La Festa della Teofania del Signore al Giordano
6 Gennaio
Aspetti liturgici ed iconografici
La festa del 6 gennaio è, dopo quella di Pasqua e di Pentecoste, la festa maggiore del Calendario della Chiesa di rito bizantino; è anche, sotto certi aspetti, maggiore della festa del Natale. Le sono propri quattro giorni di proeortia, o vigilia, e otto di meteortia, o dopofesta. Il ciclo festivo inizia il 2 gennaio e si chiude al 14 successivo. Il 7 gennaio la festa è più particolarmente celebrativa di Giovanni Battista detto l'Amico dello Sposo.
Un testo dell'ufficiatura del 2 gennaio stabilisce il seguente paragone tra il Natale e l'Epifania: «Splendente era la festa appena trascorsa, più luminosa ancora è quella a venire; la prima fu annunciata dall'Angelo, la seconda fu preparata dal Precursore. Nell'una Betlemme singhiozzò sul sangue dei suoi figli, nell'altra le acque furono benedette e la fonte battesimale ha rigenerato figli senza numero. Allora, una stella indicò te ai Sapienti, ora il Padre te manifesta all'universo. Salvatore che ti sei incarnato e che vieni ora per manifestarti, Signore, gloria a te!».
La festa orientale è incentrata sul battesimo di Gesù nel fiume Giordano, per mano di Giovanni. L'episodio è riferito dai quattro Vangeli (Mt 3,16-17; Mc 1,9-11; Le 3,21-22; Gv 1,32-34).
Mosso da un senso di inadeguatezza, Giovanni si sottrae con umiltà all'invito, ma subito dopo piegandosi, distingue lo Spirito che scende sotto forma di colomba a posarsi sul capo di Gesù, mentre la voce, quella del Padre, proclama: «Questi è il mio Figlio prediletto».
Altro tema della festa, intimamente legato a quello del battesimo, è la manifestazione pubblica di Gesù quale Verbo incarnato e manifestazione del mistero della SS. Trinità. Il tema può riscontrarsi nei diversi appellativi della festa: Epifania, Teofania, festa delle Luci, ecc. Il Tropario della festa così canta: «Al tuo battesimo nel Guardano, Signore, si è manifestata l'adorazione dovuta alla Trinità: la voce del Genitore ti rese testimonianza nominandoti quale Figlio prediletto, e lo Spirito sotto forma di colomba confermò la parola. Cristo Dio, che ti sei manifestato e hai illuminato il mondo, gloria a te! ».
Il battesimo fu per Gesù la sua Pentecoste personale: lo Spirito, posato dall'eternità sul Verbo, purifica con l'immersione nell'acqua la natura umana assunta da lui, e con il proprio raggio la divinizza, immettendola fra le persone Trinitarie e nella figliolanza divina.
Lo Spirito posatosi su Gesù ebbe il suo riflesso anche sull'uomo e sul cosmo: da qui gli appellativi di «illuminazione» e di «luci» dati alla festa. Si intende il significato di luce trisolare che, tramite l'umanità di Gesù, scende e compenetra l'elemento acquoso e lascia l'impronta su Adamo, ottenebrato dal peccato. Così il battesimo di Gesù assume il tipo del battesimo nuovo che lacera le tenebre del peccato e rende ogni battezzato un figlio della luce di Dio. Questa simbologia spiega il perché dei due riti celebrati dalla Chiesa orientale: la solenne benedizione dell'acqua e il non meno solenne conferimento del battesimo al catecumeni. La benedizione dell'acqua esorcizza la materia e la rende lavacro di rigenerazione: «Tu stesso, Re amico degli uomini- dice la formula - sii presente ora per la venuta del tuo Spirito e santifica questa acqua. Conferisci ad essa la grazia della redenzione, la benedizione del Giordano. Rendila sorgente di incorruttibilità, dono di santificazione, lavacro dei peccati, rimedio contro le infermità, rovina per i demoni; rendila inaccessibile alle potenze contrarie, affinché tutti coloro che ne attingono e ne prendono, possano averla a purificazione dei corpi e delle anime, a medicamento contro le passioni, a santificazione delle case, a efficacia in ogni necessità ...».
Nei testi liturgici la festa dell'Epifania è qualificata come «il grande anno nuovo», e ciò perché «l'universo si rinnova nella luce della Trinità». Sino dalle origini la festa fu considerata momento scelto dai vescovi per annunciare alle rispettive Chiese il tempo della grande Quaresima e della celebrazione della Pasqua.
L'icona propria alla festa dell'Epifania è opera di anonimo iconografo di origine greca, risalente al 1600 circa, e si riporta fedelmente al racconto dei Vangeli, con il commento dato dalla Liturgia e dalle prescrizioni dei Manuali di pittura. Al centro emerge dal fiume la figura di Gesù e le acque la lambiscono, mentre la mano destra è benedicente un vecchio seduto nell'acqua. È questa la personificazione del fiume Giordano, così come riportata dai testi veterotestamentari che si ripetono nella ufficiatura; «Il Giordano si volse a ritroso» (Sal 104,3). Con la discesa nel fiume, il Signore purifica le acque. La lunga preghiera di benedizione delle acque, di cui abbiamo riportato sopra un brano, continua: «Oggi le onde del
Giordano sono cambiate in rimedio e tutta la creatura è irrorata da onde mistiche». Dall'inizio della propria missione, Gesù affronta gli elementi cosmici che nascondono potenze occulte e malefiche: l'acqua, l'aria, il deserto. La liturgia considera le acque non santificate quale immagine di morte, «sepolcro liquido». Nell'icona, di conseguenza, il fiume è rappresentato da cavità tenebrosa, grande tanto da contenere l'intero corpo del Signore. In tal modo si ha quella anticipazione della discesa nell'Ade, preludente alla ascesa dell'Anastasis, o Risurrezione. All'una e all'altra si ricollegano la immersione e la emersione, come comporta il rito battesimale.
In capo alla icona, un raggio di luce allude alla colomba e si riparte in tre raggi sul capo di Gesù. La discesa dello Spirito Santo sotto forma di colomba simboleggia l'alitare del Padre verso il Figlio. E la colomba, nell'evocare anche la colomba simbolo di pace dopo il diluvio universale, con la nuova discesa nelle acque del Giordano suscita la rinnovata nascita della creatura nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Il Battista è rappresentato inchinato in segno di rispetto, mentre la sua mano destra si alza sul capo di Gesù in atteggiamento di ammirazione per la nudità del Nuovo Adamo. Sulla destra appaiono quattro Angeli dalle ali diversamente colorate e soffuse dell'oro di luce divina. L'atteggiamento è di adorazione, le loro mani velate si muovono ad asciugare il corpo del Signore.
a.c. di Salvatore Perniciaro
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