giovedì 28 marzo 2019

Proprio della Projasmena del 29 Marzo 2019 - Venerdì della IV Settimana

Projasmena del 29 Marzo 2019
IV Venerdì di Marzo




* Dal profondo a Te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.

Poiché ho asservito alle passioni la dignità della mia anima, sono divenuto come un giumento, e non posso volgere lo sguardo a te, Altissimo,  ma, col capo chino a terra come il pubblicano, o Cristo, a te gridando io prego: O Dio, siimi propizio e salvami.

* Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.

È grande o Cristo la potenza dei tuoi martiri, giacciono nel sepolcro, eppure scacciano gli spiriti malvagi, e hanno annientato il potere del nemico, lottando per la pietà, grazie alla fede nella Trinità.

* Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.

Profeti, apostoli di Cristo e martiri ci hanno insegnato a celebrare la Trinità consustanziale, hanno illuminato le genti che erravano smarrite e hanno reso i figli degli uomini consorti degli angeli.

* Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola.

I tuoi martiri, Signore, sostenuti dalla fede, corroborati dalla speranza, uniti con tutta l’anima dall'amore per la tua croce, hanno annientato la tirannide del nemico. Ottenute cosí le corone, intercedono con gli incorporei per le anime nostre.

* L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora. Israele attenda il Signore perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione.

Grande è la potenza  della tua croce, Signore:  piantata in un unico luogo, agisce nel mondo; da pescatori ha tratto apostoli, e da pagani, martiri, affinché intercedano per le anime nostre.

* Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Santo padre Giovanni, davvero tu avevi sempre in  bocca le esaltazioni di Dio, meditando le parole ispirate di Dio soprattutto in vista della pratica delle virtú, o sapientissimo, e ti sei arricchito della grazia che ne scaturisce, divenendo beato, abbattendo i consigli di tutti gli empi.

* Lodate il Signore, popoli tutti, voi tutte, nazioni, dategli gloria.

O glorioso padre Giovanni, purificando l’anima alle fonti delle lacrime, e rendendoti propizio Dio con veglie di intere notti in piedi, ti sei levato in volo, o beato, verso il suo amore e la sua bellezza, di cui ora giustamente godi senza fine, nel gaudio, insieme ai tuoi compagni di lotta, o santo sapiente in Dio.

* Perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura in eterno.

Santo padre Giovanni, poiché avevi levato in volo l’intelletto verso Dio, tramite la fede, hai detestato l’inquieta confusione mondana, e, presa la tua croce, hai seguito colui che tutto vede, assoggettando alla ragione, per la forza del divino Spirito, il corpo riluttante alle regole dell’ascesi.

Gloria. 

Vanità, tutte le cose umane, quanto dopo la morte piú non sussiste; non resta la ricchezza, non ci accompagna la gloria: la morte sopraggiunge e tutto ciò svanisce. Gridiamo dunque a Cristo, Re immortale: a quanti ci hanno lasciati, dona il riposo là dove in te dimorano tutti coloro che sono nella gioia.

E ora e sempre…

Vedendoti inchiodato alla croce, Gesú, mentre volontariamente accettavi la passione, o Sovrano, la Vergine e Madre tua gridava: Figlio, Figlio dolcissimo, come dunque tu, il medico, sopporti ingiustamente le ferite? Tu che sani l’infermità dei mortali e strappi tutti alla corruzione, nella tua amorosa compassione!

Letture

Prokimeno (Sal. 79, 1) 

Tu, Pastore d’Israele, ascolta: tu che guidi Giuseppe come un gregge. 

Assiso sui cherubini rifulgi. 

Lettura dal libro della Genesi (Cap 12, 1-7)

Il Signore disse ad Abramo “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”. Allora Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abramo aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abramo dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan e Abramo attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la quercia di More. Nel paese si trovavano allora i cananei. Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: “Alla tua discendenza darò questo paese”. Allora Abramo costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. 

Prokimeno (Sal. 80, 2;3) 

Esultate in Dio, nostra forza, acclamate al Dio di Giacobbe. 
Intonate il canto e suonate il timpano. 

Lettura dal libro dei Proverbi (Cap. 14, 15-26)


L’ingenuo crede quanto gli dici, l’accorto controlla i propri passi. Il saggio teme e sta lontano dal male, lo stolto è insolente e presuntuoso. L’iracondo commette sciocchezze, il riflessivo sopporta. Gli inesperti erediteranno da stoltezza, i prudenti si coroneranno di scienza. I malvagi si inchinano davanti ai buoni, gli empi davanti alle porte del giusto. Il povero è odioso anche al suo amico, numerosi sono gli amici del ricco. Chi disprezza il prossimo pecca, beato chi ha pietà degli umili. Non errano forse quelli che compiono il male? Benevolenza e favori per quanti compiono il bene. In ogni fatica c’è un vantaggio, ma la loquacità produce solo miseria. Corona dei saggi è la loro accortezza, corona degli stolti la loro stoltezza. Salvatore di vite è un testimone vero; chi spaccia menzogne è un impostore. Nel timore del Signore è la fiducia del forte; per i suoi figli egli sarà un rifugio.




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