L’8 di questo mese, Natività di Nostra Signora la Santissima Madre di Dio
e sempre Vergine Maria.
Il nostro Dio creò l’uomo e lo pose nel Paradiso affinché non si preoccupasse che di coltivare il bene e di contemplare Dio soltanto attraverso le sue opere. Ma, per la gelosia del demonio che sedusse Eva, la prima donna, Adamo cadde nel peccato e fu escluso dal paradiso di delizie. In seguito Dio diede le sue leggi agli uomini attraverso Mosè e fece conoscere le sue volontà per mezzo dei profeti, in preparazione di un beneficio più grande: l’incarnazione del suo unico Figlio, il Verbo di Dio che doveva liberarci dalla rete del malvagio. Assumendo la nostra natura, Cristo voleva partecipare pienamente della nostra condizione decaduta, eccetto che per il peccato, perché Lui solo è senza peccato, essendo Figlio di Dio. Per cui Dio Gli preparò una dimora immacolata, un’arca pura, la Santissima Vergine Maria, la quale, benché fosse Ella stessa sottomessa alla morte ed alla condanna dei nostri primi genitori, fu scelta da Dio fin dalla origine dei tempi per essere la nuova Eva, la madre del Cristo Salvatore, la sorgente della nostra redenzione ed il prototipo di ogni santità cristiana.
Suo padre si chiamava Gioacchino; discendeva dalla stirpe reale di David, dal ramo di Natan, suo figlio. Natan generò Levi, Levi generò Melchi e Pantera, Pantera generò Barpantera, padre di Gioacchino. Anna, la sposa di Gioacchino, discendeva anche lei dalla stirpe reale, perché era la nipote di Matta, lui stesso nipote di David, attraverso Salomone. Matta sposò una certa Maria della tribù di Giuda e diede origine a Giacomo, il padre di Giuseppe il falegname ed a tre ragazze: Maria, Sobea ed Anna. Maria diede origine a Salomè, la levatrice; Sabea ad Elisabetta, la madre del precursore, ed Anna alla Madre di Dio, Maria, la quale portava anche il nome di sua nonna e di sua zia. Elisabetta e Salomè, le nipoti di Anna, erano dunque cugine della Madre di Dio.
Secondo una divina economia e per mostrare la sterilità della natura umana prima della venuta di Cristo, Dio aveva lasciato Gioacchino ed Anna senza progenie fino ad età avanzata. Siccome Gioacchino era ricco e pio, non cessava di rivolgersi a Dio con la preghiera e di offrirgli doni affinché li liberasse, lui sua moglie, dal loro obbrobrio. Un giorno di festa, allorché si era presentato al tempio per deporre la sua offerta, uno dei fedeli si rivolse a lui dicendo: Non ti è permesso presentare la tua offerta assieme a noi, perché tu non hai figli. Allora col cuore ferito Gioacchino non tornò a casa, ma si ritirò sulla montagna, solo, per pregare e versare lacrime davanti a Dio. Durante questo frangente anche Anna versava abbondanti lacrime ed elevava ferventi suppliche verso il cielo nel suo giardino. Il nostro Dio, ricco di misericordia e pieno di compassione, ascoltò le loro suppliche ed inviò presso Anna l’Arcangelo Gabriele, l’angelo della benevolenza di Dio e l’annunciatore della salvezza, per annunziarle che stava per concepire e dare la nascita ad un bambino, malgrado la sua età, e che si sarebbe parlato di questa progenie per tutta la terra. Ella rispose piena di gioia e di stupore: Come è vero che il Signore mio Dio esiste, se partorirò o un bambino o una bambina, lo consacrerò al Signore mio Dio, affinché lo serva tutti i giorni della sua vita.
Anche Gioacchino ricevette la visita di un angelo che gli ordinò di mettersi in cammino con le sue greggi per tornare a casa e rallegrarsi con sua moglie e tutta la loro famiglia, perché Dio aveva deciso di mettere fine alla loro vergogna.
Ora, passati nove mesi, Anna partorì. Domandò alla levatrice: Che ho messo al mondo? Quella rispose: Una bambina. Ed Anna riprese: E’ stata glorificata in questo giorno l’anima mia. Quindi mise a letto delicatamente la bambina. Una volta compiuti i giorni della purificazione della madre prescritti dalla legge, ella si alzò, si lavò, diede il seno alla sua bambina e le diede il nome di Maria: il nome che avevano atteso confusamente i Patriarchi, i Giusti, i Profeti e attraverso il quale Dio doveva realizzare il progetto che teneva nascosto dalla origine del mondo.
Giorno dopo giorno la bambina si fortificava. Quando ebbe sei mesi la madre la mise a terra per vedere se si reggeva in piedi. Maria allora avanzò di sette passi sicuri, poi torno a rannicchiarsi nel grembo di sua madre. Anna la sollevò dicendo: Come è vero che esiste il Signore mio Dio, tu non calpesterai più questo suolo prima che io non ti porti al tempio del Signore. Poi ella costruì come un santuario nella stessa stanza della figlia, dove non entrasse niente meschino o di insudiciato dal mondo, e per giocare con la bambina fece venire alcune figlie di ebrei di razza pura.
Trascorso il primo anno della piccola, Gioacchino diede una festa. Invitò alcuni sacerdoti, degli scribi, i membri del Consiglio e tutto il popolo di Israele. Gioacchino presentò ai sacerdoti la sua figlioletta; quelli la benedissero dicendo: Dio dei nostri padri, benedici questa bambina e dalle un nome che sia ricordato eternamente da tutte le generazioni. E tutta la gente rispose: Così sia, così sia, amen. Gioacchino la presentò anche ai capi dei sacerdoti. Costoro la benedissero dicendo: Dio delle altezze sublimi, abbassa il tuo sguardo su questa piccola bambina, e dalle una benedizione suprema, una benedizione a nessun’altra pari.
Sua madre portò Maria nel sacrario della sua stanza e le diede il seno indirizzando al Signore questo inno: Voglio cantare al Signore mio Dio un inno, perché Egli mi ha visitato ed ha scacciato da me l’oltraggio dei miei nemici, giacché il Signore mi ha donato un frutto della sua giustizia che è uno e molteplice nello stesso tempo. Chi annunzierà adesso ai figli di Ruben che Anna è madre? Annunciate, annunciate voi dodici tribù di Israele che Anna è madre! Poi ella posò la bambina nella stanza del santuario, uscì ed andò a servire gli invitati che si rallegravano e lodavano il Dio di Israele.
Questo racconto si basa sul Protovangelo apocrifo di San Giacomo. Il suo valore storico è incerto, ed è per questo che non è inserito tra gli scritti ispirati; ma le sue evocazioni simboliche toccano una verità spesso così profonda come quella della storia. Ed è per questa ragione che la Chiesa ha assimilato questi elementi nella liturgia e nell’iconografia, per farne la materia prima del ciclo della Madre di Dio. Confronta ugualmente: Concezione di S. Anna (9 dicembre); Entrata al tempio della Madre di Dio (21 novembre), Annunciazione (25 marzo).
Le Synaxaire – Vies des Saints de l’Eglise Orthodoxe – Éditions «To Perivoli tis Panaghias» Thessalonique 1996
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