mercoledì 27 marzo 2019

Proprio della Projasmena di Mercoledì 27 Marzo 2019

MERCOLEDÍ DELLA QUARTA SETTIMANA DEI DIGIUNI



Stichirà

Stichirón idiómelon. Tono 4.

1) Il digiuno apportatore di beni * è giunto ora alla metà: * è stato gradito nei giorni precedenti * e ci offre profitto per quelli che seguiranno: * poiché il protrarsi di ciò che è buono * rende maggiore il beneficio. * Per piacere dunque a Cristo, * datore di tutti i beni, * gridiamo: * O tu che per noi hai digiunato * e ti sei sottoposto alla croce, * concedici di partecipare liberi da condanna * anche alla tua divina pasqua, * vivendo nella pace * e glorificando degnamente te, * insieme al Padre e allo Spirito.

Tono pl. 1.
2) Quanti esercitano in segreto le virtú, * attendendosi ricompense spirituali, * non lo fanno portandole in trionfo in mezzo alle piazze, * ma piuttosto portandosele in cuore; * e colui che vede ciò che ciascuno fa’ nel segreto, * ci dona la ricompensa della continenza. * Facciamo digiuno senza volti cupi, * ma, pregando nella stanza della nostra anima, * gridiamo senza posa: * Padre nostro che sei nei cieli, * non farci entrare in tentazione, * te ne preghiamo, * ma strappaci al maligno.

Martyrikón. Stesso tono.
3) Con un’intima disposizione mai smentita, * voi, martiri santi, * lungi dal rinnegare Cristo, * sopportando gli orrendi e svariati tormenti, * avete abbattuto l’arroganza dei tiranni * e custodendo stabile e immutabile la fede, * siete passati ai cieli: * poiché dunque avete ottenuto confidenza col Signore, * chiedete che sia donata pace al mondo, * e alle anime nostre la grande misericordia.

Stichirá prosómia della croce. Di Giuseppe. Tono 1. 

4) Laviamo tutti le nostre anime * nell’acqua del digiuno, * e accostiamoci per venerare con fede * la preziosa e augustissima croce del Signore: * ne attingeremo la divina illuminazione * e ne raccoglieremo il frutto della divina salvezza, * la pace e la grande misericordia.

5) Vanto degli apostoli, * o croce che i principati, le potenze e gli arcangeli * circondano di onori, * salva da ogni male quanti ti venerano, * e concedici di ben superare la divina gara della continenza, * per giungere al giorno della risurrezione, * nel quale troviamo salvezza.

Stichirón prosómion. Dello Studita. Tono grave. 

6) Venerando oggi la croce del Signore, * gridiamo: * Gioisci, albero di vita, * uccisore della morte; * gioisci, gioia del mondo, * distruttrice della corruzione; * gioisci, tu che con la tua potenza disperdi i demoni; * vanto dei fedeli, arma indistruttibile, * custodisci, santifica, te ne preghiamo, * quanti ti rendono omaggio.


Gloria… ora e sempre… Idiómelon. Tono pl. 4.
Oggi colui che per essenza è inaccessibile, * diventa per me accessibile, * e soffre la passione * per liberare me dalle passioni; * colui che dà la luce ai ciechi, * riceve sputi da labbra inique * e, per i prigionieri, offre le spalle ai flagelli. * Vedendolo sulla croce, la pura Vergine e Madre * dolorosamente diceva: * Ahimè, Figlio mio, * perché hai fatto questo? * Tu, splendido di bellezza * più di tutti i mortali, * appari senza respiro, sfigurato, * senza più forma né bellezza! * Ahimè, mia luce! * Non posso vederti addormentato, * sono ferite le mie viscere * e una dura spada mi trapassa il cuore. * Io celebro i tuoi patimenti, * adoro la tua amorosa compassione: * o longanime Signore, gloria a te.


Letture

Prokimeno (Sal. 71, 18;1) 

Benedetto il Signore, Dio d’Israele, egli solo compie prodigi. 
Dio, dà al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia. 

Lettura dal libro della Genesi (Capp.: 9, 18-29; 10,1)

I figli di Noè che uscirono dall’arca furono: Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. Questi tre sono i figli di Noé e da questi fu popolata tutta la terra. Ora Noé, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all’interno della sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet, presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro non videro il padre scoperto. Quando Noè si fu risvegliato dall’ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; allora disse: “Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!” Disse poi: “Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet e questi dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!” Noé visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. L’intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì. Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio. 

Prokimeno (Sal.72;1;28) 

Il mio bene è stare vicino a Dio: nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le sue opere presso le porte della città di Sion. 
Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro. Comanda Signore!

Lettura dal libro dei Proverbi (Cap. 12, 23-28; 13,1-10)

L’uomo accorto cela il sapere, il cuore degli stolti proclama la stoltezza. La mano operosa ottiene il comando, quella pigra sarà per il lavoro forzato. L’affanno deprime il cuore dell’uomo, una parola buona lo allieta. Il giusto è guida per il suo prossimo, ma la via degli empi fa smarrire. Il pigro non troverà selvaggina; la diligenza è per l’uomo un bene prezioso. Nella strada della giustizia è la vita, il sentiero dei perversi conduce alla morte. Il figlio saggio ama la disciplina, lo spavaldo non ascolta il genitore. Del frutto della sua bocca l’uomo mangia ciò che è buono; l’appetito dei perfidi si soddisfa con i soprusi. Chi sorveglia la sua bocca conserva la vita, chi apre troppo le labbra incontra la rovina. Il pigro brama, ma non c’è nulla per il suo appetito; l’appetito dei diligenti sarà soddisfatto. Il giusto odia la parola falsa, l’empio calunnia e disonora. La giustizia custodisce chi ha la condotta integra, il peccato manda in rovina l’empio. C’è chi fa il ricco e non ha nulla; c’è chi fa il povero e ha molti beni. Riscatto della vita di un uomo è la sua ricchezza, ma il povero non si accorge della minaccia. La luce dei giusti allieta, la lucerna degli empi si spegne. L’insolenza provoca soltanto contese, la sapienza si trova presso coloro che prendono consiglio. 

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