai compiuto miracoli e opere meravigliose; mostra la tua benignità su di noi indegni e liberaci da questa epidemia che ci circonda, per le intercessioni di Colei che ti ha generato.

Signore Dio, non adirarti con noi, ritrai da noi la tua giusta ira.

Per le preghiere degli Arcangeli, Angeli, Profeti, Martiri, Confessori, Evangelisti e di tutti i santi di ogni epoca, trasforma il nostro pianto in gioia, mutandoci da malati a salvi, giacché sei molto Compassionevole.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Tu che sei immensamente buono, o Medico nostro, salvaci dalle disgrazie, mondaci dai peccati e salvaci dai dolori e dalle sofferenze, e come cera dinnanzi al fuoco si sciolga questo malanno per un tuo comando, o Benevolente.

Ora e sempre nei secoli dei secoli.

Tu che hai partorito il Verbo Dio, Colui che è longanime e benigno verso le sue creature, prega che siamo liberati da questo morbo e da ogni malanno, o Beatissima.

Il coro canta poi: O Signora, nostro baluardo, / nella letizia della vittoria e affrancati da ogni bisogno, / veniamo a Te noi servi tuoi: / E Tu, Signora Invitta, / liberaci da ogni necessità, / così che possiamo cantare: / gioisci, o Sposa sempre Vergine!



Al cui termine:

Preghiere in ginocchio
del patriarca Filoteo Kokkinos

Signore Dio nostro, fonte inesauribile di misericordia, tu che hai profondo amore per l'umanità e sono note in ogni luogo del tuo dominio le tue indulgenze e le tue benignità che continuamente elargisci al mondo che hai plasmato: a causa dei nostri molti peccati, delle nostre colpe e delle nostre inosservanze hai mandato su di noi il flagello di questa malattia implacabile. Guarda come sono state ridotte le nostre case, luogo di sorriso e di gioia: esse sono spente. Le chiese dove sempre si canta la tua gloria sono silenziose, le piazze sono vuote, i mercati chiusi, i confini sono sprangati e tutto è desolato. I tuoi figli, Signore, piangono senza tregua i loro morti. Viviamo nella paura e nell'ansietà del domani. Abbiamo perduto ogni fiducia nelle cose umane, giacché oggi ci siamo e domani non lo sappiamo, e i nostri vicini oggi ci parlano e domani, forse, non ci saranno più. Noi lo sappiamo, Signore, noi sappiamo che questo flagello è calato su di noi come una spada a causa dei nostri peccati e delle nostre colpe, a causa del nostro veleno spirituale che ci impediva di vedere e glorificare Te, Signore Dio nostro. Ma noi, Signore, noi siamo il tuo popolo e abbiamo contrizione per ciò che abbiamo compiuto, e umilmente abbiamo sottomesso il collo e ci siamo prostrati dinnanzi a Te affinché ti degni di allontanare e distruggere questo malanno col quale ci hai piegati. Se infatti pazienterai ancora, Signore, vedrai che gli uomini torneranno a te e non ci avrai perduti per sempre, così che hai detto "non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva": per questo ti domandiamo pietà e misericordia, affinché le nuove generazioni glorifichino e magnifichino come si conviene il santissimo, benedetto e insigne tuo Nome: del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Signore, Signore, abbiamo molto peccato, abbiamo rinnegato il nostro Battesimo e le Leggi della tua Chiesa e della Santa Scrittura, abbiamo perduto il legame con i tuoi santi Misteri e abbiamo volontariamente peccato contro di Te e contro i tuoi santi Angeli. Sporcati da molti peccati e da infinite trasgressioni, gonfi di orgoglio e di amore per la lussuria, la gola, l'argento, le dicerie e l'odio, tracotanti ed ebbri di maldicenze, ci siamo allontanati da Te infangando il nostro Battesimo e rinunciando ai tuoi doni spirituali. Eppure, ti preghiamo, Signore molto compassionevole e ricco di misericordia, non abbandonare i tuoi figli. Distruggi, annienta, allontana da noi questa malattia portatrice di morte, e il nostro oceano di colpe e peccati sia rivestito del mare splendente della tua misericordia. Ci ricordiamo infatti delle parabole del fariseo e del pubblicano, della prostituta, del figlio dissoluto e di come non hai rinnegato Pietro quando è tornato dopo averti tradito, e di come hai accettato Paolo dopo che molto fece contro la tua santa Chiesa. Sì, Signore e Salvatore, chiamiamo ancora sebbene indegni la tua clemenza contro questa epidemia che miete vittime in tutto il Paese e te lo chiediamo in nome delle sofferenze, dei chiodi, della lancia e della morte tua in Croce, nel nome di tutto ciò che hai patito per la redenzione della razza umana. Accordaci o Signore Dio la salute, la salvezza, la pace e la sanità per le preghiere della tua purissima Madre, dei santi Anargiri e di tutti i santi. Salvaci, o Dio, perché tuo è l'aver misericordia di noi e donarci la redenzione, insieme col Padre tuo senza principio e il santissimo, buono e vivificante Spirito, ora e sempre nei secoli. Amen.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Per le preghiere dei nostri Santi Padri, Signore Gesù Cristo Dio nostro, abbi pietà di noi e salvaci. Amen.

_______
Si tratta del Canone alla Vicificante ed Indivisibile Trinità, ed a tutti i Santi per qualsiasi epidemia, Efchologion To Mega, p.419-431. 

Liberamente adattato a Parklisis e tradotto da p. Atanasio Marco Giorgi