6 GENNAIO – VESPRO
LA SANTA TEOFANIA DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO
Dalla veglia del mattino fino a notte, dalla veglia del mattino speri Israele nel Signore.
(TONO II) Vedendo il precursore la nostra luce, colui che illumina ogni uomo, venuto per essere battezzato, gioisce con l’anima e trema con la mano; lo indica e dice ai popoli: Ecco colui che redime Israele, colui che ci libera dalla corruzione. O Cristo senza peccato, Dio nostro, gloria a te.
Perché presso il Signore è la misericordia, e grande è presso di lui la redenzione, ed egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità.
(TONO II) Gli eserciti degli angeli fremettero, al vedere il nostro Redentore battezzato da un servo, mentre riceveva testimonianza per la presenza dello Spirito. E venne dal cielo la voce del Padre: Costui a cui il precursore impone le mani è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto. O Cristo, Dio nostro, gloria a te.
Lodate il Signore, genti tutte dategli lode, popoli tutti.
(TONO II) I flutti del Giordano hanno accolto te, la sorgente, e il Paraclito è sceso in forma di colomba; china il capo colui che ha inclinato i cieli; grida l’argilla a chi l’ha plasmato, ed esclama: Perché mi comandi ciò che mi oltrepassa? Sono io ad aver bisogno del tuo battesimo. O Cristo senza peccato, Dio nostro, gloria a te.
Perché più forte si è fatta per noi la sua misericordia, e la verità del Signore rimane in eterno.
(TONO II) Volendo salvare l’uomo che si era sviato, non sdegnasti di rivestire forma di servo: conveniva infatti a te, Sovrano e Dio, assumere per noi ciò che è nostro: battezzato infatti nella carne, o Redentore, tu hai ottenuto a noi la remissione. Perciò a te acclamiamo: Cristo benefattore, Dio nostro, gloria a te.
Gloria… Ora e sempre…
(TONOII) Hai chinato il capo davanti al precursore, e hai spezzato le teste dei draghi; sei venuto tra i flutti, e hai illuminato l’universo, perché esso glorifichi in te, o Salvatore, l’illuminazione delle nostre anime.
INGRESSO
Fos ilaròn aghìas dhòksis athanàtu Patròs, uranìu, aghìu, màkaros, Iisù Christè, elthòndes epì tin ilìu dhìsin, idhòndes fòs esperinòn, imnùmen Patèra Iiòn, kiè àghion Pnèvma Theòn. Axiòn se en pàsi kierìs imnìsthe fonès esìes, Iiè Theù, zoìn o dhidhùs, dhiò o kòsmos se dhoxàzi.
Luce gioiosa della santa gloria del Padre immortale, celeste, santo, beato, o Cristo Gesú! Giunti al tramonto del sole, e vista la luce vespertina, cantiamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, Dio. È cosa degna cantarti in ogni tempo con voci armoniose, o Figlio di Dio, tu che dai la vita: perciò a te dà gloria il mondo.
Lettura del libro della Genesi (1,1-13).
In principio Dio fece il cielo e la terra: la terra era invisibile e non organizzata, e la tenebra era sopra l’abisso; e lo Spirito di Dio aleggiava sopra l’acqua. E Dio disse: Sia la luce, e la luce fu. E Dio vide che la luce era cosa buona, e Dio separò la luce dalla tenebra. E Dio chiamò la luce giorno, e chiamò le tenebre, notte. E fu sera, e fu mattina: giorno primo. E Dio disse: Ci sia un firmamento in mezzo alle acque e stia a dividere acqua da acqua: e cosí fu. E Dio fece il firmamento: e Dio separò l’acqua che è al di sopra del firmamento dall’acqua che è al di sotto del firmamento. E Dio chiamò il firmamento cielo. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera, e fu mattina: secondo giorno. E Dio disse: Si raccolga l’acqua che è sotto al cielo in un unico assembramento di acque e appaia l’asciutto: e cosí fu. Si raccolse l’acqua che era sotto al cielo nei suoi assembramenti, e apparve l’asciutto. E Dio chiamò l’asciutto terra, e chiamò le raccolte di acqua mari. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: La terra faccia germogliare erbaggi che facciano seme secondo la loro specie e somiglianza, e alberi da frutto che producano frutti in cui sia il loro seme secondo la loro specie sulla terra: e cosí fu. E la terra produsse erbaggi che facevano seme secondo la specie e la somiglianza, e alberi da frutto che facevano frutti in cui era il loro seme, secondo la loro specie sulla terra. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
(TONO V) Ti sei manifestato nel mondo, tu che hai fatto il mondo, per illuminare quanti siedono nelle tenebre. O amico degli uomini, gloria a te.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica; faccia risplendere il suo volto su di noi e abbia misericordia di noi.
Perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza.
Ti confessino i popoli, o Dio, ti confessino i popoli tutti; la terra ha dato il suo frutto.
Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio, e lo temano tutti i confini della terra.
Gloria. Ora e sempre. Ti sei manifestato nel mondo, tu che hai fatto il mondo (come sopra).
Lettura del quarto libro dei Re (4[2] Re 2,6-14).
Disse Elia ad Eliseo: Siedi qui, perché il Signore mi manda al Giordano. Disse Eliseo: Viva il Signore e viva l’anima tua! Non ti lascerò. E se ne andarono entrambi. Vennero cinquanta uomini dei figli dei profeti e si fermarono a distanza, di fronte a loro. I due si fermarono alla sponda del Giordano. Elia prese il suo mantello, lo arrotolò e colpì con esso le acque che si divisero in due, ed entrambi passarono sull’asciutto. Appena passati, Elia disse ad Eliseo: Dimmi cosa devo fare per te, prima che io ti sia tolto. Disse Eliseo: Che io abbia duplice su di me lo spirito che è su di te. Disse Elia: Hai chiesto una cosa difficile. Tuttavia, se mi vedrai quando ti sarò tolto, la otterrai; ma se non mi vedrai, non la otterrai. E mentre essi se ne andavano e parlavano, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco; essi furono divisi l’uno dall’altro, ed Elia fu assunto in un turbine come verso il cielo. Eliseo vide e gridò: Padre, padre, carro d’Israele e sua cavalleria! Poi non lo vide più. Eliseo afferrò allora il suo abito e lo lacerò in due, quindi Eliseo raccolse il mantello che era caduto ad Elia. Poi Eliseo si volse, si fermò sulla riva del Giordano, prese il mantello caduto ad Elia, percosse con esso le acque, ma queste non si divisero. Allora Eliseo disse: Dov’è dunque il Dio di Elia? Ed Eliseo colpì le acque una seconda volta e queste si divisero ed egli passò all’asciutto.
(TONO VI) Nella ricchezza della tua misericordia ti sei manifestato a peccatori e pubblicani, o Salvatore nostro. E dove mai doveva brillare la tua luce se non fra quanti siedono nelle tenebre? Gloria a te!
Il Signore ha instaurato il suo regno, si è rivestito di splendore, si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cinto; e cosí ha reso saldo il mondo, che non sarà scosso. Pronto è il tuo trono fin da allora, da sempre tu sei.
Hanno alzato i fiumi, Signore, hanno alzato i fiumi le loro voci; alle voci di grandi acque, solleveranno i fiumi le loro ondate.
Mirabile l’elevarsi del mare; mirabile nelle altezze il Signore: le tue testimonianze sono degne di grande fede.
Alla tua casa si addice la santità, Signore, per la lunghezza dei giorni.
Gloria. Ora e sempre. Nella ricchezza della tua misericordia (come sopra).
Lettura del quarto libro dei Re (4[2] Re 5,9-14).
Venne Naaman, un comandante del re degli assiri, con i suoi carri e i suoi cavalli, e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: Va’, lavati sette volte nel Giordano, cosí riavrai la tua carne e sarai purificato. Naaman andò in collera e ripartí dicendo: Ecco, io mi dicevo: uscirà verso di me, invocherà il nome del Signore suo Dio, imporrà la sua mano sulla parte lebbrosa e ne risanerà la mia carne. Forse che l’Abana e il Parpar, fiumi di Damasco non sono migliori del Giordano e di tutte le acque d’Israele? Non potrei andare a lavarmi in quelli ed esserne purificato? E si voltò per andarsene pieno di collera. Ma i suoi servi gli si accostarono e gli dissero: Padre, se il profeta ti avesse parlato di una cosa grossa, non l’avresti fatta? Ma visto che ti ha detto solo: Lavati e sarai purificato! Allora Naaman scese e si bagnò nel Giordano sette volte secondo la parola dell’uomo di Dio: e la sua carne gli tornò come quella di un fanciulletto, e fu purificato.
APOSTOLOS
Il Signore è mia illuminazione e mio salvatore, chi temerò?
Il Signore è il protettore della mia vita, di chi avrò paura?
Lettura della prima epistola di Paolo ai Corinti (9,19-27).
Fratelli, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto giudeo con i giudei, per guadagnare i giudei; con coloro che sono sotto la Legge, sono diventato come uno che è sotto la Legge, pur non essendo sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro. Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo. Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitú perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.
Alliluia (3 volte)
Ha proferito il mio cuore la parola buona.
Tu sei splendente di bellezza piú dei figli degli uomini: è stata effusa la grazia sulle tue labbra, per questo ti ha benedetto Dio in eterno.
Lettura del santo vangelo secondo Luca (3,1-18).
Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente? Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco. Le folle lo interrogavano: Che cosa dobbiamo fare? Rispondeva: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: Maestro, che dobbiamo fare? Ed egli disse loro: Non esigete nulla di piú di quanto vi è stato fissato. Lo interrogavano anche alcuni soldati: E noi che dobbiamo fare? Rispose: Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe. Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti, dicendo: Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è piú forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula la brucerà con fuoco inestinguibile. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
APÓSTICHA
(TONO II) Vedendoti venire a lui presso il fiume Giordano, o Cristo Dio, Giovanni diceva: Perché ti sei accostato al servo, tu che non hai macchia, Signore? In nome di chi ti battezzerò? Del Padre? Ma tu lo porti in te stesso. Del Figlio? Ma sei tu stesso il Figlio incarnato. Dello Spirito santo? Ma sei tu che dalla tua bocca puoi darlo ai credenti. O Dio che ti sei manifestato, abbi pietà di noi.
Il mare vide e fuggí, il Giordano si volse indietro.
(TONO II) Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque ed ebbero timore; poiché alla tua gloria non possono volgere gli occhi i cherubini, né possono fissarla i serafini, ma tenendosi presso di te con timore, gli uni sostengono e gli altri glorificano la tua potenza. Insieme a loro, o compassionevole, noi proclamiamo la tua lode, dicendo: O Dio che ti sei manifestato, abbi pietà di noi.
Che hai, o mare, che sei fuggito, e tu Giordano, che ti sei volto indietro?
(TONO II) Oggi il Creatore del cielo e della terra viene nella carne al Giordano a chiedere il battesimo, lui che è senza peccato, per purificare il mondo dall’inganno del nemico; è battezzato da un servo il Sovrano di tutti, e dona al genere umano la purificazione mediante l’acqua. A lui acclamiamo: O Dio che ti sei manifestato, gloria a te.
Gloria. Ora e sempre.
(TONO VIII) Vedendo il sole rifulso dalla Vergine chiedere il battesimo nel Giordano, la lampada risplendente nata dalla sterile con timore e gioia a lui gridava: Santificami tu, o Sovrano, con la tua divina epifania.
Dopo le preghiere del Santo Dio… si prosegue con il Megas Aghiasmos (La Grande Benedizione delle Acque) e seguiamo la funzione dall’apposito libretto.
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