mercoledì 20 novembre 2019

Sinassario della Festa dell'Entrata della Madre di Dio al Tempio

IL 21 DI QUESTO MESE, MEMORIA DELL’INGRESSO AL TEMPIO DELLA NOSTRA SOVRANA LA MADRE
DI DIO E SEMPRE VERGINE MARIA.




    Quando la santa e purissima bambina concessa da Dio al genere umano, reso sterile a causa del peccato, delle passioni e della morte, ebbe raggiunto l’età di due anni, il padre Gioacchino disse alla sua sposa: Portiamola al tempio del Signore, per compiere la promessa che abbiamo fatta di consacrarla all’Onnipotente fin dalla sua più giovane età. Ma Anna rispose: Aspettiamo fino al terzo anno, perché può darsi che lei invocherà suo padre e sua madre e non resterà nel tempio del Signore.

    Quando arrivò il terzo anno, i due sposi decisero di realizzare il loro voto e di offrire la loro bambina al tempio. Allora Gioacchino fece convocare delle fanciulle di Ebrei di razza pura, per scortarla con delle fiaccole e di precederla alla volta del tempio in modo che, attratta dalla luce, la bambina non fosse tentata di tornare indietro verso i genitori. Ma la santa Vergine, creata tutta pura ed innalzata da Dio fin dalla nascita ad un grado di virtù e d’amore verso le cose celesti superiore a quello di ogni altra creatura, si slanciò correndo verso il tempio. Superò le vergini della sua scorta e, senza uno sguardo per il mondo, si gettò tra le braccia del gran sacerdote Zaccaria che l’aspettava sulla sagrato in compagnia degli anziani. Zaccaria la benedisse dicendo: Il Signore ha glorificato il tuo nome in tutte le generazioni. È a te che negli ultimi giorni Egli rivelerà la redenzione che ha preparato per il suo popolo. E, cosa inaudita per gli uomini della vecchia alleanza, fece entrare la bambina nel Santo dei Santi, dove solo il gran sacerdote poteva entrare e solamente una volta l’anno, nel giorno della festa dell’Espiazione. La fece sedere sul terzo gradino dell’altare, ed il Signore fece allora discendere su di lei la sua grazia. Lei si alzò e si mise a danzare per esprimere la sua gioia. Tutti quelli che erano presenti furono affascinati, contemplando quello spettacolo annunciatore delle grandi meraviglie che Dio avrebbe tosto compiuto in lei.

    Avendo così lasciato il mondo, i suoi genitori ed ogni legame con le cose sensibili, la Santa Vergine restò nel tempio fino all’età di dodici anni.  In effetti, divenuta allora nubile, i sacerdoti e gli anziani temettero che lei insudiciasse il santuario, e la affidarono al casto Giuseppe, perché fosse il custode della sua verginità, fingendo di essere il suo fidanzato.  Durante questi nove anni, la Tutta Santa fu nutrita di un cibo spirituale portato da un angelo del Signore. Conduceva lì una vita celeste, superiore a quella dei primi genitori nel paradiso. Senza cure e senza passioni, superati i bisogni della natura e la tirannia dei piaceri dei sensi, ella viveva solo per Dio, con l’intelligenza fissa ad ogni momento nella contemplazione della Sua bellezza. Con la preghiera continua e la vigilanza su sé stessa, durante il soggiorno nel tempio, la santa fanciulla finì di purificare il suo cuore, che divenne un puro specchio dove si riflette la gloria di Dio. Si rivestì dello splendido ornamento delle virtù per prepararsi, come una fidanzata, alla venuta in lei del suo divino sposo, Cristo. Raggiunse una perfezione tale che riassunse in sé stessa tutta la santità del mondo e, divenuta simile a Dio per la virtù, attirò Dio a rendersi simile agli uomini con la Sua Incarnazione.

    Introdotta nel santuario in età in cui le altre bambine cominciano ad imparare, la Tutta Santa, dal fondo inaccessibile del Santuario, ascoltava ogni sabato le letture della Legge e dei Profeti fatta al popolo nella parte pubblica del tempio. Con l’intelligenza affinata dalla solitudine e dalla preghiera, Ella pervenne così alla conoscenza del senso più profondo dei misteri della Scrittura. Vivendo tra le cose sante e contemplando la propria purezza, comprese quale era stato il disegno di Dio lungo tutta la storia del suo popolo eletto. Comprese che tutto quel tempo era stato necessario perché Dio si preparasse una madre in mezzo a questa umanità ribelle, e che, pura bambina scelta da Dio, Lei doveva divenire il vero tempio vivente della divinità. Collocata nel sacro luogo ove erano deposti i simboli della promessa di Dio, la Vergine rivelava che è nella sua persona che si dovevano avverarsi le figure. È Lei il santuario, il tabernacolo del Verbo di Dio, l’arca della nuova alleanza, il vaso contenente la manna celeste, la verga germogliante di Aronne, la tavola della legge della grazia. È in Lei che le oscure profezie si svelano: Lei è la scala che unisce la terra ed il cielo scorta in sogno dal patriarca Giacobbe, la colonna di nubi che rivela la gloria di Dio, la nube lieve del profeta Isaia, la montagna non intagliata di Daniele, la porta chiusa attraverso la quale Dio è venuto a visitare gli uomini di Ezechiele, la fonte viva e sigillata che fece scaturire sopra di noi le acque della vita eterna. Contemplando spiritualmente queste meraviglie che dovevano aver luogo in Lei, senza comprendere ancora chiaramente come si sarebbero compiute, la Tutta Santa diresse la sua preghiera e la sua intercessione verso Dio ancora con più intensità, affinché il Signore si affretti a realizzare le sue promesse e salvi il genere umano dalla morte, venendo ad abitare tra gli uomini.

 Quando la Madre di Dio entrò nel Santo dei Santi, il tempo di preparazione e di prova dell’antica alleanza ebbe termine, e si celebra oggi il fidanzamento di Dio col genere umano. Ecco perché la Chiesa si rallegra ed esorta tutti coloro che amano Dio a ritirarsi essi stessi nel tempio del loro cuore per prepararvi la venuta del Signore, col silenzio e la preghiera, allontanandosi dai piaceri e dalle cure del mondo.



Le Synaxaire – Vies des Saints de l’Eglise Orthodoxe – Éditions «To Perivoli tis Panaghias»  - Thessalonique 1996
Traduzione del Dott. Antonino Perniciaro. 

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