1 FEBBRAIO 2020
VESPRO DELLA CANDELORA
Dopo il Canto del Kirie Ekekraksa, cantiamo i seguenti inni
Se osservi le iniquità, Signore, Signore, chi potrà resistere? Sí, presso di te è il perdono.
(TONO I) Accogli, o santo Signore, le nostre preghiere vespertine, e concedici la remissione dei peccati: perché sei il solo che ha manifestato la risurrezione al mondo.
Per amore del tuo nome a lungo ti ho atteso, Signore, ha atteso l’anima mia la tua parola. Ha sperato l’anima mia nel Signore.
(TONO I) Circondate, popoli, Sion, ed abbracciatela: in essa rendete gloria al risorto dai morti. Egli è il nostro Dio, colui che ci ha redenti dalle nostre iniquità.
Dalla veglia del mattino fino a notte, dalla veglia del mattino speri Israele nel Signore.
(TONO I) Non preghiamo, fratelli, al modo del fariseo: perché chi si esalta, sarà umiliato. Umiliamoci davanti a Dio, gridando durante il digiuno come il pubblicano: Sii propizio, o Dio, a noi peccatori.
Perché presso il Signore è la misericordia, e grande è presso di lui la redenzione, ed egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità.
(TONO I) Il fariseo, dominato dalla vanagloria, e il pubblicano, piegato dal pentimento, si accostarono a te, unico Sovrano: ma l’uno, per essersi vantato, fu privato di ciò che aveva di bene; mentre all’altro, che neppure aveva aperto bocca, furono elargiti i doni. Confermami in questo gemere, o Cristo Dio, nel tuo amore per gli uomini.
Lodate il Signore genti tutte, dategli lode popoli tutti.
(TONO I) Di’ dunque, Simeone, chi porti tra le braccia nel tempio, per esultare cosí? A chi gridi e acclami? Ora sono stato liberato, perché ho visto il mio Salvatore. Questi è colui che è stato partorito dalla Vergine: è il Verbo, Dio da Dio, colui che per noi si è incarnato e ha salvato l’uomo. Adoriamolo.
Perché piú forte si è fatta per noi la sua misericordia, e la verità del Signore rimane in eterno.
(TONO I) Accogli, Simeone, colui che Mosè vide in precedenza, nella caligine, quando gli dava la Legge sul Sinai, e che ora, divenuto bambino, si assoggetta alla Legge. Questi è colui che ha parlato mediante la Legge; questi è colui di cui è detto nei profeti, colui che si è incarnato per noi e ha salvato l’uomo. Adoriamolo!
Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo.
(TONO VIII) Signore onnipotente, so quanto possono le lacrime: esse hanno fatto risalire Ezechia dalle porte della morte; hanno liberato la peccatrice dalle sue colpe inveterate; hanno reso il pubblicano piú giusto del fariseo. Ed io, annoverandomi tra costoro ti prego: Abbi pietà di me.
Ed ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
(TONO VI) Si apra oggi la porta del cielo, perché il Verbo eterno del Padre, assunto un principio temporale, senza uscire dalla sua divinità, è presentato per suo volere al tempio della Legge da Vergine Madre, come bimbo di quaranta giorni; e il vegliardo lo prende tra le braccia, gridando come servo al Sovrano: Lascia che me ne vada, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza. O tu che sei venuto nel mondo per salvare il genere umano, Signore, gloria a te.
INGRESSO
Fos ilaròn aghìas dhòksis athanàtu Patròs, uranìu, aghìu, màkaros, Iisù Christè, elthòndes epì tin ilìu dhìsin, idhòndes fòs esperinòn, imnùmen Patèra Iiòn, kiè àghion Pnèvma Theòn. Axiòn se en pàsi kierìs imnìsthe fonès esìes, Iiè Theù, zoìn o dhidhùs, dhiò o kòsmos se dhoxàzi.
Luce gioiosa della santa gloria del Padre immortale, celeste, santo, beato, o Cristo Gesú! Giunti al tramonto del sole, e vista la luce vespertina, cantiamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, Dio. È cosa degna cantarti in ogni tempo con voci armoniose, o Figlio di Dio, tu che dai la vita: perciò a te dà gloria il mondo.
Prokimeno della sera
Il Signore regna, si è rivestito di splendore. (si ripete dopo ogni versetto)
Si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cinto.
E così ha reso saldo il mondo che non sarà scosso.
Lettura dal Libro dell’Esodo
Il Signore parlò a Mosè nel giorno in cui condusse i figli d’Israele dalla terra d’Egitto, dicendo: Consacrami ogni primo parto, ogni primo nato che apre ogni grembo tra i figli d’Israele. Disse Mosè al popolo: Ricordatevi di questo giorno nel quale siete usciti dalla terra d’Egitto, dalla casa di schiavitú; poiché con mano potente il Signore vi ha tratti di là. E osservate la sua legge. E quando il Signore Dio ti introdurrà nella terra dei cananei, come ha giurato ai tuoi padri, separerai per il Signore ogni maschio che apre il grembo. E se in seguito tuo figlio ti chiederà: Perché questo?, tu gli dirai: Perché con mano potente il Signore ci ha tratti dalla terra d’Egitto, dalla casa di schiavitù. E quando il faraone si indurì e non voleva lasciarci partire, il Signore uccise ogni primogenito della terra d’Egitto, dai primogeniti degli uomini fino a quelli degli animali. Per questo io immolo al Signore ogni maschio che apre il grembo, e riscatto il primogenito dei miei figli. E ciò sarà un segno sulla tua mano, e resterà fisso davanti ai tuoi occhi, perché cosí dice il Signore onnipotente: Tu darai a me i primogeniti dei tuoi figli. E chiunque genererà un figlio maschio, il giorno ottavo circonciderà la carne del suo prepuzio. E per trentatré giorni non andrà nel santuario di Dio dal sacerdote finché siano compiuti i giorni della purificazione. Dopo porterà al Signore un agnello di un anno, senza macchia, come olocausto, e un piccolo di colomba o di tortora, alla porta della tenda della testimonianza, al sacerdote; oppure, in luogo di questo, porterà al Signore, due piccoli di colomba o due tortore. E il sacerdote farà la propiziazione per lui. Poiché questi mi sono dati come offerta tra tutti i figli d’Israele: li ho presi e li ho santificati per me, in luogo dei primogeniti d’Egitto, nel giorno in cui ho colpito ogni primogenito nella terra d’Egitto, dall’uomo fino al bestiame: dice il Signore Dio, l’Altissimo, il Santo d’Israele.
Lettura della profezia di Isaia.
L’anno della morte del re Ozia, vidi il Signore assiso su un trono eccelso ed elevato, e la casa era piena della sua gloria. Intorno a lui stavano serafini con sei ali ciascuno: con due si coprivano il volto, con due si coprivano i piedi, e con due volavano. E gridavano l’uno all’altro dicendo: Santo, santo, santo, il Signore sabaoth, piena è tutta la terra della sua gloria. E si sollevò l’architrave della porta per la voce del loro grido, e la casa si riempí di fumo. E io dissi: Me infelice! Sono preso da compunzione perché io che sono uomo, che ho labbra impure e vivo in mezzo a un popolo dalle labbra impure, ho visto con i miei occhi il Re, il Signore sabaoth. E fu mandato a me uno dei serafini con in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Toccò la mia bocca e disse: Ecco, questo ha toccato le tue labbra, toglierà le tue iniquità e ti purificherà dai tuoi peccati. E udii la voce del Signore che diceva: Chi manderò? E chi andrà a questo popolo? E io dissi: Eccomi, manda me. E disse: Va’, e di’ a questo popolo: Con le orecchie udrete e non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è appesantito e a fatica hanno udito con le orecchie, e hanno chiuso gli occhi per non vedere con gli occhi e non udire con le orecchie e col cuore comprendere, per convertirsi, in modo che io li guarisca. E dissi: Fino a quando, Signore? Rispose: Finché le città siano rese deserte, perché non vi saranno abitanti, e le case, perché non vi saranno uomini, e la terra sia lasciata deserta. Dopo ciò Dio allontanerà gli uomini, e si moltiplicheranno quelli che saranno stati lasciati sulla terra.
Lettura della profezia di Isaia.
Ecco il Signore siede su una nube leggera: andrà in Egitto e saranno scossi dinnanzi al suo volto gli idoli dell’Egitto fatti da mano d’uomo, e in loro il loro cuore sarà vinto. E il loro spirito sarà in essi sconvolto. Dissiperò il loro consiglio e consegnerò l’Egitto in mano di duri padroni. Cosí dice il Signore sabaoth. Gli egiziani berranno l’acqua lungo il mare, mentre il fiume si esaurirà e si disseccherà. Cosí dice il Signore: Dove sono ora i tuoi sapienti? Ti annuncino dunque e dicano: Che cosa ha decretato il Signore sabaoth sull’Egitto? In quel giorno gli egiziani saranno come donne in timore e tremore di fronte alla mano del Signore sabaoth, che egli porrà su di loro. E vi sarà un altare per il Signore nel paese degli egiziani e una stele per il Signore presso il suo confine. E sarà per il Signore un segno eterno nel paese degli egiziani: essi grideranno al Signore ed egli manderà loro un uomo che li salverà. Il Signore sarà conosciuto dagli egiziani; gli egiziani conosceranno il Signore in quel giorno, gli offriranno un sacrificio e un’offerta, faranno voti al Signore e li adempiranno.
Continua il Vespro a pag. 22; Artoklasia – benedizione del Pane
(TONO VII) Adorna il tuo talamo, o Sion, e accogli il Re Cristo; abbraccia Maria, la celeste porta, perché essa è divenuta trono di cherubini, essa porta il Re della gloria; è nube di luce la Vergine perché reca in sé, nella carne, il Figlio che è prima della stella del mattino. Simeone lo prende tra le braccia e annuncia ai popoli che egli è Signore della vita e della morte, il Salvatore del mondo.
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola: perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza.
(TONO VII) La Madre ignara di nozze, portando al tempio colui che prima dei secoli dal Padre è rifulso, e alla fine dei tempi, da grembo verginale, presentava colui che sul monte Sinai aveva dato la Legge, e ora ubbidiva al comando della Legge, al giusto e anziano sacerdote, al quale era stato vaticinato che avrebbe visto il Cristo Signore. Accogliendolo tra le braccia, Simeone esultò acclamando: Dio è costui, al Padre coeterno, e Redentore delle anime nostre.
Luce per illuminare le genti, e gloria del tuo popolo Israele.
(TONO VII) La Madre di Dio Maria, recando tra le braccia colui che è portato sui carri dei cherubini ed è celebrato con canti dai serafini, da lei senza nozze incarnato, metteva nelle mani del vecchio sacerdote il datore della Legge che compiva l’ordine della Legge: ed egli, portando la vita, chiedeva di essere sciolto dalla vita, dicendo: Ora lascia che io me ne vada, o Sovrano, per annunciare ad Adamo che ho visto il Dio che è prima dei secoli senza mutamento fatto bambino, e Salvatore del mondo.
Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo.
(TONO V) Poiché si sono appesantiti i miei occhi per le mie iniquità, non posso volgermi a guardare la volta del cielo: ma tu accoglimi nel pentimento, come il pubblicano, o Salvatore, e abbi pietà di me.
Ed ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
(TONO VIII) Colui che è portato dai cherubini e celebrato dai serafini, presentato oggi nel sacro tempio secondo la Legge, ha pertrono le braccia di un vegliardo; per mano di Giuseppe riceve doni degni di Dio: sotto forma di una coppia di tortore, ecco la Chiesa incontaminata e il nuovo popolo eletto delle genti, insieme a due piccoli di colomba per significare che egli è principe dell’antico e del nuovo patto. Simeone, accogliendo il compimento dell’oracolo che aveva ricevuto, benedice la Vergine Madre di Dio Maria, simbolicamente predicendole la passione di colui che da lei era nato, e a lui chiede di essere sciolto dalla vita, gridando: Ora lascia che me ne vada, o Sovrano, come mi avevi predetto, perché io ho visto te, luce sempiterna, e Signore Salvatore del popolo che da Cristo prende nome.
TROPARI
Tu lìthu sfraghisthèndos ipò ton Iudhèon, kie stratiotòn filassòndonto àchrandòn su sòma, anèstis triìmeros, Sotìr, dhorùmenos to kòsmo tin zoìn. Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn evòon si, Zoodhòta: Dhòxa ti anastàsi su, Christè, dhòxa ti vasilìa su, dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.
Sigillata la pietra dai giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini.
Chère, kecharitomèni Theotòke Parthène; ek sù gar anètilen o Ìlios tis dhikeosìnis, Christòs o Theòs imòn, fotìzon tus en skòti. Effrènu ke sì, Presvìta dhìkee, dexàmenos en angàles ton eleftherotìn ton psichòn imòn, charizòmenon imìn ke tin anàstasin.
Salve, o piena di grazia, Madre di Dio e Vergine, poiché da te spuntò il sole di giustizia, Cristo Dio nostro, che illumina coloro che giacevano nelle tenebre. Rallegrati anche tu, giusto Vegliardo, che hai ricevuto tra le braccia il Redentore delle anime nostre, che ci dona anche la resurrezione.
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