sabato 28 settembre 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 29 Settembre 2019 - II di Luca

29 SETTEMBRE 2019
DOMENICA XVI 
(II DI SAN LUCA)

Memoria del nostro santo padre Ciriaco anacoreta (557).

Tono Varis; Eothinòn V




1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Katèlisas to stavrò su ton thànaton; inèoxas to listì ton Paràdhison; ton Mirofòron ton thrìnon metèvales; ke tis sis apostòlis kirìttin epètaxas: òti anèstis, Christè o Theòs, parè-chon ton kòsmo to mèga èleos.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Con la tua croce hai distrutto la morte, hai aperto al ladrone il paradiso, hai mutato in gioia il lamento delle miròfore, e ai tuoi apostoli ha ordinato di annunciare che sei risorto, o Cristo Dio, per elargire al mondo la grande misericordia.


ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Katèlisas to stavrò su ton thànaton; inèoxas to listì ton Paràdhison; ton Mirofòron ton thrìnon metèvales; ke tis sis apostòlis kirìttin epètaxas: òti anèstis, Christè o Theòs, parè-chon ton kòsmo to mèga èleos.

Con la tua croce hai distrutto la morte, hai aperto al ladrone il paradiso, hai mutato in gioia il lamento delle miròfore, e ai tuoi apostoli ha ordinato di annunciare che sei risorto, o Cristo Dio, per elargire al mondo la grande misericordia.

Tìs erìmu polìtis, ke en sòmati ànghelos ke Thavmaturgòs anedìchtis, Theofòre Pater imon Kiriakè, nistia, agripnia, prosevchì, urania charismata lavòn, therapèvis tus nosùntas, ke tas psichàs ton pistì prostrechòntos si Dhòxa to dedocòti si ischì; doxa to se stefanosanti doxa to energunti dià su pasin iamata. 


Cittadino del deserto, angelo in un corpo e taumaturgo ti sei mostrato, o Ciriaco, padre nostro teòforo. Con digiuno, veglia e preghiera hai ricevuto celesti carismi e guarisci i malati e le anime di quanti a te accorrono con fede. Gloria a colui che ti ha dato forza; gloria a colui che ti ha incoronato; gloria a colui che per mezzo tuo opera guarigioni in tutti.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION
   
 O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.    

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora.

APOSTOLOS (2 Cor6, 1-10)

- Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace. (Sal 28, 11)
- Portate al signore, figli di Dio; portate al Signore dei figli di ariete. (Sal 28, 1)

Dalla prima lettera di San Paolo ai Corinti.

Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama.
Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possiede tutto! 

Alliluia (3 volte).

- Buona cosa è lodare il Signore, e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. (Sal 91, 2)

Alliluia (3 volte).

- Annunziare al mattino la tua misericordia, la tua verità nella notte. (Sal 91, 3)

Alliluia (3 volte).


VANGELO (Luca. 6, 31-36)

    Disse Gesù alla folla: Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
    E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
    E se prestate a coloro da cui sperate di ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
    Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
   Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro.

sabato 21 settembre 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 22 Settembre 2019

22 SETTEMBRE 2019

DOMENICA I DI SAN LUCA

San Foca ieromartire



Tono pl. II; Eothinòn V



1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Anghelikè Dhinàmis epì to mnìma su, ke i filàssondes apene-kròthisan; ke ìstato Marìa en to tàfo, zitùsa to achrandòs su Sòma; eskìlevsas ton Àdhin, mi pirasthìs ip’aftù; ipìndisas ti Parthèno, dhorùmenos tin zoìn. O anastàs ek ton nekròn, Kìrie, dhòxa si.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Le potenze angeliche si appressarono al tuo sepolcro, e i custodi divennero come morti, mentre Maria stava presso la tomba, cercando il tuo corpo immacolato. Tu hai depredato l’ade, senza esserne toccato; tu sei andato incontro alla Vergine, donando la vita. O risorto dai morti, Signore, gloria a te.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Anghelikè Dhinàmis epì to mnìma su, ke i filàssondes apene-kròthisan; ke ìstato Marìa en to tàfo, zitùsa to achrandòs su Sòma; eskìlevsas ton Àdhin, mi pirasthìs ip’aftù; ipìndisas ti Parthèno, dhorùmenos tin zoìn. O anastàs ek ton nekròn, Kìrie, dhòxa si.

Le potenze angeliche si appressarono al tuo sepolcro, e i custodi divennero come morti, mentre Maria stava presso la tomba, cercando il tuo corpo immacolato. Tu hai depredato l’ade, senza esserne toccato; tu sei andato incontro alla Vergine, donando la vita. O risorto dai morti, Signore, gloria a te.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre. 

KONDAKION

O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora. 


APOSTOLOS (2 Cor 4, 6-15)

- Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità. (Sal 27, 9)
- A te, Signore io grido; non restare in silenzio, mio Dio. (Sal 27, 1)

Dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinti.

    Fratello, Dio disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio.

Alliluia (3 volte).

- Colui che abita al riparo dell’altissimo dimorerà all’ombra del Dio del Cielo. (Sal 90, 1) 
 Alliluia (3 volte).

- Dirà al signore: Tu sei mio sostegno e mio rifugio, mio Dio, in cui confido. (Sal 90, 2)

Alliluia (3 volte).

VANGELO  (Luca. 5, 1-11)

In quel tempo, mentre Gesù stava presso il lago di Genèsaret, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’alto. Alliluia.


Domani: Concepimento del venerando, glorioso Profeta, Precursore e  Battista Giovanni

Giovedì: San Giovanni apostolo ed evangelista, il Teologo. San Nilo di Rossano, fondatore dell’Abbazia di Grottaferrata.


sabato 14 settembre 2019

La Domenica bizantina - Domenica 15 Settembre 2019 - Domenica dopo l'Esaltazione della Santa Croce

15 SETTEMBRE 2019
Domenica dopo l’Esaltazione della Croce
San Niceta Megalomartire





1^ ANTIFONA

O Theòs, o Theòs mu, pròsches mi: ìna ti engatèlipès me? Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Dio, Dio mio, guarda me: perchè mi hai abbandonato? Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Ina tì, o Theòs, apòso is tèlos, orghìsthi o thimòs su epì pròvata nomìs su? Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psàllondàs si: Alliluia

Perché, o Dio, ci hai rigettato per sempre? Perché divampa il tuo furore contro le pecorelle del tuo pascolo? O Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefsen orghizèsthosan laì, o kathìmenos epì ton Cheruvìm, salefthìto i ghì.

Sòson, Kìrie, ton làon su, ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis Ecclisìas katà varvàron dhorùmenos, ke to sòn filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Il Signore regna; tremino i popoli; siede sui Cherubini, si scuota la terra.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi alla tua Chiesa vittoria sui nemici e custodisci per mezzo della tua Croce il tuo popolo.

ISODIKÒN

Ipsute Kirìon ton Theòn imòn, ke proskinìte to ipopodhìo ton podhòn aftù, òti àghios estì. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàssi: Alliluia.

Esaltate il Signore Dio nostro e prostratevi dinanzi allo sgabello dei suoi piedi, perché è Santo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Ton sinànarchon Lògon Patrì ke Pnèvmati, ton ek Parthènu techtènda is sotirìan imòn, animnìsomen, pistì, ke proskinìsomen; òti ivdhòkise sarkì anelthìn en do stavrò, ke thànaton ipomìne, ke eghìre tus tethneòtas en ti endhòxo anastàsi aftù.

Cantiamo, fedeli, e adoriamo il Verbo coeterno al Padre ed allo Spirito, partorito dalla Vergine a nostra salvezza: perché nella carne ha voluto salire sulla croce, sottoporsi alla morte e risuscitare i morti con la sua risurrezione gloriosa.

Sòson, Kìrie, ton làon su, ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis Ecclisìas katà varvàron dhorùmenos, ke to sòn filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.


Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi alla tua Chiesa vittoria sui nemici e custodisci per mezzo della tua Croce il tuo popolo. 


APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

O ipsothìs en do Stavrò ekusìos, ti eponìmo su kenì politìa tus iktirmùs su dhòrise, Christè o Theòs, èvfranon en di dhinàmi su tus pistùs vasilìs imòn, nìkas chorigòn aftìs katà ton polemìon. Tin simmachìan èchien tin sin, òpion irìnis, aìttiton tròpeon.

O tu che volontariamente sei stato innalzato sulla Croce, per il glorioso e nuovo ordine di cose che hai istituito, donaci le tue misericordie, Cristo Dio; allieta nella tua potenza i nostri fedeli governanti, dando loro vittorie contro i nemici. Deh, abbiano la tua alleanza, Scudo di pace e trofeo invincibile.


TRISAGHION

Ton Stavròn su proskinùmen, Dhéspota, ke tin aghìan su Ìpsosis dhoxàzomen.

 Adoriamo la tua Croce, o Signore e magnifichiamo la tua santa Esaltazione.

APOSTOLOS (Gal 2, 16-20)

- Quanto sono grandiose le tue opere, Signore! Tutto hai fatto con saggezza. (Sal 103, 24)

- Benedici, anima mia, il Signore! Signore mio Dio, quanto sei grande! (Sal 103, 1)

Dalla lettera di San Paolo ai Galati.

    Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno. Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore. In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo e nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.

Alliluia (3 volte).

- Avanza con successo e regna per la verità, la clemenza e la giustizia, e la tua destra ti guidi a cose mirabili. (Sal 44, 5)

Alliluia (3 volte).

- Ami la giustizia e detesti l’empietà perciò ti unse il Signore, tuo Dio, con olio di letizia a preferenza dei tuoi uguali. (Sal 44, 8)  
Alliluia (3 volte).

VANGELO (Marco 8, 34-38; 9, 1)

   In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. E diceva loro: “In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza”.


MEGALINARION 

 Mistikòs i, Theotòke, paràdhisos, agheorghìtos vlastìsasa Christòn, if’ù to tu Stavrù zoìfòron en ghi pefitùrghite dhèndron; dhi’ù nin ipsumènu proskinùndes aftòn, se megalinomen.

Tu sei, o Madre di dio, il mistico paradiso, che senza fatica ha fatto germogliare Cristo, sotto del quale è piantato in terra il vivificante legno della Croce; con la sua esaltazione adoriamo Lui (Cristo) e magnifichiamo Te.

KINONIKON

Esimiòthi ef’imàs to fos tu prosòpu su, Kìrie. Alliluia

Si è manifestata su di noi la luce del tuo volto, o Signore. Alliluia

DOPO “SOSON, O THEOS”

Sòson, Kìrie, ton làon su, … Sòson, Kìrie, ton làon su, …

INVECE DI “II TO ÒNOMA KIRÌU”

Sòson, Kìrie, ton làon su, … Salva, o Signore, il tuo popolo  


venerdì 13 settembre 2019

Foglio Liturgico della Festa dell'Esaltazione della Santa Croce

UNIVERSALE ESALTAZIONE DELLA CROCE PREZIOSA E VIVIFICANTE




PRIMA ANTIFONA

O Theòs, o Theòs mu, pròsches mi: ìna ti enkatelipès me. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs. 

Dio, Dio mio, guarda a me: perché mi hai abbandonato? Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci. 

SECONDA ANTIFONA

Ìna ti, o Theòs, apòso is tèlos, orghìsthi o thimòs su epì pròvata nomì su.  Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psallondàs si: Allilùia. 

Perché, o Dio, ci hai rigettato per sempre? Perché divampa il tuo furore contro le pecorelle del tuo gregge? Salva, o Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, noi che a te cantiamo: Alliluia.


TERZA ANTIFONA

O Kyrios evasìlevsen orghizèsthosan laì, o kathìmenos epì ton Cheruvìm, salevthìto i ghi.

Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Il Signore regna, tremino i popoli! Siede sui Cherubini, si scuota la terra!

Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.

ISODIKON

Ipsùte Kyrion ton Theòn imòn, ke proskinìte to ipopodhìo ton podhòn aftù, òti àghios estì. Sòson imàs, Iiè Theù, o sarkì stavrothìs, psallondàs si: Allilùia.

Esaltate il Signore nostro Dio e prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, perché egli è santo.  Salva, o Figlio di Dio, che sei stato crocifisso nella carne, noi che a te cantiamo: alliluia. 

TROPARI

Sòson, Kyrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su, nìkas tis evsevèvsi katà varvaron dhorùmenos ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.


Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda ai pii fedeli vittoria sul maligno e proteggi con la tua croce il tuo popolo.

O ipsothìs en do Stavrò ekusìos, ti eponìmo su kenì politìa, tus iktirmùs su dhòrise, Christè o Theòs, èffranon en ti dhinàmi su tus pistùs evsevìs imòn, nìkas chorigòn aftìs katà ton polemìon. Tin simmachìan èchien tin sin, òplon irìnis aìttiton tròpeon. 

 Tu che volontariamente sei stato innalzato sulla croce, dona, o Cristo Dio, la tua compassione, al popolo nuovo che porta il tuo nome: rallegra con la tua potenza i tuoi pii fedeli, concedendo loro vittoria contro il maligno. Possano avere la tua alleanza, arma di pace, invitto trofeo. 

TRISAGHION

Ton Stavròn su proskinùmen,  Dhèspota, ke tin  aghìan Ìpsosin dhoxàzomen.

 Adoriamo la tua Croce, o  Sovrano, e glorifichiamo la  santa Esaltazione.


EPISTOLA

Esaltate il Signore nostro Dio. 

Il Signore regna, tremino i popoli; siede sui cherubini si scuota la terra. 

Lettura della prima lettera di Paolo ai Corinzi (1, 18 - 24) 

Fratelli, la parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 

Ricordati del tuo popolo, che ti sei acquistato nei tempi antichi; hai riscattato lo scettro della tua eredità. 

Eppure Dio che è nostro re prima dei secoli ha operato la salvezza nella nostra terra.

VANGELO

Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni (19, 6 - 11. 13-20. 25 - 28a. 30 – 35) 

In quel tempo, i sommi sacerdoti e gli Anziani tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. E lo condussero da Pilato dicendo: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 

MEGALINARION

Mistikòs i, Theotòke, Paràdhisos, agheorghìtos vlastìsasa Christòn, if’ù to tu Stavrù zoifòron en ghi pefitùrghite dhèndhron; dhi’ù nin ipsumènu proskinùndes aftòn, se megalìnomen. 

Sei mistico paradiso che, senza coltivazione, o Madre di Dio, ha prodotto il Cristo, dal quale è stato piantato sulla terra l’albero vivificante della croce: adorando lui, per essa che ora viene esaltata, noi magnifichiamo te 

KINONIKON 

Esimiòthi ef’imàs to fos tu prosòpu su, Kyrie. Allilùia. 

Risplenda su di noi, o Signore, la luce del tuo volto. Allìluia.

PREGHIERA OPISTAMVONOS

Signore, tu che sei più sublime di ogni altezza, hai sopportato volontariamente l’innalzamento del corpo sulla Croce, affinché distendendo le tue mani pure attirassi tutti a te. Compiuto il tuo innalzamento di umiliazione, hai rialzato la nostra natura precipitata fino all’Ade a causa della falsa esaltazione e della vuota presunzione. Sulla terra le genti ti celebrano con teologici inni come sublime potenza dell’altissimo Padre e sei glorificato con sacrificio di lode. Tu, con l’esaltazione della tua preziosa Croce, scolpisci su una colonna la rovina della superbia dei demoni, che hai in essa operato. Tu ottieni il trionfo con la vittoria sulla morte. Tu annunzi davanti a tutti che hai rialzato la nostra stirpe dall’antica caduta. Non disprezzare ora le nostre suppliche, con cui abbiamo invocato e invochiamo la tua compassione, ma come misericordioso abbi pietà di noi, che celebriamo l’esaltazione del tuo trofeo e la sua divina adorazione. Donaci un potente aiuto contro ogni velenosa astuzia dei serpenti spirituali; agisci con noi come anticamente con gli Israeliti morsi dai serpenti, ai quali concedesti la guarigione quando alzavano lo sguardo verso il serpente di bronzo innalzato da Mosè. Abbatti il peccato che si è innalzato contro di noi, e - per mezzo delle virtù a esso contrarie - rialza noi che siamo caduti sotto il suo potere. A vantaggio dei regnanti che hanno per vanto la Croce, sottometti ogni ribellione dei barbari; spezza ogni forza dei nemici; distruggi ogni tracotanza dei tiranni. Come un tempo hai volto in fuga Amalek, quando Mosè sul colle alzò le mani in forma di croce, così atterra ogni potenza che si leva contro la tua Chiesa. Annienta ogni altezza che si solleva contro la tua conoscenza; chiudi ogni bocca che si apre per lanciare bestemmie contro di te; illumina ogni cuore ottenebrato dall’ignoranza; allontana la nostra mente da ogni pensiero che la spinge lontano da te. Affinché anche noi innalzati dalla contemplazione di cose celesti e beate, possiamo pervenire alla perpetua, eterna e vera esaltazione che si addice a coloro che senza limiti sono guidati da te e amano il tuo regno. Tu sei infatti colui che esalta e che umilia, e noi rendiamo gloria a te, e al Padre e al Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

giovedì 12 settembre 2019

Sinassario del 14 Settembre - La Universale esaltazione della Santa e Vivificante Croce del Signore

IL 14 DI QUESTO MESE FESTEGGIAMO L’UNIVERSALE
ESALTAZIONE DELLA PREZIOSA E VIVIFICANTE CROCE.





     Mentre si accingeva a marciare su Roma per opporsi al suo rivale Massenzio, che possedeva forze di molto superiori, Costantino il grande vide una notte il segno della vivificante Croce apparirgli sotto forma luminosa nel cielo, circondata dalla iscrizione: Con questo segno vincerai. Egli allora fece ornare i suoi stendardi del segno della croce e riportò una brillante vittoria che gli permise di pendere il potere su tutto il mondo romano e di assicurare il trionfo del Cristianesimo.
     Nel 25° anno del suo regno, Costantino mandò Elena, sua madre, a Gerusalemme per venerarvi i Santi Luoghi, ritrovarvi il posto del Santo Sepolcro e della Croce che i lavori di ingrandimento della città, effettuati da Adriano, avevano nascosto sotto le macerie.
     Grazie alle notizie trasmesse dalla tradizione orale, sant’Elena ritrovò il prezioso trofeo unitamente alle due croci sulle quali erano stati appesi i due ladroni e i tre chiodi che erano serviti per attaccare il corpo vivificante del Salvatore. Ma la regina si trovò in imbarazzo non potendo distinguere quale fosse la croce di Cristo. La guarigione di una donna morente all’accostamento del santo legno permise al patriarca di Gerusalemme Macario di riconoscerla, perché le altre due croci non operarono alcun miracolo. La regina e tutta la sua corte venerarono allora ed abbracciarono devotamente la Santa Croce. Il popolo che si era riunito numeroso in quei luoghi desiderava anch’esso di beneficiare di quella grazia, o almeno di vedere da lontano lo strumento della nostra redenzione, tanto il suo amore per Cristo era ardente. Allora il patriarca salì sull’ambone e, prendendo la croce con le due mani, la sollevò ben in alto alla vista di tutti, mentre la folla gridava: Kyrie elèison.
     È da quel giorno che i Santi Padri stabilirono di commemorare ogni anno l’Esaltazione della preziosa Croce in tutte le chiese, non solamente a ricordo di questo avvenimento, ma anche per manifestare che questo strumento di vergogna è diventato il nostro orgoglio e la nostra gioia.  
     Ricordando il gesto del patriarca ed innalzando la croce nelle quattro direzione dello spazio al canto del Kyrie elèison i Cristiani mostrano oggi che Cristo salendo sulla croce ha voluto riconciliare in Lui ogni cosa, unire tutte le estremità della creazione, l’altezza e la profondità, nel suo corpo, per permetterci di avere accesso presso il Padre.

Le Synaxaire – Vies des Saints de l’Eglise Orthodoxe – Éditions «To Perivoli tis Panaghias» 
Thessalonique 1996

martedì 10 settembre 2019

Catechesi sulla Festa della Santa Croce di Mons. Manel NIN


Esaltazione della Santa Croce nella tradizione bizantina.



Oggi la Croce porta l’Altissimo quale grappolo pieno di vita.

La festa del 14 di settembre porta come titolo nei libri liturgici di tradizione bizantina: “Universale Esaltazione della Croce Preziosa e Vivificante”, ed ha un’origine gerosolimitana collegata alla dedicazione della basilica della Risurrezione edificata sulla tomba del Signore nel 335, ed anche con la celebrazione del ritrovamento della reliquia della Croce da parte dell'imperatrice Elena e del vescovo Macario. La Croce ha un posto rilevante nella liturgia bizantina: tutti i mercoledì e venerdì dell'anno viene commemorata col canto di un tropario; inoltre si commemora anche la terza domenica di Quaresima e i giorni 7 maggio e 1 agosto. Nei testi liturgici bizantini la Croce viene sempre presentata come luogo di vittoria: vittoria di Cristo sulla morte, vittoria della vita sulla morte, luogo di morte della morte. La celebrazione liturgica del 14 settembre nella tradizione bizantina è preceduta da un giorno di prefesta il 13, in cui si celebra appunto la dedicazione della basilica della Risurrezione, e si prolunga con un’ottava fino al giorno 21 dello stesso mese di settembre.

I testi dell’ufficiatura di questa festa mettono ripetutamente in luce il parallelo tra l’albero del paradiso nel libro della Genesi e l’albero della Croce: “Croce venerabilissima che le schiere angeliche circondano gioiose, oggi, nella tua esaltazione, per divino volere risollevi tutti coloro che, per l’inganno di quel frutto, erano stati scacciati ed erano precipitati nella morte…”; “nel paradiso un tempo un albero mi ha spogliato, perché facendomene gustare il frutto, il nemico ha introdotto la morte; ma l’albero della croce, che porta agli uomini l’abito della vita, è stato piantato sulla terra, e tutto il mondo si è riempito di ogni gioia…”; “La croce che ha portato l’Altissimo, quale grappolo pieno di vita, si mostra oggi elevata da terra: per essa siamo stati tutti attratti a Dio, e la morte è stata del tutto inghiottita. O albero immacolato, per il quale gustiamo il cibo immortale dell’Eden, dando gloria a Cristo!”. 

Uno dei tropari dell’ufficiatura vespertina, con delle immagini veramente toccanti e teologicamente profonde, riassume tutto il mistero della salvezza che ci viene dalla Croce di Cristo: “Venite, genti tutte, adoriamo il legno benedetto per il quale si è realizzata l’eterna giustizia: poiché colui che con l’albero ha ingannato il progenitore Adamo, viene adesca¬to dalla croce, e cade travolto in una funesta caduta… Col sangue di Dio viene lavato il veleno del serpente, ed è annullata la maledizione della giusta condanna per l’ingiusta condanna inflitta al giusto: poiché con un albero bisognava risanare l’albero, e con la passione dell’impassibile distruggere nell’albero le passioni del condannato”. Ancora in un altro dei tropari, l’incarnazione di Cristo, Dio nella carne, è presentata come l’esca che nella Croce attira e vince il nemico: “O albero beatissimo, su cui è stato steso Cristo, Re e Signore! Per te è caduto colui che con un albero aveva ingannato, è stato adescato da Dio che nella carne in te è stato confitto, e che dona la pace alle anime nostre”. 

Diversi testi liturgici fanno una lettura cristologica di quei numerosi passi dell’Antico Testamento che la tradizione dei Padri e delle liturgie cristiane di Oriente e di Occidente hanno letto ed interpretato come prefigurazioni del mistero della Croce del Signore: Giacobbe che benedice con le mani incrociate, il passaggio del Mare Rosso colpito dal legno di Mosè, le braccia di costui innalzate mentre il popolo lotta contro Amalek, il profeta Giona ancora che prega con le mani alzate nel ventre del mostro marino: “Tendendo le mani in alto e mettendo in rotta Amalek, Mosè ha prefigurato te, o Croce preziosa…”; “Ciò che Mosè prefigurò un tempo nella sua persona, mettendo cosí in rotta Amalek ed abbattendolo, ciò che Davide cantore ordinò di venerare come sgabello dei tuoi piedi, la tua Croce preziosa, o Cristo Dio”; “Tracciando una croce, Mosè, col bastone verticale, divise il Mar Rosso per Israele che lo passò a piedi asciutti, poi lo riuní su se stesso volgendolo contro i carri di faraone, disegnando, orizzontalmente, l’arma invincibile”; “Nelle viscere del mostro marino, Giona stendendo le palme a forma di croce, chiara¬mente prefigurava la salvifica passione: perciò uscendo il terzo giorno, rappresentò la risurrezione del Cristo Dio crocifisso nella carne che con la sua risurrezione il terzo giorno ha illuminato il mondo”. 

Alla fine dell’ufficiatura del mattutino, ha luogo il rito dell’esaltazione e la venerazione della santa Croce. Durante il canto della dossologia, il sacerdote prende dall’altare il vassoio che contiene la Croce preziosa collocata in mezzo a foglie di basilico -l’erba profumata che secondo la tradizione era l’unica a crescere sul Calvario e che attorniava la Croce al momento del suo ritrovamento-, e in processione la porta tenendo il vassoio sulla testa fino alla porta centrale dell’iconostasi in mezzo alla chiesa. Lì, dopo il canto del tropario: “Salva, Signore, il tuo popolo, e benedici la tua eredità…”, lo depone su un tavolino, fa tre prostrazioni fino a terra e, prendendo in mano la Croce con le foglie di basilico, guardando ad oriente, la innalza sopra il proprio capo, poi l’abbassa fino a terra ed infine traccia il segno di croce, mentre i fedeli cantano per cento volte l’invocazione “Kyrie eleison”. Questa grande benedizione il sacerdote la ripete in direzione dei quattro punti cardinali e quindi di nuovo verso oriente, intercalando ad ogni parte una piccola litania in cui si invoca la misericordia e la benedizione del Signore sulla Chiesa e sul mondo intero. Al termine il sacerdote innalza la croce e canta il tropario: “Tu che volontariamente sei stato innalzato sulla croce, dona, o Cristo Dio, la tua compassione, al popolo nuovo che porta il tuo nome…”, e con essa benedice il popolo segnando una croce. Poi, deposta la Croce di nuovo sul tavolino, canta il tropario: “Adoriamo la tua croce, Sovrano, e glorifichiamo la tua santa risurrezione”, e tutto il popolo fedele passa a venerare la Croce e ricevendo delle foglie di basilico, a ricordare anche il buon profumo del Cristo risorto che i cristiani siamo chiamati a testimoniare nel mondo. Questa grande venerazione della Croce e la sua simbologia, riassume quindi i grandi temi teologici trovati nei testi della liturgia della festa: la Croce collocata nel bel mezzo della Chiesa come il nuovo albero nel bel mezzo del nuovo paradiso; la Croce come luogo da dove sgorga la salvezza e la vita per tutta la Chiesa.

L’icona della festa presenta la figura del vescovo Macario innalzando la santa Croce, con dei diaconi attorno; alcune delle icone introducono anche l’imperatrice Elena tra i personaggi. L’icona rappresenta proprio la celebrazione liturgica del giorno con la grande benedizione e venerazione della Croce Preziosa e Vivificante. 

+ Manel Nin, OSB, Vescovo Titolare di Carcabia, Esarca Apostolico in Grecia