mercoledì 5 agosto 2020

Hai reso di nuovo gloriosa la natura umana oscuratasi in Adamo - Catechesi sulla Trasfigurazione di Mons. Manuel Nin

6 agosto
Trasfigurazione del Signore



Hai reso di nuovo gloriosa la natura umana oscuratasi in Adamo

Nel monastero di santa Caterina del Sinai, nell’abside della chiesa e nella cappella del roveto ardente, si trova un magnifico mosaico del VI secolo con la raffigurazione della Trasfigurazione del Signore. Nel luogo dove la tradizione colloca la grande teofania di Dio a Mosè nel fuoco e nella luce, la fede dei monaci e dei pellegrini cristiani ha collocato un’icona dell’altra grande teofania del Dio incarnato, nella luce e nel fuoco dello Spirito. Lì dove Mosè udì la Parola –il Logos- di Dio, la fede cristiana vede la Parola –il Logos- di Dio.

La festa della Trasfigurazione è una delle Dodici Grandi feste del calendario bizantino, con un giorno di prefesta il 5 agosto, ed un’ottava che si conclude il 13 dello stesso mese. Nei tropari della prefesta troviamo ripetutamente la forma iniziale “venite”, come a voler coinvolgere tutti i fedeli nella celebrazione che si prepara: “Venite, uniamoci a Gesù…”; “Venite, saliamo al monte…”; “Venite, prepariamoci…”. L’ufficiatura della festa, dal vespro al mattutino, contiene dei testi innografici di Cosma di Maiouma e di Giovanni Damasceno. Molti dei tropari collegano la Trasfigurazione del Signore alla sua Passione, in concomitanza allo stesso racconto evangelico: in ambedue i passi si tratta di una salita, sul monte nella Trasfigurazione, sulla croce nella Passione. L’adorazione e la prostrazione dei discepoli di fronte al Cristo trasfigurato, è anche quella della Chiesa di fronte al Cristo crocefisso: “Prima che tu salissi sulla croce, Signore, un monte ha raffigurato il cielo, e una nube lo sovrastava come tenda. Mentre tu ti trasfiguravi e ricevevi la testimonianza del Padre, erano con te Pietro, Giacomo e Giovanni, perché, dovendo essere con te anche nell’ora del tradimento, grazie alla contemplazione delle tue meraviglie non temessero di fronte ai tuoi patimenti: quei patimenti che noi ti preghiamo di poter adorare in pace, per la tua grande misericordia”. I discepoli prostrati ai piedi del Trasfigurato, sono i discepoli, i fedeli, prostrati ai piedi del Crocefisso il Venerdì Santo, sono anche Maria di Magdala prostrata ai piedi del Risorto.

La Trasfigurazione gloriosa di Cristo sul Tabor è anche prefigurazione della sua Risurrezione, dove Cristo glorioso si manifesta agli angeli e agli uomini: “Prefigurando la tua risurrezione, o Cristo Dio, prendesti con te i tuoi tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni per salire sul Tabor. E mentre tu ti trasfiguravi, o Salvatore, il monte Tabor si ricopriva di luce. I tuoi discepoli, o Verbo, si gettarono a terra, non sopportando la vista della forma che non è dato contemplare. Gli angeli prestavano il loro servizio con timore e tremore; fremettero i cieli e la terra tremò, perché sulla terra vedevano il Signore della gloria”. Il tropario accosta i tre momenti della Sacra Scrittura: la manifestazione di Dio a Mosè nel roveto ardente, la Trasfigurazione del Signore, e la sua Risurrezione; in tutte e tre le teofanie, i testimoni presenti sono prostrati davanti alla gloria di Colui che si manifesta nello splendore della luce. 

Il lungo tropario del vespro previsto per la celebrazione vigiliare sviluppa magnificamente la professione di fede cristiana: la Trasfigurazione viene vista come una manifestazione della Santa Trinità: “Il Cristo, splendore anteriore al sole, mentre ancora era corporalmente sulla terra, compiendo divinamente prima della croce tutto ciò che attiene alla tremenda economia, oggi sul monte Tabor misticamente mostra l’immagine della Trinità”. La Trasfigurazione ancora è manifestazione della redenzione dell’uomo adoperata da Cristo: “Conducendo infatti con sé in disparte i tre discepoli prescelti, Pietro, Giacomo e Giovanni, nasconde un poco la carne assunta e si trasfigura davanti a loro, manife¬stando la dignità della bellezza archetipa, seppure non nel suo pieno fulgore: l’ha infatti manifestata per dare loro piena certezza, ma non totalmente, per risparmiarli, perché a causa della visione non perdessero la vita, ed essa si adattasse piuttosto alle possibilità dei loro occhi corporali”. La Trasfigurazione di Cristo, ancora, attraverso la testimonianza di Mosè e di Elia diventa una confessione di fede della piena divinità di Cristo e della sua figliolanza divina: “Parimenti prese il Cristo anche Mosè ed Elia, come testimoni della sua divinità, perché attestassero che egli è verace irradiazione dell’essenza del Padre, colui che regna sui vivi e sui morti. …e attraverso la nube risuonò dall’alto la voce del Padre che confermava la loro testimonianza, dicendo: Questi è colui che, senza mutamento, dal seno, prima della stella mattutina, ho generato, il mio Figlio diletto”. Infine la Trasfigurazione come teofania trinitaria annuncia la vita della Chiesa attraverso i sacramenti vivificanti: “…il mio Figlio diletto; è colui che ho mandato a salvare quanti vengono battezzati nel Padre, nel Figlio e nello Spirito santo e con fede confessano che è indivisibile l’unico potere della Divinità, ascoltatelo!” 

La Trasfigurazione come piena manifestazione della redenzione dell’uomo, la troviamo anche in uno dei tropari del vespro in cui a partire da una lettura cristologica del salmo 88 la liturgia bizantina canta tutta l’opera di salvezza adoperata da Cristo: “Prevedendo in Spirito la tua venuta tra gli uomini, nella carne, o Figlio Unigenito, già da lungi Davide, padre di Dio, convocava la creazione alla festa, esclamando profeticamente: Il Tabor e l’Ermon nel tuo nome esulteranno. Salito infatti su questo monte, o Salvatore, insieme ai tuoi discepoli, trasfigurandoti hai reso di nuovo radiosa la natura un tempo oscuratasi in Adamo, facendola passare alla gloria e allo splendore della tua divinità…”.

I Padri indicano che l’icona di Cristo trasfigurato è anche icona dell’uomo che un giorno sarà pure lui trasfigurato per partecipare pienamente della luce divina. Ed è anche icona dell’uomo che come Pietro cammina con Cristo: anche lui ha sentito la sua voce e in alcuni momenti intravede la luce a cui è chiamato un giorno a partecipare pienamente. Pietro, nella pericope evangelica e nell’icona stessa, diventa portavoce dei suoi fratelli, di tutti gli uomini: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende...!” Portavoce di tutti gli uomini, lo negherà tre volte ma alla fine davvero farà le tre tende sulla sua triplice confessione del suo amore al Cristo risorto presso il lago di Galilea.

sabato 1 agosto 2020

La Domenica Bizantina - DOMENICA 2 AGOSTO 2020 - DOMENICA IX DI SAN MATTEO

2 AGOSTO 2020
DOMENICA IX DI SAN MATTEO

Memoria della traslazione delle reliquie del santo protomartire e arcidiacono Stefano (nel V sec.).

Tono pl. IV; Eothinòn IX

1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Ex ìpsus katìlthes, o èfsplachnos, tafìn katedhèxo triìmeron, ìna imàs eleftheròsis ton pathòn. I Zoì ke i anàstasis imòn, Kìrie dhòxa si.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Sei disceso dall’alto, o pietoso, hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, Gloria a te.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Ex ìpsus katìlthes, o èfsplachnos, tafìn katedhèxo triìmeron, ìna imàs eleftheròsis ton pathòn. I Zoì ke i anàstasis imòn, Kìrie dhòxa si.

Sei disceso dall’alto, o pietoso, hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, Gloria a te.

Vasìlion dhiàdhima estèfthi si korifì, ex àthlon on ipèminas ipèr Christù tu Theù, martìron Protòathle. Si gar tin Iudhèon apèlenxas manìan, ìdhès su ton Sotìra tu Patròs dhexiòthen. Aftòn un ekdhisòpi ai ipèr ton psichòn imòn.


Il tuo capo è stato coronato di un diadema regale per le lotte che hai sopportato per il Cristo Dio, o primo lottatore tra i martiri: tu infatti, confutata la follia dei giudei, hai visto il tuo Salvatore alla destra del Padre. Supplicalo dunque sempre per le anime nostre. 

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

 Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

Tin en presvìes akìmiton Theotòkon, ke prostasìes ametàtheton elpìdha, tàfos ke nèkrosis uk ekràtisen: os gar zoìs Mitèra pros tin zoìn metèstisen o mìtran ikìsas aipàrthenon.

La tomba e la morte non prevalsero sulla Madre di Dio che intercede incessantemente per noi pregando e rimane immutabile speranza nelle nostre necessità. Infatti, colui che abitò un seno sempre vergine ha assunto alla vita colei che è Madre della vita.

APOSTOLOS (1 Cor 3, 9-17)

- Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli, quanti lo circondano gli portino doni. (Sal. 75,12).
- Dio è conosciuto in Giudea, in Israele è grande il suo nome. (Sal. 75,2).

Dalla prima lettera di San Paolo ai Corinti.

    Fratelli, siamo collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti, nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costrui-sce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.  

Alliluia (3 volte).

-Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore.   (Sal 94,1).  

Alliluia (3 volte).

- Presentiamoci al suo cospetto con canti di lode, inneggiamo con canti di lode. ( Sal 94,2).

Alliluia (3 volte).


VANGELO (14, 22-34)

    In quel tempo, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare.
    Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: “E’ un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
    Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret.

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia. (3 volte).

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Alliluia. (3 volte).

GIOVEDÌ 6 AGOSTO:
TRASFIGURAZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO