sabato 12 ottobre 2019

La Domenica Bizantina - Domenica 13 Ottobre 2019 - Domenica dei Santi Padri del VII Concilio Ecumenico




13 OTTOBRE 2019
DOMENICA XVIII
DOMENICA IV DI S. LUCA:
dei Santi Padri del VII Concilio Ecumenico.
Santi Carpo e Papilo martiri.



1^ ANTIFONA

Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo, ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste. Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Buona cosa è lodare il Signore, ed inneggiare al tuo nome, o Altissimo. Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2^ ANTIFONA

O Kìrios evasìlefen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia

Il Signore regna, si è rivestito di splendore, il Signore si è ammantato di fortezza e se n’è cinto. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3^ ANTIFONA

Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo, alalàxomen to Theò to Sotìri imòn.

Tu lìthu sfraghisthèndos ipò ton Iudhèon ke stratiotòn filassòndon to achrandòn su Sòma, anèstis triìmeros, Sòtir, dhorùmenos to kòsmo tin zoìn. Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn evòon si, Zoodhòta; Dhòxa ti Anastàsi su, Christè; dhòxa ti vasilìas su, dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.

Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio, nostro Salvatore. 

Sigillata la pietra dai giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, Datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini.

ISODIKÒN

Dhèfte proskinìsomen ke prospèsomen Christò. Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs ek nekròn, psàllondàs si: Alliluia.

Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Cristo. O Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

APOLITIKIA

Tu lìthu sfraghisthèndos ipò ton Iudhèon ke stratiotòn filassòndon to achrandòn su Sòma, anèstis triìmeros, Sòtir, dhorùmenos to kòsmo tin zoìn. Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn evòon si, Zoodhòta; Dhòxa ti Anastàsi su, Christè; dhòxa ti vasilìas su, dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.

Sigillata la pietra dai giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, Datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini. 

Iperdhedhoxasmènos ì, Christè o Theòs imòn, o fostìras epì ghìs tus Patèras imòn themeliòsas, ke dhi’aftòn pros tin alithinìn pìstin pàndas imàs odhighìsas, polièfsplanchne, dhòxa si.


Cristo Dio nostro, sei oltre ogni dire glorioso! Tu ci hai dato i Santi Padri luminari della terra, e, per mezzo di essi, ci hai condotto alla vera fede; o Dio misericordioso, gloria a te.

APOLITIKION (DEL SANTO DELLA CHIESA)

Kanòna pìsteos ke ikòna praòtitos enkratìas dhidàskalon anèdhixè se ti pìmni su i ton pragmàton alìthia; dhià tùto ektìso ti tapinosi ta ipsilà, ti ptochìa ta plùsia; Pàter Ierarcha Nicòlae, prèsveve Christò to Theò, sothìne tas psichàs imòn.

Regola di fede immagine di mansuetudine, maestro di continenza ti designò al tuo gregge la verità dei fatti; e in vero con l’umiltà hai raggiunto le vette più eccelse, con la povertà la vera ricchezza, Padre Gerarca Nicola prega Cristo Dio di salvare le anime nostre. 

KONDAKION

O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios. 

Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo talamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Costei è celeste dimora.

APOSTOLOS (Tito 3, 8-15)

- Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei Padri nostri, e lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli. (Dan. 3,26).
- Poiché sei giusto in tutto ciò che hai fatto; e tutte le tue opere sono vere e rette le tue vie. (Dan. 3,27).

Dalla lettera di San Paolo a Tito.

    Diletto figlio Tito, questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini. Guardati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane. Dopo una o due ammonizioni sta lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa. Quando ti avrò mandato Àrtema o Tìchico, cerca di venire subito da me a Nicòpoli, perché ho deciso di passare l’inverno colà. Provvedi con cura al viaggio di Zena, il giureconsulto, e di Apollo, che non manchi loro nulla. Imparino così anche i nostri a distinguersi nelle opere di bene riguardo ai bisogni urgenti, per non vivere una vita inutile. Ti salutano tutti coloro che sono con me. Saluta quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi!

Alliluia (3 volte).

- O Dio, con le nostre orecchie abbiamo udito, i nostri Padri ci hanno rac-contato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei tempi antichi. (Sal. 43,2).

Alliluia (3 volte).

- Gridano i giusti, e il Signore li ascolta; e da tutte le loro angosce li salva. (Sal. 33,18).

Alliluia (3 volte).


VANGELO (Luca. 8, 5-15)

    Disse il Signore questa parabola: “Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un’altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un’altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto”. Detto questo, esclamò: “Chi ha orecchi per intendere, intenda!”. I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: “A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell’ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.


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