mercoledì 29 aprile 2020

30 Aprile - Festività della Madonna delle Grazie - Foglietto della Divina Liturgia

30 APRILE 2020
FESTIVITÀ DELLA MADONNA DELLE GRAZIE


San Giacomo Apostolo, fratello di san Giovanni il Teologo 



1^ ANTIFONA
Alalàxate to Kirìo pàsa i ghì. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Applaudite a Dio, o abitanti della terra tutta. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Theòs iktirìse imàs ke evloghìse imàs. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Iddio abbia pietà di noi e ci benedica. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Anastìto o Theòs ke dhiaskor-pisthìtosan i echthrì aftù ke fighètosan apò prosòpu aftù i misùndes aftòn.

Christòs anèsti ek nekròn, thanàto thànaton patìsas, ke tis en tis mnìmasi zoìn charisàmenos. 

Sorga Iddio e siano dispersi i suoi nemici e fuggano quelli che lo odiano davanti alla sua faccia.

Cristo è risorto dai morti, con la morte ha sconfitto la morte e a coloro che giacevano nei sepolcri ha fatto grazia della vita.
ISODIKÒN

En ekklisìes evloghìte ton Theòn, Kìrion ek pigòn Israil. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Nelle assemblee benedite Dio, il Signore delle fonti d’Israele. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.
APOLITIKIA

Ote katìlthes pros ton thànaton, i zoì athànatos, tòte ton àdhin enèkrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton katachtonìon anèstisas, pàse e dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si. 

Quando Tu, vita immortale, discendesti incontro alla morte, allora annientasti l’inferno col fulgore della Divinità, ma allorché risuscitasti i morti dai luoghi sotterranei, tutte le Potenze sovra-celesti esclamarono: Cristo, Dio nostro, datore di vita, gloria a Te.

O efschìmon Iosìf apò tu xìlu kathelòn to àchrandòn su sòma, sindhòni katharà ilìsas ke aròmasin, en mnìmati kenò kidhèfsas apètheto; allà triìmeros anèstis, Kìrie, parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Il nobile Giuseppe, avendo calato dal legno il tuo immacolato corpo, l’avvolse con bianca sindone e lo cosparse di aromi e, resigli gli ultimi onori, lo depose in un sepolcro nuovo; ma tu, o Signore, sei risorto dopo tre giorni, dando al mondo la tua grande misericordia.

Tes mirofòris ghinexì parà to mnìma epistàs, o ànghelos evòa: ta mìra tis thnitìs ipàrchi armòdhia, Christòs dhe dhiafthoràs edhìchthi allòtrios; allà kravgàsate: Anèsti o Kìrios, parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Stando dinanzi al sepolcro, l’angelo alle donne recanti aromi gridò: gli aromi si addicono ai mortali, Cristo invece si è mostrato libero da qualunque corruzione. Ma gridate: È risorto il Signore, dando al mondo la grande misericordia.

Apostole àghie Iàkove, prèsveve to eleimòni Theò, ìna ptesmàton àfesin, paràschi tes psichès imòn.

O Santo Apostolo Giacomo, intercedi presso il Dio misericordioso perché conceda alle anime nostre il perdono dei peccati.
APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Tin thìan su Ikòna os tis dhòxis su skìnoma, Galaktotrofùsa Parthè-ne, proskinùntes dhoxàzomen; ek tàftis gar pigàzis mistikòs, to gàla ton aìlon dhoreòn, ke ektrèfis tas kardìas ke tas psichàs, ton pìsti ekvoònton si:dhòxa tis megalìis su Agnì, dhòxa tis thavmasìis su, dhòxa ti pros imàs su afàto christòtiti.

Veneriamo la tua sacra immagine come tempio della tua gloria, dalla quale, o Vergine, sgorga mistica-mente il latte dei doni abbondanti e nutre i cuori e le anime di quelli che a te con fede gridano: Gloria alle tue grandezze o Pura, gloria alle tue meraviglie, gloria alla tua indicibile benevolenza verso di noi.
KONDAKION

I ke en tàfo katìlthes, Athànate, allà tu Adhu kathìles tin dhìnamin ke anèstis os nikitìs, Christè o Theòs, ghinexì mirofòris fthenxàmenos: Chèrete, ke tis sis Apostòlis irìnin dhorùmenos, o tis pesùsi parèchon anàstasin.

Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all’incontro hai distrutto la potenza dell’Inferno; e sei risorto qual vincitore, o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: Salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, Tu che dai ai peccatori la risurrezione.
INVECE DEL TRISAGIO
Osi is Christòn evaptìsthite, Christòn enedhìsasthe. Alliluia.

Quanti siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti. Alliluia.

APOSTOLOS (Atti 12, 1 - 11)

- Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola.
- I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani

Dagli Atti degli Apostoli. 

In quei giorni, il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Alzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. 
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

Alliluia (3 volte).

- I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, e la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.    Alliluia (3 volte).

- Dio è tremendo nell’assemblea dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. 

Alliluia (3 volte).

VANGELO  (Luca 9, 1-6)

   In quei Giorni Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
    Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno.
    In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi».
    Allora essi partirono e passavano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

MEGALINARION

O Ánghelos evòa ti kecharitomèni: Aghnì Parthène, chère, ke pàlin erò, chère; o sos Iiòs anèsti triìmeros ek tàfu ke tus nekrùs eghìras, laì agalliàsthe. Fotìzu, fotìzu, i nèa Ierusalìm; i gar dhòxa Kirìu epì se anètile. Chòreve nin ke agàllu, Siòn: Si dhe, aghnì, tèrpu, Theotòke, en ti eghèrsi tu tòku su.

L’Angelo gridava alla piena di grazie: Salve, o casta Vergine! Ed io nuovamente esclamo: Salve! Il Figlio tuo, il terzo giorno, risuscitò dalla tomba e risvegliò alla vita i morti. O popoli, esultate! Ammàntati di luce, o nuova Gerusalemme, ché su di te è sorta la gloria del Signore. Rallègrati ora e gioisci, o Sion; e Tu, o Santa Madre di Dio, esulta per la risurrezione del tuo Figlio.

KINONIKON

Sòma Christù metalàvete, pighìs athanàtu ghèfsasthe. Allilùia     
Ricevete il Corpo di Cristo, gustate la sorgente immortale. Allilùia.

DOPO “SOSON, O THEOS”: 

Christòs anèsti ..... (1 volta)     Cristo è risorto .... (1 volta)

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”
   
 Christòs anèsti .....     Cristo è risorto .....      

sabato 25 aprile 2020

Descrizione dell'Icona delle Mirofore

DESCRIZIONE DELL’ICONA



Le donne

Il vangelo di Marco ci racconta che il giorno dopo il sabato Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome, si recarono al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio. L’icona delle mirofore rappresenta il momento in cui le tre donne arrivano al sepolcro e lo trovano spalancato e vuoto. Tra le mani hanno i vasetti di unguento profumato, la mirra, per ungere il corpo del loro Signore che, al tramonto del venerdì, subito dopo la morte, era stato portato in tutta fretta al sepolcro senza alcun rito di purificazione, essendo imminente la festa di Pasqua. Le tre donne ricordano i magi che vennero dal lontano oriente per adorare il Salvatore. Uno di essi portava proprio la mirra, segno profetico della resurrezione di Cristo. Le tre donne sono le prime testimoni della tomba vuota, cioè della vittoria di Cristo sulla morte. Sono le prime a portare agli apostoli il lieto annuncio della resurrezione che avevano ricevuto direttamente dall’angelo.

L’angelo

Al sepolcro, seduto sulla pietra che chiudeva la tomba e che era stata rotolata via, le donne trovano un giovane, vestito di bianche vesti. È l’angelo della resurrezione, che annuncia che Gesù è vivo: “Non cerate tra i morti colui che è vivo”. L’angelo della resurrezione si presenta maestoso e sereno. Comunica gioia e pace. L’annuncio che tutta la storia attendeva viene finalmente dato per bocca sua: la morte è stata sconfitta. Con la mano destra indica la tomba vuota, mentre con la sinistra annuncia che Gesù non è più tra i morti, è vivo. Ma non si tratta di una rianimazione di cadavere come nel caso della resurrezione di Lazzaro. Gesù è vivo, e non muore più. Il suo corpo è di carne trasfigurata, redenta. Appartiene al cielo, come indica la mano sinistra dell’angelo.

La tomba

La tomba vuota è raffigurata come una bocca spaventosa. Sono le fauci della morte, mai sazia. La morte ha ingoiato l’autore della vita, ma non ha potuto trattenerlo, è stato come “vomitato”. Il sarcofago che conteneva il corpo di Cristo è, infatti, fuori dalle “fauci della morte”. La morte è stata vinta, sconfitta. All’interno del sarcofago sono visibili le bende che avvol-gevano il corpo del Signore. Somigliano al bozzolo di una farfalla appena nata. Le bende sono raffigurate ancora piegate ma senza il corpo di Gesù all’interno; le bende del capo, invece, come racconta Giovanni nella sua testimonianza oculare, piegate a parte. Appare subito evidente il miracolo della resurrezione. Il corpo non è stato rubato ma si è come volatilizzato, lasciando le bende così com’erano. Il sarcofago di pietra, a forma rettangolare, ricorda quello della natività. Nell’icona della natività Gesù non è adagiato nella mangiatoia come nella nostra tradizione occidentale, ma è avvolto come una mummia e messo in un sarcofago di pietra a forma rettangolare. Il significato è prettamente legato al mistero della Pasqua. Colui che noi adoriamo nella grotta di Betlemme, è colui che è sceso dal cielo per strapparci dal potere della morte. Anche il sepolcro aperto, come le fauci spalancate di una belva assetata di sangue, lo ritroviamo nell’icona della natività. Gesù ha assunto la nostra carne per liberarci dal potere dell’Ade. La solennità del Natale è strettamente legata e dipendente da quella di Pasqua e questo l’icona delle mirofore lo mostra molto chiaramente. 

Il paesaggio

Sul fondo in oro si delinea il paesaggio dell’icona. Sullo sfondo due montagne, entrambe caratterizzate da una caverna nera: una sembra quasi fagocitare la città di Gerusalemme, chiusa nelle sue mura. Gerusalemme è la città santa che uccide i profeti dopo averli accolti. Quelle fauci aperte che si vedono alla base del monte di sinistra vogliono indicare questo ruolo funesto della città santa. Gesù fu crocifisso e sepolto fuori le mura di Gerusalemme. La montagna di destra è l’ingresso all’Ade, il regno dei morti. La morte è stata sconfitta

Maria e le Donne, apostole degli Apostoli

Secondo la Liturgia bizantina, Maria è tra le Donne Mirofore che si recano al sepolcro del Signore; portano olio profumato (myron) per ungere il corpo morto del Signore. Ma già nel Cantico il termine myron è anche un nome dello Sposo (Ct 1, 3). Cristo è il Figlio di Dio "Unto" nello Spirito quale Re Sacerdote e Sposo della Chiesa. Myron è uno dei titoli dati dalla Chiesa greca a Cristo. E Maria è Mirofora, portatrice del Figlio di Dio, Unto di Dio, Salvatore degli uomini e Sposo dei redenti. Le stesse Donne sono dette "apostole degli Apostoli", o anche "le eguali agli Apostoli" (isapóstolai), come le chiama ancora la Tradizione greca. Le Mirofore, testimoni della morte e della sepoltura di Cristo, sono coloro che cercano lo Sposo assente (Ct 3, 1-2; 5, 6; 6, 1). Dopo tre giorni esse sono rese partecipi della meravigliosa storia dell'incontro con il Risorto. Il mattino di Pasqua 1'Emmanuele si mostra loro come il Vivente eterno perennemente giovane, costituitosi egli stesso primo predicatore della sua Resurrezione. Le Donne sono le prime a vedere Cristo Uomo Nuovo, ad ascoltare dalle sue stesse labbra l'annuncio della Resurrezione. Esse sono quindi valide testimoni della tomba vuota e dell'annuncio della Resurre-zione; sono esse a riferire tale annuncio agli Apostoli e da questi ultimi parte tutta la predicazione del Kérygma del Maestro nel mondo. Se la Donna aveva portato all'uomo l'invito alla morte, era necessario che a lei per prima fosse annunciata dal Signore Risorto la Vita nuova e che da lei l'annuncio della Resurrezione fosse recato all'uomo, cioè agli Apostoli. Del resto l'annuncio della redenzione nell'Antico Testamento era stato dato alla Donna (Gn 3, 15); in lei era stato posto l'inizio della Promessa divina (Mic 5, 2; Is 7, 14). Anche adesso, al culmine della Alleanza Ultima, sarà la Donna la prima a ricevere e a trasmettere l'annuncio di Cristo Risorto. Le Donne inviate da Cristo Risorto erano probabilmente unite al Signore dalla comune origine in Galilea; esse lo avevano seguito per ascoltarlo e si erano abbandonate alla sua azione di salvezza (cfr Mt 27, 55-56; Lc 8, 2-3; Mc 15, 40-41). Forse più che gli Apostoli esse erano convinte che l'Emmanuele è l'Inviato da Dio, la sua Parola Vivente; non lo avevano tradito né abbandonato, ma anzi avevano proceduto con lui in paziente fedeltà dalla Galilea a Gerusalemme ed erano divenute sue familiari. Ora il Risorto si manifesta e parla loro; ed esse che nella struttura gerarchica e sacramentale non hanno un vero posto, assumono un ruolo di primissimo piano. E non va inteso come un fatto occasionale e momentaneo, ma come una comunione di vita sia tra il Signore e le Donne, sia tra esse e gli Apostoli; è in virtù della loro fede che esse appartengono alla nuova Famiglia di Dio sulla terra, nata dalla Resurrezione. Se tale è il ruolo della Donna nella Resurrezione, tanto più Maria, la Madre, occuperà un ruolo di importanza unica. La Chiesa bizantina ha addirittura istituito una festa che riguarda soltanto le Donne Mirofore. Lo stretto rapporto tra la Resurrezione, la Domenica mattina, e la loro presenza al sepolcro, è all'origine della data celebrativa per la II Domenica dopo Pasqua. La memoria delle Mirofore si protrae per un'intera settimana, detta appunto "la Settimana delle Mirofore". Esse vengono chiamate anche "evangeliste", e la Liturgia così le saluta: "Le donne di divina sapienza correvano con aromi, e ti cercarono con lacrime quasi tu fossi un mortale. Ma esultanti di gioia, ti adorarono Dio vivo, e te annunciarono ai discepoli tuoi, o Cristo".


la Domenica Bizantina - Domenica 26 Aprile 2020 - Domenica delle Mirofore

26 APRILE 2020
DOMENICA III DI PASQUA: 
DELLE MIROFORE.


MEMORIA DEL SANTO IEROMARTIRE BASILIO, VESCOVO DI AMASEA (SOTTO LICINIO, CA. 322).

Tono II. Eothinon IV.


1^ ANTIFONA

Alalàxate to Kirìo pàsa i ghì. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Applaudite a Dio, o abitanti della terra tutta. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.
2^ ANTIFONA

O Theòs iktirìse imàs ke evloghìse imàs. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Iddio abbia pietà di noi e ci benedica. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Anastìto o Theòs ke dhiaskorpisthìtosan i echthrì aftù ke fighètosan apò prosòpu aftù i misùndes aftòn.

Christòs anèsti ek nekròn, thanàto thànaton patìsas, ke tis en tis mnìmasi zoìn charisàmenos. 

Sorga Iddio e siano dispersi i suoi nemici e fuggano quelli che lo odiano davanti alla sua faccia.

Cristo è risorto dai morti, con la morte ha sconfitto la morte e a coloro che giacevano nei sepolcri ha fatto grazia della vita.
ISODIKÒN

En ekklisìes evloghìte ton Theòn, Kìrion ek pigòn Israil.Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Nelle assemblee benedite Dio, il Signore delle fonti d’Israele. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.
APOLITIKIA

Ote katìlthes pros ton thànaton, i zoì athànatos, tòte ton àdhin enèkrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton kata-chtonìon anèstisas, pàse e dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si. 

Quando Tu, vita immortale, discendesti incontro alla morte, allora annientasti l’inferno col fulgore della Divinità, ma allorché risuscitasti i morti dai luoghi sotterranei, tutte le Potenze sovra-celesti esclamarono: Cristo, Dio nostro, datore di vita, gloria a Te.


O efschìmon Iosìf apò tu xìlu kathelòn to àchrandòn su sòma, sindhòni katharà ilìsas ke aròmasin, en mnìmati kenò kidhèfsas apètheto; allà triìmeros anèstis, Kìrie, parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Il nobile Giuseppe, avendo calato dal legno il tuo immacolato corpo, l’avvolse con bianca sindone e lo cosparse di aromi e, resigli gli ultimi onori, lo depose in un sepolcro nuovo; ma tu, o Signore, sei risorto dopo tre giorni, dando al mondo la tua grande misericordia.

Tes mirofòris ghinexì parà to mnìma epistàs, o ànghelos evòa: ta mìra tis thnitìs ipàrchi armòdhia, Christòs dhe dhiafthoràs edhìchthi allòtrios; allà kravgàsate: Anèsti o Kìrios, parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Stando dinanzi al sepolcro, l’angelo alle donne recanti aromi gridò: gli aromi si addicono ai mortali, Cristo invece si è mostrato libero da qualunque corruzione. Ma gridate: È risorto il Signore, dando al mondo la grande misericordia.
APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)
Sòson, Kìrie, ton làon su, ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis Ecclisìas katà varvàron dhorùmenos, ke to sòn filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi alla tua Chiesa vittoria sui nemici e custodisci per mezzo della tua Croce il tuo popolo.
KONDAKION

I ke en tàfo katìlthes, Athànate, allà tu Adhu kathìles tin dhìnamin ke anèstis os nikitìs, Christè o Theòs, ghinexì mirofòris fthenxà-menos: Chèrete, ke tis sis Apostòlis irìnin dhorùmenos, o tis pesùsi parèchon anàstasin.

Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all’incontro hai distrutto la potenza dell’Inferno; e sei risorto qual vincitore, o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: Salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, Tu che dai ai peccatori la risurrezione.
INVECE DEL TRISAGIO

Osi is Christòn evaptìsthite, Christòn enedhìsasthe. Alliluia

Quanti siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti. Alliluia.


APOSTOLOS (Atti 6, 1-7)

- Mia forza e mio canto è il Signore, egli è divenuto la mia salvezza. (Sal  117,14).

- Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. (Sal 117,18).

Dagli Atti degli Apostoli.

   In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest’incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola”.
    Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede.

Alliluia (3 volte).

- Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. (Sal. 19,2). 

Alliluia (3 volte).

- O Signore, salva il re, ed ascoltaci nel giorno in cui ti invocheremo. (Sal. 19,10).

Alliluia (3 volte).


VANGELO  (Marco 15, 43-47; 16, 1-8)

   In quel tempo, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.
   Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
   Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?”. Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura.
   Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora, andate, dita ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

MEGALINARION

O Ánghelos evòa ti kecharitomèni: Aghnì Parthène, chère, ke pàlin erò, chère; o sos Iiòs anèsti triìmeros ek tàfu ke tus nekrùs eghìras, laì agalliàsthe. Fotìzu, fotìzu, i nèa Ierusalìm; i gar dhòxa Kirìu epì se anètile. Chòreve nin ke agàllu, Siòn: Si dhe, aghnì, tèrpu, Theotòke, en ti eghèrsi tu tòku su.

L’Angelo gridava alla piena di grazie: Salve, o casta Vergine! Ed io nuovamente esclamo: Salve! Il Figlio tuo, il terzo giorno, risuscitò dalla tomba e risvegliò alla vita i morti. O popoli, esultate! Ammàntati di luce, o nuova Gerusalemme, ché su di te è sorta la gloria del Signore. Rallègrati ora e gioisci, o Sion; e Tu, o Santa Madre di Dio, esulta per la risurrezione del tuo Figlio.

KINONIKON

Sòma Christù metalàvete, pighìs athanàtu ghèfsasthe. Allilùia

Ricevete il Corpo di Cristo, gustate la sorgente immortale. Allilùia.

DOPO “SOSON, O THEOS”: 

Christòs anèsti ..... (1 volta)     Cristo è risorto .... (1 volta)

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Christòs anèsti .....     Cristo è risorto .....      


giovedì 23 aprile 2020

23 Aprile 2020 - San Giorgio Megalomartire - Divina Liturgia

23 APRILE 2020
SAN GIORGIO MEGALOMARTIRE.

 Foglio della Divina Liturgia


1^ ANTIFONA

Alalàxate to Kirìo pàsa i ghì. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Applaudite a Dio, o abitanti della terra tutta. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Theòs iktirìse imàs ke evloghìse imàs. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Iddio abbia pietà di noi e ci benedica. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Anastìto o Theòs ke dhiaskorpisthìtosan i echthrì aftù ke fighètosan apò prosòpu aftù i misùndes aftòn.

Christòs anèsti ek nekròn, thanàto thànaton patìsas, ke tis en tis mnìmasi zoìn charisàmenos. 

Sorga Iddio e siano dispersi i suoi nemici e fuggano quelli che lo odiano davanti alla sua faccia.

Cristo è risorto dai morti, con la morte ha sconfitto la morte e a coloro che giacevano nei sepolcri ha fatto grazia della vita.

ISODIKÒN

En ekklisìes evloghìte ton Theòn, Kìrion ek pigòn Israil. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàssi: Alliluia.

Nelle assemblee benedite Dio, il Signore delle fonti d’Israele. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Esfraghismènu tu mnìmatos i zoì ek tàfu anètilas, Christè o Theòs; ke ton thiròn keklismènon, tis Mathitès epèstis i pàndon Anàstasis, Pnèvma efthès dhi’aftòn enghenìzon imìn, katà to mèga su èleos.

Essendo sigillato il sepolcro, sei venuto fuori dalla tomba, o Cristo Dio, nostra vita; chiuse le porte, ti sei presentato ai tuoi discepoli, resurrezione di tutti, per mezzo loro rinnovando in noi uno spirito retto, secondo la tua grande pietà.

Os ton echmalòton eleftherosìs ke ton ptochòn iperaspistìs, asthe-nùndon iatròs, vasilèon ipèrmachos, tropeofòre Megalomàrtis Gheòrghie, prèsveve Christò to Theò sothìne tas psichàs imòn.


Qual liberatore dei prigionieri e difensore dei poveri, medico degli infermi, propugnatore dei re, emblema di vittoria e gran martire San Giorgio, prega Cristo dio di salvare le anime nostre.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

I ke en tàfo katìlthes, Athànate, allà tu Adhu kathìles tin dhìnamin ke anèstis os nikitìs, Christè o Theòs, ghinexì mirofòris fthenxàmenos: Chèrete, ke tis sis Apostòlis irìnin dhorùmenos, o tis pesùsi parèchon anàstasin.

Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all’incontro hai distrutto la potenza dell’Inferno; e sei risorto qual vincitore, o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: Salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, Tu che dai ai peccatori la risurrezione.

TRISAGIO

Osi is Christòn evaptìsthite, Christòn enedhìsasthe. Alliluia.

Quanti siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti. Alliluia.

APOSTOLOS (Atti 5,12-20)

- Il giusto gioirà nel Signore e riporrà in Lui la sua speranza.

- Ascolta, o Dio, la mia voce, ora che ti prego.

Dagli Atti degli Apostoli (12, 1 - 11)

In quei giorni, il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Alzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.

Alliluia (3 volte).

- Il giusto fiorirà come palma, e crescerà come cedro del Libano.
Alliluia (3 volte).

- Piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio.
Alliluia (3 volte).

VANGELO (Giovanni 15, 17 – 16, 2)

Disse il Signore ai suoi Discepoli: «Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno
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osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio».

MEGALINARION

O Ánghelos evòa ti kecharitomèni: Aghnì Parthène, chère, ke pàlin erò, chère; o sos Iiòs anèsti triìmeros ek tàfu ke tus nekrùs eghìras, laì agalliàsthe. Fotìzu, fotìzu, i nèa Ierusalìm; i gar dhòxa Kirìu epì se anètile. Chòreve nin ke agàllu, Siòn: Si dhe, aghnì, tèrpu, Theotòke, en ti eghèrsi tu tòku su.

L’Angelo gridava alla piena di grazie: Salve, o casta Vergine! Ed io nuovamente esclamo: Salve! Il Figlio tuo, il terzo giorno, risuscitò dalla tomba e risvegliò alla vita i morti. O popoli, esultate! Ammàntati di luce, o nuova Gerusalemme, ché su di te è sorta la gloria del Signore. Rallègrati ora e gioisci, o Sion; e Tu, o Santa Madre di Dio, esulta per la risurrezione del tuo Figlio.


KINONIKON

Is mnimòsinon eònon èste dhìkeos, ke apò akoìs poniràs u fovithìsete. Allilùia.

In memoria eterna sarà il giusto, di cattiva fama non avrà paura. Allilùia.

DOPO “SOSON, O THEOS”:

Christòs anèsti ..... (1 volta) Cristo è risorto .... (1 volta)

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Christòs anèsti ..... Cristo è risorto .....

mercoledì 22 aprile 2020

Testi dei Vespri di San Giorgio - 22 Aprile 2020

23 APRILE
SAN GIORGIO MEGALOMARTIRE



Dopo il Canto del Kirie Ekièkraksa, cantiamo i seguenti inni.

Perché presso il Signore è la misericordia, e grande è presso di lui la redenzione, ed egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità.

Tono 4 Come generoso fra i martiri, * noi oggi riuniti ti acclamiamo, * o Giorgio vittorioso: * perché hai compiuto la corsa, * hai conservato la fede˚, * e hai ricevuto da Dio la corona della vittoria: * pregalo di liberare dalla corruzione e dai pericoli * quanti celebrano con fede * la tua memoria sempre venerabile.

Lodate il Signore, genti tutte dategli lode, popoli tutti.

Con animo coraggioso, * ti sei fiduciosamente gettato nella lotta, * come un leone, o glorioso, * trascurando il corpo che dovrà corrompersi, * dandoti piuttosto sapiente cura * dell’anima incorruttibile. * Da molte specie di pene sei stato provato, * o Giorgio, * come oro purificato sette volte.

Perché più forte si è fatta per noi la sua misericordia, e la verità del Signore rimane in eterno.

Quando navigo nel mare, * quando cammino per la via, * quando dormo nella notte, * custodiscimi; * quando sono desto, salvami, * beatissimo Giorgio, * e guidami a fare la volontà del Signore, * affinché nel giorno del giudizio io, * che mi rifugio sotto la tua protezione, * trovi il perdono per quanto avrò commesso in vita.

Gloria al Padre.. e ora e sempre..

(TONO 6) Hai vissuto in modo degno del tuo nome, * soldato Giorgio; * infatti, prendendo sulle spalle la croce di Cristo, * hai lavorato con arte la terra * resa desolata dall’inganno diabolico, * e, sradicato il culto degli idoli pieno di spine, * hai piantato il tralcio della fede ortodossa. * Perciò tu fai sgorgare guarigioni * per i fedeli di tutta la terra, * e sei divenuto giusto agricoltore della Triade. * Intercedi, ti preghiamo, * per la pace del mondo * e la salvezza delle anime nostre.


INGRESSO

Fos ilaròn aghìas dhòksis athanàtu Patròs, uranìu, aghìu, màkaros, Iisù Christè, elthòndes epì tin ilìu dhìsin, idhòndes fòs esperinòn, imnùmen Patèra Iiòn, kiè àghion Pnèvma Theòn. Axiòn se en pàsi kierìs imnìsthe fonès esìes, Iiè Theù, zoìn o dhidhùs, dhiò o kòsmos se dhoxàzi. 

Luce gioiosa della santa gloria del Padre immortale, celeste, santo, beato, o Cristo Gesú! Giunti al tramonto del sole, e vista la luce vespertina, cantiamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, Dio. È cosa degna cantarti in ogni tempo con voci armoniose, o Figlio di Dio, tu che dai la vita: perciò a te dà gloria il mondo.

Prokimeno della Sera del Mercoledì

O Dio, nel tuo nome salvami, e nella tua potenza giudicami.(2 v)

Stico: O Dio, esaudisci la mia preghiera, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. 

O Dio, nel tuo nome salvami, e nella tua potenza giudicami.



Lettura della profezia di Isaia (43,9-14).

Cosí dice il Signore: Tutte le genti si sono riunite insieme, e si riuniranno dei capi di mezzo a loro. Chi proclamerà fra loro queste cose, o chi vi farà udire ciò che è sin dal principio? Producano i loro testimoni, si giustifichino e dicano il vero. Siate miei testimoni: e anch’io, il Signore Dio, sono testimone, insieme al servo che mi sono scelto, affinché conosciate, crediate in me, e comprendiate che Io Sono. Prima di me non ci fu altro Dio, né ci sarà dopo. Io sono Dio, e non c’è salvatore all’infuori di me. Io ho proclamato e ho salvato; io ho rimproverato, e non c’era fra voi dio straniero: voi siete miei testimoni, e io sono il Signore Dio. Dal principio io sono, e non c’è chi sfugga dalle mie mani; io agirò, e chi lo impedirà? Cosí dice il Signore Dio, colui che vi redime, il santo d’Israele.

Lettura del libro della Sapienza di Salomone (3,1-9).

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, e nessun tormento può toccarle. Parve agli occhi degli stolti che morissero, e fu considerato un danno il loro esodo, e una rovina la loro dipartita: ma essi sono nella pace. Infatti, anche se agli occhi degli uomini vengono castigati, la loro speranza è piena di immortalità. Un poco corretti, riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé. Come oro nel crogiuolo li ha saggiati, e come olocausto li ha accettati. Nel tempo in cui saranno visitati risplenderanno, e correranno qua e là come scintille nella stoppia. Giudicheranno genti e domineranno popoli, e regnerà su di loro il Signore per sempre. Quelli che confidano in lui comprenderanno la verità, e coloro che sono fedeli nell’amore dimoreranno presso di lui: perché grazia e misericordia sono per i suoi santi, ed egli visita i suoi eletti.

Lettura del libro della Sapienza di Salomone (5,15-6,3).

I giusti vivono in eterno, la loro mercede è nel Signore e l’Altissimo si prende cura di loro. Per questo riceveranno il nobile regno e lo splendido diadema dalla mano del Signore, poiché egli con la sua destra li copre e col suo braccio li protegge. Prenderà come armatura la sua gelosia e armerà la creazione per far vendetta dei nemici. Rivestirà la corazza della giustizia e cingerà come elmo un giudizio verace. Prenderà come scudo invincibile la santità; aguzzerà come spada la sua collera severa: il mondo combatterà insieme con lui contro gli insensati. Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini, e come da un arco ben teso, dalle nubi voleranno al bersaglio, e dalla fionda saranno scagliati chicchi di grandine pieni di furore. Infurierà contro di loro l’acqua del mare, i fiumi li sommergeranno senza pietà. Si leverà contro di loro un vento impetuoso e li disperderà come un uragano. L’iniquità renderà deserta tutta la terra e le cattive azioni rovesceranno il trono dei potenti. Ascoltate dunque, o re, e comprendete; imparate, giudici dei confini della terra; porgete l’orecchio, voi che dominate le moltitudini e che vi gloriate del gran numero dei vostri popoli: il vostro potere vi è stato dato dal Signore, e la vostra sovranità dall’Altissimo.



Aposticha 

Tono 4. Celebrano i popoli con canti e inni * la tua memoria ovunque celebrata, o Giorgio: * nobile e luminosa ha infatti brillato, * adorna di gloria e grazia multiformi; * per questo anche le angeliche schiere tripudiano. * Applaudono i martiri insieme agli apostoli * per i trofei delle tue lotte, o martire, * e celebrano il Salvatore, * Cristo Dio nostro, che ti ha glorificato: * e tu pregalo di salvare e illuminare * le anime nostre.

Il giusto fiorirà come palma, si moltiplicherà come cedro del Libano.

Rivestito dell’armatura di Cristo, o Giorgio˚, * sei stato trovato da quanti non ti cercavano, * acceso di zelo per Cristo; * e coprendo di scherno la seduzione distruttrice degli dèi vani, * gridavi agli empi: * Io milito per il Cristo mio Re, * per questo né belve, né ruote, né fuoco, né spada * possono separarmi dall’amore del Cristo Dio nostro˚. * Pregalo dunque di salvare e illuminare * le anime nostre.
Per i santi che sono nella sua terra, il Signore ha reso mirabili, in loro, tutte le sue volontà.

Disprezzando i molteplici strumenti di tortura, * gli svariati tormenti e la terribile catapulta, * o Giorgio coronato, * hai compiuto come martire * la corsa della vita pia. * Perciò noi intrecciamo per la tua fulgidissima memoria * ghirlande fiorite di canti, * e baciamo con fede le tue venerabili reliquie. * Tu che, tutto luminoso, * stai davanti al trono del Cristo Dio nostro, * supplicalo di salvare e illuminare * le anime nostre.

Gloria. Ora e sempre. 

Tono 4. 
Acclamiamo spiritualmente, fratelli, * l’acciaio spirituale della costanza, * il celebrato martire Giorgio, * che i pericoli hanno foggiato, * ardente per Cristo, * e i tormenti hanno temprato, * mentre pene multiformi ne hanno consumato il corpo, * per natura corruttibile: * l’amore vinceva infatti la natura, * persuadendo l’amante a passare, tramite la morte, * all’amato Cristo Dio, * Salvatore delle anime nostre.

Apolytíkion. Tono 4. 

Os tón aichmalóton eleftherotís, kié tón ptochón yperaspistís, asthenoúnton iatrós, vasiléon ypérmachos, Tropeofóre Megalomártys Gheórghie, présveve Christó tó Theó, so̱thíne tás psychás i̱món.

Come liberatore dei prigionieri, protettore dei poveri, medico degli infermi, difensore dei re, o megalomartire Giorgio trionfatore, intercedi presso il Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre.