sabato 19 ottobre 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 20 Ottobre 2019 - Domenica VI di Luca

20 OTTOBRE 2019
DOMENICA XIX
(VI DI SAN LUCA)
SANT’ARTEMIO MEGALOMARTIRE.
Tono II; Eothinòn VIII


1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs. 

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Òte katìlthes pros ton thànaton, i zoì i athànatos, tòte ton Àdhin enèkrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton katachthonìon anèstisas, pàse e Dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon; Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore.

Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’Ade con la folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: O Cristo datore di vita, Dio nostro, gloria a te.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Òte katìlthes pros ton thànaton, i zoì i athànatos, tòte ton Àdhin enèkrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton katachthonìon anèstisas, pàse e Dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon; Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.

Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’Ade con la folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: O Cristo datore di vita, Dio nostro, gloria a te.

Pikìlis vasànis enathlìsas, Makàrie, os sterròs adhàmas ton paravàtin katìschinas; ke gar en pètra meghìsti piesthìs, dhià tin pètran Christòn ke ekisthìs, stèfos edhèxo tu martirìu, Megalomàrtis Artèmie; dhòxa to se enischìsanti, dhòxa to se stefanòsandi, dhòxa to energùndi dià su, pasin iàmata.

Lottando fra tormenti multiformi, o beato, come solido acciaio hai svergognato l’apostata: schiacciato infatti con un’enorme pietra, percosso per la pietra che è Cristo, hai ricevuto la corona del martirio, megalomartire Artemio. Gloria a colui che ti ha dato forza, gloria a colui che ti ha incoronato, gloria a colui che per mezzo tuo opera guarigioni per tutti.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre. 

KONDAKION

O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios. 

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora.

APOSTOLOS (Gal 1, 11-19)

- Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. (Sal 18,5)

- I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani. (Sal 18, 2)

Dalla lettera di San Paolo ai Galati.

Vi dichiaro fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando colui che mi scelse sin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro; ma solo Giacomo, il fratello del signore.

Alliluia (3 volte).

- I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, e la tua fedeltà nella assemblea dei Santi. (Sal. 88, 6).

Alliluia (3 volte).

- Dio è tremendo nell’assemblea dei Santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. (Sal. 88, 8). Alliluia (3 volte).

VANGELO (Luca. 8, 26-39)

In quel tempo, Gesù e i suoi approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: “Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!”. Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti s’era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. Rispose: “Legione”, perché molti demòni erano entrati in lui. E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso.
Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. I demòni uscirono dall’uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. La gente uscì per vedere l’accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. Quelli che erano stati spettatori riferirono come l’indemoniato era stato guarito. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: “Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto”. L’uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en tis ipsìstis. Alliluia.

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo lassù nell’alto. Alliluia.


Sabato 26: San Demetrio megalomartire. Patrono della Nostra Eparchia di Piana degli Albanesi. Ricordo del grande sisma di Costantinopoli.

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