martedì 31 dicembre 2019

1 Gennaio 2020: Circoncisione del Signore; San Basilio il Grande



1 Gennaio 2020
Circoncisione secondo la carne del Signore
San Basilio il Grande





1^ ANTIFONA

Alalàxate to Kirìo, pàsa i ghi. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Applaudite a Dio, o abitanti della terra tutta. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Effrenèsthosan i urani, ke agaliàstho i ghi, salevthìto i thàlassa, ke to plìroma aftis; charìsete ta pedhìa, ke panda ta en aftis.

Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì peritmithìs, psàllondàs si alliluia.

Si rallegrino i cieli ed esulti la terra, si commuova il mare e quanto esso contiene; gioiscano i campi e tutto ciò che è in essi. O Figlio di Dio, che sei stato circonciso nella carne, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Ta elèi su, Kìrie, is ton eòna àsome.

Morfìn analliòtos anthropìnin prosèlaves, Theòs òn kat’u-sìan, polièfsplanchne Kìrie; ke Nòmon ekpliròn, peritomìn thelìsi katadhèchi sarkikìn, òpos pàfsis ta skiòdhi, ke perièlis to kàlimma ton pathòn imòn. Dhòxa ti agathòtiti ti si; dhòxa ti efsplanchnìa su; dhòxa ti anekfràsto, Lòghe, singatavàsi su.

La tua bontà, o Signore, io canterò in eterno.

Senza mutamento alcuno, o Signore misericordioso, hai voluto assumere forma umana; pur essendo Dio per essenza, per adempiere la legge, ti sei assoggettato nella carne alla circoncisione, per dileguare le tenebre e togliere la caligine delle nostre passioni. Gloria alla tua bontà; gloria alla tua misericordia; gloria, o Verbo, alla tua ineffabile benignità.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì peritmithìs, psàllondàs si alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei stato circonciso nella carne, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Morfìn analliòtos anthropìnin prosèlaves, Theòs òn kat’usìan, polièfsplanchne Kìrie; ke Nòmon ekpliròn, peritomìn thelìsi katadhèchi sarkikìn, òpos pàfsis ta skiòdhi, ke perièlis to kàlimma ton pathòn imòn. Dhòxa ti agathòtiti ti si; dhòxa ti efsplachnìa su; dhòxa ti anekfràsto, Lòghe, sinkatavàsi su.

Senza mutamento alcuno, o Signore misericordioso, hai voluto assumere forma umana; pur essendo Dio per essenza, per adempiere la legge, ti sei assoggettato nella carne alla circoncisione, per dileguare le tenebre e togliere la caligine delle nostre passioni. Gloria alla tua bontà; gloria alla tua misericordia; gloria, o Verbo, alla tua ineffabile benignità.

Is pàsan tin ghìn exìlthen o fthòngos su, os dexamènin ton lògon su, dhi’ù heoprepòs edhogmàtisas; tin fìsin ton òndon etrànosas, ta ton anthròpon ìthi katekòsmisas, vasìlion ieràtevma, Pàter òsie, Christòn ton Theòn ikèteve dhorìsasthe imìn to mèga èleos.     

Per tutta la terra è uscita la tua voce, poiché essa ha accolto la tua parola con la quale hai definito divine dottrine, hai illustrato la natura degli esseri, hai ordinato i costumi degli uomini. Regale sacerdozio, padre santo, prega Cristo Dio perché ci doni la grande misericordia.

KONDAKION

O ton òlon Kìrios peritomìn ipomèni, ke vrotòn ta ptèsmata os agathòs dhiatèmni, dhìdhosi tin sotirìan sìmeron kòsmo; chèri dhè en tis ipsìstis ke o tu Ktìstu ieràrchis ke fosfòros, o thìos mìstis Christù Vasìlios.

Il Signore dell’universo si sottomette alla circoncisione e, qual Buono, circoncide i falli dei mortali. Oggi concede al mondo la salvezza; gioisci anche nei cieli Basilio, gerarca del Creatore e datore di luce, divino iniziatore dei misteri di Cristo.

APOSTOLOS (Col 2, 8-12)

- La mia bocca esprime sapienza, il mio cuore medita saggezza. (Sal. 48,4).
- Udite, popoli tutti, porgete orecchio, abitanti del mondo. (Sal. 48,2).

Dalla lettera di San Paolo ai Colossesi.

    Fratelli, badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo.
   È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà. In lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera circoncisione di Cristo. Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.

Alliluia (3 volte).

- Tu, pastore d’Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge. (Sal.79,2). 

Alliluia (3 volte).

- La bocca del giusto proclama la sapienza e la sua lingua esprime la giustizia. (Sal.36,30). 

Alliluia (3 volte).


VANGELO (Luca 2, 20-21 e 40-52)

    In quel tempo, i pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
    Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
   Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
   Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
    Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

MEGALINARION 

Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, parthenikòn kàfchima, ex ìs Theòs esarkòthi, ke pedhìon ghègonen o pro eònon ipàrchon Theòs imòn. Tin gàr sìn mìtran thrònon epìise, ke tin sìn gastèra platitèran uranòn apirgàsato. Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, dhòxa si.

In te si rallegra, o piena di grazia, tutto il creato: gli angelici cori e l’umana progenie, o tempio santo e razionale paradiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed è divenuto bambino colui che fin dall'eternità è il Dio nostro. Del tuo seno infatti egli fece il suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. In te, o piena di grazia, si rallegra tutto il creato. Gloria a te.

AI DITTICI:

Ton uranofàndora tu Christù, mìstin tu hespòtu, ton fostìra ton fainòn, ton ek Kesarìas ke Kappadhòkon chòras, Vasìlion ton mègan pàndes timìsomen.

Orsù! Onoriamo tutti il celeste rappresentante di Cristo, l’iniziato ai misteri del Signore, l’astro splendente da Cesarea e dalla regione di Cappadocia, il Grande Basilio! 

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia.     
Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Alliluia.

DOPO “SOSON, O THEOS”: 

Morfìn analliòtos anthropìnin prosèlaves, …….. 
Senza mutamento hai assunto forma umana ………

Preghiera dell'Ambone

Gloria a te, o Gesù Figlio e Verbo di Dio Padre, o Cristo Dio nostro! Tu per i nostri peccati non solamente ti sei degnato di prender carne dalla santa Vergine Madre di Dio; di nascere in una grotta, di venir avvolto tra le fasce, e, per correggere la nostra dissennatezza, di esser adagiato in un presepe, non che di chiamare a te i Magi dall'Oriente, per adorarti e prender parte al gaudio del tuo Santo Nome, ma hai voluto sottoporti, nell'ottavo giorno dalla nascita anche alla circoncisione, per liberar noi da tale osservanza giudaica e dalle reti del demonio, affin di adorarti in tutto il tempo di nostra vita.
Signore, manifestaci la tua volontà come insegnasti al beatissimo Basilio i tuoi divini misteri; accogli le umili preghiere nostre come da lui gradisti la divina Liturgia, tu che lo istruisti e lo illuminasti e al beato Efrem lo facesti comparire come una colonna di fuoco, in guisa da eccitar questo alle acclamazioni e alle lodi.
«Tu sei, o Basilio, decoro della Chiesa   gloria dei Re   fortezza dei fedeli - ornamento del clero   modello dei monaci   conversione dei peccatori   flagello egli eretici   guarigione dei lebbrosi - richiamo dei rinnegati   resipiscenza degli erranti   conversione degli Ebrei - consolazione dei tribolati».
Signore Gesù Cristo Dio nostro, benedici questo popolo e coloro che hanno resa più solenne questa festa; li custodisci nel timor tuo, ma libera quelli che si trovano in schiavitù e visita gli infermi; guida al porto quanti sono nei pericoli del mare, e, quanti sono oppressi da spiriti maligni libera per le preghiere e l'intercessione del grande Vescovo e Padre nostro Basilio.
A noi infine umili e indegni Sacerdoti concedi di attorniare incontaminati il tuo santo altare in tutti i giorni di nostra vita.


INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU

”Morfìn analliòtos anthropìnin prosèlaves, ……..

  Senza mutamento hai assunto forma umana, ………

sabato 28 dicembre 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 29 Dicembre 2019 - Domenica dopo Natale - San Giuseppe


29 DICEMBRE 2019
Domenica dopo del Natale:
S. Giuseppe, sposo di Maria Vergine.
S. Davide Profeta e S. Giacomo.
Santi Innocenti. San Marcello Egumeno.






1^ ANTIFONA

Exomologhìsomè si, Kìrie, en òli kardhìa mu, dhiighìsome pànda ta thavmàsià su. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs. 

Ti loderò, o Signore con tutto il mio cuore, celebrerò tutte le tue meraviglie. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Makàrios anìr o fovùmenos ton Kìrion; en tes endolès aftù thelìsi sfòdhra. Sòson imàs, Iiè Theù, o ek Parthènu techthìs, psàllondàs si: Alliluia.

Beato l’uomo che teme il Signore e che nei suoi comandamenti si compiace oltremodo. O Figlio di Dio, che sei nato dalla Vergine, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Ipen o Kìrios to Kirìo mu: Kàthu ek dhexiòn mu, èos an thò tus echtrùs su ipopòdhion ton podhòn su.

I ghènnisìs su, Christè o Theòs imòn, anètile to kòsmo to fòs to tis gnòseos; en aftì gar i tis àstris latrèvondes ipò astèros edhidhàskondo se proskinìn ton Ilion tis dhikeosìnis, ke se ghinòskin ex ìpsus Anatolìn. Kìrie, dhòxa si.

Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi.

La tua natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel mondo la luce della verità; per essa infatti gli adoratori degli astri vennero ammaestrati da una stella ad adorare Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te, aurora celeste. O Signore, gloria a Te.

ISODIKÒN

Ek gastròs pro Eosfòru eghènnisà se; òmose Kìrios, ke u metamelithìsete; si ì ierèfs is ton eòna katà tin tàxin Melkisedèk. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekron, psàllondàs si: Alliluia.

Dal mio seno ti ho generato prima della stella mattutina; il Signore ha giurato e non si pentirà; Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKION

To fedhròn tis anastaseos kìrighma ek tu anghèlu mathùse e tu Kirìu mathìtrie, ke tin progonokìn apòfasin aporrìpsase tis Apostolis kafchòmene èlegon: Eskìlefte o thànatos, ighèrthi Christòs o Theòs, dhorùmenos to kòsmo to mèga èleos.

Appreso dall’angelo il radioso annuncio della risurrezione, e libere dalla sentenza data ai progenitori, le discepole del Signore dicevano fiere agli apostoli: È stata spogliata la morte, è risorto Cristo Dio, per donare al mondo la grande misericordia.

I ghènnisìs su, Christè o Theòs imòn, anètile to kòsmo to fòs to tis gnòseos; en aftì gar i tis àstris latrèvondes ipò astèros edhidhàskondo se proskinìn ton Ilion tis dhikeosìnis, ke se ghinòskin ex ìpsus Anatolìn. Kìrie, dhòxa si.

La tua natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel mondo la luce della verità; per essa infatti gli adoratori degli astri vennero ammaestrati da una stella ad adorare Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te, aurora celeste. O Signore, gloria a Te.

Evanghelìzu, Iosìf, to Davìd ta thàvmata to Theopàtori. Parthènon ìdhes kioforìsasan, metà pimènon edhoxològhisas, metà ton màgon prosekìnisas, dhi'Anghèlu chrimatisthìs. Ikèteve Christòn ton Theòn sothìne tas psichàs imòn.

Annunzia, o Giuseppe, al divino progenitore David le meraviglie: hai veduto una Vergine partorire, con i Pastori hai inneggiato, con i Magi hai adorato, da un angelo sei stato istruito. Prega Cristo Dio che salvi le anime nostre.

Kanona pìsteos ke ikona praòtitos, enkratìas dhidhàskalon anèdhixè se ti pimni su i ton pragmaton alìthia; dhià tuto ektiso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia, pater ierarcha Nikòlae: prèsveve Christò to Theò, sothine tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

I Parthènos sìmeron ton iperùsion tìkti, ke i ghì to spìleon to aprosìto prosàghi. Angheli metà pimènon dhoxologùsi, Màghi dhe metà astèros odhiporùsi; dhi’imàs gar eghennìthi pedhìon nèon, o pro eònon Theòs. pedhìon nèon, ton pro eònon Theòn.

Oggi la Vergine dà alla luce l’Eterno e la terra offre una spelonca all’Inaccessibile. Gli Angeli con i pastori cantano gloria, i Magi camminano seguendo la guida della stella; poiché per noi è nato un tenero bambino il Dio eterno.

TRISAGHION

Osi is Christòn evaptìsthite, Christòn enedhìsasthe. Alliluia.

Quanti siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti. Alliluia.


APOSTOLOS (2 Tim 4, 5-8)

- Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità. (Sal 27,9).
- A te, Signore, io grido; non restare in silenzio, mio Dio. (Sal 27,1).

Dalla Seconda lettera di San Paolo a Timoteo.

Diletto figlio Timoteo, vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero. Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.

Alliluia (3 volte).
- Dio abbia pietà di noi e ci benedica. (Sal 66,2).
Alliluia (3 volte).
- Su di noi faccia splendere il suo volto, ed abbia di noi misericordia. (Sal 66,2). 
Alliluia (3 volte).

VANGELO (Marco 1, 1-8)

Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.

MEGALINARION

Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke endoxotèran ton àno stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon: uranòn to spìleon, thrònon cheruvikòn tin parthènon, tin fàtnin chorìon en ò aneklìthi o achòritos Christòs o Theòs; on animnùndes megalìnomen.

Esalta, o anima mia, Colei che è più onorabile e più gloriosa delle schiere celesti. Contemplo un mistero meraviglioso ed incredibile: cielo è la spelonca, trono cherubico la Vergine, la mangiatoia culla in cui è adagiato Dio infinito, che inneggiando magnifichiamo.

KINONIKON

Lìtrosin apèstile Kìrios to laò aftù. Alliluia.

Il Signore inviò al suo popolo la salvezza. Alliluia.


INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Christòs ghennàte dhoxàsate, Christòs es uranòn apandìsate, Christòs epì ghis ipsothite. Asate to Kirìo pasa i ghi ke en evfrosini anìmnisate lai, oti dhedhòxaste.

Cristo nasce, glorificatelo, Cristo discende dal cielo andategli incontro. Cristo è sulla terra, siatene fieri. Canta al signore terra tutta, e voi popoli nella gioia celebratelo con inni, perché si è coperto di gloria.

martedì 24 dicembre 2019

Foglio Liturgico del Natale del Signore

25 DICEMBRE

NATIVITÀ SECONDO LA CARNE DEL SIGNORE, DIO E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO





1^ ANTIFONA

Exomologhìsomè si, Kìrie, en òli kardhìa mu, dhiighìsome pànda ta thavmàsià su. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs. 

Ti loderò, o Signore con tutto il mio cuore, celebrerò tutte le tue meraviglie. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Makàrios anìr o fovùmenos ton Kìrion; en tes endolès aftù thelìsi sfòdhra. Sòson imàs, Iiè Theù, o ek Parthènu techthìs, psàllondàs si: Alliluia.

Beato l’uomo che teme il Signore e che nei suoi comandamenti si compiace oltremodo. O Figlio di Dio, che sei nato dalla Vergine, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Ipen o Kìrios to Kirìo mu: Kàthu ek dhexiòn mu, èos an thò tus echtrùs su ipopòdhion ton podhòn su.

I ghènnisìs su, Christè o Theòs imòn, anètile to kòsmo to fòs to tis gnòseos; en aftì gar i tis àstris latrèvondes ipò astèros edhidhàskondo se proskinìn ton Ilion tis dhikeosìnis, ke se ghinòskin ex ìpsus Anatolìn. Kìrie, dhòxa si.

Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi.

La tua natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel mondo la luce della verità; per essa infatti gli adoratori degli astri vennero ammaestrati da una stella ad adorare Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te, aurora celeste. O Signore, gloria a Te.

ISODIKÒN

Ek gastròs pro Eosfòru eghènnisà se; òmose Kìrios, ke u metamelithìsete; si ì ierèfs is ton eòna katà tin tàxin Melkisedèk. Sòson imàs, Iiè Theù, o ek Parthènu techthìs, psàllondàs si: Alliluia.

Dal mio seno ti ho generato prima della stella mattutina; il Signore ha giurato e non si pentirà; Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek. O Figlio di Dio, che sei nato dalla Vergine, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKION

I ghènnisìs su, Christè o Theòs imòn, anètile to kòsmo to fòs to tis gnòseos; en aftì gar i tis àstris latrèvondes ipò astèros edhidhàskondo se proskinìn ton Ilion tis dhikeosìnis, ke se ghinòskin ex ìpsus Anatolìn. Kìrie, dhòxa si.

La tua natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel mondo la luce della verità; per essa infatti gli adoratori degli astri vennero ammaestrati da una stella ad adorare Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te, aurora celeste. O Signore, gloria a Te.

KONDAKION

I Parthènos sìmeron ton iperùsion tìkti, ke i ghì to spìleon to aprosìto prosàghi. Angheli metà pimènon dhoxologùsi, Màghi dhe metà astèros odhiporùsi; dhi’imàs gar eghennìthi pedhìon nèon, o pro eònon Theòs. pedhìon nèon, ton pro eònon Theòn.

Oggi la Vergine dà alla luce l’Eterno e la terra offre una spelonca all’Inaccessibile. Gli Angeli con i pastori cantano gloria, i Magi camminano seguendo la guida della stella; poiché per noi è nato un tenero bambino il Dio eterno.

TRISAGHION

Osi is Christòn evaptìsthite, Christòn enedhìsasthe. Alliluia.

Quanti siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti. Alliluia.

APOSTOLOS (Gal. 4, 4-7)

- A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome. 
(Sal. 65,4).

- Cantate al Signore da tutta la terra. (Sal. 65,1).

Dalla lettera di San Paolo ai Galati.

    Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

Alliluia (3 volte).
- I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani. (Sal. 18,2).  
Alliluia (3 volte).
- Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia. (Sal. 18,3). 
Alliluia (3 volte).

VANGELO (Matteo 2, 1-12)

 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.
    Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono
   Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

MEGALINARION

Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke endoxotèran ton àno stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon: uranòn to spìleon, thrònon cheruvikòn tin parthènon, tin fàtnin chorìon en ò aneklìthi o achòritos Christòs o Theòs; on animnùndes megalìnomen.

Esalta, o anima mia, Colei che è più onorabile e più gloriosa delle schiere celesti. Contemplo un mistero meraviglioso ed incredibile: cielo è la spelonca, trono cherubico la Vergine, la mangiatoia culla in cui è adagiato Dio infinito, che inneggiando magnifichiamo.

KINONIKON

Lìtrosin apèstile Kìrios to laò aftù. Alliluia.

Il Signore inviò al suo popolo la salvezza. Alliluia.

Preghiera dell'Ambone

O Cristo Dio nostro, tu che da prima di tutti i secoli risplendesti impassibilmente dal Padre che non ha principio, e che negli ultimi tempi ti incarnasti dalla Vergine santa, tu che per noi ti facesti povero affinché con la tua povertà noi fossimo arricchiti; tu che avvolto nelle fasce come bambino e divinamente deposto nella mangiatoia; Sovrano che di tutto ti curi, tu accetta le nostre semplici lodi e implorazioni, come la lode dei Pastori e l'adorazione dei Magi con i doni, e rendici degni che facciamo parte del coro della Milizia celeste, e di essere accolti come eredi della gioia celeste preparata per quelli che degnamente festeggiano la tua Nascita, e ai fedeli governanti dona la vittoria. Poiché amorevole per gli uomini tu sei, e glorificato con il Padre tuo che non ha principio e con il tuttosanto e buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e per i secoli dei secoli.

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Christòs ghennate doxasate, Christòs es uranòn apantisate, Christòs epì ghis ipsotite. Asate to Kirìo pasa i ghi ke en evfrosini anìmnisate lai, oti dhedhòxaste.

Cristo nasce, glorificatelo, Cristo discende dal cielo andategli incontro. Cristo è sulla terra, siatene fieri. Canta al signore terra tutta, e voi popoli nella gioia celebratelo con inni, perché si è coperto di gloria.

lunedì 23 dicembre 2019

Spiegazione dell'Icona della Natività del Signore

LA NATIVITÀ DI CRISTO



“Quando giunse la pienezza dei tempo, Dio inviò il figlio suo, nato da donna, affinché riscattasse coloro che erano sottoposti alla legge, affinché ricevessimo l'adozione a figli”. Con queste parole dell'apostolo Paolo nella sua lettera ai Galati (4 5) inizia la lettura apostolica, che si ascolta nelle chiese durante la divina Liturgia del Natale. Il Messia, il Figlio e Verbo di Dio, che Dio aveva promesso d'inviare agli uomini e che i profeti d'Israele avevano preconizzato “divenne carne e si attendò in noi”. Si rivestì, cioè di carne umana, per avere un rapporto con gli uomini, per insegnar loro il volere di Dio e per salvarli con la propria morte in croce. 
    Questa “nascita secondo la carne del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo” è festeggiata dalla nostra Chiesa con la ricorrenza del Natale (25 Dicembre). L'icona della natività del Signore si basa sulla testimonianza della Sacra Scrittura e sulla tradizione della Chiesa, come la riassume il kondàkion della festa: “La vergine oggi genera il transustanziale, e la terra porge la grotta all'inaccessibile. Angeli con pastori rendono gloria. I Magi si mettono in cammino con la cometa. Per noi è infatti nato il nuovo Bambino, Dio prima di tutti i secoli”.
   Come enuncia il kondàkion nel suo ultimo verso, il bambino che fu generato era “Dio prima di tutti i secoli", che si è fatto uomo. Poiché secondo l’espressione lapidaria di un tropario dell'esperinòs della festa, "ciò che (Cristo) era, rimase, essendo Dio vero, e ciò che non era, lo prese su di sé, divenendo uomo per amore degli uomini (Stichiròn I).
    Il pittore ortodosso dell'icona della Natività, fedele conte sempre ai dogmi e alle tradizioni della Chiesa sistema i personaggi e gli oggetti nella raffigurazione in modo da ottemperare a due scopi: da un lato, mostrare la doppia natura umana e divina del Signore; dall'altro, alludere alla glorificazione del cielo e della terra (di solito la composizione è coronata da un arco celeste con l’epigramma “Gloria a Dio nell'alto del cieli e pace fra gli uomini). 
    La glorificazione del cosmo celeste, e la gratitudine del mondo terreno per questo evento sono diffuse per tutta l'immagine. “Le icone di questo gruppo si distinguono per la loro alta qualità, la ricchezza nella conformazione del luogo e la varietà dei tipi umani, che sono raffigurati tutti con gioia nobile e composta, addirittura pittoresca: cambi di piani che si incrociano, graziosi alberelli e animali) conferiscono un carattere idillico e poetico alla scena (M Chatzidàkis).

Descrizione dell’Icona.

a) Il Bambino e sua Madre. In ossequio a quanto racconta l’Evangelista Luca, la Panagìa, quando si trovò insieme a Giuseppe a Betlemme per il censimento, “partorì il proprio figlio primogenito e lo fasciò e lo mise a giacere nella mangiatoia, poiché essi non avevano un posto nell’alloggio (nell'ostello)”. La mangiatoia è rappresentata nella nostra icona all'interno di una spelonca buia. Della Nascita dei Signore nella spelonca ci informano antichi autori ecclesiastici (Giustino, Origene e altri). L'iconografo raffigura la spelonca buia per simboleggiare con il colore nero il mondo, che giaceva nella tenebra del peccato, sul quale adesso è venuta a splendere la luce di Cristo. Nella mangiatoia è reclinato il divino Pargolo fasciato, con il raggio della luce di un astro che cade su di lui. Come osserva Uspenski, “Spelonca, mangiatoia, fasce sono prova dello svuotamento (kénosis) della divinità, della sua condiscendenza, dell'estrema umiltà di Lui, il quale, invisibile nella Sua natura divina diventa visibile nella carne in grazia dell’uomo, prefigurando così la Sua morte, e la sepoltura, il sepolcro e il sudario”. 
   Dentro la spelonca, dietro la mangiatoia, sono effigiati un bue e un asino. L'iconografo si ispira alla profezia di Isaia che, parlando per conto di Dio, dice: “Un bue conobbe il suo acquirente e un asinello la mangiatoia del suo Signore; ma Israele non mi conobbe e il mio popolo non comprese” (Isaia, 1,3).
   L’icona, nel porre gli animali al centro, ci chiama a rifuggire dall'errore degli Ebrei. Il Signore ci ha amati: ci è d'obbligo onorarLo con il nostro amore. Per noi egli è nato; è il nostro Signore e Dio e Salvatore. 
    Oltre alle figure angeliche e umane la nostra icone presenta rappresentanti del regno vegetale e animale: tutto e tutti devono mostrare il loro rendimento di grazie. Un tropario del grande vespro (Mégas Esperinòs) di Natile risponde al quesito "che cosa offriremo a Cristo?”: “che cosa dovremmo offrirti, o Cristo, dacché ti sei mostrato sulla terra come uomo per noi? Ecco, ciascuna delle creature nate da te, ti porta il suo rendimento di grazie; gli angeli l'inno; i cieli la cometa; i Magi i doni; i pastori la meraviglia; la terra la spelonca; il deserto la mangiatoia; noi la Vergine Madre Dio prima del secoli, abbi pietà di noi” (Stichiròn - Idiòmelon).
    Noi peccatori offriamo come dono al Signore appena nato la Vergine la quale, come pure, è evidente nell'icona dell'Annunciazione, ha dato il suo assenso al concepimento del Salvatore. Con la nostra offerta di lei come dono a Cristo noi accettiamo con il nostro assenso di essere salvati dal Signore che è generato.
    La Madre di Dio è la figura della pittura che si distingue per la sua grandezza e per la posizione centrale che detiene nell'icona. La osserviamo fuori dalla spelonca, sul piano, in ginocchio con le mani incrociate per inchinarsi al Neonato. Come è stato osservato, “quest'elemento, di provenienza occidentale, accentua il senso di glorificazione dell'insieme, perché all'adorazione del Cristo prende parte, adesso anche la Theotòkos” (M. Chatzidàkis).
    In altre icone la Madre di Dio è distesa, con una manifesta stanchezza nel volto, e in altre, col tronco sollevato. La posizione della Vergine è sempre molto importante e legata ai problemi dogmatici dell'epoca e dello stile in cui l'icona è stata composta. Le differenze con le quali viene rappresentata ogni volta lasciano intravedere il proposito di esaltare talvolta la divinità, altre volte l'umanità del Signore. 
    Così in determinante rappresentazioni della Natività la Vergine è, per metà distesa, per metà seduta; la sua posizione è cioè risollevata per dimostrare l'assenza di dolori e di conseguenza il parto virginale e la provenienza divina del fanciullo (contrariamente all'errore dei Nestoniani). Ma nella maggioranza delle raffigurazioni la Vergine è distesa ed esprime con la sua posizione una grande fatica e spossatezza" (L. Uspensky).
    I tropari della nostra santa Chiesa e i suoi testi dogmatici ci guardano dall'insegnamento eretico di Nestorio il quale professò che la Tutta Santa avesse generato Cristo come essere umano e non come Figlio e Verbo di Dio. Dice Giovanni Damasceno che la nascita del Theànthropos, dell'Uomo Dio, fu nel contempo "Attraverso noi, per noi, in favore, di noi", cioè salvifica, fisica e metafisica. E per giunta, indolore, "Al di là della legge della gravidanza" (Dich. Fed. Ort., 3, 7) 
b) Gli altri particolari della raffigurazione. Fra le altre figure della rappresentazione gli angeli, i pastori e i Magi vengono ritratti nella parte superiore dell'icona, e nella parte inferiore, Giuseppe con il pastore e il fonte con le levatrici. Un angelo, conformemente alla narrazione evangelica, dà ad alta voce l'annuncio della redenzione avvisando i pastori dell'evento della Natività e altri guardando la cometa, rendono gloria a "Dio nell'alto dei cieli (en ipsìstis Theòs). Aggraziate le forme dei due pastori dell'uno che, estatico, accoglie il messaggio angelico e dell'altro che, seduto, suona il suo flauto. 
    Nella parte destra al di sopra della spelonca sono raffigurati i tre Magi a cavallo (in alcune icone sono raffigurati a piedi). Viaggiano insieme alla cometa che li guida e portano i loro regali al Signore che è stato generato. Essi rappresentano secondo i tropari della festa, gli idolatri che comporranno la Chiesa nata dai gentili. I pastori rappresentano l’altro ambito, quello giudaico. I Magi sono raffigurati di differenti età: uno giovane, uno maturo, uno vecchio. Così si sottolinea la verità secondo cui Cristo che è "la luce vera (tò fôs tò alithinòn), illumina tutti gli uomini a prescindere dalla loro età e dal posto che essi ricoprono nella società. 
    Nella parte inferiore dell'icona, a sinistra è raffigurato Giuseppe. È pensieroso e appoggia il suo capo alla mano sinistra. "Contemplò (la Tutta Santa) gravida e cadde nella più grande agitazione" (Proclo di Costantinopoli). Accanto a lui osserviamo un pastore, appoggiato al suo bastone. L'Uspenskij vede nel viso di quest'ultimo Satana che insinua nell'anima del giusto Giuseppe il dubbio e pone nella sua mente dei pensieri, riferiti dai Vangeli apocrifi e dai tropari della festa.
    A proposito di ciò scrive “L'icona nel volto di Giuseppe evidenza non solo il suo dramma personale ma anche il dramma di tutto il genere umano, la difficoltà ad accettare quello che è “al di là di ragione e intelletto”, ossia il farsi uomo da parte di Dio”. 
    Nel doxastikòn dell'Ora Prima dell'Akoluthìa di Natale sentiamo Giuseppe chiedere alla Theotòkos: "Maria, che cos'è questo dramma che in te osservo? Invece di onore, vergogna; al posto della felicità, il dolore, anziché farmi lodare, mi hai recato biasimo. Non sopporto più il rimprovero degli uomini".
   Degna di osservazione è anche la posizione di Giuseppe nell'icona. È dipinto in un'estremità, lontano dal bambino e da sua Madre. E questo perché non è il padre del Neonato bensì il protettore della Sacra Famiglia.
    Di fronte a Giuseppe, nell'altra estremità inferiore dell'icona sono rappresentate due donne che preparano il lavacro del Bambino divino. L'una regge il fanciullo e saggia con la mano la temperatura dell'acqua, che l'altra versa nel fonte. La scena è ispirata ai Vangeli apocrifi di Matteo e, Giacomo, che parlano di due donne, la levatrice e Salome, che Giuseppe aveva portato a recare aiuto alla Thetòkos. 
    Chiudiamo dunque la descrizione e l'analisi dell'icona della Natività di Cristo col seguente tropario dell'akoluthìa del mattutino della festa di Natale. Esso presenta con la sua parola poetica il miracolo dell'incarnazione del Cristo ed esprime la giusta meraviglia dei fedeli: «L'indivisibile dal tutto, come si è diviso in un grembo? Colui che era nel seno del Padre, come è venuto nell'abbraccio della madre? Come egli assolutamente sa, ha voluto e si è compiaciuto di fare.
    Pur essendo infatti incorporeo, si è volontariamente incarnato. Ed è divenuto colui che era ciò che non era per noi. E fu non uscendo fuori dalla Sua natura che egli partecipò della nostra corporietà. Si generò doppiamente Cristo, volendo riempire il cosmo di lassù".

Tratto da CH.G. Gòtzis, Il mondo mistico delle iconi bizantine, Diaconia Apostolica, Atene 1995. Traduzione del Prof Maurizio Farina. 

sabato 21 dicembre 2019

Preparati Betlemme - Catechesi di Mons. Manuel NIN

Catechesi Mistagogica pre natalizia.



di  MONS. MANUEL NIN, Esarca Apostolico in Grecia.

La tradizione liturgica bizantina, nei giorni tra il 15 novembre e il 24 dicembre inquadra la cosiddetta “Quaresima di Natale”, dove troviamo una serie di tropari chiamati theotòkia —cioè dedicati alla Madre di Dio — assai ricchi teologicamente. Facendo ecce-zione delle due domeniche che precedono il Natale, nelle quali si commemorano i padri, gli antenati del Signore, si potrebbe dire che la liturgia bizantina non ha in se stessa un periodo liturgico, con delle particolarità eucologiche proprie, che preceda il Natale. Ci sono comunque nella tradizione bizantina alcuni tropari e la stessa festa del 21 novembre, l’ingresso della Madre di Dio nel tempio, e quella del 9 dicembre, la concezione di Maria nel seno di Anna, che in qualche modo rimandano alla celebrazione della nascita secondo la carne del Verbo eterno di Dio. La liturgia bizantina prepara al Natale in un modo molto discreto, molto umile. Una serie bellissima di tropari ci fa pregustare tutto il mistero dell’Incarnazione: l’attesa fiduciosa, la povertà della grotta, i personaggi e anche i luoghi vetero-testamentari che si affacciano in questi giorni. Pensiamo alle volte che Betlemme col-legata con l’Eden viene inserita nei testi, a Isaia che si rallegra, alla Madre di Dio presentata come agnella, cioè colei che porta in seno Cristo l’Agnello di Dio. Attraverso immagini poetiche e per mezzo di un intreccio di reminiscenze bibliche siamo posti di fronte al mi-stero della nostra salvezza, al mistero indicibile di Dio che per amore si incarna, si fa uno di noi, si fa uomo, “si fa piccolo” come piace dire ai Padri. «Oggi la Vergine si dirige verso la grotta per dare a luce ineffabilmente il Verbo che è prima dei se-coli. Rallegrati terra tutta, glorifica con gli angeli e i pastori, avendo udito che il Dio che è prima dei se-coli ha voluto apparire come tenero bambino». Questo tropario si canta nei giorni festivi che precedono il Natale, a partire dal 26 novembre, dopo la conclusione della festa dell’ingresso della Madre di Dio nel tempio. Si può dire che questi testi siano frutto di una lectio divina che la Chiesa fa della Sacra Scrittura alla luce del mistero celebrato. «L’Antico Testamento usa l’immagine di una ragazza o di una vergine per parlare del popolo, di tutto il popolo: «la vergine figlia di Sion» (Isaia, 37, 22). Nel tropario, però, il riferimento biblico è chiara-mente un altro, pure di Isaia (7, 14): «la vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele». Già il Nuovo Testamento nel vangelo di Matteo, i Padri e tutta la tradizione cristiana hanno letto questo passo di Isaia in chiave cristologica. «Si dirige verso la grotta per da-re a luce ineffabilmente il Verbo che è prima dei secoli». Nell’Antico Testamento la grotta è sempre presentata come luogo di rifugio, sia di fronte al nemico sia di fronte a Dio stesso. «Per dare a luce ineffabilmente il Verbo che è prima dei secoli». Il testo del tropario riecheggia in modo diretto, quello di Giovanni: «In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (1, 1) e: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (1, 14). Ma nello stesso tropario, e non in modo meno diretto, troviamo anche una serie di passi dell’Antico Testamento, soprattutto della letteratura sapienziale e dei salmi: «la Parola del Signore è veritiera» (Salmi, 32, 4); «la tua Parola, Signore, è eterna» (Salmi, 118, 89); «la tua Parola è lampada ai miei passi» (Salmi, 118, 105). E, testo fondamentale: «la tua Parola onnipotente scese dal cielo» (Sapienza, 18, 15). «Rallegrati terra tutta, glorifica con gli angeli e i pastori». Il tropario prosegue riprendendo la gioia di tutta la creazione, e si fa eco di due “rallegramenti” di tutto il popolo: quello delle vittorie di Saul e soprattutto quello di David sui nemici. Questa gioia del popolo vie-ne collegata a quella degli angeli e dei pastori (Luca, 2, 8. 18. 20). «Avendo udito che il Dio che è prima dei secoli ha voluto apparire come tenero bambino». Qui il tropario riassume tutto il mistero, tutta l’economia della nostra salvezza. Il testo biblico che è retroterra di questa conclusione sembra chiaramente quello di Filippesi: «il quale essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo» (2, 6-7). E il tropario: «ha voluto apparire come tenero bambino (...) il Dio invisibile rivelato nel suo tempio, una persona umana visibile». Un secondo testo, preso sempre dalla liturgia bizantina che precede il Natale, è il tropario Preparati Betlemme, uno dei testi teologicamente più belli della liturgia bizantina in questo periodo. Qui troviamo una lettura cristologica di diversi fatti dell’Antico Testamento: dal giardino dell’Eden dove fiorì l’albero del-la vita all’altro giardino, la Vergine, da dove fiorisce l’Albero della Vita. «Preparati, Betlemme, l’Eden viene aperto a tutti; esulta, Efrata, perché l’Albero della vita, nella grotta, fiorisce dalla Vergine. Paradiso spirituale si è mostrato il suo seno, nel quale (si trova) il frutto divino, di cui, mangiandone, vivremo e non moriremo come Adamo. Cristo è nato per rialzare — risuscitare — l’immagine caduta (dell’uomo)». Il tropario si distende in tre par-ti: la prima contiene tutta una para-frasi del testo di Michea: «E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere tra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore di Giuda» (5, 1). Il tropario propone un paragone tra il giardino dell’Eden, contenente l’albero della vita, che era stato chiuso e custodito dai cherubini, e la Vergine che vede fiorire l’Albero della Vita, cioè Cristo, il Verbo di Dio. Il testo sottolinea che l’Albero della Vita fiorisce nella grotta, cioè nascosto, nel mistero; l’Albero della Vita apparirà agli uomini, chiara-mente e visibilmente, quando lo si vedrà non più nella grotta ma sulla montagna, cioè innalzato sulla croce nel Calvario. La seconda parte del tropario: «Paradiso spirituale si è mostrato il suo seno, nel quale (si trova) il frutto divino, di cui, mangiandone, vivremo e non moriremo come Ada-mo», sviluppa il paragone tra il Paradiso e il grembo di Maria. Men-tre l’albero del Paradiso è diventato fonte di morte per Adamo, dal grembo di Maria invece germoglia il Frutto della Vita per coloro che ne mangiano. Infine leggiamo: «Cristo è nato per rialzare l’immagine caduta (dell’uomo)». In questa terza parte troviamo una chiara conclusione cristologica. Adamo, fatto a immagine e somiglianza di Dio verrà rialzato — risuscitato — da Cristo stesso nella sua Pasqua.

© Osservatore Romano - 2 dicembre 2012

La Domenica Bizantina - Domenica 22 Dicembre 2019 - Domenica dei Progenitori

22 DICEMBRE 2019
Domenica prima del Natale: dei Ss. Padri: da Adamo fino a Giuseppe, sposo di Maria
Sant’ Anastasia megalomartire.

Particolare del Natale dell'Icona Epi si Cheri

1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Effrenèstho ta urània, agaliàstho ta epighia, òte epiìse kràtos en vrachioni aftù o Kìrios; epàtise to thanàto ton thànaton, protòkos ton nekròn eghèneto; ek kilias Adhu errìsato imàs ke parèsche to kòsmo to mèga èleos.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dei morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Effrenèstho ta urània, agaliàstho ta epighia, òte epiìse kràtos en vrachioni aftù o Kìrios; epàtise to thanàto ton thànaton, protòkos ton nekròn eghèneto; ek kilias Adhu errìsato imàs ke parèsche to kòsmo to mèga èleos.

Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dei morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.

Megàla ta tis pìsteos katorthòmata! En ti pighì tis flogòs, os epì ìdhatos anapàfseos, i Aghii tris Pèdhes igàllondo; ke o profìtis Dhaniìl leòndon pimìn os provàton edhìknito. Tes aftòn ikesìes, Christè o Theòs, sòson tas psichàs imòn.


Grandi sono le opere della fede! I tre fanciulli nella fornace ardente gode-vano come in un’acqua ristoratrice! E il santo profeta Daniele se ne stava in mezzo ai leoni, come un pastore di pecorelle. Deh! Per la loro intercessione, o Cristo Dio, salva le anime nostre.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

I Parthènos sìmeron ton proeònion Lògon en spilèo èrchete apo-tekìn aporrìtos. Chòreve, i ikumèni akutisthìsa; dhòxason metà anghèlon ke ton pimènon vulithènda epofthìne pedhìon nèon, ton pro eònon Theòn.

Oggi la Vergine si dirige alla grotta per dare ineffabilmente alla luce il Verbo eterno. Esulta, o universo, nell’udire ciò; glorifica con gli angeli e i pastori l’eterno Dio, che ha voluto apparire tenero bambino.

APOSTOLOS (Eb 11, 9-10. 32-40)

- Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei Padri nostri, e lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli. (Dan 3,26).
- Poiché sei giusto in tutto ciò che hai fatto; e tutte le tue opere sono vere e rette le tue vie. (Dan   3,27).

Dalla lettera agli Ebrei.

    Fratelli, per fede Abramo soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. 
   Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia.
   Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati di loro il mondo non era degno!, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra. Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi. 

Alliluia (3 volte).

- O Dio, con le nostre orecchie abbiamo udito, i nostri Padri ci hanno rac-contato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei tempi antichi. (Sal. 43,2).

Alliluia (3 volte).

- Gridano i giusti, e il Signore li ascolta; e da tutte le loro angosce li salva.  (Sal 33,18)

Alliluia (3 volte).

VANGELO (Matteo 1, 1-25)

    Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
    La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.
    Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
    Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.

MEGALINARION 

Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke endoxotèran ton àno stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon: uranòn to spìleon, thrònon cheruvikòn tin parthènon, tin fàtnin chorìon en ò aneklìthi o achòritos Christòs o Theòs; on animnùndes megalìnomen.

Esalta, o anima mia, Colei che è più onorabile e più gloriosa delle schiere celesti. Contemplo un mistero meraviglioso ed incredibile: cielo è la spelonca, trono cherubico la Vergine, la mangiatoia culla in cui è adagiato Dio infinito, che inneggiando magnifichiamo.

KINONIKON
 
Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia.

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’alto. Alliluia.

DOPO “SOSON, O THEOS”: 

Ìdhomen to fos ....... Abbiamo visto la vera luce, …..

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU

Christòs ghennate doxasate, Christòs es uranòn apantisate, Christòs epì ghis ipsotite. Asate to Kirìo pasa i ghi ke en evfrosini anìmnisate lai, oti dedoxaste

Cristo nasce, glorificatelo, Cristo discende dal cielo andategli incontro. Cristo è sulla terra, siatene fieri. Canta al signore terra tutta, e voi popoli nella gioia celebratelo con inni, perché si è coperto di gloria.

Domani, previgilia del Santo Natale si osserva il digiuno e l’astinenza

Mercoledì: Natività secondo la carne del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo.