sabato 8 febbraio 2020

La Domenica Bizantina - Domenica 09 Febbraio - Domenica del Figlio Prodigo

9 FEBBRAIO 2020
DOMENICA XVI DI LUCA:
DEL FIGLIO PRODIGO 
Apòdhosis dell’Ypapantí
San Niceforo martire.


Tono II - Eothinon II

1^ ANTIFONA

Exirèfxato i kardhìa mu lògon agathòn; lègo egò ta èrga mu to vasilì. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Effonde il mio cuore una soave parola, canto i miei versi al re. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

Perìzose tin romfèan su epì ton miròn su, Dhinatè, ti oreòtitì su ke to kàlli su. Sòson imàs, Iiè Theù, o en angàles tu dhikèu Simeòn vastachthìs, psàllondàs si: Alliluia.

Cingiti la tua spada al fianco, o Fortissimo, nel tuo splendore e nella tua maestà. Salva, o Figlio di Dio, che sei stato portato tra le braccia del giusto Simeone, noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Akuson, thìgater, ke ìdhe; ke klìnon to ùs su, ke epilàthu tu laù su ke tu ìku tu patròs su.

Chère, kecharitomèni Theotòke Parthène; ek sù gar anètilen o Ìlios tis dhikeosìnis, Christòs o Theòs imòn, fotìzon tus en skòti. Effrènu ke sì, Presvìta dhìkee, dexàmenos en angàles ton eleftherotìn ton psichòn imòn, charizòmenon imìn ke tin anàstasin.

Ascolta, o figlia, guarda e china il tuo orecchio, e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Salve, o piena di grazia, Madre di Dio e Vergine, poiché da te spuntò il sole di giustizia, Cristo Dio nostro, illuminante coloro che giacevano nelle tenebre. Rallegrati anche tu, giusto Vegliardo, che hai ricevuto tra le braccia il Redentore delle anime nostre, che ci dona anche la resurrezione.


ISODIKÒN

Eghnòrise Kìrios to sotìrion aftù enandìon pàndon ton ethnòn. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Il Signore ha reso nota la sua salvezza al cospetto di tutte le genti. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.


APOLITIKIA

Óte katìlthes pros ton thànaton, i zoì i athànatos, tòte ton Àdhin enékrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton katachthonìon anèstisas, pàse e dhinàmis ton epuranìon ekràvga-zon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.

Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’ade con la folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridava-no: O Cristo datore di vita, Dio nostro, gloria a te.

Chère, kecharitomèni Theotòke Parthène; ek sù gar anètilen o Ìlios tis dhikeosìnis, Christòs o Theòs imòn, fotìzon tus en skòti. Effrènu ke sì, Presvìta dhìkee, dexàmenos en angàles ton eleftherotìn ton psichòn imòn, charizòmenon imìn ke tin anàstasin.


Salve, o piena di grazia, Madre di Dio e Vergine, poiché da te spuntò il sole di giustizia, Cristo Dio nostro, illuminante coloro che giacevano nelle tenebre. Rallegrati anche tu, giusto Vegliardo, che hai ricevuto tra le braccia il Redentore delle anime nostre, che ci dona anche la resurrezione.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre.

KONDAKION

O Mìtran Parthenikìn aghiàsas to tòko su, ke chìras tu Simeòn evloghìsas, os èprepe, profthàsas ke nin èsosas imàs, Christè o Theòs. All’irìnevson en polèmis to polìtevma, ke kratèoson Vasilìs us igàpisas, o mònos filànthropos.

Tu che hai santificato con la tua nascita il seno della Vergine ed hai benedetto come conveniva le mani di Simeone, sei venuto e hai salvato anche noi, Cristo Dio. Conserva nella pace il tuo popolo e rendi forti coloro che ci governano, o solo amico degli uomini.

APOSTOLOS (1 Cor. 6, 12-20)

- Scenda su di noi la tua misericordia, o Signore, come abbiamo sperato in te. (Sal. 32,22)
- Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode. (Sal. 32,1)

Dalla lettera di San Paolo ai Corinti.

    Fratelli, tutto mi è lecito ma non tutto giova. Tutto mi è lecito! Ma io non mi lascerò dominare da nulla. I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi. Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
    Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui uno spirito. Fuggite la prostituzione. Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impudicizia, pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.

Alliluia (3 volte).

- Iddio fa le mie vendette, e piega i popoli sotto di me. (Sal. 17,48)
Alliluia (3 volte).

- Iddio esalta le vittorie del re, e fa misericordia al suo Unto. (Sal. 17,51)

Alliluia (3 volte).


VANGELO (Luca 15, 11-32) 

Disse Gesù questa parabola: Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al Padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta, e il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominci ò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha avuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.

MEGALINARION

Theotòke, i elpìs pàndon ton Christianòn, skèpe, frùri, fìlatte tus elpìzondas is sè. En nòmo, skià ke gràmmati tìpon katìdhomen i pistì; pàn àrsen to tin mìtran dhianìgon àghion Theò; dhiò protòtokon Lògon, Patròs anàrchu Iiòn, prototokùmenon Mitrì apiràndhro megalìnomen.

Madre di Dio, speranza di tutti i cristiani, proteggi, difendi, custodisci coloro che sperano in te. Nella legge, ombra e lettera, noi credenti abbiamo visto la figura: ogni primo-genito maschio sarà consacrato a Dio; perciò noi magnifi-chiamo il Verbo primogenito, il Figlio del Padre eterno, divenuto primogenito della Madre ignara di nozze.

KINONIKON

Potìrion sotirìu lìpsome, ke to òno-ma Kirìu epikalèsome. Alliluia.

Prenderò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Alliluia.


È la prima domenica che segna l'inizio di una preparazione remota al gran digiuno della quaresima. Il Vangelo del giorno propone all'imitazione dei fedeli la parabola del «figlio prodigo». Nella preghiera viene ricordato.




Sabato prossimo: Commemorazione di tutti i defunti.


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