giovedì 11 ottobre 2018

L'insediamento del Parroco: tra storia e diritto

Domenica 14 Ottobre: Insediamento del Parroco di San Nicolò di Mira in Mezzojuso.

Domenica prossima, 14 Ottobre, secondo il calendario Bizantino Domenica IV di San Luca e memoria dei Santi Padri del VII Concilio Ecumenico (Nicea II ) avverrà presso la Chiesa Parrocchiale di San Nicolò di Mira di Mezzojuso, la PRESA di Possesso Canonica del Parroco Papas Giorgio R. Caruso.

A molti, in questi giorni, la reiterazione della Cerimonia di "Benvenuto" è sembrata fuori luogo, in quanto da ben due anni ormai mi trovo a Mezzojuso e soprattutto a San Nicola. 

Cerchiamo quindi di fare un pò di chiarezza, facendo un breve excursus storico e canonico. 
Con decreto n.5/16 del 01/01/2016 il Vescovo di Piana degli Albanesi Mons. Giorgio Demetrio Gallaro, dopo le dimissioni dell'ufficio di Parroco di Papas Pietro Lascari, mi ha nominato Amministratore Parrocchiale della Parrocchia di San Nicolò di Mira in Mezzojuso. Il decreto appena citato, entrava in vigore il 24 gennaio del 2016. Il giorno 30 Gennaio del 2016, ho fatto il mio ingresso solenne in paese e con la Divina Liturgia presieduta dal Vescovo stesso ho preso il possesso canonico della Parrocchia di San Nicolò. 

Cosa è l'amministratore Parrocchiale? Vediamo cosa ci dice in merito il Diritto Canonico delle Chiese Orientali:

Can. 298

(= CIC83, C.539) Se una parrocchia si rende vacante, oppure se il parroco è impedito per qualsiasi causa di esercitare il ministero pastorale nella parrocchia, il Vescovo eparchiale nomini al più presto un sacerdote come amministratore della parrocchia.

Can. 299

(= CIC83, C.540) §1. L’amministratore della parrocchia ha gli stessi diritti e doveri del parroco, a meno che non sia stabilito diversamente dal Vescovo eparchiale.

§2. All’amministratore della parrocchia non è lecito far nulla che possa recare pregiudizio ai diritti del parroco oppure essere di danno ai beni parrocchiali.

§3. Al termine della sua funzione, l’amministratore della parrocchia presenti il resoconto al parroco.

In quanto promosso, come il parroco, alla cura pastorale della parrocchia, anche se solo come supplente, l'amministratore parrocchiale gode degli stessi diritti ed è tenuto agli stessi adempimenti del parroco. L'amministratore parrocchiale gode di potestà ordinaria, in quanto annessa dal diritto ad un ufficio ecclesiastico, anche se non è propria, in quanto agisce a nome del titolare dell'ufficio, cioè del parroco. Infine, il paragrafo 3 del canone 299 stabilisce che l'amministratore espletato il suo ufficio, renda conto al parroco al suo operato. 

Dal Dicembre del 2015 dopo le dimissioni di Papas Lascari, la Parrocchia di San Nicolò era vacante. Con l'accettazione delle dimissioni da parte del Vescovo Eparchiale Papas Lascari cessava definitivamente dall'ufficio di parroco, e nel contempo il Vescovo di Piana a cui spetta per diritto ed in piena libertà la nomina, ha provveduto celermente a designare un nuovo amministratore. Dal 30 Gennaio 2016 al 14 Agosto del 2018, la Parrocchia di San Nicolò era quindi retta da un Amministratore Parrocchiale. La sera del 14 Agosto 2018, il Vescovo di Piana degli Albanesi ha reso pubblica la sua volontà, derivante dalla potestà propria dell'ufficio di vescovo eparchiale, di nominarmi quale Parroco di San Nicolò di Mira in Mezzojuso. Questa volontà del Vescovo è stata poi eseguita attraverso il Decreto n.164/18 del 26/09/2018. 

Il canone 288 del CCEO prevede che Il parroco ottiene la cura delle anime dal momento della provvisione canonica; ma non gli è lecito esercitarla se non dopo la presa del possesso canonico della parrocchia a norma del diritto particolare.

Il decreto vescovile di Nomina a parroco è appunto la cosiddetta provvisione canonica appena citata. L'ufficio di Parroco, che comporta specificamente la cura animarum, in quanto è costituito pastor proprius nella cura pastorale di una determinata parrocchia, si ottiene mediante la provvisione canonica o il decreto vescovile. Accanto alla provvisione, perchè il parroco possa lecitamente esercitare l'ufficio, con la potestà e le funzioni che esso comporta, deve prendere canonicamente possesso della parrocchia, secondo le determinazioni del diritto particolare. 

Domenica prossima quindi, in seno alla celebrazione della Divina Liturgia che presiederà il Vescovo stesso, farò alla presenza della Parrocchia a nome del Diritto particolare e delle Linee della Conferenza Episcopale Italiana, la Professione di Fede ed il Giuramento di fedeltà, i quali insieme al verbale di presa di possesso che verrà stilato costituirà il Documento dell'avvenuta presa di possesso della Parrocchia di San Nicolò di Mira in Mezzojuso.

Di seguito vi elenco alcuni canoni riguardanti il Parroco:

Can. 281

 §1. Il parroco è il presbitero a cui, come principale cooperatore del Vescovo eparchiale, è affidata, quale pastore proprio, la cura delle anime in una determinata parrocchia, sotto l’autorità dello stesso Vescovo eparchiale.
Can. 288

(cf CIC83, C.527 §1) Il parroco ottiene la cura delle anime dal momento della provvisione canonica; ma non gli è lecito esercitarla se non dopo la presa del possesso canonico della parrocchia a norma del diritto particolare.

Can. 289

(cf CIC83, C.528 §1) §1. Nell’esercitare la funzione di insegnare, il parroco ha l’obbligo di predicare la parola di Dio a tutti i fedeli cristiani affinché, radicati nella fede, speranza e carità, essi crescano in Cristo e la comunità cristiana renda quella testimonianza di carità che il Signore ha raccomandato; inoltre mediante l’istruzione catechistica deve condurre i fedeli cristiani alla piena conoscenza del mistero della salvezza adatta all’età di ciascuno; per dare questa istruzione cerchi non solo l’aiuto dei membri degli istituti religiosi o delle società di vita apostolica a guisa dei religiosi, ma anche la collaborazione dei laici.

(cf CIC83, C.528 §2) §2. Nel compiere la funzione di santificare, il parroco abbia cura che la celebrazione della Divina Liturgia sia il centro e il culmine dell’intera vita della comunità cristiana; si adoperi inoltre perché i fedeli cristiani si nutrano dell’alimento spirituale mediante una devota e frequente accoglienza dei sacramenti e con una cosciente e attiva partecipazione alle lodi divine; ricordi ancora il parroco che il sacramento della penitenza favorisce in sommo grado alla crescita della vita cristiana; perciò si renda disponibile ad amministrare questo sacramento, chiamando a questo scopo anche altri sacerdoti, se è necessario, che conoscono le varie lingue.

(cf CIC83, C.529 §1) §3. Nell’adempiere la funzione di governare il parroco procuri anzitutto di conoscere il proprio gregge; poiché però è servitore di tutte le pecore, favorisca la crescita della vita cristiana sia nei singoli fedeli cristiani, sia nelle associazioni impegnate specialmente nell’apostolato, sia nell’intera comunità cristiana; visiti perciò le case e le scuole, nella misura in cui lo esige la funzione pastorale; s’interessi con sollecitudine degli adolescenti e dei giovani; segua con carità di padre i poveri e gli infermi; infine abbia una cura speciale degli operai e inoltre si adoperi perché i fedeli cristiani diano il loro aiuto alle opere di apostolato.

Can. 290

(cf CIC83, C.532) §1. In tutti gli affari giuridici della parrocchia il parroco la rappresenta.

(cf CIC83, C.530) §2. Spettano al parroco le funzioni sacre più importanti come sono la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, la benedizione dei matrimoni, fermo restando il can. 302, §2, e le esequie ecclesiastiche; perciò non è lecito di celebrarle da parte dei vicari parrocchiali se non con la licenza almeno presunta del parroco stesso.

Can. 292

(= CIC83, C.533) §1. Il parroco ha l’obbligo di risiedere nella casa parrocchiale vicino alla chiesa parrocchiale; tuttavia il Gerarca del luogo può permettere per una giusta causa che egli dimori altrove purché il ministero parrocchiale non ne subisca alcun danno.

§2. Se non lo impedisce un grave motivo, al parroco è lecito assentarsi ogni anno dalla parrocchia non oltre un mese continuo o interrotto; non sono computati nel tempo delle ferie i giorni che il parroco dedica annualmente agli esercizi spirituali; tuttavia se il parroco vuole assentarsi dalla parrocchia per oltre una settimana, ha l’obbligo di informarne il proprio Gerarca del luogo.

§3. Spetta al Vescovo eparchiale stabilire le norme che assicurino durante l’assenza del parroco come provvedere alla cura della parrocchia mediante un sacerdote provvisto delle debite potestà e facoltà.

Can. 293

Il parroco si ricordi di dover offrire ai battezzati e ai non battezzati, ai cattolici e ai non cattolici, col suo comportamento quotidiano e la sua sollecitudine, l’esempio di un ministero veramente sacerdotale e pastorale, e di dover rendere testimonianza di verità e di vita davanti a tutti e, come buon pastore, di cercare anche coloro che, pur se battezzati nella Chiesa cattolica, si sono allontanati dalla pratica dei sacramenti e perfino hanno abbandonato la fede.

La salute o salvezza delle anime è e rimane però la suprema legge e della Chiesa e del Parroco!

P. G.

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