MERCOLEDÍ
DELLA TERZA SETTIMANA
Stichirà
Tono 4.
1) Dissolutamente ho disperso la
paterna ricchezza; * sono rimasto abbandonato, * dopo aver preso dimora nel
paese di malvagi cittadini; * nella mia stoltezza mi sono reso simile * alle
bestie senza ragione * e sono rimasto spogliato di ogni divina grazia; * per
questo sono tornato * e griderò al Padre compassionevole e pietoso: * Ho
peccato, accoglimi pentito, o Dio, * e abbi pietà di me.
Martyrikón.
2) Sacrifici viventi, * olocausti razionali, *
màrtiri del Signore, * perfette vittime di Dio, * pecore che conoscono Dio * e
sono da Dio conosciute, * il cui ovile è inaccessibile ai lupi: * intercedete
per noi, * affinché insieme con voi possiamo venir condotti al pascolo * presso
l’acqua del riposo.
Stichirá prosómia, di Giuseppe. Tono pl. 2.
3) Divenuti bagliori del sole
spirituale, * o apostoli che avete visto Dio, * chiedete luce per le anime
nostre * e liberateci dalla tenebra cupa delle passioni; * intercedete perché
possiamo vedere il giorno della salvezza, * dopo aver purificato con digiuni e
preghiere * il cuore che il maligno ha ferito: * così, trovando salvezza,
sempre vi onoreremo con fede, * voi che col sapientissimo annuncio * avete
salvato il mondo.
4) Andandomene nel paese del vizio, * io,
il dissoluto, * ho malamente consumato quella ricchezza che tu, * Padre
pietoso, * mi avevi dato; * mi consumo ora per la fame di azioni buone, * ed
eccomi rivestito della vergogna della trasgressione, * spogliato della divina
grazia. * A te grido: Ho peccato. * Conosco infatti la tua bontà: * accoglimi,
o pietoso, * come uno dei tuoi mercenari, o Cristo, * per le preghiere degli
apostoli che ti hanno amato.
Stichirón prosómion, di Teodoro. Stesso tono
5) Apostoli del Salvatore, *
luminari di tutta la terra, * benefattori e salvatori, * voi che narrate la
gloria di Dio come cieli * tutti adorni degli astri dei prodigi, * dei portenti
e delle guarigioni: * offrite continuamente per noi * suppliche al Signore, *
perché le nostre preghiere siano accolte come puro profumo, * e noi otteniamo
di vedere e abbracciare * la croce vivificante, * con timore a lui inneggiando
adoranti: * Manda su di noi le tue misericordie, * o Salvatore, * nel tuo amore
per l’uomo.
Gloria… ora e sempre… Theotokíon. Tono VIII
Su dunque, anima mia, gemendo e facendo scaturire dal cuore fonti di lacrime, grida alla Vergine, Madre del nostro Dio: Per la moltitudine delle tue compassioni, o pura, strappami al tremendo castigo, e dammi di fissar la dimora là dove è il riposo, l’eterna gioia e il gaudio.
Letture
Prokimeno (Sal. 51, 2;10)
Mi abbandono
alla fedeltà di Dio ora e per sempre.
Perché ti
vanti del male, o prepotente nella tua iniquità?
Lettura dal libro
della Genesi (Cap. 7, 6-9)
Noè
aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. Noè
entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli,
per sottrarsi alle acque del diluvio. Degli animali mondi e di quelli immondi,
degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo entrarono a due a
due con Noè nell’arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
Prokimeno (Sal.52,7;2)
Quando
Dio farà tornare i deportati del suo popolo, esulterà Giacobbe, gioirà Israele.
Lo stolto pensa: “Dio non esiste”. Sono corrotti, fanno cose abominevoli,
nessuno fa il bene.
Lettura dal libro dei Proverbi (Capp.
9,12-18; 10,1-9)
Figlio mio, se sei sapiente lo sei a tuo vantaggio. Se
sei beffardo, tu solo ne porterai la pena, Donna irrequieta è follia, una
sciocca che non sa nulla. Sta seduta: alla porta di casa, su un trono, in un
luogo alto della città, per invitare i passanti che vanno diritti per la loro
strada: “chi è inesperto venga qua!” e a chi è privo di senno
essa dice: “le acque furtive sono dolci, il pane preso di nascosto è gustoso”.
Egli non s’accorge che là ci sono le ombre che i suoi invitati se ne vanno nel
profondo degli inferi. Il figlio saggio rende lieto il padre; il figlio stolto
contrista la madre. Non giovano i tesori male acquistati, mentre la giustizia
libera dalla morte. Il Signore non lascia patire la fame al giusto, ma delude
la cupidigia degli empi. La mano pigra fa impoverire, la mano operosa
arricchisce. Chi raccoglie d’estate è previdente; chi dorme al tempo della
mietitura si disonora. La benedizione del Signore sul capo del giusto, la bocca
degli empi nasconde il sopruso. La memoria del giusto è in benedizione, il nome
degli empi svanisce. L’assennato accetta i comandi, il linguacciuto va in
rovina. Chi cammina nell’integrità va sicuro, chi rende tortuose le sue vie
sarà scoperto.
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