sabato 4 aprile 2020

Indicazioni Pastorali per la Settimana Santa

Eparchia di Piana degli Albanesi



Indicazioni pastorali per la prossima Settimana Santa

Con l’avvicinarci delle celebrazioni della Santa e Grande Settimana in condizioni eccezionali a causa del coronavirus, desidero proporvi dei suggerimenti sul come vivere questi giorni in famiglia, o forse da soli, seguendo la nostra tradizione bizantina. Sono indicazioni date soltanto per quest’anno di emergenza per venire in aiuto a pregare e vivere la Pasqua del Signore, nella ferma speranza che negli anni a venire celebreremo di nuovo come Chiesa e nella chiesa i misteri della nostra fede cristiana. Vi esorto a dedicare ogni giorno, in famiglia, un po’ di tempo alla preghiera. Ricordiamo il testo di Anna la madre del profeta Samuele nell’Ode terza del mattutino: “Il Signore dà la preghiera a chi prega…”. Una preghiera che è personale, fatta da ciascuno di noi, ma anche e soprattutto ecclesiale, in comunione con il Vescovo, i sacerdoti e i diaconi che nell’Eparchia pregano ogni giorno per voi e in comunione con voi.

Come fare e cosa fare?

1. Usare i sussidi/libretti “Grande e Santa Settimana” disponibili già da qualche anno per le celebrazioni liturgiche; sono molto pratici ed utili in cui si trovano tutti i testi necessari.

2. Radunarsi in famiglia, una o due volte al giorno, per esempio, al mattino e alla sera, e pregare davanti alle icone di Cristo e della Madre-di-Dio. Pregare con i Salmi, con il Vangelo, ed anche con alcuni dei Tropari offerti in questi giorni liturgici.

3. Sabato di Lazzaro e Domenica delle Palme: Leggere il Vangelo della risurrezione di Lazzaro (Giovanni 11, 1-44) e dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme (Giovanni 12, 12-19; Matteo 21, 1-11; Marco 11, 1-11; Luca 19, 28-40). Pregare con calma alcuni dei Salmi del mattutino e del vespro [38(37), 63(62), 103(102), 143(142) – 104(103), 141(140), 142(141)].

4. Santi e Grandi Lunedì, Martedì e Mercoledì: si suggerisce ancora di pregare senza fretta i Salmi del mattutino e quelli del vespro. Poi in questi giorni leggere attentamente il tropario “Ecco lo Sposo viene …”.

5. Santo e Grande Giovedì: riprendere di nuovo i Salmi del mattutino e del vespro; leggere il Vangelo di Giovanni 12, dove si narra la lavanda dei piedi di Gesù ai discepoli.

6. Santo e Grande Venerdì: pregare davanti all’icone della Crocifissione o della Croce; pregare i Salmi 22(21) e 23(22), e il tropario “Oggi è appeso al legno…”.

7. Santo e Grande Sabato. Pregare gli Enkòmia del Lamento funebre e leggere i quattro capitoli del Libro di Giona, che mostrano la bontà e il perdono di Dio.

8. Santa e Grande Domenica di Pasqua: si suggerisce di radunarsi in famiglia verso la tarda sera e leggere il Vangelo della Risurrezione di Cristo (Giovanni 20, 1-18; Matteo 28, 1-10; Marco 16, 1-8; Luca 24, 1-12) e poi cantare il tropario pasquale “Christòs
anèsti … Krishti u ngjall … Cristo è risorto …”.

Queste semplici indicazioni intendono aiutarci a vivere, in casa o da soli, sempre come Comunità ecclesiale. Anche noi - Vescovo, sacerdoti e diaconi - celebriamo con voi ed assieme a voi che siete parte integrante della Comunione ecclesiale.

E ricordiamoci che sarà:

 Un anno in cui forse non avremo direttamente nelle nostre mani le palme e i rami d’ulivo benedetti per accogliere simbolicamente Cristo che entra a Gerusalemme, ma avremo sicuramente tra le mani “le palme” della preghiera, della carità, dell’elemosina, … Che quest’anno quel “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore…” si trasformi in una parola “buona, di benedizione” verso coloro che ci stanno accanto, una parola che porti pace, armonia, speranza, … Un anno in cui le palme sono anche le mascherine e i guanti di tanti medici ed operatori sanitari che accolgono e aiutano il Cristo nell’ ammalato e nel moribondo.

Un anno in cui il Santo e Grande Giovedì non potremo ricevere il Corpo e il Sangue del Signore nella Divina Liturgia, ma potremo sempre riceverlo nel volto del marito e della moglie, dei figli, dei fratelli e delle sorelle che ci stanno accanto.

 Un anno in cui non potremo abbracciare e venerare la Croce di Cristo in chiesa, ma la baceremo nelle lacrime e nella solitudine di tanti fratelli e sorelle. L’abbracceremo anche quando in questi tempi poco felici ci sentiremo soli, nel dubbio, nella disperazione, custodendo la fiammella della nostra tenue fede.

 Un anno in cui non potremo venerare il sepolcro del Signore e ricevere la bellezza, la luce e il profumo di Cristo nella liturgia, ma lambiremo, nella comunione e nella preghiera, il dolore di tante persone che non possono dare l’estremo addio ai loro cari a causa del coronavirus.

 Un anno in cui - questo certamente sì - con fede e con speranza, canteremo dal più profondo del nostro cuore: “Cristo è risorto dai morti, con la sua morte ha vinto la morte, ed ai morti nei sepolcri ha elargito la vita!”

Piana degli Albanesi, 2 aprile 2020
+ Giorgio Demetrio, Arcivescovo


PS – All’Aitesis (litania dell’offertorio) aggiungere questa intenzione:

- Chiediamo al Signore che liberi il mondo dalle sofferenze del tempo presente: allontani la pandemìa, doni la pace, estingua l’odio e la violenza, conceda salute agli ammalati, sostegno agli operatori sanitari, speranza e conforto alle famiglie, salvezza eterna a coloro che sono morti. 

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