lunedì 23 marzo 2020

La Festa dell'Annunciazione: Tommaso Federici

25 MARZO


L'EUAGGELISMÓS DELLA SOPRASANTA MADRE DI DIO E SEMPREVERGINE MARIA

    Le date del 25 Dicembre per la Nascita del Signore, del 25 Marzo per l'Euaggelismós, l'Annuncio alla Madre sua, ed in corrispon-denza, del 23 Settembre per l'annuncio a Zaccaria e del 24 Giugno per la nascita di Giovanni, sono storiche, come fu spiegato per il 25 Dicembre, ed in parte per il 23 Settembre. Non sono date folcloriche, o ricorrenze immaginarie e messe in bella simmetria per amore di un certo ordine. La loro memoria fu conservata gelosamente dalla Tradizione, anche se non fissata in note storiche. Delle prime due, la fissazione propriamente liturgica, di calendario, a quanto si sa, fu operata prima della metà del sec. 4°.
    Le Chiese considerano questa grande Festa di oggi come "tó Kephálaion della nostra salvezza", ossia come il "capitolo" nel senso etimologico di "testa (kephalê) di serie", ricapitolazione iniziale, come suona nell'Apolytíkion di oggi. Tale infatti è il senso della Festa, che con i charás Euaggélia, gli Evangeli della Gioia, anticipa già la Potenza della Resurrezione. E questo in due modi singolari: anzitutto sulla Vergine di Nazaret, che riceve "la Parola" dell'Angelo del Signore, alla quale si rimette totalmente; e sulla Chiesa che oggi, come invariabilmente, celebra il suo Signore Risorto contemplandone un episodio del Mistero, l'Euaggelismós, che segna anche il primo istante dell'Incarnazione indicibile.
   Questo Kephálaion salvifico è considerato così decisivo dalla fede contemplante della Chiesa, che è vita vissuta, che, per la sua connessione inscindibile con la Nascita, nella concorrenza liturgica perfino della Settimana santa e grande, escluso il suo Venerdì, prevale su qualunque altra celebrazione, e se cade nel giorno "mobile" della Resurrezione, offre alla Liturgia della Vigilia grande la metà del Canone mattutino.
    Il termine euaggelismós, "annuncio dell'Euaggélion" anzitutto alla Vergine santa, fu felicemente scelto dalla Tradizione, perfettamente in consonanza con i contenuti dell'Evento. Si deve assumere qui come origine necessaria il testo di Is 52,7, tante volte richiamato nelle nostre considerazioni. Esso parla dei "bei passi dell'Evangelizzatore", che qui è l'Angelo Gabriele; dei contenuti intorno al “fatto", che è: "Regna il Signore tuo!", e dunque regnando arreca la Pace, il Bene e la Salvezza finalmente sperimentabili. Maria è chiamata così a contemplare quei "passi belli", ed il regnare in Lei del Signore, con tutte le immani conseguenze.
    Già dalla Proeórtia del 24 Marzo (con preparazione però precedente) comincia il flusso enorme delle lodi di Marìa", chiamata Panagía, Panamômêtos, Hyperámômos. E così solo per cogliere alcune gemme, anche Regina, Reggia di luce, Nube spirituale del Sole divino, Roveto che senza consumarsi riceve il Fuoco della Divinità nel seno, Vaso divino irraggiante, che porta la Manna, Roccia spirituale dalla quale è ritagliato solo il Figlio (allusione a Is 51,1 2, dove questa cava da cui si traggono i figli che ripopolano la Sion devastata sono Abramo e Sara), Eva nuova, Distruzione della maledizione antica, Rialzamento dei caduti.
     La Vergine è divenuta Tenda e Santuario di Colui che cavalca i Cherubini (cf Ez 1), fattasi Trono regale verginale, che finalmente permette al Re che sovrasta i cieli di regnare anche sulla terra degli uomini.
    Al Grande Vespro le visuali teologiche, rese spesso con titoli funzionali, diventano folla. Il Consiglio preeterno è adesso rivelato per la prima volta a Maria, che è la Terra vergine (cf Gen 2,7) non seminata, l'Abisso di santità inesplorato, il Ponte per il cielo, la Scala di Giacobbe finalmente innalzata fino al cielo, il divino Vaso per la Manna, la Riconvocazione di Adamo.
    Nella Vergine di Nazaret è vinto 1`ordine della natura" creata.

    Le Letture (vedi l'8 Settembre) sono Gen 29,10 17, sulla visione della Scala di Giacobbe; Ez 43,27   4,4, sull'Altare nuovo sacrificale, sulla Porta del santuario inviolata "poiché vi passò solo il Signore Dio d'Israele", ed è destinata ad essere la Dimora del Principe del popolo; Prov 9,1 11, sul Convito della Sapienza ormai inaugurato. Esse si ritrovano in diverse ricorrenze mariane, a cominciare dell'8 Settembre.

    Vengono qui altri temi teologici della Vergine visitata dalla Grazia. Ella è la Città spirituale, Sion (vedi poi l'Evangelo di oggi), la Porta spirituale che fa accedere al Figlio, la Reggia della divina Gloria, la Dimora indicibile, il Trono fiammeggiante, il Trono regale celeste, il Monte non tagliato se non per il Figlio (ancora Is 51,1 2), il tuttoprezioso Ricettacolo della Divinità. Per l'Eudokía del Padre e per la Synérgeia dello Spirito Santo, in Lei inabita corporalmente il Plêrôma della Divinità (cf. Col 1, 19; 2,9; e Apóstolos del I° Gennaio).
    Al Mattutino il Canone fino all'Ode 8a fa dialogare nei Tropari la Theotókos con l'Angelo, in un certo senso prolungando ed esplicitando il Saluto di Lc 1,28; gli effetti sono suggestivi. L'Evangelo eotino è quello della Visita e Saluto ad Elisabetta (Lc 1,39 49.56).
    Poiché la Liturgia delle sante Ore circonda la celebrazione della Divina Liturgia come di un tessuto connettivo che è la necessaria ed illustrativa esplicitazione di temi e contenuti   in specie in funzione dell'Evangelo del giorno  , e così contribuiscono al senso profondo della Festa.

T. Federici: “Resuscitò Cristo” Commento alle letture della Divina Liturgia Bizantina, Eparchia di Piana degli Albanesi - Palermo 1996

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